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Elinel ci racconta il suo nuovo brano, ”Ancora in piedi”

Dopo anni di esperienza tra mixtape, contest e collaborazioni importanti, Elinel torna in scena da indipendente con il singolo Ancora in Piedi”, affiancato da Gon e con la produzione di DJ Exy. Un brano intenso, viscerale, che anticipa l’uscita dell’EP Frammenti di Me, e che si presenta come un vero manifesto di resilienza. In questa intervista Elinel ci racconta cosa significa oggi fare musica fuori dai circuiti mainstream, svela le sue due anime artistiche – quella riflessiva e quella più cruda dell’alter ego Nucky Liuk – e condivide il valore della memoria, della lotta e dell’autenticità in un panorama musicale sempre più standardizzato. Tra Roma, Latina e un’attitudine ostinata a “rimanere in piedi”, ecco chi è davvero Elinel.
Ancora in piedi è il tuo ritorno ufficiale da indipendente. Cosa significa, per te, essere tornato a camminare da solo?
Per me tornare totalmente indipendente significa avere molti più grattacapi, fare molti più sacrifici, ma allo stesso tempo avere più gratitudine al momento del risultato. Comunque significa occuparsi totalmente da solo di ogni cosa: contattare il producer, i rapper, lo studio, videomaker, fotografo, ufficio stampa e quant’altro. Quindi non è semplice, e soprattutto è più dispendioso. Però, ripeto, a fine lavoro sarà tutto più gratificante e potrò dire di avercela fatta anche sta volta, un bel traguardo personale!
Come mai hai scelto proprio questo brano insieme a Gon per ufficializzare l’uscita del tuo EP?
Ho scelto “ANCORA IN PIEDI” perché per me la cosa principale da trasmettere è il resistere, non cedere, perché per me è molto importante dare forza ai ragazzi che si vedono crollare il mondo sotto i piedi, affinché possano, appunto, resistere, rimboccarsi le maniche e darsi da fare, che sia per un lavoro, un sogno, una passione e quant’altro. Ho la fortuna di essere molto ostinato e persistente, e questo mio modo di fare l’ho trascritto nel brano affinché possa arrivare come messaggio ai ragazzi.
Il tuo EP “Frammenti di Me” che uscirà il mese prossimo è un titolo molto evocativo. È un autoritratto o una dichiarazione di guerra?
Tra le due opzioni direi che è un autoritratto, ma se dovessi dirlo a parole mie, direi che è più un “mostrarsi a pieno”. Un po’ perché ho sempre cercato di scrivere affinché la gente notasse le mie abilità negli incastri, un po’ perché ad oggi sembra che ogni mio collega sia concentrato a una gara di chi ce l’ha più duro, abbia l’outfit migliore, macchine, droghe, donne. Quindi è nato questo mio EP che è proprio l’opposto. Volevo mostrarmi per la fragilità, la rabbia, l’ironia, la resistenza, rimanendo comunque fedele al mio modo di concepire il RAP. Quindi mostrare ogni piccolo frammento di me, senza pensare ai suoni che girano ora, alle mode, o a chissà cosa. Sono semplicemente io in tutte le mie sfumature.
Parliamo del tuo alter ego: chi è davvero Nucky Liuk, e cosa rappresenta oggi per te?
Il mio nome originario inizialmente era solo NUCKY LIUK. Man mano, andando avanti nel mondo musicale, scrivendo soprattutto, ho capito di avere due lati ben distinti tra loro, che si captano molto facilmente. Quindi decisi di farmi chiamare come artista ELINEL e lasciare NUCKY LIUK come alter ego, perché è la parte di me più controversa e spietata, che non si cura minimamente dell’industria del rap di oggi, che non controlla se stia chiudendo una 16 perfetta o se la strofa sia più lunga, che dice cose crude ma con follia ed ironia. Ad oggi è il mio lato che preferisco e sono certo che rimarrà sempre e sarà sempre presente in ogni mio progetto. Lo dimostra anche il mio primo disco ufficiale dal titolo NUCKY LIUK LP!
Sei cresciuto tra Latina e Roma: quanto ti ha dato la capitale, e quanto ti senti ancora distante dalle sue dinamiche?
La capitale mi ha dato tanto nel mondo del rap, mi ci sono avvicinato proprio perché la realtà a Latina, hip-hop parlando, non è così grande ed ampia. Se sei di Latina e vuoi partecipare a un contest, vuoi vedere concerti rap underground, sei obbligato ad andare a Roma. Diciamo che fortunatamente con un’ora da dove abito ci si arriva. Infatti, sono anni che i fine settimana sono sempre presente alle serate, anche solo da spettatore, e sono contento che comunque una città come Roma dia così tanto spazio alla realtà underground. Mi ha regalato molte emozioni, mi ha fatto trovare amici e colleghi: dai rapper ai producer, writer, studi di registrazione e quant’altro. Quindi sono legatissimo alla capitale.
Ad oggi non mi ci sento per niente distante dalle dinamiche della città eterna, anzi mi sento molto a casa quando sono alle serate. Perché, parliamoci chiaro, ci sono milioni di rapper online, ma LIVE trovi sempre le stesse persone, le stesse facce, gli stessi nomi, e dopo un po’ ci si conosce tutti. Diventiamo quasi tutta una famiglia in determinate serate ed è stupendo.
Essere indipendenti oggi è davvero un atto di libertà, o è più una necessità?
Secondo me è un po’ tutti e due. Nel senso che ovviamente lo si fa per un atto di libertà artistica, potendo così compiere quello che si vuole con la propria arte senza avere direttive o limiti. Però allo stesso tempo bisogna ammettere che è una necessità, perché comunque un ragazzo, soprattutto emergente e sconosciuto, per dire, non può di certo pretendere che il suo primo progetto sia sotto etichetta. Di conseguenza è obbligatorio che tutti partano da indipendenti. Nel mio caso ad oggi è una vera e propria scelta, quasi come presa di posizione, perché non è né l’indipendenza né l’etichetta a decretare un artista come tale, ma lo è il proprio talento. Ma potendo scegliere, ho scelto la via dell’indipendenza.
Hai inserito una citazione di Primo Levi in “Ancora in Piedi”. Come si incastra una voce come la sua nel tuo rap?
L’omaggio a Primo Levi è legato al suo modo di scrivere, alla sua scrittura. Lui è stato portavoce di un momento storico letteralmente schifoso e disumano, e ha raccontato di ciò che accadesse in quel periodo, in modo che possa essere ricordato e, tramite la memoria, mai rifatto.
Per me è importante che nella scrittura evinci ciò che si vive e ciò che si vede, e che venga, il tutto, raccontato in modo palese e chiaro, anche a costo di raccontare cose spiacevoli. Ovviamente non mi avvicino minimamente a quello che Levi possa avere vissuto, ma la tipologia di scrittura è proprio quella di trascrivere accaduti, nel mio caso anche sotto forma di metafore, che mi hanno letteralmente segnato e condizionato nel modo di essere e di vivere, sia nel momento vissuto che in un tempo futuro all’accaduto scritto.
Se potessi parlare al Luca del 2012, quello dei primi mixtape, cosa gli diresti oggi?
Gli direi di darsi da fare fin da subito, di allargare subito gli orizzonti. Ci ho messo quasi 5 anni anche solo ad avvicinarmi a Roma. Gli direi di andare alle serate fin da subito, soprattutto da spettatore, e di essere presente concretamente nel mondo hip-hop. Di non limitarsi mai, di crederci continuamente, di muoversi e fare conoscenze, stringere legami, supportare sempre gli altri e rispettarli, che è una cosa importante ma non scontata. E se potessi, di non concentrarsi troppo solo sui giochi di parole, ma di mostrarsi fin da subito per quello che è, perché alla fine la cosa importante è essere sempre se stessi!

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Dal 4 luglio è disponibile su tutte le piattaforme “Bambino Cattivo”, l’EP d’esordio di CALI!

Dal 4 luglio è disponibile su tutte le piattaforme “Bambino Cattivo”, l’EP d’esordio di CALI!, una delle voci più dirompenti del nuovo pop italiano. Cinque brani che alternano energia e introspezione, ironia e rabbia, con una scrittura diretta, visiva, senza filtri. Un progetto personale e immediato, capace di parlare ad una generazione senza passare dalle scorciatoie del mercato.
Gli inediti – “Bambino Cattivo”, “Trallallerolallà”, “Caldo Cane” – si affiancano ai singoli già pubblicati come “VITAMINE” e “NON È DOMENICA”, creando un racconto coerente e cangiante: c’è la tensione emotiva nel brano che dà il titolo all’EP, un racconto viscerale di crescita e fuga da una realtà soffocante. C’è il lato più spensierato e cantautorale in “Trallallerolallà”, perfetta da urlare in auto con i finestrini abbassati, e poi “Caldo Cane”, uptempo pop punk che ironizza sull’estate italiana tra sudore, ombrelloni e cliché di provincia.
Il mood è chiaro sin da subito: “Let’s Fuck” afferma CALI!. Ma non è uno slogan provocatorio fine a sé stesso, bensì un invito ad essere radicalmente onesti, a vivere fuori dagli schemi, a rivendicare libertà anche nelle proprie contraddizioni.
CALI! non cerca etichette, né la perfezione: preferisce l’istinto, l’urgenza, la verità, quella che ti prende alla gola o ti fa ballare senza pensarci due volte.
Il vero cuore del progetto, però, è il live.
CALI! funziona dal vivo, e si sente: i suoi concerti sono fisici, sinceri, imprevedibili. Dopo aver aperto i live di Finley e NASKA, proseguirà per l’estate 2025 dividendo il palco con Sethu, Fasma e Simone Panetti, portando in tour un’energia capace di accendere qualsiasi contesto.
L’artista torinese ha già conquistato le playlist editoriali più celebri, come “New Music Friday“, “sanguegiovane” – di cui ha ottenuto due copertine -, “Nuovo Pop“, “GENERAZIONE Z“, “Fresh Finds Italia“, “Pop italiano: video” e “Novità Pop“.
Ora CALI! è pronto a prendersi il suo spazio: “Bambino Cattivo”, progetto totalmente indipendente, è l’inizio di qualcosa che promette di crescere senza andare alla ricerca di consensi.
TRACKLIST “BAMBINO CATTIVO”
- VITAMINE
- NON È DOMENICA
- BAMBINO CATTIVO
- AIUTO AIUTO!
- FOREVER
- CALDO CANE
- TRALLALLEROLALLÀ

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“SPA o SPALLA”, il nuovo singolo dell’artista umbro Minimal

Disponibile il 4 luglio su tutte le piattaforme digitali e in radio “SPA o SPALLA”, il nuovo singolo dell’artista umbro Minimal. Il brano nasce in studio partendo da un sample di batteria e un riff di chitarra, con l’obiettivo di creare una traccia pop punk con un ritornello incisivo. La produzione è ispirata alla musica punk rock e pop punk dei primi anni Duemila, con elementi di innovazione per creare un ponte tra il passato ed il presente.
ASCOLTA IL BRANO: https://song.link/SPAoSPALLA
“SPA o SPALLA è semplicemente il giusto sostegno che si ricerca in un qualsiasi tipo di rapporto: una spalla su cui appoggiarsi, una spa in cui rilassarsi”. – Minimal.
CREDITS
Testo: Giulio Rossi
Produzione Artistica: Diego Ruco
Cori: Giulia Santacroce
Mix & Master: Alessandro Buraga – One More Dub
Label: Maionese Project
Distribuzione: Artist First
Artwork e foto: Costanza Romualdi
CHI È MINIMAL?
“Ho una visione semplice e minimalista della musica, quasi come se fosse un grande strumento astratto componibile e modellabile, che con piccoli schemi di gioco può far conquistare una partita intera”. Minimal è un cantautore di 27 anni che viene dal Centro Italia, dalla provincia di Terni. Conosce la musica quando è piccolissimo: da bambino inizia a studiarla dall’origine, dalla tradizione classica, e poi a scuola si appassiona al canto. Nel 2021 l’incontro con il produttore Diego Ruco segna un’importante svolta nel suo percorso: i due allestiscono uno studio di produzione e registrazione e si circondano di altre figure a loro complementari. Nasce il progetto “Minimal”. Nel 2023 escono i primi due brani, arrivando all’attenzione dell’etichetta Gotham Dischi/Orangle Records stipulando la prima distribuzione ufficiale. Con il brano “CASUAL” apre un format tutto nuovo – identitario – proponendosi come cantautore pop dalla penna vivace ma anche in grado di aprire e scomporre l’intimità del quotidiano. Seguono nel 2024 i brani “MERIDIANA” (sempre con Gotham Dischi), “GROOVE” e “CONTAGOCCE” (usciti con l’etichetta Rosoliera Records e distribuzione Altafonte) e intanto Minimal si sposta per l’Italia e partecipa a contest, suona un po’ ovunque: MEI di Faenza, Massive Art Studios di Milano, Teatro Nuovo di Pisa, Galleria delle Arti di Roma, Salotto Tevere, Piano Zero, Pierrot Le Fou; arriva in semifinale ai Next Music Awards e in finale al Festival di Gaggiano; la scorsa estate si ritrova a suonare in giro per Roma e per Bologna, partecipa ad open mic più svariati e apre anche ad artisti del calibro dei Nobraino e Dub FX. Con le sue ultime uscite, “AL MIO POSTO”, “LAYOUT” e “MOSAICI”, collabora con l’etichetta Maionese Project – Matilde Dischi (distribuzione Artist First) assumendo come manager la collega Miele e aprendo un nuovo grande ciclo che vedrà la luce nel 2025. Infatti, l’anno inizia nel migliore dei modi, Minimal oltre ai suoi giri di copertura fra open mic e date, riesce a portarsi a casa dei primi posti nella scena underground romana: Critical Flow, Zoobar (1° Classificato), Hidden Hits, Doom SoundClub (2° Classificato), Full Champion, Teatro lo Spazio (1° Classificato), BigUp, Hit Discoteca Viterbo (1° Classificato). Infine, la recentissima partecipazione alla prima giornata del Chroma Festival di Bastia Umbra (PG), dove si esibisce sullo stesso palco di Franco126, a cui apre il concerto.

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Spesso è il nostro buio interiore ad essere il riflesso della ”Luce del sole”, il nuovo singolo di Hoomor in uscita il 4 luglio

Spesso è il nostro buio interiore ad essere il riflesso della Luce del sole, il nuovo singolo di Hoomor in uscita il 4 luglio per Honiro Label.
Tra sonorità emo revival e post punk, un messaggio di speranza che trapela nei disagi quotidiani, nelle ombre che fanno parte di noi e che spesso vogliamo nascondere. Ma, ad un certo punto, metterci a nudo diventa più forte di noi: l’inconscio prende aspetto, si trasforma in racconto; negatività e positività iniziano a parlare uno stesso linguaggio che non sempre riusciamo a comprendere. Tuttavia, dipanando la confusione, tra paure e bisogno di andare oltre, si apre lo spiraglio per ritrovare se stessi.“Luce del sole” descrive ciò che accade negli incubi, lo sfogo distorto dei propri pensieri e ricordi. Il brano si sofferma sul parallelismo tra eventi realmente accaduti nella nostra vita riversati nel sonno, dove tutto è più surreale e romanzato, privo di senso logico, dove i nostri sentimenti e le nostre sensazioni prendono una forma, concreta o astratta. Nello specifico fa riferimento ad un periodo difficile in cui mi succedeva spesso di fare incubi collegati alle mie sensazioni negative’’. – ci racconta l’artista.
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