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Giaime annuncia il nuovo singolo “Volevo dirti”

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“Volevo Dirti” è il nuovo singolo di Giaime, disponibile su tutte le piattaforme digitali da venerdì 29 novembre in licenza esclusiva M.A.S.T. / Believe.

Il rapper annuncia un brano che celebra il lato più spiccatamente urban del proprio progetto, anticipato dal freestyle “Il ritorno dello Jedi”.

Le sonorità UK garage dure e scure della produzione, curata da Smookid e 4thenight, l’attitudine diretta e aggressiva, le punchline taglienti e crude fanno di “Volevo Dirti” un vero e proprio esercizio stilistico, a dimostrazione della grande versatilità dell’artista: l’artista riesce a passare con facilità dal mondo dell’urban pop a quello del rap puro, di cui è stato protagonista fin da giovanissimo.

Giaime è un rapper e cantante milanese noto per il grande talento nella scrittura e per le incredibili doti tecniche. Il suo percorso musicale inizia a soli quattordici anni insieme a Mosi e MastaRais; con quest’ultimo, alla fine del 2011, pubblica il brano “Sulla Linea del Limite” che sancisce il suo esordio ufficiale nella scena: il singolo riscuote infatti un enorme successo, collezionando milioni di visualizzazioni in pochi mesi dall’uscita.
Tra il 2010 e il 2012, il rapper interpreta Ricky nella serie tv “In Tour” al fianco dei Pampers (duo comico) e Young Caesar nel programma “Sketch Up”, entrambi in onda su Disney Channel.
Chiusa la parentesi attoriale, nel 2012, Giaime si concentra sulla musica e fonda la Zero2 insieme a Lazza, Mastarais, Martinez e Roman, con i quali pubblicherà “Zero2 EP” nel 2014. Nel 2013 a soli 18 anni, pubblica il suo primo album in studio “Blue Magic” per Universal Music, seguito, due anni dopo, dall’EP “Prima scelta”. Nel 2016 incontra il producer Andry the Hitmaker, con cui nasce un sodalizio artistico che li vedrà uniti negli anni successivi all’interno di un progetto in cui si intrecciano le reciproche visioni portando alla pubblicazione di vari singoli, tra cui la saga “Gimmi Andryx”, accompagnata da videoclip recitati che vedono la partecipazione nelle vesti di cameo di personaggi di spicco come Tedua, Ernia e Bresh.
Dal 2018 inizia un percorso di singoli che portano al primo disco d’oro nel 2019 con il brano “Fiori”, in collaborazione con Lazza, oggi certificato disco di platino. Sempre nel 2019 “Mi Ami o No” insieme a Capo Plaza ottiene la certificazione disco di platino e raggiunge i vertici della classifica dei singoli più venduti in Italia, seguito dalla certificazione disco di platino ottenuta dal brano “Parola”, in collaborazione con Lazza ed Emis Killa, traccia contenuta nell’EP “Mula”, uscito a febbraio 2020.
Nel 2021 esce con “Figlio Maschio”, il suo secondo album in studio che vanta le collaborazioni di artisti del calibro di Guè, Jake La Furia, Nashley, Rose Villain e Chadia Rodriguez. Dopo una pausa di quasi due anni, Giaime torna a ottobre 2023 con il brano “Storia” seguito da “Diamanti”. Nel 2024 esce “Instabile” dopodichè inizia il sodalizio artistico con i producer Smookid e 4thenight che porterà ai brani “Giungla”, “Santorini” e “Fammi Sorridere”, seguiti dall’annuncio di “Volevo Dirti”, in uscita venerdì 29 novembre.

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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25

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Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.

IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO

Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.

ASTRONAVE – OTTOBRE

Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.

FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA

Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.

MI MANIFESTO – PAN DAN

Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.

7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)

Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.

NESSUNA – ALTEA

Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.

VOCE – MADA

Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.

Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.

“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.

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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha

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Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.


BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.

BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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