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“You Get No Love” è il disco d’esordio del producer Yazee esce oggi.

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"You Get No Love" è il primo singolo dell’omonimo esordio solista di Yazee, che esce oggi per l’etichetta torinese B.M. Records. Il producer milanese classe 1984, già disco d’oro per una delle sue quattro produzioni musicali presenti nel "Machete Mixtape III" (2014) e per "Rotten" (2015), singolo di "Suicidol" (secondo album di Nitro), per questo album solista ha lavorato su un suono che definisce “figurative soul". Le 14 tracce della versione in cd e le 16 di quella digitale propongono, infatti, vari ritmi, da quelli “squantizzati” – che possono ricordare certe sonorità portate alla ribalta da J Dilla – a quelli più moderni, oggi definiti trapsoul, RnBass e future soul. You get no love, insomma, è un disco di black music contemporanea che coinvolge gran parte delle sue radici – jazz, soul, funk, rap – realizzato con pochi sample, tanti strumenti (fiati, bassi elettrici, chitarre e sintetizzatori analogici) e con il talkbox a giocare un ruolo fondamentale. Nel disco, per metà strumentale, ci sono anche vari ospiti alla voce: Axos, JSN, Warez, Lily Blue, Zin AK Bes, Lanz Khan, Doll Kill, DEA, Erica Gal e Voodoo Vee. Voci maschili e femminili, rapper e soul vocalist che cantano in italiano ma anche in inglese, per un disco che a più riprese dimostra di avere respiro internazionale.

Questo primo singolo, in particolare, è un inno contro la società odierna: in un mondo dove tutti cercano di apparire e di guadagnarsi un posto in vetrina, Yazee, nel video, con la sua “DeLorean”, che prende la forma di una bicicletta, arriva dal passato per indottrinare il pubblico e convincerlo che se la musica è fatta con il cuore durerà nel tempo. Il titolo You get no love lascia intendere che se non ami la musica e non la rispetti, essa non restituirà mai amore: è una sorta di protesta rivolta contro chi cavalca le mode del momento ricalcando le sonorità di tendenza, annullando la propria identità artistica e diventando così una “meteora” che in qualche anno si spegne.

Nel video ci sono chiari riferimenti a icone del passato che rappresentano il background dell’artista come le Nike Air Mag di Ritorno al futuro e gli occhiali e il cappellino resi famosi da Spike Lee nello spot di fine anni ‘80 con Michael Jordan e nel suo film del 1986 (da poco diventato una serie su Netflix) She’s Gotta Have It. Inoltre ci sono lo Yamaha DX7, il primo synth digitale della storia, e il tubo del talkbox, entrambi con un ruolo fondamentale nel video, perché creano un liquido blu che rappresenta l’anima dell’artista, capace di risvegliare l’energia assopita delle persone.

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SistahEve: “Nel Cloud è il cassetto segreto dove metto tutto ciò che non smette di esistere”

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Nel suo nuovo singolo Nel Cloud, SistahEve mostra una parte diversa e più intima di sé, lontana dall’energia diretta del precedente Di più o Niente. In questa intervista, l’artista veronese racconta il bisogno di dare voce ai ricordi che ritornano, alle nostalgie che non guariscono del tutto, e a quel “cassetto immaginario” dove si archiviano le storie che continuano a far parte di noi. Tra produzioni sospese, scambi di voci e verità condivise, Nel Cloud diventa un viaggio emotivo che anticipa l’anima più profonda del disco in uscita a dicembre.

SistahEve, da dove nasce l’idea di “Nel Cloud”? È un’immagine molto contemporanea ma allo stesso tempo emotiva: cosa rappresenta per te questo “luogo dei ricordi “?
“Nel cloud” nasce dall’esigenza di trasmettere un’altra sfaccettatura di me, infatti è chiaro dal secondo 1 che si tratti di un pezzo totalmente diverso rispetto al primo singolo uscito (Di più o Niente).
Il Cloud è quel “cassetto” immaginario in cui mettiamo a decantare tutte le esperienze passate, i rapporti finiti, i ricordi più o meno buoni ai quali però ogni tanto abbiamo ancora bisogno di attingere.

Nel brano racconti il ritorno di persone ed esperienze che pensavi superate. Hai avuto un episodio specifico che ti ha ispirata, o è un’emozione che riconosci in più momenti della tua vita?
Chi non ha mai avuto almeno un ritorno dal passato quando ormai era convinto di aver archiviato una storia? In questo pezzo nell specifico però in realtà è più una “raccolta” di immagini sicuramente presa da “fatti realmente accaduti“ma che non riguardano un episodio preciso. In generale tendo ad essere piuttosto nostalgica, questo sì.

La produzione di SonBudo ha una malinconia leggera, quasi sospesa. Come avete costruito questo sound e quanto ha influenzato la direzione del testo?
In questo brano di preciso in realtà è stato proprio da Sonbudo che è partito tutto. Mi ha proposto questo beat decisamente più malinconico e aperto a un testo più personale e introspettivo, e le barre sono arrivate da sole.

In “Nel Cloud” ci sono Jap e Lilith, due presenze molto diverse tra loro. Perché hai scelto proprio loro e come hanno aggiunto profondità al brano?
Quando ho iniziato a scrivere per questo pezzo non avevo un’idea specifica sul fatto se sarebbe stato da sola o con qualcuno oltre a me. Arrivata a metà mi è venuta voglia di avere una sorta di “risposta”, come se si trattasse di uno scambio di lettere dopo la fine di un rapporto, una telefonata, o comunque un dialogo per fare un bilancio personale da entrambe le parti. E Jap è stato subito la prima scelta, per fortuna ha accettato. Ci conosciamo da molti anni e ha capito subito il “mood” che desideravo nel pezzo. Con Lilith invece è stato diverso. Anche con lei ho un rapporto di amicizia da molto tempo, ma all’inizio non pensavo di inserire necessariamente una voce cantata. Come spesso accade, l’ho realizzato in studio anche insieme a SonBudo, e sapendo delle indiscutibili doti canore di Lilith, ne ho approfittato.

Il singolo arriva come secondo estratto del disco in uscita a dicembre. Che ruolo ha “Nel Cloud” nell’equilibrio dell’album? È una chiave di lettura, un capitolo intimo, un ponte?
Si tratta di un album molto eterogeneo sia a livello di contenuti (alcuni più diretti e “crudi”, altri molto più conscious e introspettivi), sia a livello di sonorità. Quindi non sentirei di definirlo un ponte, piuttosto un altro esempio di cosa mi piace fare presentando quello che è a tutti gli effetti l’opposto rispetto al primo singolo. C’è il nero e c’è il bianco. Ora dovrete ascoltare tutta la gamma di grigi nel resto del disco.

Cosa speri che chi ascolta porti via con sé da questo brano? Una riflessione, una sensazione, una ferita che si chiude… qual è il messaggio che vorresti arrivasse davvero?
Forse la consapevolezza che alla fine viviamo tutti la stessa vita. Si può chiudere un capitolo, il tempo passa, la vita prende strade assurde. Ma ci si può sempre voltare indietro una volta ogni tanto e sorridere di quando ancora non lo sapevi.

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DJ Fastcut annuncia ”Dead Poets Battle” e il nuovo disco “Dead Poets 5” in uscita nel 2026

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DJ Fastcut annuncia Dead Poets Battle e il nuovo disco “Dead Poets 5” in uscita nel 2026
Dopo dieci anni dal primo capitolo della saga, DJ Fastcut celebra l’anniversario dei Dead Poets con un progetto speciale che unisce palco, penna e cultura.

Torna ufficialmente la Dead Poets Battle, una competizione nazionale dedicata alla scrittura e alla performance, che attraverserà l’Italia (e non solo) fino alla finale di Roma prevista per aprile 2026.
Le tappe preliminari sono:

  • 24 gennaio – Roma @ Zoo Bar
  • 30 gennaio – Locarno (CH) @ Teatro Cambusa
  • 31 gennaio – Milano @ Malaga Sin City
  • 1° febbraio – Torino @ Jamaica
  • 14 febbraio – Bologna @ Ex Dinamo
  • 20 febbraio – Napoli @ Lido Pola
  • Firenze/Pesaro TBA

Potrebbero aggiungersi nuove date e nuove tappe nel corso delle prossime settimane.
Per tutti gli aggiornamenti in tempo reale seguite i canali ufficiali dei Poeti Estinti e di DJ Fastcut. Gli artisti possono anche scegliere di partecipare a più date, aumentando così le possibilità di accedere alla finale.

In ogni città, un solo vincitore conquisterà l’accesso alla finale e la possibilità di partecipare ufficialmente al nuovo album “Dead Poets 5”, che segnerà il ritorno discografico del collettivo e il decennale del progetto.
Dead Poets Battle non è una sfida di freestyle, ma una battle di brani. Ogni artista dovrà presentare un pezzo – edito o inedito – che rappresenti al meglio la propria identità artistica. La giuria valuterà la scrittura e la performance live, riportando al centro il valore del testo, della presenza scenica e dell’intensità comunicativa.
Il contest è aperto a rapper senza limiti di età o provenienza. Partecipare prevede una quota d’iscrizione, mentre il regolamento completo e i moduli d’iscrizione sono disponibili sui canali social ufficiali dei Poeti Estinti.
Oltre alla possibilità di figurare sul disco Dead Poets 5, il vincitore della finale nazionale otterrà ampia visibilità mediatica e sarà intervistato da IlRappuso.com, media partner ufficiale dell’iniziativa.
Lanciata nel 2016, la serie Dead Poets ha rappresentato una delle saghe più importanti del rap italiano contemporaneo. Ideata e prodotta da DJ Fastcut, ha riunito i liricisti più rappresentativi della scena, diventando un simbolo del rap come atto poetico, sociale e identitario.
Con la Dead Poets Battle, Fastcut rinnova quella visione, offrendo una piattaforma reale a chi ancora crede nel potere delle parole e nella forza del palco come strumento di verità.

INFO UFFICIALI
📀 Evento: Dead Poets Battle
🎧 A cura di: DJ Fastcut / Sgravo / 148Booking (Poeti Estinti)
🏆 Finale nazionale: Roma – aprile 2026
📍 Tappe: Milano (10/02), Bologna (24/02), Torino (09/03), Londra (23/03)
📲 Info e iscrizioni: [@poetiestinti – Instagram / Facebook]

https://www.148booking.it/dead-poets-v-battle/

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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #23

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La ventitreesima settimana di FUTURO, alla ricerca di un nuovo respiro, ma anche chi e cosa sa toglierlo. Protagonista della cover digitale Twesh.

AMORE TOXIC – TWESH

Barre originali e personali si intrecciano con uno stile e metrica che la portano ad essere tra i nuovi volti più interessanti, destinati a lasciare un segno. Le atmosfere cupe e intricate immergono nelle profondità di un rapporto tossico, che a volte toglie il fiato, a volte lo ripristina senza un logica.

PIAZZALE DEGLI EROI – TUTTI FENOMENI

Ritorna la penna tagliente e pirotecnica di Tutti Fenomeni, ma in una chiave differente, più malinconica e alla ricerca di una verità più grande, tra l’amore che si perde e l’amore che si apprende. Come comprenderlo, come assimilarlo senza decostruirlo? La risposta è nei frammenti di ciò che si prova, un poco alla volta.

CIO’ CHE SARA’ – ASTERIA

Un viaggio sonoro e testuale nella grande complessità dell’equilibrio, tra il bisogno di ricordare e il bisogno di ricominciare. Nessun rimpianto, nessuna mestizia, ma serena rassegnazione nel considerare e considerarsi con occhi diversi, maturi, che vivono ciò che sta attorno e dentro con il giusto stupore.

CASA SOPRA – BLUE27

L’ansia del futuro e suoni brasiliani diventano ingredienti perfetti di una saudade che lascia spazio a una speranza, ad ogni modo. Le decisioni importanti sono solchi che appaiono insormontabili, tra la paura di fallire o dell’incertezza. Nonostante ciò, la bellezza del diventare grandi è plasmare se stessi.

SPECCHI – FRERO, LYSA

Freschezza e introspezione sono gli ingredienti di una lettera profonda, sentita, al luogo che da sempre lo ha visto senza filtri, senza veli, inseguendo ciò che più lo rende se stesso e felice, tra dubbi e speranze, tra consapevolezza e ambizione. E, alla fine, non si scorda mai il calore di chi ha sempre creduto in te.

ONDA – ARYA, LAURYYN

Sonorità eteree ed oltreoceano che si mescolano a identità chiare, precise, che si frangono come onde in un racconto delicato e, allo stesso tempo, dinamico. Un inno a prendersi il tempo per vivere chi e cosa ci circonda, senza deteriorare il naturale corso delle cose e comprendendo cosa rimane dentro di noi.

IN FIORE – SETHU

Freschezza e pop contemporaneo si legano al tortuoso processo della fioritura, della rinascita. Diventiamo un tutt’uno con la quotidianità che ci attraversa, a volte con delicatezza, a volte con irruenza. Ad ogni modo, la verità che viviamo sa proiettarci ciclicamente a nuovi inizi, nel bene o nel male.

GLI OCCHI BALLANO – VIENNA

Le immagini che cavalcano la nostra vista diventano corsi e ricorsi della mente, prendono vita, diventano uniche, fino a dissolversi ed essere pezzi di noi, nella forma che più ci appartiene. Il bello sta proprio nella danza, nel cambiamento degli occhi stessi, che si trasformano e si arricchiscono.

MOMENTO SBAGLIATO – PROVINCIALE

Rincorriamo l’esistenza, provando e riprovando, trattenendo e scartando, senza sosta, con molto affanno. E, nella gran parte delle volte, non è mai il ‘’momento perfetto’’. Eppure, il momento è sacro per definizione, in quanto vissuto, In chiave poetica e matura, la narrazione della crescita e del suo dolce errare.

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