Connect with us

News

I Desideri ci raccontano “Señorita”: “Questo brano è un inno alla libertà”

Pubblicato

il

Dopo aver calcato il palco del Teatro del Casinò ad AmaSanremo durante la finalissima di Sanremo Giovani 2020/2021 – che gli ha consentito di aggiudicarsi il Premio TIM Music con l’intenso brano “Lo stesso cielo” -, firmato le colonne sonore di serie TV campioni di incassi come “Gomorra”, duettato con illustri nomi della scena italiana ed aver collezionato un numero incredibile di streams e views per ogni release, I Desideri sono tornati con “Señorita” (SG Music), il loro nuovo singolo che ha debuttato ai vertici delle più rilevanti classifiche di Apple Music.

Con “Señorita”, I Desideri ci regalano un brano romantico e passionale, un elogio all’amore, all’estate ed alla riconquista di una libertà finalmente ritrovata.

Prodotta da Massimo D’Ambra e scritta da I Desideri in collaborazione con Vincenzo Sperlongano, “Señorita” è avvolta da accattivanti e sensuali sonorità latin-pop. Cattura l’ascoltatore sin dalle prime note, accompagnandolo per mano in un viaggio costellato di ritmoenergiafascino e desiderio.

I Desideri hanno raccontato a noi di Honiro Journal cosa significhi per loro “Señorita” e che messaggio vogliano mandare con la loro musica.

Da cosa nasce l’idea del titolo? Come mai proprioSeñorita”?
Abbiamo scelto proprio “Señorita” come titolo perché quando abbiamo ascoltato il beat, la prima frase che ci è venuta in mente è stata proprio “Te quiero Senorita, sei il sogno di una vita”. Queste parole ci sono rimaste in testa con una velocità impressionante, e soprattutto le avevamo pensate in modo totalmente spontaneo, per questo abbiamo deciso di mantenere proprio “Señorita” come titolo!

Questo singolo regala molta vitalità, voi l’ispirazione per tutta l’energia che siete riusciti a mettere nel brano e soprattutto anche a comunicarcela, dove l’avete trovata?
Siamo molto ispirati dalla musica del sud, siamo particolarmente legati al cantautorato di Pino Daniele e, ovviamente, anche dalla nuova scena urban, soprattutto quella napoletana. Siamo anche ispirati dalla musica latina, ascoltiamo qualsiasi genere, amiamo quest’arte a 360 gradi, essendo giovani ci piace affacciarci su più scenari.

Questo singolo potremmo descriverlo come un brano romantico e passionale, un elogio all’amore, all’estate ed alla riconquista di una libertà finalmente ritrovata. Cos’è per voi la libertà, e quando siamo davvero liberi?
Tornare live dopo così tanto tempo ci fa respirare un po’ di aria di normalità. Onestamente siamo ancora più carichi di due anni fa, perché tornare è un po’ come ricominciare da capo, non vedevamo l’ora. Veniamo da un brano “Tre di notte” che è andato davvero molto bene. Il nostro pubblico sta crescendo sempre di più e, per degli artisti, pensiamo che, a parte le apparizioni televisive, i social, la cosa più importante sia proprio il seguito, le persone che vengono ai tuoi live e ti sostengono.

La libertà è la cosa più importante per un essere umano. Adesso stiamo iniziando a respirare un po’ di libertà ma non siamo totalmente liberi. Speriamo tra qualche mese, dopo questo periodo, di poter assaporare la libertà in tutte le sue sfaccettature!

E passo le notti d’estate sveglio anche se sto sognando Quanto è importante per voi il valore dei sogni? Quanto è importante saper ancora sognare, lottare per un sogno, e soprattutto per i ragazzi di oggi, prima ancora di rincorrerlo, avere un sogno? Un sogno che si conquista con sacrificio in un mondo dove oggi si è abituati ad avere tutto e subito?
I sogni sono un’altra cosa importantissima, oseremmo dire che sono fondamentali nella vita di ognuno di noi. Perché sono proprio loro a darci la voglia di vivere. Noi personalmente sono anni ormai che ci impegniamo nella musica e nei nostri sogni.

Alcune soddisfazioni sono già arrivate, come il premio Tim Music a Sanremo Giovani, ma non ci fermiamo, ci impegniamo sempre di più. Quello che posso dire ai giovani d’oggi è che comunque chi sogna di arrivare ad un obiettivo , si deve realmente impegnare e soprattutto mai mollare. Perché quando sembra che tutto stia andando per il verso sbagliato, arriva la soddisfazione.

Un’espressione che colpisce particolarmente in questo brano è sicuramente “l’epicentro dell’amore”. Qual è secondo voi l’epicentro di un sentimento importante come l’amore?
Dipende, a parte l’amore tra una coppia, c’è l’amore per la famiglia, per un proprio caro. L’epicentro dell’amore è metaforicamente l’insieme di tutti quei sentimenti forti che si possono provare per una moglie, una fidanzata, un figlio. Sono le emozioni che ti regalano la voglia di fare qualcosa per qualcuno.

sento che mi sto innamorando” Qual è stata la scintilla che vi ha portato ad innamorarvi della musica?
La musica ha sempre fatto parte delle nostre vite perché già da piccoli ci eravamo avvicinati a questo mondo. Noi scriviamo pensieri che siamo più bravi a cantare che a dire! Riusciamo a comunicare tanto nei testi, la nostra è proprio un’esigenza, un bisogno di raccontare ciò che ci capita e ciò che viviamo!

Ascoltando questo brano viene davvero tanta voglia di ballare, stessa voglia di ballare che ritroviamo, ovviamente, nel videoclip. Vi va di raccontarci questo video che tra l’altro conta già più di 360mila visualizzazioni, quanto vi siete divertiti a girarlo?
È stata una bellissima giornata di un periodo estivo. Noi amiamo molto girare i videoclip, pensiamo che anche questa sia una parte fondamentale della musica perché ogni brano ha la sua tematica. Inoltre, dopo il periodo che abbiamo vissuto, ogni cosa che facciamo ce la viviamo a 360 gradi!

Qualche settimana fa abbiamo intervistato Arianna Gianfelici. Com’è stato lavorare con lei a “Tutto il nostro folle amore”? Avete in mente di collaborare con qualcun altro prossimamente o un artista con il quale vi piacerebbe collaborare?
Noi abbiamo collaborato con davvero molti artisti: Clementino, Mostro, Astol… Con Arianna è stata un’esperienza molto bella perché è una bravissima artista. Si sta affacciando adesso sul panorama musicale quindi è stato un piacere collaborare con lei e lasciare le nostre strofe nel suo brano. Per quanto riguarda il futuro ci sarà un disco con più featuring importanti ma non possiamo dire altro!

Ai desideri, non posso non chiedere, quel è il vostro desiderio più grande che volete esaudire prossimamente, un vostro progetto, obiettivo o sogno di una vita?
Un anno fa ti avremmo detto Sanremo Giovani, ora diciamo Sanremo Big! Speriamo il prima possibile di riuscire a portare la nostra musica su quel palco!

Condividi sui social

News

FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25

Pubblicato

il

Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.

IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO

Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.

ASTRONAVE – OTTOBRE

Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.

FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA

Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.

MI MANIFESTO – PAN DAN

Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.

7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)

Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.

NESSUNA – ALTEA

Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.

VOCE – MADA

Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.

Condividi sui social
Continua a leggere

News

In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre

Pubblicato

il

In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.

Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.

“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.

Condividi sui social
Continua a leggere

News

Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha

Pubblicato

il

Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.


BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.

BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

Condividi sui social
Continua a leggere

Trending

Copyright Honiro.it 2018 | HONIRO SRL - P.iva : 12208631007 - Sede legale : Via del mandrione, 105 - 00181 Roma | Powered by Dam Company