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CARA annuncia “99” il suo primo EP in uscita a novembre

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Dopo essersi affermata come una delle artiste più promettenti e talentuose della sua generazione, CARA pubblica venerdì 06 novembre il suo primo ep ufficiale “99” (Polydor). La raccolta, già disponibile in presave su Spotify, si compone di 6 brani, tra cui 3 inediti, e include i singoli con cui l’artista si è fatta conoscere al grande pubblico: “Mi serve” feat. Samuel Heron“Le feste di Pablo” con Fedez, ad oggi Disco di Platino con oltre 20 mln di stream, e “Lentamente”

“99” è al contempo il risultato e la prosecuzione del percorso musicale intrapreso da CARA in questi mesi. In ogni brano l’artista si espone e presenta un aspetto di sé stessa, dando voce al vortice di pensieri che si susseguono nella sua mente, ai ricordi e alle emozioni più intime, raccontando il mondo che la circonda con gli occhi attenti e curiosi di una  giovane donna di vent’anni, che si muove nella vita come una funambola e che trova nella mancanza di equilibrio il suo equilibrio personale, nella musica la più valida alleata per affrontare passo dopo passo gioie, delusioni e difficoltà. 

«99 è un grido sussurrato di questi anni. È il mio grido, che nasce da tutto ciò che mi tocca in questo tempo pieno di cose già scoperte e di stimoli sempre nuovi, gli stessi per cui ti ritrovi a girare con le cuffiette per le strade della tua città fissando dritto nel vuoto. È da queste strade che nasce la voglia di far sentire la propria voce, anche ricascando sempre nelle stesse cose e inciampando in mille gradini. 99 è il mio anno, è il mio grido, è volerci essere»

Oltre ai singoli già editi “Mi serve” feat. Samuel Heron,“Le feste di Pablo” con Fedez“Lentamente”“99” si compone di 3 inediti con cui CARA mostra nuovi lati del suo essere, da quello più romantico in “Tevere”focus track dell’album, a quello più irriverente in “Scemo”. La raccolta include anche l’omonimo singolo “99”, un brano in cui parla di sé stessa e a sé stessa, presentandosi così com’è in tutte le sue sfaccettature. 

Motore trainante del nuovo progetto discografico è proprio “Tevere”, un brano romantico e malinconico allo stesso tempo, in cui CARA ripercorre i ricordi di una relazione passata, soffermandosi su quei dettagli apparentemente insignificanti, dalle “disperate” labbra screpolate agli strappi sui jeans, che poi sono quelli che maggiormente rimangono impressi nella mente a distanza di tempo, come impronte di vita vissuta che rendono indimenticabili i momenti. 

L’inconfondibile voce della cantante, delicata, ipnotica, a tratti quasi un sussurro, si sposa alla perfezione alle sonorità eterogenee che arricchiscono la raccolta, contraddistinta da un sound che strizza l’occhio al pop tradizionale, all’elettronica e al cantautorato moderno, italiano e internazionale. I testi sono intrisi di giochi di parole e di riferimenti alla cultura pop che sono ormai cifra stilistica della cantante e lasciano trapelare una profondità e una capacità di autocoscienza assai rare, che contribuiscono a comprovare quanto CARA sia una delle giovani artiste più interessanti del panorama musicale attuale. 

Ulteriore dimostrazione in tal senso è stata l’inclusione di CARA nella rosa di artisti emergenti selezionati per “Radar Italia”, il programma globale lanciato da Spotify per supportare i talenti, sfruttando la rilevanza e l’impatto culturale della piattaforma streaming.  

Di seguito la TRACKLIST di “99” il primo EP di CARA

1.     “Tevere”;
2.     “Le feste di Pablo” con Fedez;
3.     “99”;
4.     “Lentamente”;
5.     “Scemo”;
6.    “Mi Serve” feat. Samuel Heron.

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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25

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Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.

IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO

Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.

ASTRONAVE – OTTOBRE

Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.

FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA

Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.

MI MANIFESTO – PAN DAN

Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.

7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)

Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.

NESSUNA – ALTEA

Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.

VOCE – MADA

Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.

Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.

“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.

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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha

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Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.


BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.

BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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