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Esce oggi “Doppio Taglio”, il nuovo ep di Er Costa & Nex Cassel!

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Er Costa e Nex Cassel, due figure storiche rispettivamente della scena romana e veneta, hanno deciso di dare vita ad un progetto, un EP di 8 tracce dal titolo "Doppio taglio", interamente prodotto da St Luca Spenish uscito oggi e disponibile in streaming e copia fisica sui canali Honiro. Sei canzoni, un intro e un outro (firmati da Dj Gengis Khan, un marchio e una garanzia del turntablism italiano) che hanno un vago sapore "golden age" ma che – grazie alle interessanti strumentali di Spanish – spazia su sonorità urban del momento, il tutto ricamato dalle possenti penne di Nex e ErCosta che nella loro lunga esperienza nel movimento rap italiano hanno sempre saputo dare valore alle parole e allo storytelling.

Con l’uscita dell’EP è disponibile sul canale You Tube Honiro Journal il secondo estratto da questo progetto, il singolo "Dammi i soldi"

Una canzone che già dal titolo dice molto e che è stato accompagnato da un videoclip con "tensione" cinematrografica girato da Emanuele Pisano, "Dammi i soldi" è in breve, un concetto base e semplice sparato su una delle strumentali più riuscite dell’intero EP.

DESCRIZIONE TRACCE
Intro – traccia dal sapore anni novanta ma con un mixaggio inusuale per quegli anni. Attraverso un basso molto presente, suoni sporchi e gli scratch del pluripremiato dj Gengis Khan, predispone nel migliore dei modi l’ascoltatore ad entrare in questo breve – 8 tracce –  ma intenso viaggio. 
DOPPIO TAGLIO      è la title track (nonché primo singolo estratto, qui il video) e con lo spunto di parlare del taglio di capelli tipico delle persone cresciute in certi ambienti parla proprio delle persone che lo portano, attraverso giochi di parole mettono in luce tutti i vari doppi sensi che formano il titolo.  E’ un pezzo in cui entrambi, Nex Cassel e Er Costa, si confermano nelle loro capacità di scrittura e interpretazione e dove il produttore di tutto il progetto, St Luca Spenish, si presenta con un potente e riuscito biglietto da visita in musica.
ZONA MIA A detta di Er Costa questo "è forse è il pezzo che mi piace di più del progetto"- entrambi parlano delle zone dove sono cresciuti su un calzante beat di Spanith, "io e nex parliamo delle nostre zone nelle rispettive strofe, Spenish ha prodotto uno di quei beat "molto semplice, "vuoto", minimal".
HOUSE PARTY Se volete sentire uno di quei classici pezzi rap dove si parla dell’arte del divertirsi, "house party" è perfetto grazie ad un beat dal gusto retrò con continue variazioni.  La canzone parla di come – assicura Nex –“le feste fatte in casa siano molto molto migliori di quelle nei locali”, perché si ha una maggiore libertà, una migliore qualità di musica e alcolici e non ultima – un velato messaggio ai giovani ascoltatori –  la sicurezza di non essere obbligati a guidare con tutti i rischi connessi di un dopo-party.
DAMMI I SOLDI è il pezzo del secondo singolo in uscita il 21 febbraio, il titolo dice tutto, un concetto base e semplice sparato su una delle strumentali più riuscite dell’intero progetto.
TRANQUILLO "questo è forse l’unico "pezzo" riflessivo del disco. sconsiglia di stare Tranquillo, la vita ce lo ha insegnato a tutti, a chi più a chi meno. Le cose peggiori ti succedono sempre quando stavi "tranquillo". È la traccia più sentita dell’EP, sicuramente la più riflessiva e la più intima per entrambi gli interpreti con un messaggio su tutti: "fai sempre scattare un campanello d’allarme quando qualcuno ti dice di fidarti o di stare tranquillo…"
QUANTO MANDA è il pezzo più "freestyle" del progetto: "ci abbiamo sputato sopra delle barre. che a volte è la cosa migliore col rap, senza stare lì ad elaborare chissacchè. un pezzo così nel progetto ci vuole e a volte sono i migliori." Outro – unica traccia dalle sonorità trap, come per l’intro dj Gengis Khan ha dato il suo apporto sopraffino per il pezzo di chiusura del progetto.

GUARDA IL VIDEO DEL PRIMO SINGOLO

DOPPIO DOPPIO TAGLIO EP
Download-Streaming : https://lnk.to/Doppio-Taglio
Copia fisica : http://www.honiro.bigcartel.com/

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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25

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Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.

IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO

Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.

ASTRONAVE – OTTOBRE

Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.

FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA

Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.

MI MANIFESTO – PAN DAN

Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.

7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)

Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.

NESSUNA – ALTEA

Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.

VOCE – MADA

Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.

Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.

“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.

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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha

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Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.


BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.

BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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