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NEWS | ‘STREET OPERA’, IL TRAILER DEL FILM IN USCITA IL 16 OTTOBRE
IL FILM
Street Opera è un viaggio all’interno del rap italiano attraverso il ritratto di cinque rapper simbolo di correnti e periodi diversi. Clementino, Gué Pequeno, Danno, Tormento ed Elio Germano ci trasportano in una mondo nato oltre vent’anni fa alla periferia della musica italiana, ed arrivato in vetta alle classifiche, diventando la musica più in voga fra i giovani. Il ventennio 1994-2014 viene rappresentato con un ritratto impressionista dell’esperienza live, mostrando il lato vero della vita di questa disciplina e degli artisti che la praticano: l’impegno, la passione e la volontà di diventare maestri di rime.
I PROTAGONISTI
•CLEMENTINO Considerato l’erede di Jovanotti. Un disco d’oro. Il suo ultimo album “Miracolo” è entrato subito al primo posto in classifica. E’ stato il main act del concerto del Primo Maggio 2014.
•GUÉ PEQUENO Frontman dei Club Dogo, è attualmente primo in classifica con il suo ultimo album solista “Vero”. Due dischi di platino.
•TORMENTO Ex cantante dei Sottotono, uno dei gruppi rap più famosi degli anni ’90, che ha venduto oltre 500mila copie dei suoi album.
•DANNO Il principale esponente della scena hip-hop underground. Il suo gruppo Colle der Fomento riempie da vent’anni i centri sociali di tutta Italia con migliaia di persone e rimane per scelta al margine dell’industria discografica.
•ELIO GERMANO Attore e rapper del gruppo Bestierare, attivo dalla metà degli anni ’90 nella scena hip-hop underground romana. Vive la musica come passione e sfogo artistico, senza alcun legame con l’industria musicale. Il suo gruppo racconta storie di grande rilevanza sociale legate al lavoro, ai diritti ed al razzismo.
IL REGISTA
Haider Rashid nasce a Firenze nel 1985 da padre iracheno e madre italiana. Il suo primo film “Tangled Up in Blue” racconta la storia della ricerca della patria perduta attraverso la storia di un iracheno di seconda generazione. Il film è stato distribuito in sala in Gran Bretagna ed ha partecipato a oltre quindici festival internazionali, ottenendo il favore del pubblico e della critica e vincendo premi al Gulf Film Festival di Dubai ed all’I’ve Seen Films International Film Festival di Milano, la cui giuria era composta dagli attori Rutger Hauer e Miranda Richardson e dal regista Anton Corbjin.
Il suo secondo lungometraggio, “Silence: All Roads Lead to Music”, segue un gruppo di musicisti internazionali durante la creazione del gruppo The Silence Project. Il film, definito dalla celebre rivista Variety come un lavoro “splendidamente e magistralmente costruito”, è stato presentato in anteprima mondiale al Dubai International Film Festival e più recentemente al Seattle International Film Festival.
“Sta Per Piovere”, il suo terzo lungometraggio ed il primo film sullo ius soli, è uscito nel 2013 in Italia, ottenendo un grande successo di critica e pubblico. Ha inoltre partecipato a numerosi festival internazionali tra cui Dubai, Sao Paulo e Sydney ed è stato candidato ad un Ciak d’Oro.
“The Deep”, il suo ultimo lavoro, ha vinto il Premio Speciale della Giuria per il Miglior Cortometraggio al Dubai International Film Festival ed è stato candidato ai Globi d’Oro 2014.
Nel 2014 ha inoltre diretto il documentario breve “Rocco Hunt: ‘A Verità” per Sony Music Italia, inserito nell’album vincitore del Disco di Platino del rapper salernitano.
RADICAL PLANS
Radical Plans è una società di produzione e distribuzione che fin dalla sua fondazione si è contraddistinta per l’innovazione cinematografica e per la passione nella realizzazione dei propri prodotti. La prima pellicola “Tangled Up in Blue” diretta dal regista Haider Rashid, ha riscontrato un immediato successo ed elogio da parte della critica ed è poi stato celebrato con numerosi premi e riconoscimenti. Il secondo film prodotto è stato “Silence: All Roads Lead to Music”, un documentario musicale proiettato ai festival internazionali di Dubai e Seattle, conclamato dalla critica e dal magazine Variety. “Sta Per Piovere” è stato uno tra gli ultimi lungometraggi, distribuito in Italia; è rimasto in programmazione a Firenze per oltre 5 settimane ed ha ricevuto commenti estremamente positivi da critica ed esperti del settore; proiettato alla Camera dei Deputati su invito della Presidente della Camera Laura Boldrini, ha inoltre partecipato a numerosi festival internazionali tra i quali quelli di Dubai, Sydney, e Sao Paulo. Nel 2013 la società ha vinto il Premio Speciale della Giuria al Festival di Dubai per il cortometraggio “The Deep” e attualmente si sta dedicando alla realizzazione di documentari e film che saranno presto proiettati ai più prestigiosi festival cinematografici.
GOLD
Gold è un marchio di abbigliamento streetwear fondato a Firenze nel 2003 da Omar Rashid, designer italo-iracheno da sempre connesso con il mondo Hip-Hop grazie al suo passato da writer. Questo legame con la cultura underground fonde sin dai primordi il brand fiorentino con il mondo dei graffiti e del rap che lo ispira sia nello stile, sia nella comunicazione. Da subito si fa notare grazie alle sue campagne di guerrilla marketing, in particolare con la produzione di eventi musicali rap e con la diffusione dei prodotti a personaggi di spicco del panorama street italiano come rapper, dj e breakers. Riconosciuto a livello nazionale, Gold si presenta come realtà indipendente atta a promuovere non solo un marchio di abbigliamento, ma una profonda cultura legata ad esso. Negli anni il progetto si è sviluppato in modo tale da sperimentare nuove realizzazioni in campi inesplorati delle nuove tecnologie. In occasione del decimo anno di attività si è fatto notare anche all’estero soprattutto grazie alla collaborazione con il brand americano Zoo York e con la realizzazione dell’App Gold AR, vincitrice degli Auggie Awards 2013 come miglior campagna marketing basata sulla realtà aumentata, battendo colossi come Absolute Vodka e Ikea.
Ecco finalmente il trailer ufficiale di ‘Street Opera’, il film che potrete vedere in anteprima venerdì 16 ottobre 2015 presso il Cinema Avorio a Roma, all’interno della sezione Alice nella città della Festa del Cinema di Roma.
L’ingresso è gratuito e il voucher per partecipare alla proiezione sarà distribuito a partire dalle ore 20.30 presso il cinema.
Per la prima di ‘Street Opera’ sarà presente tutto il cast del documentario, lo staff e tutti coloro che vorranno partecipare al trionfo di un progetto in cui è stato investito non solo tempo ed energia, ma più passioni canalizzate in un unico prodotto.
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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre
In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.
Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.
“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.
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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha
Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.
BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.
BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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Afu-Ra presenta ”The Monk and The Wolf – Sulla via dello Spirito”. Un ponte tra New York e l’Italia
Afu-Ra non ha bisogno di presentazioni. Membro storico della Gang Starr Foundation, voce riconoscibile ovunque e custode di una tradizione che mescola spiritualità, tecnica e consapevolezza, oggi sorprende tutti scegliendo l’Italia come cuore pulsante del suo nuovo progetto: The Monk and The Wolf – Sulla via dello Spirito.
L’artista racconta che questa direzione è nata “in modo naturale”, lavorando fianco a fianco con il collettivo italiano Smooke Out, che nel tempo è diventato una vera famiglia. Per Afu-Ra, l’Italia rappresentava un debito creativo mai realmente esplorato: “Mi supportate da sempre. Non avevo ancora fatto un progetto interamente per voi, con i vostri produttori, i vostri artisti, sulla vostra terra. Adesso era il momento.”
E infatti l’EP è un crocevia di talenti. Tra i produttori e gli artisti coinvolti spiccano nomi come DJ Jad (Articolo 31), Inoki, Bunna (Afriche Unite), Smooke Out, Maury B, Moder, Ladycat, MC Shark, Principe, Eugy (Bull Brigade), Kiffa, Dope One, Gianni KG, 1_44_98, gli scratch di Dj Zarra, Zorlak con produzioni firmate anche da DJ Trashnikov, Bella Espo, Fuso e Smooth e, nel brano Fort of Rebellion, le chitarre di Luca Morellato
Un cast multiforme che permette all’EP di spaziare tra hip hop, reggae, elettronica, rock, atmosfere classiche e venature sperimentali, mantenendo però la cifra spirituale e viscerale che da sempre contraddistingue Afu-Ra.
Il titolo racchiude l’essenza del progetto: The Monk and The Wolf – Sulla via dello Spirito è la somma delle due anime dell’artista — la ricerca interiore del monaco e la forza istintiva del lupo. È una metafora di equilibrio, vulnerabilità e protezione. “Siamo tutti un po’ monaci e un po’ lupi”, racconta Afu-Ra. “L’Italia stessa ha questo doppio volto: spirituale e selvaggia. È per questo che qui mi sento a casa.”
Più che competere con la sua storia passata — con brani entrati nell’enciclopedia dell’hip hop — Afu-Ra preferisce definire questo EP come un atto d’amore: una scelta di gratitudine, non di confronto.
Un progetto che parla al pubblico italiano, pensato per ispirare e per restituire qualcosa a chi lo ha accompagnato per una vita intera.
Vinili e merch: Un mondo che fa oltre al disco.
Per Afu-Ra The Monk and The Wolf – Sulla via dello Spirito non è solo un EP: è un oggetto, un’esperienza, un gesto di presenza fisica. Non stupisce quindi che tutta la parte del merch sia stata pensata come un’estensione naturale del progetto, quasi un rituale da vivere con le mani, con il respiro, con il corpo.
La prima cosa che colpisce è la scelta dei vinili. Afu-Ra non si è limitato a una semplice versione standard: ha voluto due identità visive, due anime che dialogano tra loro proprio come il monaco e il lupo del titolo. Da una parte un vinile nero, solido, essenziale, con quella profondità quasi meditativa tipica del suo immaginario. Dall’altra un vinile ambra, luminoso, caldo, più istintivo. Si possono acquistare separatamente oppure come coppia, e visti insieme sembrano già raccontare una storia prima ancora di metterli sul piatto.
Ma il cuore vero del merch è il Meet & Greet Experience Package, che non è “merchandising” nel senso tradizionale: è un piccolo rito. Chi lo acquista non trova solo gadget o collezionabili, ma entra in un momento personale con Afu-Ra: una lezione di respirazione asiatica, praticata dal vivo, il pomeriggio prima del live o la mattina successiva. È un frammento del suo percorso spirituale condiviso in modo diretto, un modo per capire da vicino l’origine delle energie che hanno dato forma all’EP.
Dentro il pacchetto ci sono anche oggetti fisici pensati come tappe di questo percorso:
un vinile rosso in edizione speciale, il CD, una shopper con grafiche dedicate, e una t-shirt del progetto. Tutto coordinato, tutto legato al concept, tutto costruito perché chi lo prende possa portarsi a casa un pezzo concreto dell’universo di The Monk and The Wolf – Sulla via dello Spirito.
È un modo di riportare la musica alla sua dimensione più umana: non solo streaming, ma contatto, atmosfera, presenza. E Afu-Ra, con la calma del monaco e la determinazione del lupo, ha deciso di offrirlo proprio qui, in Italia.

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