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DJ Myke annuncia un nuovo progetto discografico con Gabriel
Dopo le storiche collaborazioni con artisti come Fabri Fibra e Rancore, a pochi mesi dall’uscita del singolo “F.R.E.S.H.”, DJ Myke annuncia il nuovo progetto discografico con Gabriel Ferraloro
“Era tutto talmente grigio e piatto nella musica, che ho sentito il bisogno di curvare lo spazio e buttarci dentro gli unicorni.” – DJ Myke
Protagonista indiscusso del turntablism italiano e visionario producer nell’ambito urban/rap e non solo, DJ MYKE annuncia il suo ritorno in collaborazione con una nuova scoperta musicale: Gabriel.
Fortunate produzioni in compagnia dei nomi più rispettati del panorama urban italiano – uno fra tutti Rancore, con il quale ha realizzato quattro album, che hanno visto crescere il rapper fino al salto per il grande pubblico – hanno spinto DJ MYKE a un’ardente ricerca lunga cinque anni, portandolo ora a concretizzare un nuovo lavoro discografico con il volto fresco del talentuoso Gabriel Ferraloro.
Una sperimentazione audace e un lavoro fruttuoso con un promettente artista dalle capacità creative straordinarie: già dal primo singolo in digitale, “F.R.E.S.H.”, si inizia a sbirciare nella potenzialità del nuovo progetto congiunto, che vedremo prendere vita nel nuovo joint album in uscita nei prossimi mesi per Believe Digital.
Chi è DJ Myke? Ecco la sua biografia
Attivo
dal 1997, DJ Myke è un producer e DJ italiano. Ha curato le
produzioni dei principali artisti urban italiani, fra i quali: Fabri
Fibra, Rancore, Max Zanotti, Diego Mancino, Tormento, con
collaborazioni internazionali come i Prodigy, Mattafix,
Triky.
Con Men
in Skratch ha
partecipato e vinto: quattro DMC
Italy Championship,
quattro DMC
World Championship a
Londra ed è arrivato secondo all’ITF
Team Eastern Hemisphere di
Praga.
Nel 2004 pubblica l’album The
Reverse mixato
agli Abbey Road Studios da Nigel Godrich dei Radiohead.
L’album viene apprezzato dalla critica di settore e recensito
positivamente dalla rivista Rolling Stone. Viene scelto dai The
Prodigy per
le date italiane del loro Their
Law: The Singles Tour.
Nel 2010 esce Hocus Pocus, che viene eletto miglior album Web dell’anno al MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti a cui partecipano Primo Brown, Fabri Fibra, Diego Mancino, Noyz Narcos, Max Zanotti, Tormento e Rancore.
Ha poi pubblicato 4 album in collaborazione con il rapper Rancore: Acustico (2010), Elettrico (2011), Silenzio (2012) e S.U.N.S.H.I.N.E. (2015); con quest’ultimo partecipa con il brano omonimo alla colonna sonora del film Zeta – Una storia hip-hop, diretto da Cosimo Alemà.
Nel 2017 produce il primo 7” per DJ stampato in Italia, Battlecat, e a distanza di pochi mesi Xmascat, tool per DJ contenenti breaks e skipless che fanno il giro del mondo in poco tempo. Sempre nel 2017, Roma Calling, brano di Piotta che vede il featuring di Rancore & DJ Myke, viene inserito nel 7” di 7 vizi Capitale, sigla di Suburra, la serie (Netflix).
Nel 2019 produce Skratchinstinctbreaks, nuovo vinile di tools disponibile nei due formati 7″ e 12″.
Nel 2020 seguono diversi singoli, tra i quali alcuni vecchi inediti con Rancore, la versione instrumental di tutti i suoi album e il singolo “F.R.E.S.H.”, con cui DJ Myke avvia una fruttuosa e interessante collaborazione con il giovane rapper Gabriel.
Gabriel Ferraloro, ivece, è nato a Varese il 14/05/2002. Si avvicina al mondo del rap all’età di 14 anni, per coltivare una passione musicale che nasce quando ha solo pochi anni di età.
Il primo incontro con DJ Myke è avvenuto grazie ad un contest online: il ragazzo vince la gara ottenendo una produzione del DJ, distinguendosi per bravura, contenuto e tecnica. Il percorso non si ferma qui: DJ Myke, incuriosito dalle doti dell’artista, intraprende con lui un cammino musicale, proponendogli un album insieme.
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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25
Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.
IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO
Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.
ASTRONAVE – OTTOBRE
Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.
FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA
Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.
MI MANIFESTO – PAN DAN
Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.
7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)
Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.
NESSUNA – ALTEA
Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.
VOCE – MADA
Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.
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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre
In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.
Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.
“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.
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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha
Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.
BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.
BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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