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Egreen e Nex Cassel: fuori ora l’album “LO VE”

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Esce oggi, 14 febbraio, “LO VE”, l’album di Egreen e Nex Cassel disponibile su tutte le piattaforme digitali. Il disco dei due pilastri della scena rap italiana, è composto da 10 tracce prodotte interamente da Nex Cassel ed è stato anticipato dal video della titletrack.


È successo tutto nel giro di pochi giorni, prima l’indizio comparso nelle pagine Instagram di Egreen e Nex Cassel, poi il video a sorpresa e quattro giorni fa l’annuncio di un joint album che vede unire le forze a due dei protagonisti del panorama rap italiano degli ultimi dieci anni.

“LO VE”, questo è il titolo dell’album della coppia che gioca sulle iniziali del Regno Lombardo-Veneto (presente sullo stemma della copertina) che sono anche le regioni di provenienza dei due rapper.

“Nex Cassel e io siamo sempre gli stessi, facciamo quello che vogliamo e oggi facciamo un disco fottutamente classico e freschissimo”
Egreen

“Questa non è roba vecchia, è antiquariato però in chiave moderna, è come se tu abitassi in un castello e te lo facessi nuovo”
Nex Cassel


Dieci tracce, tutte prodotte da Nex Cassel e senza collaborazioni al microfono, è questo “LO VE”, un album puramente rap che ripropone le atmosfere degli anni ’90 con una nuova visione attuale, fresca e coerente.

Anticipato dal video della titletrack (link al video), “LO VE” sarà presentato con un Release Party ad ingresso libero che si terrà oggi 14 febbraio al Ral8022 in via Corsico 3 a Milano dove dalle 18:00 alle 22:00 Egreen e Nex Cassel festeggeranno con la musica scelta da loro e con Spritz e Sbagliati ad un prezzo speciale.

L’album “LO VE” di Egreen e Nex Cassel è disponibile su tutte le piattaforme di streaming e su tutti gli store online.

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Cajo, il ritorno. “Redivivo” all’Hiroshima Mon Amour (22 maggio)

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Cajo, controverso rapper di Torino della classe ’75, torna dopo quasi 15 anni di assenza presentando il suo nuovo disco, “Redivivo”, sul palco dell’Hiroshima Mon Amour il 22 maggio 2025.

La storia di Cajo è segnata anche dal legame profondo con DJ Fabo, amico fraterno e compagno di visioni musicali con cui condivideva una promessa: non rimandare mai i propri sogni. 

In questa intervista, Cajo, ci racconta del suo passato, del suo ritorno e ci spiega qualcosa in più sul disco e sull’evento previsto per il 22 maggio a Torino. I biglietti per l’evento si possono acquistare qui: https://www.mailticket.it/evento/46655/cajo 

Cajo. Ti andrebbe di dire brevemente ai nostri lettori chi sei?

Sono Fantozzi e Charlie Brown. Un debole che ha scoperto di avere una gran forza. Un ex timido al quale sono cadute tutte le maschere. Uno sciocco autolesionista che per una volta ha deciso di volersi bene. Quello che sembrava tempo perso, talento sprecato, sconfitta, frustrazione… sono diventati il motore più potente di Redivivo. Se è vero che l’imbarazzo e la fretta sono due tra i nemici maggiori di chi tenti di proporre una qualunque forma di arte… ho dovuto e voluto fare pace con quei due mostri prima di lasciarmi in pace e scoprire io per primo che cosa davvero avevo da dire.

Come mai ad un certo punto hai smesso di fare rap. O meglio: di pubblicarlo?

La mia vita extra musicale mi ha man mano risucchiato, l’amore per gli altri ha anticipato quello per me stesso e mi sono dimenticato di me. Mi sono nascosto così bene che non mi trovavo più. Ma una certa ispirazione non ha mai smesso di venire a trovare lei me e così scrivevo anche sul ponteggio di un cantiere. Di notte con gli occhi su un sequencer e di giorno con le occhiaie. Ho lasciato che la quotidianità mi imponesse la razionalità e quella si è mangiata la magia. Ma poi la magia ha trovato il modo di farsi rivomitare.

Fino ad oggi che sei tornato con Redivivo. Che fra l’altro credo sia il tuo primo disco ufficiale. A cosa è dovuto il tuo ritorno?

Alle mie viscere, è dovuto alle mie viscere. Lo devo a loro e oggi le ringrazio. Ho sempre sentito questa spinta dentro che ripeteva “non ci credere, non ti spegnere”. “Io no” tipo Vasco. Non voglio diventare “un uomo da bruciare” come canta Zero. Non voglio farmi mettere “in fila per tre” come dice Bennato. Avevo promesso a me stesso prima, molto tempo fa, e a Fabiano poi che avrei canalizzato tutta quella enorme energia. Ma ho dovuto ritrovarmi ad un passo dalla fine in un reparto oncologia per accorgermi che non era più tempo di rimandare. “ho pianto fino a morire e sono morto, è morto tutto… tranne il corpo”.

 Il 22 maggio presenterai il disco all’Hiroshima Mon Amour. Come si svolgerà la serata? Quali saranno gli artisti presenti e gli ospiti?

Artisti e ospiti sono già presentati nella line up del Live ma non vogliamo svelare tutte le sorprese. Sarà il racconto di una storia carico di autoironia. Di chi prende sul serio quello che fa e meno sul serio sé stesso. Sento l’entusiasmo e la responsabilità di “incarnare” in qualche modo Redivivo. Non è un abito che si indossi: è proprio carne, pelle, sangue, vita.  Sono io a farlo esistere a e farlo succedere. E questo mi sorprende. Più avanzo e meno so, meno so e più mi piace. Oggi, mi piace.

Tu come ti senti a riguardo? Che emozioni provi ad andare all’Hiroshima di nuovo?

Mi ripeto, sono entusiasta. Non vedo l’ora. È la chiusura di un grande cerchio. Storicamente ho sempre vissuto emotivamente bene ciò che precede i live e poi i live stessi. I veri problemi li avevo dopo, quando calava l’adrenalina. Questa volta so che mi godrò l’intera esperienza.

Sei stato assente un bel po’. Perdonami il termine. Quali sono i cambiamenti in positivo e in negativo nella scena Hip Hop Italiana rispetto a quando hai iniziato?

Quella che oggi chiamiamo scena ha perso i connotati della comunità. È più l’assieme di tante iniziative individuali. Oggi è più facile fare musica e non ci sono più i taboo di una volta. È bello che ognuno si senta libero di proporre le proprie intuizioni nella maniera più personale e originale possibile. Quello che per me non è cambiato e non cambierà mai è il rispetto: per sé stessi, per gli altri, per il proprio genere musicale e per la musica in generale. “Rispetto” è una delle parole chiave dell’HipHop,

Ultima domanda, questa volta sul disco. Quali sono le tematiche che troviamo al suo interno?

Si tratta davvero un album vario, variopinto e variegato. Nelle scelte musicali quanto nei testi. Si parla di rinascita, di cadere e rialzarsi, di perdere la rotta e ritrovarla. Ma anche di adolescenza, d’amore, di come usiamo il cervello o di come torturiamo l’italiano. Ed è un tripudio di scatole cinesi, dietro ad ogni leggerezza c’è qualcosa di più profondo. Profondo come… la leggerezza.

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A volte bisogna correre controvento per ‘’stare al passo’’, il nuovo singolo di sedici, in uscita il 2 maggio

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A volte bisogna correre controvento per ‘’stare al passo’’, il nuovo singolo di sedici, in uscita il 2 maggio per Honiro Label e Luppolo Dischi.

Il mondo ci vuole pronti, attenti ai meccanismi di un sistema contorto e non facile da comprendere, seguendo un modello di perfezione non umano. Ma, ad un certo punto, ciò che rimane una certezza di fatto è che il nostro lato interiore, il nostro lato più umano, appunto, che ci rende noi stessi, ha bisogno di emergere, di esprimere la propria urgenza. Infatti, la nostra natura può cambiare, ma non può essere annullata la necessità di seguire l’indole, i propri tempi, seguendo, in un certo senso, il tempo di ogni passo. In “stare al passo” racconto della resilienza, della continua ricerca di sé e di come, nonostante le difficoltà e le sfide della vita, si possano trovare energia e forza dentro se stessi. Dunque, non arrendersi mai e ‘’seguire le vibes’’, ovvero, essere positivi e fiduciosi nonostante gli alti e bassi della vita, che rimangono per noi ricordi indelebili. Infatti, ‘’scatto polaroid’’ diventa il mio mantra  nella voglia di vivere la vita per quello che offre con determinazione e consapevolezza. – ci racconta l’artista.

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Lord J racconta Su Sennori – intervista

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Qualche giorno fa è uscito il disco di un rapper Sardo davvero interessante: Lord J. Per l’occasione, che è stata esattamente nel “giorno della sardegna”, abbiamo pensato di fare qualche domanda su “Su Sennori”.

Su Sennori, con un tappeto sonoro tipicamente rap, miscela il boom bap classico a drill, trap e contaminazioni folk dando vita a un prodotto cross over moderno e originale.
Tutti i brani sono eseguiti completamente in lingua Sarda (per lo più nella variante Campidanese), una delle caratteristiche principali di Lord J, e tutti i brani, oltre a essere stati mixati da Squarta (Cor Veleno) al Rugbeats Studio, sono stati arricchiti da strumenti Sardi suonati dal vivo.

Partiamo da te: come ti sei avvicinato alla musica e al rap? Come hai iniziato a scrivere?

Mi sono avvicinato al rap da bambino nei primi anni 2000 riscoprendo grazie ai miei cugini più grandi rappers come 2Pac e tanti altri big americani rimanendone rapito.
Ho iniziato a scrivere per caso, per divertimento ma ho capito che era una delle maniere più efficaci che avevo per esprimermi non essendo una persona esageratamente loquace ma con tante cose da dire.

Su Sennori è il tuo primo Ep o hai già pubblicato altro in passato?

Ho pubblicato un po’ di brani negli ultimi 10 anni, ma sempre di rado e con sonorità spesso diverse, quello che un po’ li legava è che spesso c’era qualche riferimento alla Sardegna, ma quando ho capito che mi piaceva particolarmente fare rap in Sardo ho sbloccato totalmente la vena creativa.

Tempo fa hai pubblicato il singolo Su Sennori e Faulas. Come mai proprio questi due brani per anticipare il disco?

Rispettivamente uno è il primo brano dell’ep e uno è il brano di chiusura.
Con Su Sennori mi presento e parlo di cosa ho fatto con la musica negli ultimi due anni, riprendendo le sonorità che mi si addicono di più.
Con Faulas chiudo il disco con i cori Sardi e questo brano che è una dedica d’amore alla Sardegna.

Mi dici qualcosa in più sul titolo del disco? Cosa vuol dire e cosa dice del disco stesso?

“Su Sennori” sarei io, il mio nome d’arte in Sardo.
Ma come dico nel brano omonimo, sono quel signore che vuole parlare dell’isola e che gli antenati hanno creato per fare la guerra/rivoluzione per questa terra.

Considerata la qualità del prodotto, come mai la scelta di pubblicare un ep e non un vero disco?

Ti ringrazio innanzitutto. Preferisco fare piccoli step, vorrei che la gente capisse il più possibile quello che abbiamo realizzato e il perché soffermandosi bene sul motivo e le sonorità di questi brani.

Hai in programma qualche data per la presentazione di Su Sennori?

Sì per ora abbiamo 4 date confermate:

02/05 a Mogoro (OR)
03/05 a Pula
05/05 a Sant’Antioco (dove sarò accompagnato da strumentisti)
30/08 a Porto Ferro (SS)

Quali credi che siano i punti di forza di un disco come questo?

Sicuramente il fatto che si distingue da molti prodotti che escono oggi.
È un lavoro coraggioso, ma molto differente da quello che c’è in giro.
Oltre il fatto che è curato sotto molti punti di vista, a livello di suono, avendo una buona qualità e avendo tanti strumenti suonati dal vivo oltre che dei featuring prestanti, e a livello di immaginario perché si lascia poco spazio alla fantasia mostrando tanto della nostra cultura.

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