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ELITO ci racconta il suo nuovo album “DEVAGAR”
E’ disponibile dal 29 novembre su tutte le piattaforme digitali “Devagar”(distribuito da The Orchard) il nuovo album di ELITO. Anticipato dai singoli “Fantasmeado”, “Duolingo” e “Meu Cora”, il progetto si disegna come una concatenazione di dieci tracce ognuna caratterizzata dal proprio mondo emotivo e di sonorità ma tutte legate dal desiderio di sperimentare e dall’impronta multi-culturale caratteristica del vissuto e della musica di Elito. Chi meglio di lui poteva raccontarci questo progetto? Noi di Honiro Journal lo abbiamo intervistato!
Come si legge dal comunicato stampa questo album racconta l’emozione dei primi incontri, in che modo la realizzazione di questo progetto è stata un “primo incontro” per te?
È stato un primo incontro proprio con il mio primo album, con la sfida di creare un piccolo mondo musicale con tantissimi dettagli interconnessi. Non avevo mai approcciato la musica in questa maniera e devo dire che è stata una bellissima sfida. Un primo incontro anche con un sacco di persone belle che hanno arricchito il disco con il loro prezioso contributo, per esempio: Manu Beker e Lilly Yan, che non ho ancora avuto il piacere di conoscere di persona ma spero succederà presto, Alexander Fizzotti che ha affiancato il mio carissimo produttore Marco Grimaldi, o tutta la squadra di Studio Cemento che ha curato la direzione creativa de Devagar. Tutti fortunatissimi primi incontri che continuerò a coltivare per fare in modo di incontrarci ancora.
ciò che caratterizza i primi incontri è sicuramente la novità, la curiosità. Mi piaceva quindi chiederti in che modo riesci ad approcciarti tuttora alla musica senza mai perdere quella genuina curiosità che, solitamente, caratterizza per lo più la parte iniziale di un percorso
Credo che al centro del mio percorso musicale ci sia sempre stata la mia esigenza continua di comunicare. Sebbene mi serva tempo per aprirmi con gli altri, la musica mi ha offerto uno strumento per costruire ponti e parlare di cose che, nella conversazione quotidiana, mi risulterebbero più difficili da esprimere. E penso che questa sia una delle cose più belle: il messaggio di una canzone può risuonare anche in chi la ascolta, dando voce a emozioni e pensieri che magari non riescono a trovare parole proprie.
Penso anche che la curiosità venga sempre alimentata dalle nuove esperienze di vita che sono in costante cambiamento e mi spingono naturalmente a comporre nuove canzoni. Esplorando temi sui quali avremo già parlato in tanti, ma ciascuno sempre dalla sua prospettiva che è quello che li rende unici. E se consideriamo tutte le infinite possibilità che si aprono quando si crea musica non da soli, ma insieme ad altre persone, il viaggio per portare nuove creazioni al mondo diventa ancora più stimolante.
passando al titolo dell’album, Devagar in portoghese significa “Lentamente”. Questo mi ha portato a pensare a come la società odierna si quasi “autoimponga” di vivere con ritmi sempre più frenetici, anche (o forse soprattutto) per quanto riguarda le emozioni. Quanto è importante per te invece vivere i sentimenti lentamente, in modo autentico?
Credo sia vitale, anche per non peccare di superficialità. Darsi l’opportunità di sentire, senza fretta e senza giudicarsi, provando ad essere il più sincero possibile sia con se stessi che con gli altri.
il disco vuole anche dar voce alla dualità del tempo che scorre, come facciamo a trovare un equilibrio in tutto ciò? In che modo questo album ti ha aiutato a tal proposito?
Ritengo sia fondamentale, anche se si parla ormai tanto e può essere un bel cliché, essere presenti, provare ad esserlo attivamente, così poi i momenti più belli che sembrano di scorrere veloci, li assaporiamo meglio e quelli un po meno, ci danno comunque sempre qualcosa in forma di lezioni e crescita personale, ma dobbiamo essere attenti per coglierlo.
Posso confermare che la realizzazione dell’album mi ha portato sicuramente a migliorare l’equilibrio nella mia gestione del tempo. Tra un lavoro full time, transitare sempre tra Pavia e Milano, i mesi trascorsi in Messico quindi fusi orari diversi, le interazioni con tutte le meravigliose persone che hanno partecipato alla realizzazione del progetto, suonare dal vivo il più possibile, e tante altre cose che fanno parte del gioco. È stata una bellissima esperienza dove pensavo sempre: “ti devi godere il viaggio”.
ti chiedo se ti andrebbe di anticiparci, ovviamente liberamente, i tuoi obiettivi per il futuro in ambito musicale, se hai già in mente nuovi progetti, se questo disco avrà delle date live…
Io mi immagino e mi auguro nel breve periodo, un viaggio tra l’Europa e l’America Latina per portare il progetto live ovunque. Portare Devagar lì dove la gente vorrà ascoltarlo dal vivo, full band, per cantare tutti insieme. Un sogno che non vedo l’ora che si materializzi, proprio come questo disco. Poco più di un anno fa era solo un sogno e fortunatamente oggi l’abbiamo portato al mondo.
solitamente, prima di concludere un’intervista, domando sempre se c’è qualcosa che non ti chiesto (sulla tua carriera o su questo progetto in particolare) che però ci terresti che i nostri lettori sapessero
Abituato a far uscire sempre un brano alla volta, non ho mai avuto l’opportunità di lanciare così tanta musica nuova in un colpo solo. Sono quindi mega curioso di capire, se poi vi andrà di ascoltare l’album completo, quale o quali sono stati i vostri pezzi preferiti e perché. Mi potete spammare tutti nei DM. Abbiamo messo tutto il cuore nella realizzazione de Devagar e spero che qualcuno dei nostri brani possa parlare direttamente col cuore di chi lo ascolterà. Grazie!
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”Lettera di un soldato” è il nuovo brano Toma, in uscita il 17 ottobre
Lettera di un soldato, in uscita il 17 ottobre e presentata ad X Factor Italia 2025, affronta il tema tristemente attuale della guerra vista con gli occhi di un soldato (non solo colui che imbraccia le armi ma chiunque sia vittima del conflitto). Il brano cerca di far capire quanto sia tremendo perdere tutto per il volere di pochi e quanto facile sia distruggere tutto ciò che abbiamo intorno. Infine, cerca di far riflettere su quanto sia inutile cercare di schierarsi o trovare un colpevole, quando alla fine, ci rimettiamo sempre tutti quanti. Questo brano esprime tutta la vulnerabilità emotiva al quale è soggetta l’animo umano ed insita in ognuno di noi. In un mondo dove la crudeltà è vista come un segno di potere e di forza, Toma ci ricorda quanto è bello essere fragili ed umani.
Questo brano esprime tutta la vulnerabilità emotiva al quale è soggetta l’animo umano ed insita in ognuno di noi. In un mondo dove la crudeltà è vista come un segno di potere e di forza, Toma ci ricorda quanto è bello essere fragili ed umani.
Giuseppe Toma, in arte Toma, anno 2003, è nato a Tricase in provincia di Lecce e cresciuto a Matino. Ha iniziato il suo percorso di scrittura di brani inediti all’età di 14 anni, accompagnandoli con la chitarra classica ed acustica, che ha imparato a suonare da autodidatta, e con il piano forte e canto che ha studiato alla scuola di canto “Dove c’è musica” di Tony Frassanito.
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A decretare quale sia la migliore versione di noi stessi ”Non sei te”, il nuovo singolo di Tamì in collaborazione con Uale
A decretare quale sia la migliore versione di noi stessi Non sei te, il nuovo singolo di Tamì in collaborazione con Uale, in uscita il 31 ottobre per Luppolo Dischi e Honiro Label.
A volte gli occhi degli altri su di noi, sui nostri gesti, le nostre vite, sanno essere pesanti, difficili da sopportare, soprattutto se sono quelli delle persone a cui teniamo, che possono mettere in discussione anche il minimo pensiero, la minima decisione. Tuttavia, esiste un confine sottile tra l’affetto e l’accondiscendenza; e chi ci sta veramente accanto non vuole che perdiamo la bussola, bensì sprona a seguirne la direzione, in un modo o nell’altro, dando il proprio punto di vista per il suo bene. Tra sonorità itpop delicate e voci complementari che risultano una sorta di carezza per chi ascolta, Tamì ci lascia un messaggio chiaro e lineare: non abbandonarsi in nome di nulla, ma comprendersi per comprendere ed amare realmente.
‘’Non sei te’’ l’ho scritto insieme a UALE e registrato tra Roma, Londra, Amsterdam e New York. Il pezzo è prodotto da Soph, come il resto dei miei brani. Canto a cuor leggero e con spensieratezza, mentre racconto amori vissuti, consapevole che nulla è troppo serio o troppo pesante. Cerco di dare una risposta sorridente a tutte le persone che nella vita ci dicono cosa ‘‘dovremmo fare’’. Non dobbiamo vivere con disagio la nostra espressione, il nostro essere noi stessi; e chi ti ama lo riconosce.’’. – ci racconta l’artista.
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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #19 – #20
Recuperiamo la scorsa settimana di FUTURO in aggiunta alle uscite di quella attuale per immergerci in un unico flusso musicale e introspettivo dentro il quale poter ritrovarsi e non perdersi.
15 MINUTI – 5070
Trasversale, poliedrico, senza confini sonori: 5070 riesce ad entrare nei nostri ‘’15 minuti’’ esistenziali, dandogli un occhio poetico, di sincera comprensione. In una realtà instransigente, bisogna imparare a donarsi riguardo, prima di compiere un passo che può far andare avanti, come indietro.
PITA GYROS – EMILI KASA
Ricordi vividi che non hanno bisogno di essere mistificati, ma di essere raccontati per quello che sono, nel bene o nel male, dall’inizio alla fine (due momenti che hanno lo stesso sapore). Una voce graffiante e indelebile che permea il cuore di ascolta, non destabilizzando, ma confortando, provando a salvarlo.
NON FA MALE – FUCK POP
Senza indugi, senza mezzi termini e con un linguaggio inconfondibile, come loro sanno fare: il collettivo più alternativo d’Italia torna non per ribaltare gli schemi, ma per definirne di nuovi. Anche ciò che crolla addosso, alla fine, non crolla del tutto; e ciò che non crolla del tutto, ‘’non fa male’’. Si può sempre ricominciare.
ROMANTICA – EVA BLOO
Delicatezza minimalista che si avvicina ad atmosfere poetiche e consapevoli, alla ricerca di una serenità tanto agognata e che appare sempre più impercettibile, poco tangibile. Ma è proprio dentro il frastuono della ‘’pausa’’ dal mondo esterno che si ritrova il punto di partenza, un nuovo mondo interno.
UMANA – BRUCHERO’ NEI PASCOLI
Tra distopia e utopia, tra bisogno di fuggire e bisogno di rimanere: una sperimentazione sonora e concettuale che riporta il senso dell’umano alla sua essenza più urgente, più vera. I contrasti pendono un colore differente, un sapore più rivoluzionario e illuminante.
WENDY – HENNA
Un canto di libertà, sincera espansione ed espressione di se stessi, dove recuperarsi, dove stabilire la propria casa. Con lo scorrere inesorabile delle esperienze e della memoria, l’unico modo per sentirsi vivi, veri, è quello di legarsi profondamente con gli attimi che riempiono la nostra vita in toto.
ABRACADRABA – LUPOFIUMELEGGENDA
Una formula magica che infrange nella frenesia della quotidianità e la sua apparenza, le sue contraddizioni, ma anche i suoi stimoli, in un modo o nell’altro. Sì, il mondo, per quanto sia distruttivo a volte, ci offre la possibilità di poter scegliere chi e cosa può salvarci.
NON SEI TE – TAMI’, UALE
A volte gli occhi degli altri su di noi, sui nostri gesti, le nostre vite, sanno essere pesanti, difficili da sopportare. Tuttavia, esiste un confine sottile tra l’affetto e l’accondiscendenza; e chi ci sta veramente accanto non vuole che perdiamo la bussola, bensì sprona a seguirne la direzione.
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