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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #9
La nona settimana di uscite è un vero e proprio viaggio nel tempo: ognuno con la propria storia, con le proprie cicatrici, ma anche con quei ”segni propizi” che rimangono dentro di noi per sempre, che segnano il nostro FUTURO. Dunque, per porre le basi di una direzione, è necessario viaggiare dentro di sé, nel bene nel male, tra le vie più impervie e quelle più disincantate. Alla fine, non solo ne usciremo diversi (non necessariamente migliori, rimanendo a discrezione di ciascuno se sentirsi migliorati o no), bensì, consapevoli del percorso da tracciare per essere ciò che vogliamo. Protagonista della cover digitale l’esperienza di Neffa.
SANTOSUBITO/RUBIK – NEFFA
Si preannuncia una seconda parte con il consueto ‘’tocco d’arte’’ poetico e altamente descrittivo, tra tecnica surrealista e visione di scenari quotidiani decadentisti nei quali immedesimarsi e trovare l’urgenza, la libertà. Un duplice racconto che costruisce ed edifica un mondo nuovo, tra passato e futuro.
AMORE GODZILLA – ELASI, PLASTICA
Elettronica liberatoria e fresca, che teletrasporta in una dimensione guidata dalla cassa dritta e suoni estivi che esorcizzano ogni male, ogni tipologia di pensiero. Un sentimento viscerale, animale, che in maniera elegante danza sulla nostra vita.
GRANDE ANIMA – CLEMENTINO
Un lavoro maturo, completo, che raccoglie ogni frammento della ‘’grande anima’’ di Clementino, pezzo dopo pezzo, tra una versione del rap rinnovata, autoriale, e un sapiente ponte generazionale tra nuovi volti e il riferimento di uno stile intramontabile, senza tempo, che esiste e persiste.
BIRRE + ONESTA’ – SCHIUMA, 5070, DJ MS
Elettronica ed energia che comunicano in simbiosi, tra cerchi che si chiudono e infiniti spazi che si aprono davanti ai nostri occhi, liberandosi delle scorie di rapporti ed esperienze che hanno saputo a loro modo forgiarci. D’altronde, la rivoluzione più significativa è quella interiore che compone il puzzle finale.
BIRRE + ONESTA’ – SCHIUMA, 5070, DJ MS
Le brezza di una calda stagione ormai entrata nel vivo che regalano leggerezza, ma anche quel velo di malinconia che non ha effetti negativi, ma quasi risanatori. In un racconto dinamico, variopinto nel genere e nell’espressione, la fine diventa un nuovo inizio; e davanti a noi l’orizzonte è sempre più chiaro.
MARIA – BLUE27, ASIA GHERGO
Delicatezza e tatto fanno da strumento in una narrazione fresca e profonda, tra una richiesta di aiuto e l’impossibilità di poter fare quanto è in nostro potere. Tante sono le cose che non riusciamo a direzionare, ma l’intenzione rimane il punto di partenza verso un cambiamento in positivo.
AUTOSTIMA (LUNA GIBBOSA CRESCENTE) – AMA DEE (MENZIONE SPECIALE)
Ritmica e suoni mediterranei fanno da contorno ad un manifesto di forza per se stessi e con se stessi. Tra le strade impervie di una quotidianità a volte complessa da comprendere, è proprio la luce interiore a dare manforte alla propria autorealizzazione, autostima.
LOTANTO PER UN PO’ – BABELE, ZANI
Voci complementari, attente, assorte, che trovano pace l’un l’altra in un messaggio univoco: nel tragitto che ognuno di noi percorre, sono molteplici le direzioni, i cambi di programma, momenti di up e down alternati. Ma l’unica certezza che dà un senso al cammino e poterlo fare con i propri passi.
STO BENE – ASJATICA
Energia e self-confidence sono il perfetto connubio tra una conclusione che può lasciare cicatrici e segni permamenti, ma che, alla fine, diventano uno strumento propedeutico alla forza della nostra personalità, della nostra essenza; quelle che, in un modo nell’altro, ci fanno ‘’stare bene’’.
FAI PIANO – CALMO, FIL, FOOLVIHO
Ascoltare Calmo è come entrare in un film d’epoca americano, che sa sempre essere attuale, senza tempo, in un concentrato di stile e buon gusto. Le immagini nei nostri occhi scorrono veloci, senza sosta, ma, ricorda sempre: ‘’fai piano’’. Vivi poco a poco, ama in pillole per amare di più.
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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25
Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.
IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO
Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.
ASTRONAVE – OTTOBRE
Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.
FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA
Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.
MI MANIFESTO – PAN DAN
Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.
7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)
Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.
NESSUNA – ALTEA
Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.
VOCE – MADA
Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.
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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre
In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.
Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.
“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.
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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha
Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.
BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.
BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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