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The RRR Mob: il disco di esordio esce oggi insieme al nuovo video con Guè
The RRR Mob, ossia The Real Recognize Real Mob, è il primo gruppo in Italia interamente composto da artisti di origine africana. I quattro membri, Laioung (1992, padre pugliese e madre sierraleonese), Isi Noice (1991, arrivato in Italia dal Marocco a 10 anni), Momoney (1989, padre senegalese e madre calabrese) e Hichy Bangz (1994, arrivato in Europa a 7 anni), si sono incontrati e hanno intrecciato le loro storie a Torino uniti dalla voglia di vivere di musica ed essere per i più giovani il modello positivo che loro stessi non hanno mai avuto.
Il loro album d’esordio, “Nuovo impero”, prodotto musicalmente da Laioung e Momoney, esce oggi per Sony Music, dà voce alle seconde generazioni italiane e affronta vari temi come la rivalsa sociale, la rabbia verso le idee e le discriminazioni della parte meno accogliente della società, ma anche il senso di famiglia che si incarna nella crew. Insieme al disco arriva il video, diretto da Mauro Russo, del nuovo singolo, "Familia", con il featuring di Guè Pequeno.
"Nuovo impero" è un disco cosmopolita nell’essenza che, anche grazie alle quattro lingue usate – italiano, arabo, inglese e francese – parla a tutta la nuova società italiana. E se la scelta della trap come stile predominante avvicina i quattro artisti più che altro alle nuove generazioni, la musicalità dei brani, ispirata soprattutto all’R’n’B, con un tocco speziato grazie ai riferimenti magrebini, allarga notevolmente il raggio del loro pubblico.
“Nuovo impero” è stato anticipato da quattro singoli: “Wooh”, un urlo liberatorio sotto forma di trap, “Come La Mia Gang”, brano in cui si esalta l’identità multiculturale che caratterizza il gruppo, "Flus 2", una dedica molto sentita ai migranti che abbandonano tutti e tutto in cerca di una vita migliore, e “Non ci vedi mai”, il brano con Luchè in cui si parla di strada e quartieri. In questi e negli altri pezzi del disco, The RRR Mob si prende tutta la responsabilità di essere anche il primo collettivo in Italia composto da ragazzi di seconda generazione e immigrati: ci sono vari artisti, infatti, sparsi per tutta Italia, che gravitano attorno ai quattro membri fondatori del gruppo e che sono attivi sia in questo disco sia in altri progetti paralleli, come l’adolescente italo-americano Malcky G, che rappa da quando è bambino, e Sedrick.
Se la trap ha un forte senso di comunità, come sta dimostrando anche in Italia, The RRR Mob è l’incarnazione definitiva di questo spirito: Laioung, Isi Noice, Momoney e Hichy Bangz spesso, infatti, si circondando di compagnie di amici, creativi della loro generazione o altri trapper della scena con cui hanno continui scambi. E questo senso comunitario torna a più riprese nei brani di “Nuovo impero” che, in ogni caso, gode anche del riconoscimento di un peso massimo del rap italiano come Guè Pequeno, presente in “Familia”.
Nelle 16 tracce, tra una rima che arriva dritta in faccia e un ritornello melodico, The RRR Mob celebra la rivalsa sociale contrapponendola ai luoghi comuni che imperversano sulle minoranze o chi ha meno agi e stili di vita diversi dalla massa. Tutto con varie punte di orgoglio di appartenenza ad ambienti che vivono davvero la strada, come se tutti questi appartenessero a una grande famiglia che parla la stessa lingua, in qualsiasi parte del mondo. Non a caso le sonorità africane fanno parte delle influenze musicali del gruppo che ha collaborato varie volte con rapper marocchini, come 7Liwa, Inkonnu e The Wind, presenti in "Hit".
La trap di The RRR Mob, inoltre, pur rinfrescando e rendendo personale questo genere, non ignora affatto l’immaginario hip hop, spesso dimostrando di avere gli stessi riferimenti che hanno rapper navigati, come il cinema (da Tony Montana a Kunta Kinte passando per Tarantino) o certi status symbol. Senza disdegnare qualche sfumatura sentimentale, specie quando emerge il bagaglio culturale-familiare dei quattro artisti, come sono cresciuti loro e i componenti delle rispettive famiglie.
Trainati dai successi solisti di Laioung – a cui critica e pubblico continuano a riconoscere un’energia e un carisma fuori dal comune, tanto da eleggerlo punto di riferimento del movimento trap italiano e a definirlo un musicista completo – i quattro hanno iniziato a lavorare a questo primo disco ufficiale nello studio che hanno condiviso per mesi a Milano, città dove si sono trasferiti dopo vari spostamenti e vicissitudini personali. Laioung – rapper, trapper, cantante e produttore musicale – nasce a Bruxelles nel 1992 da madre sierraleonese e padre pugliese, e vive in continuo movimento fra Bruxelles, Parigi, Londra, il Canada e varie città italiane. Il suo album “Ave Cesare – Veni, Vidi, Vici” (Sony Music), contenente 8 inediti e con i featuring di Guè Pequeno, Izi e Tedua, ha esordito al quarto posto nella classifica FIMI degli album più venduti e ha riscosso consensi unanimi da critica e pubblico. Ancora prima, “Giovane giovane”, la sua hit con i featuring di Izi e Tedua, ha consacrato la sua esplosione. Isi Noice – rapper e trapper – nasce nel 1991 a Casablanca (Marocco), arriva in Italia nel 2001 con la sua famiglia e cresce a Torino tra Barriera di Milano e Porta Palazzo, due quartieri difficili. Momoney – rapper, trapper, cantante e produttore musicale – nasce a Torino nel 1989 da una giovane coppia mista composta da un ragazzo del Senegal, arrivato da poco in Italia, e una ragazza italiana. Hichy Bangz – rapper e trapper – nasce nel 1994 a Beni Mellal (Marocco) e, nel 2000, entra in Spagna con la zia sfuggendo ai controlli doganali per stabilirsi a Martorell (Barcellona) e poi, a undici anni, raggiungere il padre in Italia a Masserano (Biella) e passare i primi anni tra vari problemi familiari e disavventure in comunità.
TRACKLIST
01 – COME LA MIA GANG
Laioung x Isi Noice x Momoney x Hichy Bangz
Prod. Laioung
02 – VIA DA QUI
Laioung x Momoney x Isi Noice x Hichy Bangz
Prod. Laioung
03 – WOOH
Laioung x Isi Noice x Momoney
Prod. Laioung
04 – COME NOI
Laioung x Isi Noice x Momoney x Hichy Bangz
Prod. Laioung
05 – FAMILIA (feat. Gue Pequeno)
Laioung x Isi Noice x Momoney x Hichy Bangz
Prod. Laioung
06 – N.C.V.M. (feat. Luche)
Laioung x Isi Noice x Momoney x Hichy Bangz
Prod. Laioung
07 – HIT (feat. 7Liwa x Inkonnu x The Wind)
Laioung x Isi Noice
Prod. Laioung
08 – BOOGIE MEN (feat. Sedrick)
Momoney x Laioung x Hichy Bangz x Isi Noice
Prod. Momoney
09 – BANDO (feat. Malcky G)
Momoney x Isi Noice x Hichy Bangz x Laioung
Prod. Momoney
10 – ARABI & NERI
Laioung x Isi Noice x Momoney x Hichy Bangz
Prod. Laioung
11 – PARANOIA
Hichy Bangz x Momoney
Prod. Laioung
12 – SNC
Momoney x Laioung
Prod. Momoney x Laioung
13 – PRESENTE
Laioung
Prod. Momoney
14 – LADY MILLION
Laioung x Isi Noice x Momoney x Hichy Bangz
Prod. Momoney
15 – DON’T CALL ME
Laioung x Isi Noice x Momoney x Hichy Bangz
Prod. Momoney
16 – FLUS II (feat. Sedrick)
Laioung x Isi Noice x Momoney x Hichy Bangz
Prod. Laioung
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“Guernica” è un suono che graffia: Pretty Riky e The Musher tra caos, analogico e verità

In un panorama musicale dove l’estetica spesso prevale sull’urgenza espressiva, Guernica è un disco che va in controtendenza: sporco, viscerale, artigianale. Firmato da Pretty Riky e The Musher, l’album nasce da una ricerca sonora istintiva ma consapevole, dove le macchine analogiche, il sampling e l’imperfezione diventano strumenti narrativi. Nessuna rincorsa al trend, nessuna patina levigata: solo suoni vissuti, tagliati a orecchio e cuciti con mani che sanno da dove vengono.
Abbiamo incontrato i due artisti per parlare di produzione, coerenza creativa, strumenti, influenze e del valore – oggi raro – di costruire un disco che non ha paura di sembrare ruvido. Perché Guernica non cerca scorciatoie: preferisce lasciare cicatrici sonore.
Le produzioni del disco hanno un’identità forte, analogica, quasi ruvida. Che tipo di ricerca sonora c’è stata dietro Guernica?
È stata una ricerca istintiva, ma precisa. Non volevamo un disco “liscio” — volevamo qualcosa di umano, che suonasse vissuto. Come un muro scrostato. Abbiamo lavorato su texture, layering sporchi, atmosfere a volte malinconiche. Cercavamo suoni imperfetti, ma capaci di raccontare. Suoni Hi-Fi che sembrassero low-life. Allo stesso tempo, abbiamo voluto includere anche momenti più energici e sognanti, per restituire quella tensione costante tra caos e bellezza.
The Musher, il tuo stile è molto riconoscibile. Come riesci a rimanere fedele a una visione mentre evolvi?
Per me la coerenza non è staticità. È come camminare su una linea curva: cambia il paesaggio, ma sai sempre da dove vieni. Ho una sensibilità per certi suoni — la polvere, il rumore, il vintage — ma ogni volta provo a sfidarmi. Mi piace prendere un campione, tagliarlo, sporcarlo, ricomporlo. Renderlo mio. È un processo creativo ma anche molto giocoso. Le nuove sonorità mi intrigano, ma cerco sempre di partire da un punto ben definito: le mie radici sono nel jazz, nel soul, nel blues, nella black music. È da lì che esploro il resto.
Pretty Riky, dal 2018 produci anche i tuoi beat. Com’è stato lasciare la produzione completamente a un altro artista per questo disco?
a dire il vero lasciare le produzioni in mano a The Musher è stato stimolante… era un periodo che non scrivevo più rap, non producevo più hip hop ed ero lontano da qualsivoglia concetto di scena… Diciamo che è stato anche grazie a The Musher se sono rientrato nel gioco del rap.
Che ruolo ha avuto la strumentazione analogica (SP-404, Akai, groovebox) nel plasmare l’atmosfera dell’album?
Il Korg Electribe e l’SP mi hanno accompagnato nella quotidianità. Questo disco è nato nei momenti normali: per conciliare il sonno, tra una forchettata di pasta al pesto e l’altra, sul balcone. La base di Più Ecologico, ad esempio, l’ho prodotta su una panchina a Olux, in mezzo alla natura, senza schermi. Quando arriva lo stimolo giusto, e viene dall’esterno, la musica si scrive quasi da sola. Ovviamente poi il lavoro al computer ha il suo peso, ma per chi, come me, ama l’analogico, il campionare da vinile e choppare a orecchio è una parte fondamentale. Trovo che avere tutto a portata di clic possa rendere sterile la fase iniziale della creazione.
Ci sono giganti come J Dilla, Madlib, The Alchemist e 9th Wonder che hanno reso i campionatori veri strumenti musicali. È quella la scuola che sento più mia.
Il disco alterna momenti molto densi ad altri rarefatti. Come avete costruito il ritmo narrativo senza sacrificare la coerenza?
Il disco alterna momenti densi e altri più rarefatti, senza perdere coerenza. Ci sono brani classicamente rap e altri con sonorità più morbide, che ti avvolgono. Parte in modo violento, poi si rilassa, diventa scuro e sperimentale, per poi aprirsi nel finale. È un viaggio emotivo, ma con una direzione ben precisa.
C’è un suono, un dettaglio o una scelta tecnica in particolare che vi ha fatto dire: “questo è Guernica”?
L’atmosfera finale ce l’ha suggerito. Anche la stessa stesura di alcuni brani. È stato un disco che si è evoluto nel tempo. Aggiungendo e togliendo elementi. Rendendo questo disco molto prezioso con ogni traccia che ha una sua storia e nel suo insieme venne fuori Guernica.
Quanto è difficile oggi proporre un sound “sporco” e fuori dai trend senza scendere a compromessi?
Sicuramente non è un disco pensato per l’industria pop. Ma il panorama sta cambiando. La musica alternativa ha sempre più ascoltatori, anche se è ancora spesso costretta a rientrare in standard sonori troppo puliti.
Detto questo, ci sono artisti che hanno sovvertito le regole — penso a Tyler The Creator, Lil Yachty , ma anche ad altri che disco dopo disco stanno riscrivendo il pop da dentro. È ovvio: se vuoi arrivare su certi palchi, qualche compromesso ci vuole. Ma non devi perdere l’anima.
C’è un artista o un disco a cui avete guardato come ispirazione, anche solo emotiva?
Assolutamente. L.A. Salami è stata una delle prime ispirazioni, per quel suo modo di fondere folk e rap in modo sincero. Poi Saba, e produttori come Kenny Segal, Lil Ugly Mane che lavorano con un suono rarefatto, underground, ma pieno di atmosfera.

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Il racconto di una corsa affannosa verso la tanta agognata ”Calma”, il nuovo brano di Alessandro, in uscita il 13 giugno

Il racconto di una corsa affannosa verso la tanta agognata Calma, il nuovo brano di Alessandro, in uscita il 13 giugno per Honiro Label.
Come scriveva il buon Pascal, il divertissement ci distrae dalla fatica di vivere il mondo, dalla noia asfissiante e da quelle domande che sanno inglobare i pensieri in una matrioska infinita e spesso fuorviante. Quindi, da qui nasce il desiderio di rimanere dentro la frenesia, che, allo stesso tempo, logora ogni parte della nostra anima. Tra sonorità pop e folk, l’artista compie un delicato viaggio di crescita in cui non si cerca necessariamente una soluzione del paradosso, ma di trovare nella baraonda uno spiraglio di serenità.‘’Ho scritto ‘’Calma’’ volendo comunicare il mio bisogno di essere sempre attivo, fare qualcosa, tenere la mente e il corpo mai fermi, perché anche un breve momento di nulla porta la mia testa a fare pensieri infiniti in loop, che non finiscono mai. Però, allo stesso tempo, vorrei respirare. Vivo dentro un paradosso dal quale non riesco ad uscire, dove rimango con lo stesso caos da cui vorrei scappare’’ – ci racconta l’artista.
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Sognando ad occhi aperti con tanta voglia di futuro e ”zero ore di sonno”, il primo EP di sedici, in uscita il 13 giugno

Sognando ad occhi aperti con tanta voglia di futuro e zero ore di sonno, il primo EP di sedici, in uscita il 13 giugno per Honiro Label e Luppolo Dischi.
Un percorso che non è mai a senso unico, tra la vita di tutti i giorni che teletrasporta le nostre emozioni da un estremo all’altro e il desiderio di andare oltre, immedesimarsi in un dopo che ancora non vediamo, ma che ci spinge sempre a migliorarci, a crescere. Con atmosfere teen pop e una penna marcatamente gen z, sedici riesce a mettere a nudo non solo le sfide che si affrontano nel ‘’diventare grandi’’, ma anche quell’energia che riesce a rendere ogni esperienza unica nel suo genere, che dà la forza di conquistare il mondo.
““0 ore di sonno” è il manifesto della mia età, del mio stile di vita, e della mia musica. Giorni che si mescolano alle notti, ore passate a scrivere canzoni, a vivere, a rincorrere emozioni. Alla mia età ci sono giorni in cui non si dorme, e altri in cui si dorme di giorno per recuperare, perché la notte è troppo piena di idee, pensieri, storie da raccontare. Da una parte racconto l’ansia del futuro, dall’altra la voglia di prendersi il mondo. Abbiamo tutto il tempo e il dovere di farlo. – ci racconta l’artista.
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