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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #1
Inauguriamo la nostra nuova rubrica di consigli musicali con canzoni che sanno di sogni, a volte infranti, a volte talmente potenti da tenerci in vita e dare coerenza alla nostra quotidianità. Alla pesantezza c’è anche una risposta alternativa: la rivoluzionaria leggerezza che regala non solo un punto di vista diverso col quale guardare il mondo, ma anche la possibilità di coltivare i frammenti salvifici di stupore che hanno il sapore di FUTURO. Nella cover digitale della settimana la magia e l’eleganza di Prim.
MMH MMH – PRIM
Un suono alternativo, fresco, che rincuora e che aiuta a ritrovare la bussola in una realtà diffidente e frenetica, dove il bisogno di leggerezza e anima si fanno sentire sempre più. Spesso pesiamo gli occhi degli altri con una bilancia più ideale che veritiera. Forse, nella bellezza di ciò che siamo, della nostra espressione vitale, è necessario semplicemente surfarci sopra senza paura.
UYE – APOLLO QUATTRO
Un potente atto d’amore, di sopravvivenza elegante della propria sensibilità, nonostante le vicende della vita e dei sentimenti che scorrono davanti a noi, che possono lasciarci inermi e sopraffarci o, alla meglio, farci reagire e renderci persone migliori. Le melodie di un altro tempo e la sperimentazione fanno da contorno ad una delicatezza unica nel suo genere che riesce perfettamente a sintetizzare un vuoto che non è tanto da colmare, quanto da educare e coltivare.
CUIDADO – SECONDO QUARTO – BRIDA
Suono riconoscibile e accattivante, che riesce a trasportare con arte l’alchimia e la fusione fisica e mentale tra due persone, nel bene o nel male, al di là di tutto. Ed è proprio qui il mantra: non rintracciare a tutti i costi una linea su ciò che vivi, ma fatti trasportare dal potere della sua essenza.
21 – PABLO MURPHY
Sonorità d’oltreoceano in una dimensione pop punk che ci regala un perfetto quadro impressionista dell’essere giovani e avere una vita davanti: tentativi ed errori, prese di posizione e cambi di rotta, ma, soprattutto, energia da vendere per prendere e conquistare il mondo. Anche se il giudizio degli altri, nel suo essere costruttivo o distruttivo, ha un’ascendente sulle nostre scelte, alla fine, l’importante è scommettere, provarci, per non annegare nel rimpianto. ”A 21 anni va bene così”.
B3 – CECILE, BHADMARI
Un delicato passaggio tra ciò che vediamo dentro di noi e ciò che si vede dall’esterno, in un incontro artistico sinergico, simbiotico che rende poetica la paurosa sensazione del vuoto, affrontandola tra il coraggio e il tatto sublime. Le vibrazioni elettroniche e la ricerca sonora fanno da specchio a una wave musicale che prende sempre più spazio nel contesto nostrano, dove i loro progetti saranno parte di un roseo futuro per la musica.
PISELLI – MATTEO ALIENO
Una delle penne italiane più forti ritorna con un potente inno all’amicizia e allo stupore, tra suoni dal gusto internazionale e un’attitudine artistica originale, personale. La sincera lealtà nei confronti delle persone a cui si tiene prende vita in uno splendido atto teatrale e dinamico della creatività. E, se il mondo in un continuo cambiamento, che diventa sempre più incerto e angosciante, ci appare a tratti mostruoso, finché abbiamo il nostro migliore amico accanto, anche lo scoglio insormontabile è meno pesante.
FUMANTINA – LAILA AL HABASH
Un atteso ritorno che sa di un pop fuori da ogni concezione del tempo, immortale, affascinante, tra un linguaggio quotidiano e naturale, dove un manifesto personale di benessere con se stessi diventa la nave con cui navigare oltre i limiti, oltre i confini. Che questo nuovo brano sia l’inizio di un nuovo capitolo artistico che ci possa rendere tutti un po’ ”fumantini”, contemplando la bellezza del vivere.
CARTONE – DENTROKAPPA
Elettronica e flusso di coscienza sono i fari di un progetto artistico di carattere, che riesce ad attraversa chi ascolta nei dubbi, nelle paure, nell’entusiasmo e nella frenetica voglia di correre verso la serenità, che in qualche modo ci appare un pezzo di cartone bagnato. D’altronde, non ci sono soluzioni tascabili ai grandi dilemmi, ma libri che si possono scrivere con il tempo e diventare bestseller per la nostra anima.
C’EST FANTASTIQUE – MILLE
Tra eleganti ironie e la grande forza di congiunzione di uno spirito classico e uno sguardo attuale e futuristico, il ballo incalzante, creativo e sagace sulla società delle contraddizioni, dei detti e non detti, delle polemiche o di grandi inutili feste, in cui sopravvivere sembra un miraggio o un’opportunità. Mille riesce sempre a stupire il suo pubblico per non solo per l’intelligenza con cui descrive il mondo, ma anche per come percepisce le emozioni interne ed esterne, trasformandole in vere opere d’arte.
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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25
Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.
IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO
Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.
ASTRONAVE – OTTOBRE
Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.
FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA
Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.
MI MANIFESTO – PAN DAN
Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.
7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)
Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.
NESSUNA – ALTEA
Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.
VOCE – MADA
Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.
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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre
In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.
Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.
“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.
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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha
Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.
BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.
BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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