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UrBurners, un mese di Hip Hop e culture urbane in SardegnaURBURNERS LAB: Connessioni di Cultura Urbana, Aprile 2025 a Nuoro
UrBurners torna a far parlare di sé dopo il Root Down, la fortunata jam che ha avuto luogo nel settembre 2024 e che ha ufficializzato la nascita di UrBurners e i 40 anni di Hip Hop nella città di Nuoro. Per tutto il mese di aprile, a partire dal 4 aprile fino al 3 maggio 2025, UrBurners sarà protagonista di evento unico per la città e in generale per la Sardegna.
In un momento storico dove le connessioni sociali e culturali sono fondamentali per la crescita di una comunità, l’associazione lancia “URBURNERS LAB: Connessioni di Cultura Urbana” con l’obiettivo di trasformare il Polifunzionale di Via Roma a Nuoro in un catalizzatore di energie creative e di scambio culturale.
I fondatori di UrBurners spiegano:” Questo evento è una bella un’opportunità per la comunità di sperimentare, apprendere e condividere le diverse forme espressive della cultura urbana attraverso alcuni dei suoi esponenti più attivi. L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che Nuoro, come molte realtà urbane contemporanee, necessita di spazi di aggregazione dove le energie creative possono fluire liberamente, creando connessioni significative tra diverse generazioni e background culturali. In un’epoca dominata dall’intelligenza artificiale, noi vogliamo promuovere invece un’intelligenza analogica, fondata sul contatto umano diretto, sulla corporeità e sull’esperienza sensoriale collettiva”
“URBURNERS LAB: Connessioni di Cultura Urbana” aprirà le sue porte il4 aprile alle 18:00 con un Dj set e tre mostre in contemporanea: la mostra personale del writer e illustratore Luca Rise Neon “Rice Neon – Characters, Sketch and Illustration”; “From the streets to the masterpiece: Keepin’ it Real”, una multimedia exhibition e mostra collettiva cheproporrà aerosol, street art e arriverà a toccare l’arte in un’accezione di ampio respiro, per finire, la mostra fotografica di Luca Bober e Giuseppe Grim “Frames Adrenaline”, un viaggio attraverso il DNA pulsante nella cultura Hip-Hop.
Durante tutto il mese, il programma prevede workshop di breaking e writing, laboratori creativi, proiezioni cinematografiche in collaborazione a Hip Hop Cinefest di Roma. Il Polifunzionale di via Roma diventerà un luogo di incontro in cui artisti e cittadini potranno condividere esperienze e competenze.
Il programma completo con tutte le informazioni sull’evento, i partner e gli sponsor saranno disponibili sul sito ufficiale dell’associazione: www.urburners.com !
Nome Evento: “URBURNERS LAB: Connessioni di Cultura Urbana”
Location: Polifunzionale Via Roma, Nuoro
Data: 4 aprile (inaugurazione ore 18) – 3 maggio 2025
Giorni di chiusura: 7 Aprile. 14 Aprile. 20 e 21 Aprile. 28 Aprile e 1° Maggio
Orari di apertura: ore 18:00 – 21:00
Qualcosa su UrBurners: Hip Hop e Arte Urbana per il Cambiamento Sociale
UrBurners è un’associazione culturale no-profit nata a Nuoro nel dicembre 2023 che si ispira alla Dichiarazione di Pace dell’Hip Hop riconosciuta dall’ONU. La nostra missione dell’associazione è utilizzare la cultura Hip Hop e le espressioni artistiche urbane come strumenti per abbattere le barriere sociali e promuovere l’inclusione, nel solco degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030.
Attraverso arti visive, musica, danza e altri linguaggi creativi urbani, UrBurners punta allo sviluppo dell’autostima e del pensiero critico, coinvolgendo i cittadini nei processi di riqualificazione e valorizzazione del territorio.
Sito Ufficiale: www.urburners.com
Info: Urburners23@gmail.com
Press: Comdart Group : selene.grandi@libero.it

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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25
Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.
IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO
Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.
ASTRONAVE – OTTOBRE
Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.
FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA
Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.
MI MANIFESTO – PAN DAN
Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.
7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)
Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.
NESSUNA – ALTEA
Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.
VOCE – MADA
Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.
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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre
In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.
Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.
“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.
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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha
Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.
BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.
BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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