Achille Lauro:” La musica mi ha insegnato ad immaginare qualcosa per poi toccarla con mano.”

Achille Lauro canta la generazione tormentata, ma che sa ancora sognare, nel suo ultimo album “Lauro”, dodici tracce che sperimentano diversi generi.

Dopo l’esperimento dance in “1990“, il cantante di “Ragazzi Madre” torna con un album decisamente più cantautoriale. Achille ha parlato di questo progetto come “l’ultimo”, potrebbe essere solo la fine di un capitolo per dare vita ad un altro? Per ora l’unica certezza è che il disco è tra i più attesi e, come detto in conferenza stampa, uno dei più curati dall’artista.

“Ora ho bisogno di vivere per tornare alla scrittura con nuove esperienze. Sono un grande nostalgico del passato e un sognatore verso il futuro, ma non vivo il presente.”

E alla domanda riguardo il suo percorso a Sanremo da ospite, Lauro risponde con fermezza:
“Un’esperienza che rifarei, non mi pento. Sono stato me stesso e ho potuto mettere al centro la mia libertà.“

Achille Lauro canta la generazione tormentata, che non si arrende

Com’è nato un progetto ricco come quello dell’ultimo album?
In studio sono ossessionato dal dettaglio, i miei collaboratori sono professionisti che fanno musica perché la amano davvero. “Lauro” è nato in maniera spontanea durante il lockdown. Ogni canzone è una tempesta dell’anima. Dodici facce di me, di cui vorrei vi prendeste cura.
Io ed il mio team abbiamo curato tutto in ogni minimo dettaglio, ripeto, sono ossessionato dal mio lavoro. Per me una canzone è come un articolo per voi giornalisti. State attenti alla più piccola virgola che nessuno noterebbe, ma curate tutto per renderlo perfetto.

Un personaggio vero, un cantante così umano. Eppure come mai resta uno dei più criticati?
Mi hanno detto di essere un modello, di essere costruito, di essermi venduto addirittura. Per non parlare della parentesi “tossica” A quale scopo? A questa gente dico: passate 7 giorni in studio con me, a vedere come ricerco sul cantautorato, come si lavora notte e giorno senza mai riposare. Passo notti insonni a scrivere da quando ho 13 anni.

Nell’album sono contenute tracce molto particolari, forse un modo di comunicare direttamente con i suoi fan?
Parlo alla mia generazione, quella che non sa dove andare. Tormentata, spaesata, ma che sa ancora sognare davvero. Tanti sentono il fallimento addosso, a volte bisognerebbe ricordarsi che il nostro successo è anche la somma dei fallimenti avuti. In “Lauro” parlo dell’animo tormentato, chi non lo ha? Ogni uomo o donna combatte con questo aspetto, perché sa di avere anche quello da sognatore. Ho sempre saputo cosa volevo, questo è quello che auguro a tutti: di trovare la propria strada e portarla avanti.

“Sono allergico alla mascolinità tossica.”

Più volte lo abbiamo visto mettere in scena “quadri” particolari tendenti ad esaltare la donna:
Odio questa necessità maschile di nascondersi dietro la virilità. Essere uomo ad ogni costo, un lato pericolosamente comune. Purtroppo sono convinto che oggi le persone non siano ancora istruite al rispetto della figura femminile. Probabilmente non siamo nemmeno ancora pronti a parlarne di questa figura così immensa. Sono allergico a tutto ciò che rappresenta una mascolinità sbagliata, con pregiudizi inutili.

Riguardo il suo rapporto con la musica il cantante non ha dubbi:
Mi fa toccare con mano quello che immagino.

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