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L’Elfo feat. Reiven: “non ci sei”, il nuovo singolo

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È disponibile su YouTube il video di “Non ci sei” il nuovo singolo dell’Elfo in collaborazione con il rapper catanese Reiven. In aprile, il singolo sarà disponibile anche su Spotify. 

 L’ansia,amara compagna di vita, è la protagonista indiscussa di questo brano, insieme ad una velata tristezza. La solitudine provata dagli artisti si scontra con la fama, con i soldi, con tutti i peccati commessi visti come ostacoli. Il video vede la ripresa fissa delle figure dei due artisti stilizzati in un fumetto con una pioggia battente sullo sfondo, che amplia il concetto di brano introspettivo grazie anche alla scelta di colori cupi. 

 Luca Rosario Trischitta, in arte L’Elfo, nasce a Catania nel Gennaio del 1990, si avvicina alla cultura Hip Hop nel 2003 dai pennarelli in tasca al freestyle il passo è breve, si appassiona al rap ed inizia così una lunga gavetta che lo porterà fino a MTV Spit, nell’Autunno del 2014 assieme ai più importanti esponenti del panorama nazionale. L’Elfo, come solista ha all’attivo 1 album “L’Ignorapper”, e numerosi singoli frutto di una vastissima lista di collaborazioni con produttori di un certo calibro nella scena italiana come Inesha, Tommyboy,Punch, NelloProd, JDS e John Lui. L’Elfo, inoltre insieme a Punch, beatmaker catanese e amico di sempre, formano il duo Double Damage che in breve tempo realizza ben 4 progetti discografici, “Rinascere” del 2016 è il più recente. Il 2017 per l’Elfo è l’anno di consacrazione: 20 tracce fuori di cui 12 come singoli ufficiali con video.

Il 2018 si prospetta decisivo: esce il nuovo album “Gipsy Prince“che vanta importanti feat quali Madman, Inoki, Mrb.

Salvo Maugeri, in arte Reiven, si avvicina al panorama Hip Hop all’età di 8 anni scoprendo la musica di Eminem, Fabri Fibra e Mondo Marcio. Dopo due anni di lavoro sodo, all’età di 18 anni, decide di prender parte a numerose gare locali ottenendo subito discreti risultati. Nel 2014 pubblica il suo primo mixtape “Captatio Malevolentiae” che esce per l’etichetta Brick Studio e che gli permetterà di prender parte agli open act di artisti del calibro di Mondo Marcio, Rocco Hunt, Salmo, Ensi e Ghali. Nell’estate dello stesso anno inoltre partecipa per la prima volta alle selezioni del Tecniche Perfette Sicilia. Si classifica secondo e riesce a far notare il suo nome all’interno della scena siciliana. Il 2015 è un anno che segna molto la sua crescita artistica e lo vede vincitore del Tecniche Perfette Sicilia e della “4Level Battle”grazie alla quale si conquista l’opportunità di esibirsi, accompagnato da Keep KALI sul palco dell’Hip Hop Kemp 2015, evento a cui ogni anno prendono parte migliaia di giovani da tutta Europa. Prende parte alla finalissima del noto contest “Tecniche Perfette” nella quale si confronta con gli mc’s di tutta la penisola e riesce a classificarsi secondo. Il 2016 è l’anno in cui decide di mettersi in gioco con diverse sonorità. Fa da padrone il sound Avantguardia, progetto di strumentali pubblicate dai giovani beatmaker della neo etichetta milanese Thaurus. Nello stesso anno vince prima le selezioni regionali del Tecniche Perfette Sicilia e poi il titolo Nazionale in finale contro Mouri. Il suo primo lavoro discografico si intitola “Drug-on”, a sua volta diviso in due sezioni “Zanarkand” e “Burmesia” città già note al mondo dei videogiochi che rappresentano le reliquie di una città ormai distrutta dal sistema. Negli anni 2017 e 2018 presenzia come giudice del Tecniche Perfette accanto a ospiti come Clementino, Emis Killa, Kiave, Kenzie, Morbo, Lethal V ecc. Tra il 2017 e 2018 gira in tour tutta Italia accompagnato da Keep Kali, toccando le tappe di Senigallia, Pescara, Alba Adriatica, Napoli, Ancona, Catania, Macerata, Pesaro, Palermo e Bellinzona (Svizzera). Reiven partecipa inoltre a tutte e tre le edizioni del Mic Tyson (2016/2027/2019) ,nota gara di freestyle organizzata dalla Machete che ha assunto sempre più importanza nel circuito Underground, ottenendo il terzo posto nelle prime due edizioni ed un secondo posto nell’ultima edizione tenutasi il 17 Marzo 2019 ai Magazzini Generali di Milano.

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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25

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Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.

IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO

Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.

ASTRONAVE – OTTOBRE

Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.

FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA

Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.

MI MANIFESTO – PAN DAN

Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.

7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)

Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.

NESSUNA – ALTEA

Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.

VOCE – MADA

Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.

Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.

“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.

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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha

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Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.


BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.

BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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