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“SI M’ANNAMMOR’”, fuori ora il nuovo singolo di GABRIELE ESPOSITO

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“SI M’ANNAMMOR’” (Asino Dischi distribuito da The Orchard) è il nuovo singolo di Gabriele Esposito fuori da venerdì 22 settembre su tutte le principali piattaforme digitali.

Un brano leggero e spensierato caratterizzato dal suono di un semplice ma efficace riff di chitarra, tipico di Gabriele, che accompagna l’ascoltatore all’interno del brano in un insieme di melodie distese ed energiche in cui l’artista racconta la paura che si prova nella fase dell’innamoramento.

“Si m’annammor nun pare ‘a vita mí, m’aggio ‘mparato comme se fa a suffrí”. Le cose più
belle, come innamorarsi, sono spesso quelle che ci fanno più paura. Amare ci rende
vulnerabili, ci cambia al punto di non riconoscerci più e di non riconoscere la vita alla quale
eravamo abituati”

commenta Gabriele Esposito

Il singolo arriva dopo aver ricevuto il “XXIII Premio Massimo Troisi” per la folgorante e coinvolgente ascesa artistica, il tour estivo che ha toccato oltre venti città italiane, l’uscita del brano “ARET ‘A ‘NU PENZIERO” con cui ha vinto il Premio Franco Del Prete (miglior testo in lingua napoletana) e il singolo “L’UNICA” che ha riscosso un grande successo tra il pubblico, che si è identificato nel racconto di questa ballad romantica, totalizzando oltre un milione e mezzo di stream. L’artista, nel corso della sua carriera, ha sempre sperimentato, reinventando nel suo stile tipico brani di artisti celebri come la cover di “Me staje appennenn’ amò” di LIBERATO con più di due milioni di stream e la pubblicazione sui social della cover in dialetto napoletano di “Tango” di Tananai ottenendo, in pochi giorni, oltre un milione di visualizzazioni.

Gabriele Esposito è un cantante e cantautore italiano nato a Napoli nel 1998. A soli 17 anni partecipa alla decima edizione di XFactor, esperienza che lo fa conoscere al grande pubblico. Intraprende poi un tour acustico suonando tra le strade delle principali città italiane incontrando il favore del pubblico che lo aiuta, tramite una raccolta fondi su MusicRaiser, a realizzare il suo primo EP in inglese “Mindindividual 2.0”. Le sue influenze musicali spaziano da John Mayer, passando per Frank Ocean arrivando a Pino Daniele. Nel 2017 decide di ritentare l’esperienza del talent show e si presenta a XFactor con l’inedito “Limits”. Gabriele
poi torna alle sue radici, inizia a scrivere canzoni in dialetto napoletano e pubblica il singolo “Napoli lo-fi” che riscuote l’approvazione del pubblico. L’artista continua ad esibirsi in strada, scegliendo i luoghi a cui si sente più legato. Tra questi: Salerno, Cava dei Tirreni, e soprattutto Napoli, più precisamente in Via Scarlatti. Nel 2022 pubblica un EP che prende il nome appunto da “Via Scarlatti” composto da cinque brani di artisti napoletani. L’EP riscuote un successo enorme. Raggiunge più di un milione di streaming in pochi mesi e portando Gabriele in giro per l’Italia nel suo “Love Napoli Live”. Il 22 dicembre dello stesso anno esce “L’UNICA”, una ballata romantica in napoletano, che parla di un amore semplice, ma allo stesso tempo speciale, unico. Ad un mese dalla sua uscita il brano ha totalizzato più di 200k di streaming. Raggiunge la quinta posizione in “Viral 50 Italy” su Spotify con tanto di copertina su “Napoli Centro”, prima playlist di Spotify per la musica napoletana. Attualmente Gabriele è a lavoro su nuovi brani, il 26 maggio è uscito il singolo “ARET ‘A ‘NU PENZIERO” e il 22 settembre pubblicherà il brano “SI M’ANNAMMOR’”.

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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25

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Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.

IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO

Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.

ASTRONAVE – OTTOBRE

Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.

FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA

Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.

MI MANIFESTO – PAN DAN

Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.

7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)

Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.

NESSUNA – ALTEA

Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.

VOCE – MADA

Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.

Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.

“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.

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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha

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Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.


BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.

BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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