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TOMMY DALI ci racconta il suo EP “CHIAMAMI DI NOTTE”: “Vorrei che questo EP fosse un faro per chi ogni giorno combatte contro se stesso”
Da venerdì 5 gennaio è disponibile “Chiamami Di Notte“, il nuovo EP di Tommy Dali per Island Records/Universal Music Italy.
“Chiamami di Notte” è il racconto dell’inizio e della fine di una relazione grazie ad un viaggio introspettivo che si articola tra influenze pop, rap e RnB. Premendo play sull’EP, Tommy Dali trascina l’ascoltatore nell’incontro di riflessioni, dubbi, paure, speranze.
Nelle tracce inoltre, emerge vivido il desiderio, come racconta lui stesso, che questo EP diventi un faro, un punto di riferimento per far sentire compreso, ascoltato, chiunque si senta solo e chiunque non sia ancora riuscito a scorgere il proprio posto nel mondo.
Chi meglio di TOMMY DALI poteva raccontarci questo progetto? Noi di Honiro Journal lo abbiamo intervistato!
“Chiamami Di Notte”, se potessi chiamare il tuo pubblico per raccontargli questo album, qual è la prima cosa che diresti?
Di non smettere mai di credere di uscire dal buio, perché questo EP nasce da questo. Direi che la notte sei solo con te stesso, ma l’alba arriva, sempre.
Nel tuo profilo Instagram si può vedere un post in cui guardi la tua immagine riflessa in uno specchio su cui sono scritte diverse parole, “perché”, “ti amo”, “scusa”… oggi, spesso, lo specchio viene usato per rispecchiare l’apparenza, l’esteriorità. Ascoltando il tuo progetto invece si capisce chiaramente come questa metafora sia improntata su un aspetto molto più interiore. In questo EP, lo specchio rappresenta un viaggio introspettivo?
Si, in “perché”, nel visual, lo specchio è come se rappresentasse un periodo della mia vita, in cui mi guardava male, perché non volevo abbastanza bene a me stesso, adesso è diverso, mi guarda molto meglio.
I palloncini raffigurati nella cover dell’EP mi hanno trasmesso un’idea di libertà, ma anche un sentimento di nostalgia, quasi il desiderio di voler tornare bambini. A livello artistico, cos’è per te la libertà? C’è un aspetto della spensieratezza di quando eri più piccolo che cerchi di mantenere vivo ancora tuttora nella tua musica o, più in generale, nella tua vita?
A livello artistico per me la libertà è la possibilità di poter far ascoltare la propria voce, di poter affrontare gli argomenti che vuoi affrontare, di scrivere di quello che vuoi scrivere. I palloncini rappresentano lei, che sarebbe ancora stretta tra le mie mani se non fosse stato per gli errori che ho fatto, ma so che è volata via, chissà i palloncini dove vanno quando si allontanano, magari si rincontrano, magari no. A volte la spensieratezza ci viene tolta troppo presto, devo sistemare ancora tante cose per esserlo, devo ancora ritrovarla, ma è fondamentale per essere in pace con se stessi.
Il visual di “Parlami di Te” si apre con un’immagine molto bella, ovvero tu che regali dei fiori ad una ragazza. Spesso, all’interno di una relazione, i piccoli gesti vengono ritenuti scontati, nonostante molte volte siano invece fondamentali. Quanto sono importanti per te e quanto influenzano ciò che poi racconti in musica?
I piccoli gesti sono sicuramente importanti in una relazione, io a volte purtroppo spesso l’ho fatto per farmi perdonare qualcosa… È come se i fiori che le regalo fossero l’ultimo ricordo che le lascio, prima di vederla andare via.
“E non scordarti di me”
Qual è un segno che vorresti che rimanesse nel tempo a chi ascolta questo EP? Un messaggio di cui i tuoi ascoltatori non si dimenticassero?
Vorrei che questo EP, diventasse un faro per chi combatte ogni giorno una guerra con se stesso, in quella comunità non ho smesso di sognarmi su un palco neanche per un secondo. Le scale per me sono ancora tante ma le scaleremo tutte.
In occasione dell’uscita di “Chiamami di Notte” racconti inoltre che speri, con la tua musica, di aiutare chiunque si sia sentito solo, senza un posto nel mondo. Solitamente la solitudine viene sempre etichettata come un sentimento negativo, secondo te si può invece trovare un aspetto positivo di questa emozione? Attraverso la musica sei riuscito a darle un nuovo significato?
Sicuramente stare bene da soli, con se stessi, è fondamentale, e la musica mi aiuta “ogni minuto” in questo, come la traccia nell’EP. Questo per me è l’unico aspetto positivo della solitudine, che impari a convivere con te stesso e a cavartela. Ci sono stati periodi in cui lo sono stato, una persona può sentirsi così anche circondato da un mare di persone, mi fido di poca gente, se non di quella che conosco da sempre, alcuni sono con me ancora oggi, altri no, forse è il prezzo da pagare.
Ti andrebbe di anticiparci qualcosa riguardo il futuro? Dai nuovi progetti ci dobbiamo aspettare un’impronta stilistica simile a quella che abbiamo ascoltato in questo EP? Chiamami di Notte rappresenta il primo tassello di un mosaico più grande?
Sicuramente con la mia crescita ci sarà anche un’evoluzione musicale, sono ai primi pezzi del mio mosaico dentro la mia testa, e dentro ho un mondo da scoprire, quindi questo EP porterà a qualcosa di più grande, è una promessa. Nel mio futuro prossimo non vedo l’ora di perdere la voce ai live con tutti voi!
Prima di concludere un’intervista, solitamente domando sempre se c’è qualcosa (riguardo questo album, te stesso, la tua musica…) che non ti ho chiesto ma che ci tieni particolarmente a far sapere ai nostri lettori
Che è “tutto ok” anche se non è “tutto ok” per niente, perché non piove all’infinito.
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Quando la penna è tagliente come i denti di ”Nosferatu”, il nuovo brano di Lamia
Quando la penna è tagliente come i denti di Nosferatu, il nuovo brano di Lamia, in uscita il 17 gennaio per Honiro Label.
Il suono inconfondibile, tra G-Funk e rap contemporaneo, che contraddistingue la giovane promessa, arricchisce un racconto fatto di tecnica quanto di volontà di dare un senso ‘’controculturale’’ alla direzione dell’industria musicale italiana. Non mancano lo spirito critico e l’ironia, come non manca un’idea alternativa al sistema attuale: cercare di fare la differenza attraverso il proprio racconto e le proprie capacità, oltre la logica e la strategia, che è pur sempre fondamentale, e, soprattutto, oltre al fabbisogno di sopravvivere nell’apparenza e nella percezione degli altri.““Nosferatu”, il vampiro, la massima espressione della mia identità e del mio personaggio. Il fulcro del pezzo è racchiuso nella frase “mi sento nosferatu”, cioè solo, distante dalla realtà in cui l’artista deve sopravvivere, in disaccordo con ciò che accade’’ – ci racconta l’artista.
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Il racconto dei rimpianti che riflettono come luci strobo nel nuovo brano di Seltsam, Tutti i rimpianti che hai”
Il racconto dei rimpianti che riflettono come luci strobo nel nuovo brano di Seltsam, Tutti i rimpianti che hai, in uscita il 17 gennaio per Honiro Label.
Un’atmosfera sonora da club crea il perfetto contrasto con la difficoltà di sentirsi adatti all’interno di un contesto sociale, dove l’apparenza diventa come un analgesico per le nostre paure di mostrarci sinceramente per quello che siamo. Forse il vero atto rivoluzionario è proprio questo: riuscire ad andare oltre la percezione e gli occhi degli altri, vivendo la vita e la quotidianità per quello che sono.
‘’La ragazza della storia è in discoteca, indossa determinati vestiti e si atteggia in un determinato modo. Ma, nel momento in cui balla, mostra se stessa, come se fosse ‘’nuda’’. Il mood club pop del sound funge da ‘’luci strobo’’ ai rimpianti dentro cui facciamo finta di niente’’ – racconta l’artista.
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CUSPIDE fuori il 17 gennaio con ”Anima Fantasma”, il singolo che inaugura un viaggio tra fusion, R&B, elettropop e funk
Esce il 17 gennaio su tutte le piattaforme digitali “Anima Fantasma”, il singolo che inaugura il progetto musicale di CUSPIDE, artista che fonde sonorità R&B, elettropop e funk in un viaggio musicale unico. Realizzato in collaborazione con il produttore Angelo Netti, in arte ITTEN, il brano è il frutto di un lavoro condiviso di composizione, produzione e arrangiamento, che mescola influenze urban, new wave napoletana e ritmi afro-funk.
Il progettoracconta storie di donne che hanno attraversato la vita dell’artista: amiche, relazioni, coinquiline e conoscenze occasionali, figure che hanno lasciato segni profondi, a volte ferite, altre ispirazioni per narrazioni intime. Sono viaggiatrici di un’epoca barocca, protagoniste di storie fatte di dettagli nascosti, di retroscena che appaiono insignificanti, ma che in realtà rivelano molto.
“Anima Fantama” crea un ossimoro emotivo che si traduce nel concetto di “divertirsi malinconicamente”, affrontando temi universali e complessi come la tossicità delle relazioni, il disagio di vivere in un luogo percepito come estraneo e la fuga dalle proprie prigioni mentali, spesso attraverso scelte estreme come l’uso di droghe.
Musicalmente, il singolo si sviluppa attraverso un’ampia gamma di sonorità che mescolano elementi acustici ed elettronici, creando un’atmosfera emotiva e dinamica. L’intimità iniziale, scandita dalle chitarre acustiche, si trasforma gradualmente in un groove trascinante, caratterizzato da influenze funky e dance, arricchito da ritmi afro-funk come djembe e percussioni. La scrittura si muove tra l’urban e la new wave napoletana, dando vita a un linguaggio musicale contemporaneo e ricco di contaminazioni.
Il testo esplora la complessità delle relazioni e delle dinamiche emotive, raccontando la storia di una donna intrappolata in contraddizioni e schemi tossici. Tra la ricerca di evasione e l’incapacità di lasciarsi alle spalle ciò che la ferisce, emergono fragilità, insicurezze e una continua lotta tra l’essere e l’apparire.
Il brano invita a una presa di coscienza, affrontando temi universali come il disagio di sentirsi fuori posto, l’autoinganno e il bisogno di libertà emotiva. In chiusura, un omaggio a Fabrizio De André richiama il potente quesito: “Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?”.
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