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Abbiamo intervistato Korbe, uno dei vincitori della Rap battle Night 14

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Korbe da Perugia si è aggiudicato la vittoria della Rap Battle Night 14 che si è svolta sabato 1 aprile allo Zoobar Club di Roma. Ci abbiamo scambiato quattro chiacchiere per conoscerlo meglio, buona lettura!

Honiro.it: Ciao Korbe, innanzi tutto complimenti per la tua vittoria alla Rap Battle Night 14. Presentati ai lettori di Honiro.it
Korbe: Mi chiamo Misael in arte Korbe e sono un ragazzo classe 99, vengo da Perugia. Sto in una crew chiamata Flusso sonoro con dentro me e Thugnifisent, dopo aver iniziato con un sound old school, stiamo approcciando la trap come nuovo percorso musicale

Honiro.it: Ciao Korbe, innanzi tutto complimenti per la tua vittoria alla Rap Battle Night 14. Presentati ai lettori di Honiro.it
Korbe: Mi ha spinto a venire all’ honiro battle la mia voglia di uscire e di portare il nome mio, del mio gruppo e della mia city ovunque sia possibile, siamo ragazzi carichi di voglia di fare sempre in continua produzione e ci dedichiamo parecchio tempo alla musica.. E appena vedo un evento al quale e possibile andare non perdo tempo e ci vado sempre, anche perchè più giri più occasioni trovi e più impari.

Honiro.it: Da dove nasce la tua passione per la musica?
Korbe: La mia passione per la musica nasce dall’ infanzia, da sempre ho amato la musica, da quando ho iniziato a ballare da subito percependo la libertà del ritmo a quando ho sentito il primo pezzo rap a 11 anni, ancora ricordo, diluvio canesecco e gose, da lì al fare digging nelle origini di questa musica e cultura e scoprire queste nuove sonorità che hanno cambiato le carte in gioco, la musica è tutto per me.. mi ha salvato da momenti brutti e ultimamente mi sta dando soddisfazioni nella produzione mai avute e non riesco a starne senza.. Non c’è un giorno che stia senza musica, non riesco a immaginarmelo.

Honiro.it: Come ti sei avvicinato al rap?
Korbe: A farmi avvicinare al rap è stato un po tutto.. Fondamentalmente chi fa rap molte volte si ritrova in situazioni dove si sente di dover dire qualcosa quando non può o quando si sente magari diverso da qualcun altro, io sono sempre stato diverso dagli altri, per la musica che ascoltavo e per come vestivo, cosa facevo, un po per tutto, e da quando ho iniziato a rappare non ho mai smesso neanche una settimana.. Sempre testi e freestyle, sempre testi e freestyle, porto la cassa per i cypher ovunque da quando ho 14/15 anni, in centro mentre davanti a noi ci stanno i pettinati magari, ma ci prende bene cosi, spingerlo ovunque, anche essendo discriminati.
Poi la considero un arte bellissima scrivere, che non si deve perdere, la possibilita di giocare con le sonorità varie, veramente stupendo.. Poi la situazione sociale/famigliare da dove vieni incide sicuramente molto ma alla fine sono tutte cose delle quali riesci a liberarti esprimendoti con la tua musica.
Credo che la parte migliore del rap sia quando inizi a capire come riuscire a giocare con i flow, le metriche e gli incastri.. Amo il rap tecnico.

Honiro.it: Perchè i nostri lettori dovrebbero ascoltare Korbe?
Korbe: Ahahah non sono pratico di queste cose, ma se dovessi dire ai lettori perchè ascoltarmi.. Beh.. Se cercano qualcuno che parla di sè, di ciò che vive, di ciò che lo rappresenta, qualcuno che con passione e dedizione che ama la musica, sono sull’ artista giusto, se cercano qualcuno che segue le mode o cerca di imitare qualcun altro per accaparrarsi views e fama.. Stanno sull’ artista sbagliato.. Preferisco guadagnarmi le cose con sincerità e lasciare la MIA impronta ad ogni tipo di traccia, piuttosto che imitare la gente per cercare la fama.. 🙂

Honiro.it: Quale obiettivi/progetti hai nel prossimo futuro?
Korbe: Obbiettivi e progetti sono, andare a Milano, sempre per inseguire questo sogno, e per trovare un panorama musicale veramente enorme, e continuare a produrre. Ora come ora con il mio compagno di crew sto progettando il nuovo album che si chiamerà classe 98/9.. Dove io sono il 99 e lui il 98.. Qualcosa che ci rappresenta a pieno.. Ma tanto i prossimi video parleranno da soli dei progetti nuovi, il nostro obbiettivo è espanderci e portare ciò che vogliamo dire ovunque sia possibile.. Magari ce la faremo.

Honiro.it: Sappiamo che venerdi esce il tuo nuovo videoclip…
Korbe: Il mio nuovo video è il mio primo pezzo trap serio.. Si chiama "sarà un ordinaria storia?” proprio perchè penso che la storia te la puoi scrivere se veramente lo vuoi… Tanto chè nel rito dico :" Puoi decidere tu se vincere o perdere a prescindere, io faccio sta merda finchè ho da vivere o da scrivere".. E’ una specie di viaggio diciamo, cerco sempre di mettere tutti i concetti che mi frullano in testa in un unico pezzo e cerco sempre di farlo a modo mio, tanto che è un pezzo completamente in extrabeat, perchè voglio cercare di rappare differentemente da tutti.. Speriamo vada bene..

Honiro.it: Abbiamo finito, vuoi salutare qualcuno?
Korbe: Un saluto a tutti gli utenti di Honiro.it, spero l’ intervista sia piaciuta! Vi ricordo che venerdì esce il nuovo video singolo: "Sarà un ordinaria storia?" Sul canale Youtube FlussoSonoro.

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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25

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Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.

IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO

Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.

ASTRONAVE – OTTOBRE

Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.

FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA

Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.

MI MANIFESTO – PAN DAN

Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.

7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)

Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.

NESSUNA – ALTEA

Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.

VOCE – MADA

Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.

Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.

“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.

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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha

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Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.


BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.

BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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