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“HIP-HOP DNA”: la nuova serie targata Apple Music

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Apple Music celebra i 50 anni dell’hip-hop con Hip-Hop DNA, una serie di 20 episodi che analizza i ricchi cataloghi delle più grandi star di oggi per ì tracciare la loro evoluzione artistica fin dagli albori della forma d’arte.
Il principio guida del programma è che tutti gli artisti, indipendentemente dall’epoca o dalla disciplina, portano con sé la musica e i codici delle loro influenze e – che ne siano consapevoli o meno – delle “influenze delle loro influenze”.

La serie è condotta da Ebro Darden, global editorial head of hip-hop and R&B di Apple Music, ed esplora questa catena di influenze attraverso quattro obiettivi distinti. Dall’8 maggio, Apple Music ha dato il via a “Origins”, con 9 episodi pubblicati durante il mese di maggio e dedicati alla scoperta delle storie che definiscono le regioni principali in cui si è sviluppato l’hip-hop (East Coast, West Coast, Midwest e South). Dopo “Origins”, gli episodi dal 10 al 20 esploreranno i mestieri dell’MCing, della produzione e del DJing. Hip-Hop DNA è stato progettato per educare e informare gli ascoltatori di ogni epoca, esponendoli a connessioni all’interno della musica che molti fan non si prendono mai il tempo di considerare. 

Per scoprire tutti i contenuti della celebrazione dei 50 anni di hip-hop di Apple Music, clicca qui: apple.co/hiphopdna   

Di seguito i dettagli sugli episodi 1-5, incentrati sulla storia dell’hip-hop a partire dalla sua nascita nella East Coast:

The Intro (Ep 1)

Nell’episodio introduttivo della serie Hip-Hop DNA di Apple Music, spieghiamo come la musica delle nostre star più amate porti con sé generazioni di influenze. Hip-Hop DNA stabilisce connessioni tra gli artisti e le epoche che il fan medio ignora completamente, educando i fan dell’hip-hop sia nuovi che esperti. A questo proposito, affrontiamo diverse sfaccettature dell’hip-hop, tra cui gli MC, le produzioni e i DJ, ognuno dei quali ha una serie dedicata che ne illustra l’incredibile storia. Il DNA Hip-Hop di Apple Music testimonia che l’hip-hop è sempre stato e sarà sempre un affare di famiglia. O, per dirla con le sagge parole di un brano profondo prodotto da Dr. Dre, “We’re All In The Same Gang”.

Bronx Tale (Ep 2)

Nell’episodio di Bronx Tale, ci occupiamo di alcune delle più grandi star del quartiere, come Cardi B e French Montana, e allo stesso tempo esploriamo una discendenza musicale che risale allo studioso dell’hip-hop KRS-One e oltre. La strada da Cardi B a KRS è lunga, con molti artisti in mezzo, ma come dice il vecchio detto: “non puoi sapere dove stai andando se non sai da dove vieni”.

Just Wanna Rock (Ep 3)

Artisti hip-hop contemporanei come Lil Uzi Vert si appoggiano pesantemente alle sonorità e all’estetica rock, ma Uzi non è certo il primo a farlo. L’episodio Just Wanna Rock di Hip-Hop DNA approfondisce questa tradizione, mettendo in luce pionieri del rap-rock come Beastie Boys e Run DMC.

NY State of Mind (Ep 4)

“New York to the heart, but got love for all”, recita l’incipit del classico della costa orientale di Lord Tariq e Peter Gunz, “Deja Vu (Uptown Baby)”. È la frase perfetta per descrivere la premessa dell’episodio “NY State of Mind” della serie Origins di Apple Music, evidenziando l’impatto di alcune delle più grandi star della Grande Mela e tracciando un percorso che parte da personaggi come A$AP Rocky e arriva fino a Rakim (l’uomo da cui prende il nome).

It’s A Queens Thing, Baby (Ep 5)

Per quanti artisti universalmente adorati il Queens, New York abbia dato all’hip-hop, il quartiere merita i suoi riconoscimenti. Da Nicki Minaj a Nasty Nas, dagli A Tribe Called Quest a Roxane Shante, la stirpe degli MC del Queens è profonda e va in molte direzioni diverse. Con It’s A Queens Thing, Baby, vi mostriamo come ognuno di loro abbia preso qualcosa dai musicisti che li hanno preceduti. 

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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25

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Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.

IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO

Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.

ASTRONAVE – OTTOBRE

Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.

FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA

Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.

MI MANIFESTO – PAN DAN

Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.

7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)

Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.

NESSUNA – ALTEA

Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.

VOCE – MADA

Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.

Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.

“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.

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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha

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Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.


BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.

BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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