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Fuori ora “HOTEL MONTANA” l’album di Yung Snapp. All’interno del progetto le collaborazioni con ANNA, GEOLIER, COCO…

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Finalmente lHOTEL MONTANA (Warner Music Italy) di Yung Snapp spalanca le porte.

Dopo l’evento esclusivo che YUNG SNAPP ha riservato ai suoi fan pochi giorni fa a Milano, facendoli entrare fisicamente nelle stanze dell’Hotel Montana, adesso l’artista è pronto a mostrare a tutti il suo primo album solista.

Come in un Hotel ogni stanza ha un tema e prende la forma di chi la vive, così ogni traccia dell’album ha una sua identità, un suo suono. Ogni creazione rappresenta le influenze musicali, le personalità artistiche e la voglia di creare un crossover di generi fluido e dinamico. 

Tra banger e canzoni più melodiche, Yung Snapp non torna soltanto con “another hit”, ma ci fa entrare in un progetto ricco di elementi, in cui la freschezza e la spensieratezza si incontrano e scontrano con il suo lato più intimo e conscious. 

In questo nuovo progetto le sonorità delle sue produzioni vanno dalla trap, all’house, dall’afro all’RnB, fino al carribean pop, al crunk e tra nuove e consolidate collaborazioni ci sono: Diss Gacha, Geolier, MamboLosco, CoCo, Lele Blade, Icy Subzero, Mv Killa e ANNA.

Di seguito la tracklist:

1 Primm Ca M N Vac 
2 Money Cash Feat. Diss Gacha 
3 Kiss You (F**k You) Feat. Geolier
4 Basti Tu 
5 Champagne Problems Feat. MamboLosco 
6 Tutto L’Oro 
7 Solo Feat. CoCo 
8 Ma Xkè A Me? 
9 Sincer Feat. Lele Blade, Icy Subzero
10 ATM Feat. Mv Killa 
11 Ngopp ‘A Di 
12 Shawty Feat. ANNA 
13 Thanks 

Antonio Lago, in arte Yung Snapp, nasce a Napoli nel 1996. Nel 2015 entra a far parte del collettivo 365 MUV, dove conosce Lele Blade e Vale Lambo con i quali forma il gruppo Le Scimmie.

Il 30 settembre 2016 viene rilasciato in free download sul sito di Dogozilla il primo album in studio de Le Scimmie, intitolato El Dorado. Yung Snapp cura tutte le produzioni dell’album. Nel frattempo comincia a produrre per volti noti del panorama hip hop italiano, tipo Gué, Clementino, Fabri Fibra, Emis Killa e Ntò.

Nel 2019 fonda il collettivo SLF (acronimo di Solo La Fam) insieme a Lele Blade, MV Killa, Vale Lambo e Niko Beatz, dopo essere usciti da 365 MUV. Il primo brano del collettivo SLF, intitolato “Squad”, esce nel 2020.

Il 25 settembre dello stesso anno esce “Come il mare” di Vale Lambo, album in cui Yung Snapp collabora in nove tracce come produttore e beatmaker. Durante il 2020 rilascia alcuni singoli che anticipano “Hours”, il primo album in studio da rapper per Yung Snapp, realizzato in collaborazione con MV Killa, che contiene al suo interno il brano “Splash” certificato oro.

Nel 2021 duetta con Lele Blade nel singolo “Just for fun” e produce alcune tracce del suo album “Ambizione” (disco d’oro). Nello stesso anno esce la seconda traccia del collettivo SLF, “Ready”, che anticipa l’album “WE THE SQUAD Vol. 1” (disco d’oro), che contiene la hit “Travesuras”, certificata platino.

Nel luglio 2022 esce una nuova versione del mixtape con 6 nuovi brani. Nell’autunno 2022 pubblica i primi due singoli come solista, “Montana” e “Shawty” feat. Anna.

È inoltre il producer principale del nuovo album di MV Killa, “Fede”, pubblicato ad aprile 2023. Il 5 maggio esce “Sincer”, terzo singolo come solista con i featuring di Lele Blade e Icy Subzero.

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“Guernica” è un suono che graffia: Pretty Riky e The Musher tra caos, analogico e verità

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In un panorama musicale dove l’estetica spesso prevale sull’urgenza espressiva, Guernica è un disco che va in controtendenza: sporco, viscerale, artigianale. Firmato da Pretty Riky e The Musher, l’album nasce da una ricerca sonora istintiva ma consapevole, dove le macchine analogiche, il sampling e l’imperfezione diventano strumenti narrativi. Nessuna rincorsa al trend, nessuna patina levigata: solo suoni vissuti, tagliati a orecchio e cuciti con mani che sanno da dove vengono.
Abbiamo incontrato i due artisti per parlare di produzione, coerenza creativa, strumenti, influenze e del valore – oggi raro – di costruire un disco che non ha paura di sembrare ruvido. Perché Guernica non cerca scorciatoie: preferisce lasciare cicatrici sonore.

Le produzioni del disco hanno un’identità forte, analogica, quasi ruvida. Che tipo di ricerca sonora c’è stata dietro Guernica?
È stata una ricerca istintiva, ma precisa. Non volevamo un disco “liscio” — volevamo qualcosa di umano, che suonasse vissuto. Come un muro scrostato. Abbiamo lavorato su texture, layering sporchi, atmosfere a volte malinconiche. Cercavamo suoni imperfetti, ma capaci di raccontare. Suoni Hi-Fi che sembrassero low-life. Allo stesso tempo, abbiamo voluto includere anche momenti più energici e sognanti, per restituire quella tensione costante tra caos e bellezza.

The Musher, il tuo stile è molto riconoscibile. Come riesci a rimanere fedele a una visione mentre evolvi?
Per me la coerenza non è staticità. È come camminare su una linea curva: cambia il paesaggio, ma sai sempre da dove vieni. Ho una sensibilità per certi suoni — la polvere, il rumore, il vintage — ma ogni volta provo a sfidarmi. Mi piace prendere un campione, tagliarlo, sporcarlo, ricomporlo. Renderlo mio. È un processo creativo ma anche molto giocoso. Le nuove sonorità mi intrigano, ma cerco sempre di partire da un punto ben definito: le mie radici sono nel jazz, nel soul, nel blues, nella black music. È da lì che esploro il resto.

Pretty Riky, dal 2018 produci anche i tuoi beat. Com’è stato lasciare la produzione completamente a un altro artista per questo disco?
a dire il vero lasciare le produzioni in mano a The Musher è stato stimolante… era un periodo che non scrivevo più rap, non producevo più hip hop ed ero lontano da qualsivoglia concetto di scena… Diciamo che è stato anche grazie a The Musher se sono rientrato nel gioco del rap.

Che ruolo ha avuto la strumentazione analogica (SP-404, Akai, groovebox) nel plasmare l’atmosfera dell’album?
Il Korg Electribe e l’SP mi hanno accompagnato nella quotidianità. Questo disco è nato nei momenti normali: per conciliare il sonno, tra una forchettata di pasta al pesto e l’altra, sul balcone. La base di Più Ecologico, ad esempio, l’ho prodotta su una panchina a Olux, in mezzo alla natura, senza schermi. Quando arriva lo stimolo giusto, e viene dall’esterno, la musica si scrive quasi da sola. Ovviamente poi il lavoro al computer ha il suo peso, ma per chi, come me, ama l’analogico, il campionare da vinile e choppare a orecchio è una parte fondamentale. Trovo che avere tutto a portata di clic possa rendere sterile la fase iniziale della creazione.
Ci sono giganti come J Dilla, Madlib, The Alchemist e 9th Wonder che hanno reso i campionatori veri strumenti musicali. È quella la scuola che sento più mia.

Il disco alterna momenti molto densi ad altri rarefatti. Come avete costruito il ritmo narrativo senza sacrificare la coerenza?
Il disco alterna momenti densi e altri più rarefatti, senza perdere coerenza. Ci sono brani classicamente rap e altri con sonorità più morbide, che ti avvolgono. Parte in modo violento, poi si rilassa, diventa scuro e sperimentale, per poi aprirsi nel finale. È un viaggio emotivo, ma con una direzione ben precisa.

C’è un suono, un dettaglio o una scelta tecnica in particolare che vi ha fatto dire: “questo è Guernica”?
L’atmosfera finale ce l’ha suggerito. Anche la stessa stesura di alcuni brani. È stato un disco che si è evoluto nel tempo. Aggiungendo e togliendo elementi. Rendendo questo disco molto prezioso con ogni traccia che ha una sua storia e nel suo insieme venne fuori Guernica.

Quanto è difficile oggi proporre un sound “sporco” e fuori dai trend senza scendere a compromessi?
Sicuramente non è un disco pensato per l’industria pop. Ma il panorama sta cambiando. La musica alternativa ha sempre più ascoltatori, anche se è ancora spesso costretta a rientrare in standard sonori troppo puliti.
Detto questo, ci sono artisti che hanno sovvertito le regole — penso a Tyler The Creator, Lil Yachty , ma anche ad altri che disco dopo disco stanno riscrivendo il pop da dentro. È ovvio: se vuoi arrivare su certi palchi, qualche compromesso ci vuole. Ma non devi perdere l’anima.

C’è un artista o un disco a cui avete guardato come ispirazione, anche solo emotiva?
Assolutamente. L.A. Salami è stata una delle prime ispirazioni, per quel suo modo di fondere folk e rap in modo sincero. Poi Saba, e produttori come Kenny Segal, Lil Ugly Mane che lavorano con un suono rarefatto, underground, ma pieno di atmosfera.


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Il racconto di una corsa affannosa verso la tanta agognata ”Calma”, il nuovo brano di Alessandro, in uscita il 13 giugno

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Il racconto di una corsa affannosa verso la tanta agognata Calma, il nuovo brano di Alessandro, in uscita il 13 giugno per Honiro Label

Come scriveva il buon Pascal, il divertissement ci distrae dalla fatica di vivere il mondo, dalla noia asfissiante e da quelle domande che sanno inglobare i pensieri in una matrioska infinita e spesso fuorviante. Quindi, da qui nasce il desiderio di rimanere dentro la frenesia, che, allo stesso tempo, logora ogni parte della nostra anima. Tra sonorità pop e folk, l’artista compie un delicato viaggio di crescita in cui non si cerca necessariamente una soluzione del paradosso, ma di trovare nella baraonda uno spiraglio di serenità.‘’Ho scritto ‘’Calma’’ volendo comunicare il mio bisogno di essere sempre attivo, fare qualcosa, tenere la mente e il corpo mai fermi, perché anche un breve momento di nulla porta la mia testa a fare pensieri infiniti in loop, che non finiscono mai. Però, allo stesso tempo, vorrei respirare. Vivo dentro un paradosso dal quale non riesco ad uscire, dove rimango con lo stesso caos da cui vorrei scappare’’ – ci racconta l’artista.

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Sognando ad occhi aperti con tanta voglia di futuro e ”zero ore di sonno”, il primo EP di sedici, in uscita il 13 giugno

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Sognando ad occhi aperti con tanta voglia di futuro e zero ore di sonno, il primo EP di sedici, in uscita il 13 giugno per Honiro Label e Luppolo Dischi.

Un percorso che non è mai a senso unico, tra la vita di tutti i giorni che teletrasporta le nostre emozioni da un estremo all’altro e il desiderio di andare oltre, immedesimarsi in un dopo che ancora non vediamo, ma che ci spinge sempre a migliorarci, a crescere. Con atmosfere teen pop e una penna marcatamente gen z, sedici riesce a mettere a nudo non solo le sfide che si affrontano nel ‘’diventare grandi’’, ma anche quell’energia che riesce a rendere ogni esperienza unica nel suo genere, che dà la forza di conquistare il mondo.

“0 ore di sonno” è il manifesto della mia età, del mio stile di vita, e della mia musica. Giorni che si mescolano alle notti, ore passate a scrivere canzoni, a vivere, a rincorrere emozioni. Alla mia età ci sono giorni in cui non si dorme, e altri in cui si dorme di giorno per recuperare, perché la notte è troppo piena di idee, pensieri, storie da raccontare. Da una parte racconto l’ansia del futuro, dall’altra la voglia di prendersi il mondo. Abbiamo tutto il tempo e il dovere di farlo. – ci racconta l’artista.

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