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Joe Scacchi, Tommy Toxxic e gli Psicologi in “HO UN AMICO”

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Joe Scacchi, Tommy Toxxic e gli Psicologi in “HO UN AMICO” il loro nuovo singolo disponibile da oggi, venerdì 8 gennaio, su tutte le piattaforme digitali (Polydor/Universal Music).

A quasi due mesi di distanza dall’ultimo singolo Capo feat. Ketama126, Joe Scacchi e Tommy Toxxic tornano con un altro speciale featuring e pubblicano un nuovo brano molto personale.   

Cosa succede quando un duo come quello formato da Drast e Lil Kaneki, incontra un duo come Wing Klan“Ho un amico” è un brano indie rap che celebra la lealtà e la fiducia reciproca che si crea in un’amicizia sincera, come quella che unisce da sempre Joe e Tommy, protagonisti della nuova wave romana. 

Come in un film, nel testo di HO UN AMICO di Joe Scacchi e Tommy Toxxic feat. PSICOLOGI scorrono immagini legate soprattutto all’infanzia e al periodo della scuola, sullo sfondo di una Roma così grande che a volte può far sentire soli. Diventa fondamentale la presenza di un amico vero, su cui contare nonostante tutto e con cui condividere la quotidianità e i sogni. 

Il nuovo singolo rappresenta la voce di una generazione che, malgrado viva in un mondo di relazioni sempre più fragili e virtuali, continua a credere negli ideali e nei valori forti. 

Qui potete ascoltare “Ho un amico” il nuovo singolo di Joe Scacchi e Tommy Toxxic feat. PSICOLOGI.

Wing Klan nasce a Roma dall’unione dalla creatività e dall’amicizia tra Joe Scacchi e Tommy Toxxic. Nel 2017 i due artisti iniziano a pubblicare i primi video musicali per farsi notare nel panorama urbano. Nel 2018 pubblicano “I can fly” il loro primo tape. Wing Klan è un duo ma si distingue dal panorama musicale per le capacità di cimentarsi anche come solisti e per le differenze tra i due membri.

Nel 2018 conosco NikeNinja che grazie alle sue produzioni riesce a rendere al meglio il lato solista del gruppo. Nel 2019 Tommy Toxxic pubblica “Ghost” e nel 2020 “Danza delle streghe”, mentre Joe Scacchi pubblica “Marketing” nel novembre 2019. Tre album molto diversi ma complementari, apprezzati molto dalla critica per la ricerca di tematiche e suoni che si differenziano dal resto del panorama musicale rap in Italia.  L’obiettivo del Wing Klan è far volare, metaforicamente, l’ascoltatore ed elevarsi dal contesto urbano dove nasce il klan. 

Joe Scacchi nasce a Roma il 24 aprile 1995. Fin da bambino è appassionato di musica e del genere rap dove trova molti spunti artistici, con grande attenzione al panorama oltre oceano. Cresciuto in un ambiente di arte e strada riesce a far immergere l’ascoltatore nelle sue liriche, spesso crude e cupe che riescono a creare un immaginario ben definito. Joe nel 2019 pubblica “Marketing”, il suo primo progetto da solista. Oltre a totalizzare diversi milioni di visualizzazioni con il progetto, è riuscito a farsi notare dal grande pubblico con collaborazioni del calibro di Ketama126, Franco126 e Rosa Chemical. Joe è molto poliedrico. Nella sua carriera troviamo temi centrali di una generazione, problemi di vita e problemi d’amore. Racconta uno spaccato della società in maniera diretta e senza filtri. 

Tommy Toxxic nasce a Roma il 19 giugno 1995. Influenzato dal mondo americano cresce prevalentemente ascoltando Eminem con i suoi testi taglienti e poi più avanti diventa fan del Truceklan in particolar modo di Noyz Narcos. Con le sue liriche introspettive e melodie ipnotiche, riesce a trasmettere all’ascoltatore i suoi stati d’animo. Ma, allo stesso tempo, può spaziare fino a invertire la rotta e creare musica più tribale. Nel 2019 pubblica “Ghost” primo progetto da solista senza alcun feat. In questo dimostra di avere grande personalità, scrivendo in maniera diretta e pulita. Nel 2020 esce “La danza delle streghe” il suo secondo progetto da solista che vanta collaborazioni come Ketama126 e Franco126. Entrambi i progetti sono personali e con una musicalità innovativa che riesce ad arrivare al cuore dell’ascoltatore.

Gli album hanno totalizzato milioni di stream. Ma la cosa più importante rimane il legame tra lui ed i suoi fan, che non lo trattano semplicemente come il loro cantante preferito, ma come un fratello grande, come un amico. Tommy si è fatto notare con singoli come “Morto a dicembre”, “Isabel”, “Ghost”. Tracce che riescono a toccare l’animo di chi lo ascolta e racconta la sua vita in un misto di tristezza, emozioni e rabbia. 

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.

Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.

“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.

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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha

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Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.


BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.

BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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Afu-Ra presenta ”The Monk and The Wolf – Sulla via dello Spirito”. Un ponte tra New York e l’Italia

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Afu-Ra non ha bisogno di presentazioni. Membro storico della Gang Starr Foundation, voce riconoscibile ovunque e custode di una tradizione che mescola spiritualità, tecnica e consapevolezza, oggi sorprende tutti scegliendo l’Italia come cuore pulsante del suo nuovo progetto: The Monk and The Wolf – Sulla via dello Spirito.


L’artista racconta che questa direzione è nata “in modo naturale”, lavorando fianco a fianco con il collettivo italiano Smooke Out, che nel tempo è diventato una vera famiglia. Per Afu-Ra, l’Italia rappresentava un debito creativo mai realmente esplorato: “Mi supportate da sempre. Non avevo ancora fatto un progetto interamente per voi, con i vostri produttori, i vostri artisti, sulla vostra terra. Adesso era il momento.”
E infatti l’EP è un crocevia di talenti. Tra i produttori e gli artisti coinvolti spiccano nomi come DJ Jad (Articolo 31), Inoki, Bunna (Afriche Unite), Smooke Out, Maury B, Moder, Ladycat, MC Shark, Principe, Eugy (Bull Brigade), Kiffa, Dope One, Gianni KG, 1_44_98, gli scratch di Dj Zarra, Zorlak con produzioni firmate anche da DJ Trashnikov, Bella Espo, Fuso e Smooth e, nel brano Fort of Rebellion, le chitarre di Luca Morellato

Un cast multiforme che permette all’EP di spaziare tra hip hop, reggae, elettronica, rock, atmosfere classiche e venature sperimentali, mantenendo però la cifra spirituale e viscerale che da sempre contraddistingue Afu-Ra.
Il titolo racchiude l’essenza del progetto: The Monk and The Wolf – Sulla via dello Spirito è la somma delle due anime dell’artista — la ricerca interiore del monaco e la forza istintiva del lupo. È una metafora di equilibrio, vulnerabilità e protezione. “Siamo tutti un po’ monaci e un po’ lupi”, racconta Afu-Ra. “L’Italia stessa ha questo doppio volto: spirituale e selvaggia. È per questo che qui mi sento a casa.”
Più che competere con la sua storia passata — con brani entrati nell’enciclopedia dell’hip hop — Afu-Ra preferisce definire questo EP come un atto d’amore: una scelta di gratitudine, non di confronto.
Un progetto che parla al pubblico italiano, pensato per ispirare e per restituire qualcosa a chi lo ha accompagnato per una vita intera.

Vinili e merch: Un mondo che fa oltre al disco.

Per Afu-Ra The Monk and The Wolf – Sulla via dello Spirito non è solo un EP: è un oggetto, un’esperienza, un gesto di presenza fisica. Non stupisce quindi che tutta la parte del merch sia stata pensata come un’estensione naturale del progetto, quasi un rituale da vivere con le mani, con il respiro, con il corpo.
La prima cosa che colpisce è la scelta dei vinili. Afu-Ra non si è limitato a una semplice versione standard: ha voluto due identità visive, due anime che dialogano tra loro proprio come il monaco e il lupo del titolo. Da una parte un vinile nero, solido, essenziale, con quella profondità quasi meditativa tipica del suo immaginario. Dall’altra un vinile ambra, luminoso, caldo, più istintivo. Si possono acquistare separatamente oppure come coppia, e visti insieme sembrano già raccontare una storia prima ancora di metterli sul piatto.
Ma il cuore vero del merch è il Meet & Greet Experience Package, che non è “merchandising” nel senso tradizionale: è un piccolo rito. Chi lo acquista non trova solo gadget o collezionabili, ma entra in un momento personale con Afu-Ra: una lezione di respirazione asiatica, praticata dal vivo, il pomeriggio prima del live o la mattina successiva. È un frammento del suo percorso spirituale condiviso in modo diretto, un modo per capire da vicino l’origine delle energie che hanno dato forma all’EP.
Dentro il pacchetto ci sono anche oggetti fisici pensati come tappe di questo percorso:
un vinile rosso in edizione speciale, il CD, una shopper con grafiche dedicate, e una t-shirt del progetto. Tutto coordinato, tutto legato al concept, tutto costruito perché chi lo prende possa portarsi a casa un pezzo concreto dell’universo di The Monk and The Wolf – Sulla via dello Spirito.
È un modo di riportare la musica alla sua dimensione più umana: non solo streaming, ma contatto, atmosfera, presenza. E Afu-Ra, con la calma del monaco e la determinazione del lupo, ha deciso di offrirlo proprio qui, in Italia.

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