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Mameli rilascia il singolo “Non cambi mai” con Blind e Nashley

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Esce venerdì 16 aprile “NON CAMBI MAI” (Sony Music Italy), il nuovo singolo di MAMELI che vede la partecipazione di BLIND e di NASHLEY! Il brano rappresenta una continua lotta interiore: da una parte la voglia di scoprire, dall’altra la paura di perdersi.

“Non cambi mai”, com’è nato il pezzo


“NON CAMBI MAI” nasce dall’unione creativa dei tre artisti e dalla fusione dei loro universi musicali, per quanto diversi tra loro. ”Quando eravamo lì in studio a registrare ognuno sentiva il pezzo come suo” – commenta Mameli – Non ci siamo mai detti in faccia quale fosse il concetto secondo il quale stavamo scrivendo e non penso glielo chiederò in futuro: è bello pensare che in quel momento ognuno avesse la sua idea e che alla fine tutte siano sfociate in un unico discorso.”


A proposito della canzone, Mameli continua: “Questo pezzo in particolare è nato a Bologna, a casa del mio chitarrista Ciccio. Non avevo grossi piani, quella notte scrissi soltanto la mia strofa e il ritornello. Poi ho conosciuto Blind e ho pensato che la sua voce calzasse a pennello. Sentivo che il pezzo fosse molto fresco e leggero, ma nella mia testa volevo dargli anche un tono più dark. Qualche giorno dopo è venuto Nashley da me in studio, ha ascoltato la canzone, gli è piaciuta e ho pensato fosse la persona perfetta. Nelle settimane successive ci siamo ritrovati tutti e tre in studio da me, abbiamo scritto e registrato tutto.”


“Abbiamo lavorato a questo brano con tanto entusiasmo e penso che dal risultato si senta” – dichiara Blind – “con Mameli avevo già collaborato ed è una bellissima persona, sia a livello artistico che umano. Nashley invece l’ho conosciuto grazie a questa canzone e si è rivelato essere un ragazzo d’oro e un grande artista.”


“La mia parte di ‘Non cambi mai’ è nata in un modo del tutto inaspettato” – commenta Nashley – “stavo lavorando con Mameli ad alcuni miei brani e durante una pausa lui mi ha fatto sentire il ritornello di questo brano, credo di non essere riuscito a trattenermi e in pochi minuti ho scritto una strofa rap: sapevo esattamente cosa volevo dire, ero stato particolarmente ispirato. Ho voluto mettere in rilievo la differenza di carattere di due persone, una che scappa, che non sa decidere perché non sta bene con se stessa e tiene sempre sulle spine l‘altro che non si arrende e la rincorre nonostante tutto”.

Chi è Mameli

All’anagrafe Mario Castiglione, MAMELI nasce a Catania nel 1995. Musicista eclettico, produttore e autore delle sue canzoni, a soli 20 anni lascia la Sicilia per trasferirsi a Milano. “Inno”, il suo EP di debutto, è uscito il 26 aprile 2019 per Hokuto Empire, distribuito da Sony Music. In poche ore ha raggiunto la Top 3 su iTunes.

Il disco conta oggi su Spotify più di 7 milioni di stream, con i singoli di successo “Ci vogliamo bene”, “Milioni di Cose” e “Casa di Carta”. “Inno” è caratterizzato da sonorità dal gusto vintage e allo stesso attuali. Dopo un tour instore di presentazione dell’EP, Mameli si esibisce, a luglio, in alcuni importanti festival italiani e, con l’estate, escono nuovi singoli come “Latte di Mandorla” e “Anche quando fuori piove” feat. Alex Britti, che conta ad oggi più di 4 milioni di stream.

Nel corso del 2020 Mameli ha completato la realizzazione del suo primo album “Amacord”, anticipandolo con vari singoli, come “Non ci sei più” e “Record”. L’album completa il filone nostalgico di “Inno”, vedendo però un Mameli più maturo umanamente e artisticamente. Oltre a curare il proprio progetto artistico, Mameli vede, nel corso del 2021, numerose collaborazioni nel panorama pop italiano come autore e produttore.

Avete già ascoltato “Non cambi mai”? Cosa ne pensate di questo nuovo singolo di Mameli?

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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25

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Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.

IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO

Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.

ASTRONAVE – OTTOBRE

Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.

FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA

Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.

MI MANIFESTO – PAN DAN

Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.

7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)

Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.

NESSUNA – ALTEA

Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.

VOCE – MADA

Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.

Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.

“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.

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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha

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Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.


BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.

BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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