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Esce oggi ‘More Hate’ il nuovo album di Egreen

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È tornato Egreen con un nuovo album. Che palle, vero? Si che palle anche perché è l’ennesimo progetto (siamo a 13) costituito da canzoni di rap hardcore con pochissimi ritornelli e con strofe sconfinate, tanto lunghe quanto povere di argomenti. 12 nuovi brani del solito rap italiano autoreferenziale avulso da qualsiasi concetto di moda musicale, per un album ascoltabile sulle piattaforme di streaming, acquistabile su iTunes (con due tracce bonus) ed in copia fisica sul sito ma in che in realtà non sarà neanche distribuito nei negozi, se non in pochissimi street store scelti da Egreen stesso.
La copertina quasi del tutto nera mostra gli stemmi di Milano e Varese, due città fondamentali per sua la biografia. Il titolo "More Hate" è già tutto un programma: accompagnato da un progetto grafico scurissimo realizzato da MOAB che riflette perfettamente il mood, il disco si apre con "Smooth Operator" sulla base di St Luca Spenish, un soliloquio che fa il punto della situazione sul rap di oggi.
Oltre al singolo "Milano – Roma Pt. 2" con Er Costa, da segnalare anche "Xerox", realizzata assieme all’amico Nex Cassel in cui si alternano 4 barre a testa un classico cliché dell’hip hop d’antan e "Meglio Di Scopare" sulla base di Fid Mella. Le collaborazioni sono scelte più per le capacità artistiche che per il peso mediatico; Albe Ok e Claver Gold compaiono sul brano sognatori ed il cantante dancehall Attila porta casa una strofa ed il ritornello in "Soldiers".
Anagogia ha fornito la base per "Show & Prove", brano realizzato in collaborazione con i Virus Syndicate di Manchester uno dei pochissimi brani al 100% in inglese.
L’ultimo brano è "Comune Denominatore", una dedica lunga e sentita alla città che ormai lo ospita da almeno 3 anni; Milano. L’ultima strofa, appunto, si chiude con un elenco meticoloso di tutte le crew ed i personaggi che hanno fatto la storia dell’hip hop milanese: un semplice elenco di sigle che per molti non vorranno dire nulla.

Da oggi ‘More Hate’ è acquistabile su iTunes, con due tracce bonus ‘Milano – Roma Pt.2’, ‘Captain Futuro’ e ‘Christian Rap’ registrate per la prima volta ufficialmente in studio, sul sito di egreen in copia fisica e ascoltabile su tutte le piattaforme di streaming.

Tracklist :

01 – Smooth Operator feat. Dj P-Kut prod. St. Luca Spenish
02 – Bene Così prod. Zef
03 – Sposato pt. II prod. Cope
04 – Bataclan prod. Cope
05 – Milano-Roma pt. II feat. Er Costa prod. The Ceasars
06 – Mic Check feat. Dj P-Kut prod. Fid Mella
07 – Xerox feat. Nex Cassel & Dj P-Kut prod. St. Luca Spenish
08 – Meglio Di Scopare prod. Fid Mella
09 – Sognatori prod. Railster
10 – Show & Prove feat. Virus Syndicate prod. Anagogia
11 – Soldiers feat. Attila prod. Mighty Cez
12 – Comune Denominatore prod. Cope

Bonus iTunes

Captain Futuro Remix (one take lyrical excercise) prod. Brenk
Christian Rap Remix (one take lyrical excercise) prod. Nex Cassel

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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25

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Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.

IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO

Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.

ASTRONAVE – OTTOBRE

Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.

FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA

Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.

MI MANIFESTO – PAN DAN

Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.

7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)

Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.

NESSUNA – ALTEA

Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.

VOCE – MADA

Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.

Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.

“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.

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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha

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Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.


BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.

BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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