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Giaime e Rose Villain duettano in “Soli”, il nuovo singolo del rapper

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Giaime e Rose Villain duettano in “Soli”, il nuovo singolo prodotto da SIXPM & Andry The Hitmaker. Da oggi online anche il lyric video del brano, con scene inedite di backstage.

A distanza di alcuni mesi dal nuovo capitolo della saga “Gimmi Andryx”, racconto iniziato nel 2017 e portato avanti negli anni insieme ad Andry The Hitmaker, e dopo le certificazioni Platino per “Fiori” e il Disco d’Oro per “Parola”, Giaime esce oggi con un nuovo singolo che ruota intorno ai temi della delusione e della solitudine.

Sempre da oggi è disponibile anche il lyric video del brano, diretto da Simone Mariano e prodotto da Matilde Brockhaus: riprese in bianco e nero quasi sospese in un tempo indefinito, in cui traspare l’amicizia e la collaborazione degli artisti sul set, che permettono allo spettatore di assistere a immagini inedite.

Una storia agli sgoccioli, due innamorati che ormai hanno preso strade diverse e che riguardano al loro rapporto con occhi disillusi: “Soli” racconta il misto di indifferenza e rabbia che caratterizza il finale di un amore tormentato, in cui ogni tentativo fatto per allontanarsi alla fine porta sempre al pensiero dell’altra persona.

La voce graffiante di Giaime e quella delicata di Rose Villain si intrecciano perfettamente in questo brano dalle sonorità urban, che sfuma in un outro di chitarra distorta: con un flow trascinante e la produzione affidata ai due producer di fiducia degli artisti, “Soli” è un brano suggestivo, in cui ognuno può rispecchiarsi e proiettare le proprie esperienze.

Avete già ascoltato il pezzo? Cosa ne pensate?

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.

Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.

“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.

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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha

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Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.


BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.

BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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Afu-Ra presenta ”The Monk and The Wolf – Sulla via dello Spirito”. Un ponte tra New York e l’Italia

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Afu-Ra non ha bisogno di presentazioni. Membro storico della Gang Starr Foundation, voce riconoscibile ovunque e custode di una tradizione che mescola spiritualità, tecnica e consapevolezza, oggi sorprende tutti scegliendo l’Italia come cuore pulsante del suo nuovo progetto: The Monk and The Wolf – Sulla via dello Spirito.


L’artista racconta che questa direzione è nata “in modo naturale”, lavorando fianco a fianco con il collettivo italiano Smooke Out, che nel tempo è diventato una vera famiglia. Per Afu-Ra, l’Italia rappresentava un debito creativo mai realmente esplorato: “Mi supportate da sempre. Non avevo ancora fatto un progetto interamente per voi, con i vostri produttori, i vostri artisti, sulla vostra terra. Adesso era il momento.”
E infatti l’EP è un crocevia di talenti. Tra i produttori e gli artisti coinvolti spiccano nomi come DJ Jad (Articolo 31), Inoki, Bunna (Afriche Unite), Smooke Out, Maury B, Moder, Ladycat, MC Shark, Principe, Eugy (Bull Brigade), Kiffa, Dope One, Gianni KG, 1_44_98, gli scratch di Dj Zarra, Zorlak con produzioni firmate anche da DJ Trashnikov, Bella Espo, Fuso e Smooth e, nel brano Fort of Rebellion, le chitarre di Luca Morellato

Un cast multiforme che permette all’EP di spaziare tra hip hop, reggae, elettronica, rock, atmosfere classiche e venature sperimentali, mantenendo però la cifra spirituale e viscerale che da sempre contraddistingue Afu-Ra.
Il titolo racchiude l’essenza del progetto: The Monk and The Wolf – Sulla via dello Spirito è la somma delle due anime dell’artista — la ricerca interiore del monaco e la forza istintiva del lupo. È una metafora di equilibrio, vulnerabilità e protezione. “Siamo tutti un po’ monaci e un po’ lupi”, racconta Afu-Ra. “L’Italia stessa ha questo doppio volto: spirituale e selvaggia. È per questo che qui mi sento a casa.”
Più che competere con la sua storia passata — con brani entrati nell’enciclopedia dell’hip hop — Afu-Ra preferisce definire questo EP come un atto d’amore: una scelta di gratitudine, non di confronto.
Un progetto che parla al pubblico italiano, pensato per ispirare e per restituire qualcosa a chi lo ha accompagnato per una vita intera.

Vinili e merch: Un mondo che fa oltre al disco.

Per Afu-Ra The Monk and The Wolf – Sulla via dello Spirito non è solo un EP: è un oggetto, un’esperienza, un gesto di presenza fisica. Non stupisce quindi che tutta la parte del merch sia stata pensata come un’estensione naturale del progetto, quasi un rituale da vivere con le mani, con il respiro, con il corpo.
La prima cosa che colpisce è la scelta dei vinili. Afu-Ra non si è limitato a una semplice versione standard: ha voluto due identità visive, due anime che dialogano tra loro proprio come il monaco e il lupo del titolo. Da una parte un vinile nero, solido, essenziale, con quella profondità quasi meditativa tipica del suo immaginario. Dall’altra un vinile ambra, luminoso, caldo, più istintivo. Si possono acquistare separatamente oppure come coppia, e visti insieme sembrano già raccontare una storia prima ancora di metterli sul piatto.
Ma il cuore vero del merch è il Meet & Greet Experience Package, che non è “merchandising” nel senso tradizionale: è un piccolo rito. Chi lo acquista non trova solo gadget o collezionabili, ma entra in un momento personale con Afu-Ra: una lezione di respirazione asiatica, praticata dal vivo, il pomeriggio prima del live o la mattina successiva. È un frammento del suo percorso spirituale condiviso in modo diretto, un modo per capire da vicino l’origine delle energie che hanno dato forma all’EP.
Dentro il pacchetto ci sono anche oggetti fisici pensati come tappe di questo percorso:
un vinile rosso in edizione speciale, il CD, una shopper con grafiche dedicate, e una t-shirt del progetto. Tutto coordinato, tutto legato al concept, tutto costruito perché chi lo prende possa portarsi a casa un pezzo concreto dell’universo di The Monk and The Wolf – Sulla via dello Spirito.
È un modo di riportare la musica alla sua dimensione più umana: non solo streaming, ma contatto, atmosfera, presenza. E Afu-Ra, con la calma del monaco e la determinazione del lupo, ha deciso di offrirlo proprio qui, in Italia.

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