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Intervista

PEPPE SOKS ci racconta “AMMORE MALAMENTE”: “In questo progetto si sono incontrate tutte le mie sfumature artistiche”

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Ammore Malamente”, il nuovo album di Peppe Soks disponibile da oggi in versione fisica e su tutti i digital stores, rappresenta l’evoluzione musicale dell’artista campano attraverso i suoi dieci anni di passione per la musica.

Il disco è caratterizzato da un sound che spazia dalla trap all’hip hop con produzioni incisive e distintive curate da NathysJanaxDarry BryanRaimoVtrNardiFinesse e okgiorgio che trasportano l’ascoltatore all’interno di un viaggio sonoro fatto di rime, suoni e voci che si uniscono tra loro perfettamente. 

Nel disco l’artista racconta sé stesso, la sua crescita musicale e artistica ma anche l’amore per il sud Italia, elemento che caratterizza da sempre la musica di Peppe Soks.  Un album introspettivo e versatile, dalla scrittura intensa e autentica in cui descrive spaccati di vita quotidiana raccontando i luoghi da cui proviene e storie vissute in prima persona, definendo un proprio universo musicale inconfondibile. 

Chi meglio di Peppe Soks poteva raccontarci questo progetto? Noi di Honiro Journal lo abbiamo intervistato!

Il titolo di un progetto rappresenta spesso proprio il biglietto da visita di quest’ultimo. Ti andrebbe di raccontarci come mai proprio “AMMORE MALAMENTE”?

Il pubblico mi conosce per i miei brani d’amore, allo stesso tempo però, anche per i miei pezzi street. Questo titolo quindi, per prima cosa, ho pensato potesse essere il giusto nesso per far incontrare queste due mie sfumature artistiche. Solitamente inoltre, lascio libero il pubblico di interpretare molti aspetti dei miei progetti nel modo che più preferisce, “AMMORE MALAMENTE” quindi, può essere interpretato in più modi, come una relazione che finisce, un vizio che ci affascina ma che, allo stesso tempo, ci fa anche male, oppure può essere legato alle proprie origini. Penso che chi, come me, è particolarmente legato al sud Italia sappia che questo senso di appartenenza presenti diverse sfumature, si ha la fortuna di vivere in un posto veramente bellissimo ma, alcune volte, offre meno opportunità rispetto ad altre realtà.

è iniziato un po’ per gioco, e a momenti anche adesso è così” racconti nel reel che hai postato su Instagram in occasione dell’annuncio dell’album. Quanto è importante per te mantenere nella tua musica quella parte di gioco, di spontaneità e anche di autenticità di quando hai iniziato?

Lo ritengo un aspetto molto importante, soprattutto perché credo che per costruire un percorso sia importante avere solide fondamenta. Fortunatamente quella che era la mia passione, essendo ora una carriera, si è trasformata nel mio lavoro, ma nonostante questo credo che se si perdesse la spontaneità, l’amore e la spensieratezza di fare musica non ci sarebbe più il sentimento che la caratterizza. Penso sia fondamentale ricordarsi di quei momenti, che sono appunto anche raffigurati e raccontati nel video, in cui da piccoli prendevamo un treno per andare a Roma o a Milano senza meta, solamente per incontrare persone che amavano il rap, che condividevano la nostra stessa passione.

Quando avevo circa quindici anni mi ricordo inoltre che, assieme ai miei amici, partecipavamo proprio ai contest di Honiro, al One Shot Game, partivamo da Salerno per prendere parte a queste opportunità, ho un ricordo davvero molto bello del primo approccio con il rap, e penso che proprio questo trascorso mi abbia aiutato tanto.

abbiamo scelto di scrivere la storia, la storia nostra, e non di farcela raccontare da qualcun altro. Non siamo mai stati spettatori ma gli attori principali del nostro destino” aggiungi poi, proprio in quel reel. Alcune volte, soprattutto ultimamente, è difficile trovare quella passione che porta ad essere i protagonisti del proprio destino. Qual è stata la spinta che ti ha portato a diventare un attore, piuttosto che rimanere uno spettatore?

Io e il mio manager siamo in questo ambiente da diversi anni. Una cosa che spesso abbiamo notato, è il fatto che la musica sia quasi diventata intrinseca ai meccanismi dei social. Penso che alcune volte, magari anche involontariamente, ma ci si leghi troppo all’apparenza. A noi, onestamente, tutto ciò non ha mai affascinato. Proprio per questo dico che abbiamo sempre cercato di essere gli attori principali del nostro destino, per descrivere che noi siamo così, siamo noi, questa è la nostra musica e il nostro modo di comunicare. Vogliamo che sia la musica protagonista e che sia proprio lei a raccontare tutto ciò che voglio comunicare al pubblico.

queste fotografie non le consuma il tempo” affermi all’interno di una strofa del disco. Questa frase mi ha dato come l’impressione di qualcosa che rimane sempre anche se i giorni passano. Cosa vorresti che rimanesse al tuo pubblico di questo album? Quale vorresti che fosse in questo progetto, metaforicamente, una fotografia che non venisse consumata dal tempo?

Volendoti citare una foto vera e propria, all’interno della copia fisica dell’album c’è un booklet, con una serie di immagini, che rappresentano l’intero progetto. In una di queste, è raffigurata una cena, un tavolo a cui siamo seduti io e una donna. Lei, nel piatto, al posto del cibo, ha degli oggetti di valore, un Rolex, una collana, un bracciale. Si può anche notare un bicchiere di champagne sul tavolo, con il suo rossetto. Anche qui, ognuno può interpretare questa scena liberamente, ma un’immagine che mi farebbe piacere rimanesse a chi ascolta questo album è proprio il valore delle persone che ti scelgono indipendentemente dalle cose che hai o che puoi avere, ma per quello che sei.

No pain, no game”, nessun dolore nessuna vittoria, nessuna tristezza nessuna felicità, nessun sacrificio nessuna conquista. Spesso, al giorno d’oggi, basta un click per avere tutto e subito. Non si è più abituati a compiere dei sacrifici. Che consiglio daresti ai ragazzi per ritrovare il senso del sacrificio e comprendere il valore del sacrificio?

Penso che i sacrifici più importanti siano proprio quelli che all’inizio non ti accorgi di compiere. Per me non è mai stato un sacrificio andare in studio per creare musica, quindi molte volte, non si sta sacrificando tempo, lo si sta impegnando. Quello che ripeto sempre a mio fratello, che ha quindici anni, è che già alla sua età bisogna incominciare a pensare al futuro, anche perché spesso, nessuno ti regala nulla. Che sia nello sport, nel lavoro, nella musica o in generale in una passione, dobbiamo noi stessi darci da fare per emergere, perché se non scendiamo in campo, nessuno lo farà per noi, appunto, nessun sacrificio, nessuna vittoria.

Quale credi sia la caratteristica della tua città più viva nei tuoi progetti, in particolare in “AMMORE MALAMENTE”?

La mia città mi aiuta tantissimo, quando passeggio per i quartieri incontro persone che mi conoscono, che mi vogliono bene. Per me è un piacere che i ragazzi mi fermino, anche per qualche foto, ma soprattutto, vedendomi quotidianamente, i ragazzi mi vedono come un punto di riferimento e spesso chiacchieriamo, sono uno di loro. Tutto questo è molto stimolante per la mia musica, credo che, se si è un artista, frequentare solo alcuni ambienti faccia perdere molti stimoli.

Sappiamo che all’interno del progetto ci sono diverse collaborazioni, Clementino, Ensi, Dani Faiv, LDA, MAMBOLOSCO, Mv Killa, Svm e Yung Snapp. Ti va di raccontarci cosa vi ha legato particolarmente durante la creazione di queste tracce?

Ci sono diversi feat nell’album, appunto Svm per “TAGG’ PURTAT’ A VERE ‘E STELLE”, Dani Faiv, Yung Snapp e Mv Killa in “BLOW REMIX”, Mambolosco per un bel pezzo trap, LDA per “BASTA”, e un’altra collaborazione, a cui a livello affettivo sono davvero molto legato, ovvero quella con Ensi e Clementino in “N.W.A”, un pezzo rap. Da bambino ero appassionatissimo di freestyle, ed Ensi e Clementino erano i miei preferiti. Infatti, conosco i video delle loro battle di freestyle a memoria! Aver fatto una canzone con loro era il mio sogno di quando ero bambino, penso valga più di ogni altra cosa.

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