Intervista
Komatsu San, il dj toglie la maschera per i lettori di Honiro Journal

Komatsu San (Aldo Gambarini, classe 1999) è un giovane ragazzo bergamasco cresciuto a pane e musica electroclash. Studente di grafica pubblicitaria, Komatsu San scopre il mondo dei DJ set nel 2011, e durante l’anno successivo comincia a suonare presso i party tenuti presso il centro di aggregazione giovanile della sua città natale.Nel 2013 mette mano per la prima volta su una digital audio workstation e rimarrà completamente stregato dal mondo della produzione. Inizia a studiare e a sperimentare suoni giorno e notte, si sente subito a suo agio nel miscelare elementi di diversi generi di musica elettronica.Nel 2016 apre un canale YouTube sul quale per due anni carica i suoi pezzi, e nell’estate del 2018 decide di fare il grande passo rilasciando il suo primo EP registrato in uno studio professionale: Viagra Yakisoba.Il singolo principale, Y Generation, riassume perfettamente le influenze stilistiche di Komatsu San, composte di sonorità electro e voci manipolate, ed una presenza scenica tra la techno ed il punk.
L’1 Ottobre dell’anno successivo arriva l’album di debutto, VENjEANCE. L’album è basato su numerose sovrapposizioni di stili, echi e citazioni che vanno dalla già citata electroclash ma, ben presto, tracimano anche nella deep-house e fanno delle incursioni, sempre molto di gusto, nella dance anche leggermente più commerciale. Ecco pare proprio che il bergamasco, oltre ad una famelica curiosità verso tutto ciò che è ritmo e un grande bagaglio di ascolti nonostante la giovane età, sia governato dal gusto in praticamente ogni scelta compiuta in questo disco.Il singolo principale Cute Weirdo, ad esempio, trae elementi dalla trance melodica anni 2000 miscelandoli con delle sonorità ben più moderne, vicine alla trap e alla future bass.
Ecco cosa ci ha raccontato…
Domanda bruciapelo: c’è qualcosa del tuo passato che cambieresti?
Ho un passato molto complicato, specialmente a livello familiare, ma non cambierei nulla. Sono state tutte esperienze che mi hanno fatto crescere. Sul piano puramente musicale beh, ho speso davvero tanto tempo da adolescente imparando a produrre e ascoltando centinaia di album di tutti i tipi ma non mi pento di nulla, se sono qui è anche grazie ai sacrifici!
Arriviamo al tuo ultimo singolo, Cute Weirdo: come nasce?
Cute Weirdo nasce in un momento particolare: avevo questa melodia molto catchy ed emotiva ma non riuscivo ad applicarla a un genere, mi dicevo che era una bella melodia ma non stava seriamente bene in nessuna veste (inizialmente avevo provato a farne un pezzo new wave). Due giorni prima di andare in studio a fare il mix e il master finali faccio un check di tutte le canzoni e la ritrovo li. In quel periodo ero ossessionato dall’ultimo album dei 100 gecs, che è un grossissimo monumento alla cultura musicale internettiana, e ascoltarli mi ha ispirato: perchè non unire due generi iconici e strettamente legati agli ambienti del web? E sono venuto a capo con un pezzo che trae gli elementi fondanti della melodic trance anni 2000 e li rimodernizza con un ritornello trap/future bass completamente figlio della nostra epoca. Il testo poi è arrivato ascoltando più volte la base, dolce ma aggressivo, festaiolo ma acido.
C’è anche un video ufficiale, hai qualche chicca da raccontarci?
Il video è stato girato con un budget ridottissimo ma ci ha impegnati come non mai, infatti è stato girato e montato nei tre giorni precedenti all’uscita dell’album. La cosa che più mi ha divertito è stato l’inserimento di personaggi che appaiono per pochissimi secondi ma sono elementi fondanti del progetto Komatsu San. Trovateli!

Apriamo la scatola dei desideri: in quale club/location sogni di suonare?
La mia scatola dei desideri è ampissima e comprende tutto il nord e il centro Europa ma il mio più grande sogno sarebbe di poter suonare in qualche club di Tokyo. Anche viverci non mi dispiacerebbe!

Rimanendo su questa wave, come descriveresti Komatsu San dal vivo?
Komatsu San dal vivo non è altro che la proiezione “live action” del Komatsu San delle canzoni. Durante i live mi piace urlare anche quando non fa parte dei pezzi, ballare come se nessuno mi stesse guardando, fomentare il pubblico e semplicemente dare vita a una performance che esprime in modo molto chiaro, anche visivamente, quello che voglio dire con la musica.

Chiudiamo con uno spoiler dai: prossimi progetti?
Come molti sanno, e da come si evince dai miei social, non sono solo un musicista ma anche un modello freelance (anche se spessissimo le due professioni si intrecciano e si ripercuotono in modo positivo l’una sull’altra) e ultimamente sto prendendo parte a molti shooting. Il 18 ottobre suonerò al Druso di Bergamo all’evento queer/lgbt Bordello, e ho in cantiere delle tracce nuove che rilascerò fra qualche mese. Mi piacerebbe cantarle in giapponese!
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