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GIONNYSCANDAL torna con un progetto che è un vero e proprio viaggio introspettivo, fuori ora il nuovo album “BLACK MOOD 2”

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È disponibile da oggi, venerdì 22 settembre, in formato fisico e digitaleBLACK MOOD 2” il nuovo progetto discografico di GIONNYSCANDAL, prodotto e distribuito da Altafonte Italia

L’album, che si compone di 14 tracce, si presenta come un viaggio introspettivo all’interno della vita e della musica di GIONNYSCANDAL, che in ciascun brano, da quelli più profondi e impegnati a quelli più “leggeri” e irriverenti, si espone a 360°, con sincerità e senza timore, mostrando le proprie fragilità e dando voce anche ai propri demoni interiori.

Amore, morte, perdita e rivincita sono solo alcuni dei temi che l’artista affronta con grande disinvoltura e consapevolezza di se stesso, di quello che è diventato e delle difficoltà che ha affrontato negli anni. Ogni pezzo è accomunato da una scrittura graffiante, quella con cui GIONNYSCANDAL si è fatto conoscere, negli anni, come uno dei rapper dallo stile più originale, capace di unire l’amore per il punk a quello per l’hip hop dando vita a un universo musicale personalissimo.

“BLACK MOOD 2” si apre con l’intro “Climax”, una canzone intrisa di un sentimento malinconico, accompagnato da quella grande voglia di riscatto che da sempre accompagna il rapper. Una vita, la sua, piena di avvenimenti che l’hanno forgiato fino a farlo diventare la persona di oggi, in grado di affrontare tutte le difficoltà che il destino gli pone davanti.

Il progetto continua con “Vaffanculo”, un urlo di liberazione verso le persone che ci deludono, quelle per cui viene a mancare la fiducia e la voglia di averci di nuovo a che fare. La nostalgia pervade totalmente il brano successivo, la focus track “America”, dove GIONNYSCANDAL racconta la perdita di una persona a causa del male che le è stato fatto, di come nulla abbia più senso senza di lei. 

L’album prosegue con “Karma”, un pezzo dal ritmo incalzante che, come suggerisce il titolo, parla di come spesso si rimanga fermi senza reagire per lasciare che il destino faccia il proprio corso. Cambio di registro per “Russa”, che sfoggia la parte più sfrontata di GIONNYSCANDAL, che con rime altamente provocanti descrive l’avventura con una sensuale donna di origini russe. “Una lacrima in meno” rispecchia invece la parte più introspettiva del rapper. É un brano da cantare a pieni polmoni che sottolinea l’importanza della persona che abbiamo al nostro fianco, che colora la nostra vita come una rosa rossa in un film in bianco e nero. 

Il progetto continua con “Mi rimani tu”, una canzone dalla carica emotiva in cui si esprime il proprio sentimento nei confronti della persona amata, che rappresenta il centro gravitazionale della propria vita e per cui si farebbe di tutto pur di proteggerla. Il brano seguente è “Selfie mentre piango”, caratterizzato da un sound travolgente e lyrics dal sapore velenoso dirette a tutte quei volti che non hanno mai creduto in noi.

“Tranne te”, primo singolo estratto dall’album, è invece una canzone d’amore dalle sonorità pop che strizza l’occhio alla latin music. Un brano romantico, leggero, in cui GIONNYSCANDAL racconta la voglia di stare insieme alla propria partner, l’unica per cui vale la pena, la fissazione che non lo abbandona mai e per cui farebbe qualsiasi cosa. 

È poi la volta di “Stupido”, che fa riferimento a quel senso di inadeguatezza che scaturisce quando ci si rende conto di aver dato il proprio cuore a qualcuno per cui non ne valeva la pena, ma che esorta ad andare avanti non rinnegando nulla di quello che è stato. Un sound nostalgico è quello che pervade “Tutorial”, in cui il rapper riflette sul fatto che non esiste un modo predefinito per vivere e per affrontare ciò che la vita ci pone davanti.

Totalmente differente è il brano successivo, Ahegao”, un pezzo dal testo passionale, sfrontato, esplicito, che lascia poco spazio alla fantasia e il cui titolo allude a un tipo di espressività particolarmente sensuale utilizzata nei manga.  Segue “Felina”, che parla invece dell’incertezza del domani: quando il giorno e la notte continuano ad alternarsi, l’unica cosa che possiamo fare è vivere il momento cercando di apprezzare tutto ciò che abbiamo.

Una successione di note suonate al pianoforte e una pioggia in sottofondo accompagnano le parole di “Buio/luce”,la traccia conclusiva, nonché la più intima, dell’intero progetto. Un pezzo emotivo dove la fragilità umana regna sovrana e dove GIONNYSCANDAL è fiducioso che il buio che porta dentro di sé lascerà presto spazio a una nuova luce.

GIONNYSCANDAL presenterà dal vivo e firmerà le copie di “BLACK MOOD 2” in occasione di una serie di date instore che avranno luogo oggi, venerdì 22 settembre, a Sesto San Giovanni (C.C Vulcano), sabato 23 settembre a Torino (Mondadori), lunedì 25 settembre a Bologna (SEMM Music Store), martedì 26 settembre a Napoli (Feltrinelli Stazione) e mercoledì 27 settembre a Roma (Discoteca Laziale).

Tracklist

1.     “Climax”;
2.     “Vaffanculo”;
3.     “America”;
4.     “Karma”;
5.     “Russa”;
6.     “Una lacrima in meno”;
7.     “Mi rimani tu”;
8.     “Selfie mentre piango”;
9.     “Tranne te”;
10.  “Stupido”;
11.  “Tutorial”;
12.  “Ahegao”;
13.  “Felina”;
14.  “Buio/luce”

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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25

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Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.

IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO

Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.

ASTRONAVE – OTTOBRE

Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.

FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA

Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.

MI MANIFESTO – PAN DAN

Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.

7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)

Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.

NESSUNA – ALTEA

Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.

VOCE – MADA

Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.

Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.

“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.

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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha

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Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.


BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.

BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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