Intervista
Arianna Gianfelici ci racconta “Tutto il Nostro Folle Amore” : “Dobbiamo imparare a seguire il cuore”
Dopo l’incredibile esperienza ad Amici ed il successo ottenuto con “L’amore davvero” e “Qualcosa di te”, Arianna Gianfelici torna ad emozionare con “Tutto il nostro folle amore” (Discovery Lab/Sheky Group S.R.L.S./distr. Believe Digital), il suo nuovo singolo che la vede al fianco del seguitissimo duo pop-rap partenopeo I Desideri.
La voce incisiva e graffiante di Arianna Gianfelici, si unisce allo stile inconfondibile del duo da milioni di streams e views in un’accattivante e modernissima dedica d’amore pop “Tutto il Nostro Folle Amore”. Prodotto da Jason Rooney ed impreziosita dal flow e dalle barre dei fratelli Iadicicco, questo brano fonde sentimento ed ironia. “Tutto il nostro folle amore” racconta la routine di una giovane coppia in tutte le sue sfaccettature, in tutta la sua eccezionale semplicità.
Arianna Gianfelici ha raccontato a noi di Honiro Journal il messaggio che vuole trasmettere con “Tutto il Nostro Folle Amore”, cosa sia per lei l’amore e la sua esperienza ad Amici 20!
Ciao Arianna, volendo partire proprio dal titolo di questo nuovo brano, “Tutto Il Nostro Folle Amore”, quanto è importante saper essere un po’ folli in una storia d’amore?
Ho sempre pensato che, nell’amore, fosse molto importante la complicità. Personalmente non riuscirei ad essere innamorata di una persona se tra noi non ci fosse complicità. Penso che questa stia alla base di tutto, sia un pilastro fondamentale di una relazione, proprio come la fiducia e il rispetto. Avere al proprio fianco qualcuno che è tuo complice significa trovare tutto ciò di cui in quel momento hai bisogno. Ovvero trovare una persona che appoggia le tue idee, anche se molte volte queste sono un po’ folli.
Penso infatti che la follia si trovi soprattutto nella complicità, nell’appoggiarsi a vicenda e capire che l’amore più bello è quello dove non ci sono freni inibitori. Quando si trova una persona che ci appoggia ci si sente anche molto simili. E così si levano tutte le maschere, i freni e le paure. Ci si sveste di filtri o timori perché si è consapevoli di essere talmente tanto in simbiosi con l’altra persona da sapere che questa accetterebbe il nostro lato più folle e lo condividerebbe pienamente.
Ormai non si parla più tanto di amore come tematica nella musica, come mai la scelta di proporre una canzone d’amore?
Allora il disco che uscirà tra poco sarà quasi tutto basato sull’amore, le mie canzoni infatti, parlano proprio di questo sentimento. Partendo da “L’amore Davvero”, per poi passare a “Qualcosa di Te” che racconta l’amore per mio padre, quindi per un proprio genitore, per poi arrivare a “Tutto il nostro folle amore”. Le mie canzoni sono tutte legate dalla tematica dell’amore perché penso che questo sia un sentimento che non finirà mai. L’amore ancora esiste. Io credo ancora nell’amore vero e spero un giorno di incontrare una persona che mi guardi come mio papà guardava mia mamma. Non posso pretendere troppo, però mi auguro vivamente di trovare una persona che mi guardi con gli occhi della felicità. E, soprattutto, una persona che mi voglia veramente bene.
Penso che anche le piccole attenzioni, come un buongiorno alla mattina, siano importanti, perché regalano quel qualcosa in più alla giornata. Quello che ci terrei a specificare, però, è che non esiste che io mi metta con una persona perché non posso o non voglio stare da sola. Una persona deve aggiungere qualcosa alla nostra vita, non deve mai colmare il vuoto. Per prima cosa dobbiamo amare noi stessi, e poi ci deve amare un’altra persona. Se ci si appoggia in tutto e per tutto ad una persona che non siamo noi, prima o poi quel pilastro crollerà. Perché nessuno nella vita si merita di essere responsabile della felicità di qualcun altro. La nostra felicità dobbiamo essere noi stessi.
Arianna, nel videoclip di “Tutto il Nostro Folle Amore” abbiamo notato un particolare ovvero il filo rosso, vuoi raccontarci cosa significa?
Il filo rosso in realtà è il simbolo di una leggenda. Questa racconta che, ognuno di noi, è legato ad un ‘altra persona, precisamente la propria anima gemella, proprio grazie a questo filo.
Questo spago rosso è ovviamente immaginario e non possiamo vederlo, ma prima o poi ci condurrà alla persona che sta dall’altra parte e che ci renderà felici nella vita e ci vorrà davvero bene. Per questo ho deciso di inserire questo simbolo nel videoclip, perché nonostante tutti i chilometri di distanza o le litigate, se con una persona siamo predestinati a starci, nulla potrà dividerci. Non c’è niente che può spezzare l’amore che poi ci lega. La vita molte volte fa delle sorprese, mai dire mai, è imprevedibile e non si è mai a conoscenza di dove possa condurci.
Qual è o quale secondo te potrebbe essere il filo rosso che lega te e il tuo pubblico, che lega chi ti ascolta con te e le tue canzoni?
Penso che, anche qui, la parola chiave sia proprio complicità. Io sono complice del mio fandom, loro sono legatissimi a me e io legatissima a loro. Sono persone stupende, amorevoli, gentili, quando ti svegli alla mattina sai che almeno uno di loro quel giorno ha avuto o avrà un pensiero per te. È molto bello, perché essere sostenuti ad oggi non è facile. Spero di allargare il fandom sempre di più e di far arrivare la mia musica a più persone possibili ma sono già molto fiera di ciò che siamo riusciti a costruire fino ad adesso.
Voglio un bene dell’anima ai miei fan, se non avessi avuto loro, oggi non sarei la stessa, non sarei di certo diventata la persona che sono. Li amo immensamente, senza di loro non ci sarebbe tutto questo. Se una persona si ritrova nelle mie canzoni vuol dire che c’è un filo che ci lega, c’è una storia che appartiene ad entrambi. Se c’è qualcosa che ho detto e ha toccato particolarmente qualcuno o lo ha riportato ad un momento particolare della sua vita, vuol dire che io e lui siamo complici.
“dirci che ci somigliamo in ogni sbaglio che facciamo” quanto è bello e quanto è difficile oggi giorno trovare qualcuno a cui ci si somiglia, ci si sente simili? E in questo mondo che cerca ormai tanto la perfezione, quanto invece è importante vivere in modo libero il fatto di sbagliare?
Trovare una persona simile è difficile, quasi impossibile. Mi viene spontaneo dire fortunatamente, perché se fossimo stati tutti simili tra di noi sarebbe stato un mondo estremamente noioso. Io nell’amore cerco una persona che sia diversa da me perché con la sua diversità lui scopre il mio mondo e io scopro il suo. Se fossimo simili non avrebbe senso, sarebbe come avere affianco la propria anima gemella, non potrei scoprire nulla di nuovo da chi è come me.
Questo richiamo all’essere simili che cito nella canzone fa nuovamente ritorno alla complicità, perché quando due persone entrano in simbiosi tendono anche a commettere gli stessi errori. Abbiamo la stessa età sbagliamo le stesse cose e le sbagliamo insieme. Credo che vent’anni sia proprio l’età per sbagliare, solo così negli anni a venire si avrà un bagaglio di esperienza importante. Se invece una persona non sbaglia mai, è anche difficile che impari qualcosa.
Penso che gli errori rendano tutto più bello, perché ti fanno capire che stai vivendo qualcosa di reale. Gli sbagli ti insegnano anche a prendere la vita con un po’ più di leggerezza perché, anche se si sbaglia, si va avanti, tenendo a mente ciò che abbiamo imparato e sempre ricordando che gli errori sono umani. Quando le cose vanno perfettamente bene come immaginavamo o come speravamo, siamo proprio noi che andiamo alla ricerca dell’errore. Noi a vent’anni siamo nella continua e completa ricerca di un errore, a noi sbagliare ci piace, perché rende consapevoli che quella cosa la stai vivendo realmente
“Perché ridere è importante Come dirsi tutto sempre” In questo momento a riacquistare la capacità e la voglia di ridere è importante, come possiamo riuscirci secondo te?
Il sorriso si può riacquistare vedendo che pian piano stiamo tornando alla normalità, ma soprattutto cercando di non pensare che abbiamo passato solo un momento negativo. Perché la quarantena e la pandemia ci ha insegnato di quanto è importante un abbraccio, un bacio, andarsi a prendere qualcosa al bar, anche semplicemente uscire e vedere la gente per strada. Questo ci insegna solamente che noi, tante volte, capiamo l’importanza delle cose e delle persone solo quando ci vengono tolte. Bisogna imparare a vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo. Se tutti la pensassimo in questo modo, sarebbe tutto più bello.
Tante volte noi abbiamo voglia di dire a qualcuno una frase, o dargli un abbraccio, ma la paura e l’orgoglio che ci bloccano. Spero che il covid abbia insegnato a cogliere le occasioni e superare questo orgoglio. Perché, come abbiamo visto, oggi possiamo avere tutto e domani non avere più niente. C’è una frase di Roberto Benigni che mi colpisce il cuore ogni volta che la sento “dobbiamo affrettarci ad amare”. La gente deve capire che la vita non è infinita ma che anzi il tempo vola anche molto velocemente. Dobbiamo essere consapevoli che la vita è una sola e che le persone non ci saranno per sempre. Per questo dobbiamo trovare il coraggio di darlo quel bacio o quell’abbraccio, avremo poi tutta la vita per ragionare, ovviamente sempre con intelligenza, ma dobbiamo imparare a seguire anche il cuore.
Arianna, sappiamo che “Tutto il Nostro Folle Amore” è in collaborazione con I Desideri, ti va di raccontarci come è nata questa collaborazione e perché proprio loro?
Mi piace molto il loro stile e li seguivo già da tempo, mi piace molto come cantano e il messaggio che trasmettono. Con I Desideri ci siamo trovati in perfetta armonia di pensiero, quindi mi sono trovata davvero bene. Loro stessi mi hanno detto che nello scrivere le strofe è stato tutto molto spontaneo e io sono stata molto fiera di questa cosa, non c’è cosa più bella dell’autenticità. In poche parole abbiamo deciso di collaborare e fare questo pezzo che spero che possa arrivare a più persone possibili!
Notiamo che nel videoclip è molto presente il mare, ha un significato particolare per te?
Volevo ambientare un videoclip al mare già da tempo. Onestamente anche il video di “Qualcosa di Te” avrei voluto fosse girato proprio al mare. Perché per me simboleggia la libertà. Il mare rappresenta esattamente la figura dell’essere umano perché tu non vedrai mai dove finisce il mare o cosa c’è sotto la superficie. Infondo, anche le persone sono infinite, non le smetterai mai di conoscere.
Se potessi rivivere un solo momento della tua esperienza ad “Amici” quale sceglieresti?
Se potessi rivivere un solo momento dell’esperienza di “Amici” sceglierei l’entrata nella scuola. Quel giorno per me è stato una grande vittoria, indipendentemente da come sarebbe poi andata. Perché in quel momento Arianna ha affrontato delle grandi paure e delle grandi emozioni. Infondo, non avevo mai cantato su un palco così importante. Non ero nemmeno mai stata in tv ma nemmeno davanti ad una telecamera con un microfono addosso. Sono stata contenta di aver superato i miei timori, se potessi tornare indietro vorrei tornare a rivivere proprio quel momento.
Arianna, sappiamo che il 9 luglio uscirà il tuo ep su tutte le piattaforme digitali, vuoi anticiparci qualcosa? Che soddisfazione è?
La felicità è davvero immensa, non mi aspettavo di fare un disco. C’è stata tanta soddisfazione nei brani, quando abbiamo realizzato la copertina, quando poi abbiamo registrato in studio. La più grande gioia però, ovviamente, sarà quando uscirà e quando riscontrerò poi il parere del pubblico!
Intervista
PAOLA PIZZINO CI RACCONTA IL SUO SINGOLO “LOGICO”: “A VOLTE LASCIARE ANDARE SIGNIFICA AMARE DAVVERO”
Dopo aver aperto concerti di artisti come Diodato e Max Gazzè e dopo un intenso percorso di performance live, è disponibile dal 14 dicembre su tutti i digital stores “LOGICO”(Macro Beats/distribuito da Artist First) il singolo d’esordio di PAOLA PIZZINO.
Disponibile anche in versione unplugged, “LOGICO” è un brano che si disegna tra la consapevolezza di voler abbandonare ciò che non è più razionale e la speranza di trovare riparo nel futuro.
Chi meglio di PAOLA PIZZINO poteva raccontarci questo brano? Noi di Honiro Journal l’abbiamo intervistata!
Essendo il tuo primo brano, non posso non chiederti da dove abbia preso vita l’ispirazione per questo titolo
La canzone si chiama “Logico” ma, in realtà, nel ritornello io dico “non c’è niente di logico” e forse è proprio in questo che risiede l’intero senso del brano. Infatti, se da sempre, nella vita, cerco di mantenermi più logica possibile, estremamente razionale nelle mie relazioni interpersonali, poi nella realtà esiste anche una mia parte irrazionale, illogica. Questo ossimoro nel titolo quindi, ripensandoci, è nato proprio spontaneamente.
Questo singolo rappresenta il tuo esordio ma sappiamo che, in realtà, tu hai alle spalle già molte performance dal vivo. Essendo reduci da un periodo in cui, purtroppo, durante la pandemia gli artisti emergenti hanno potuto esordire solo in digitale, cosa differenzia invece l’esordio di chi ha potuto prima esibirsi live? Che bagaglio di emozioni ha chi esordisce direttamente dal vivo?
È una domanda importante. Spesso mi è stato chiesto “come ti senti ora che è uscito il singolo?” e la mia risposta a questa domanda è che sono veramente felice, soprattutto perché finalmente tutte le persone che durante i live mi chiedevano dove potessero ascoltare i pezzi ora li potranno trovare anche in digitale. Il mio esordio quindi, per me, ha significato rispondere a questa domanda del mio pubblico. Onestamente però, allo stesso tempo, quando si parla di stream, di digital stores, avverto quanto mi manchi un po’ quella concretezza, quell’aspetto a cui i live mi avevano abituata maggiormente. Spero quindi vivamente che questi numeri si trasformino in un’esperienza dal vivo sempre più importante e sempre più bella.
Mi è piaciuto molto “LOGICO” versione unplugged perché, metaforicamente, oltre che un brano in acustico, mi è proprio sembrata la ricerca di un’autenticità particolare. Quanto è importante per te, nella musica ma anche nella vita in generale, avere il coraggio di mostrare la propria vera essenza?
Sono una persona a cui, da sempre, è piaciuto impegnarsi in tantissime cose, allo stesso tempo cerco sempre di essere credibile in tutto ciò che faccio. Credo che il segreto per essere autentici, paradossalmente, sia proprio non pensarci, non costruire nulla. Anche nel mondo musicale, ho sempre detto che per me tutto ciò che ruota attorno ai singoli ha un’importanza minore, è la concretezza che mi importa, esattamente come credo che, nella vita di tutti i giorni, sia la personalità ad essere il fulcro. Credo sia inutile costruire qualcosa che nella realtà non esiste, piuttosto conviene essere sinceri fin dall’inizio, imparando anche a spogliarsi dei filtri per essere credibili.
“Dopodiché’ riprendo la vita che dico di volere, di meritare, così mi lascio andare, così ti lascio andare”. In che modo credi si possa comprendere, come racconti tu in questo brano, che amare una persona, a volte significhi proprio lasciarla andare?
Penso che logico racconti una storia che non era destinata a sopravvivere al tempo. Ancora oggi voglio bene a questa persona, siamo ancora in contatto e credo che sia stata proprio la nostra sincerità a portarci a compiere la scelta di lasciarci, la nostra decisione di guardarci negli occhi e raccontarci cosa, secondo noi, non funzionasse più. Lui ha dato le sue ragioni, io le mie, e credo che logico sia esattamente la narrazione della mia versione: io con lui ho avuto difficoltà a sentirmi me stessa, e quindi anche a lasciarmi andare. In questo singolo credo si possa anche scorgere una sfumatura di rabbia, ma anche il desiderio di essere felici e di andare avanti. Rispetto e fiducia credo siano stati gli elementi chiave per comprendere che lasciarsi andare fosse la soluzione migliore per dimostrare di volersi bene davvero.
“Riempie un album di foto che mi dice chi sono io”. Quanto secondo te è difficile al giorno d’oggi trovare la propria identità, sia nel mondo musicale sia nella vita di tutti i giorni?
L’album che cito all’interno del singolo, effettivamente esisteva davvero. Avevo iniziato a raccogliere le fotografie di tutto ciò che consideravo un mio difetto e avevo intitolato questo album “accettati”. A distanza di anni, sempre come racconto nel brano, l’ho eliminato. Solo però dopo questo processo, solo dopo l’aver accettato i miei difetti, ho iniziato a trovare una mia identità, ad essere semplicemente me stessa, ho quindi iniziato a pensare che in qualsiasi occasione, sia nel mondo musicale, sia nella vita di tutti i giorni, non avrei mai voluto costruirmi un personaggio.
Nella cover del brano possiamo notare questa bruciatura, la carta quasi mangiata dal fuoco. Ti va di raccontarci come è nata l’idea dell’artwork?
Ci siamo mantenuti il più possibile minimal, sia io sia Macro Marco sia Alberto DeSeta che è il creatore dell’artwork. Siamo persone con questa determinata impronta anche nella vita, siamo fan della semplicità, “less is more”, come si dice. Quando mi hanno proposto questa cover ho detto subito di sì, con questa particolarità della sigaretta spenta sul titolo del brano che io ho interpretato come quel dettaglio che forse rende meno perfetto il tutto ma sicuramente più autentico.
Essendo questo singolo solo il primo passo di un viaggio appena cominciato, ti va di anticiparci qualcosa sui tuoi progetti futuri, sui tuoi obiettivi?
Non vedo l’ora di quello che sarà, siamo in fase di trasformazione, abbiamo già altri progetti pronti e sicuramente farò uscire alcuni degli altri brani che ho sempre suonato live. Spero di arrivare a tanti!
Intervista
Gianni Bismark racconta il nuovo album “ANDATA E RITORNO”. Tra i feat Noyz Narcos.
Gianni Bismark torna sulla scena con il suo quarto album, “ANDATA E RITORNO”, disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali.
L’album è suddiviso in due parti: “ANDATA” e “RITORNO“. La sezione “ANDATA” presenta tracce come “Vita Mignotta” e “Parliamo delle stesse cose” con BRESH, mentre la sezione “RITORNO” include brani come “Te famo scuola” con NOYZ NARCOS e “Er Magico”. Il percorso musicale di Gianni Bismark si completa con la title track “Andata e Ritorno”. Una partecipazione straordinaria ha arricchito il progetto, quella di Alex Britti alla chitarra nel brano “Panni di un altro”.
“ANDATA E RITORNO” è il suo modo di trasportare i fan verso qualcosa di inedito, senza dimenticare le radici e abbracciando nuovi orizzonti. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere sulle tracce, lo stile ed i feat presenti nel nuovo progetto.
Il titolo “ANDATA E RITORNO” suggerisce un viaggio musicale attraverso due mondi, un ritorno in grande stile. L’album rappresenta il tuo presente, come ti senti ora come artista?
Non è mai facile auto-definirsi, sicuramente i miei fan e chi mi ascolta riescono a farlo meglio di me! In ogni caso avevo delle tracce pronte, tante. Il modo migliore per valorizzarle era dedicarmi ad un progetto in più parti. Volevo creare un mix tra la mia vena rap e quella del genere cantautoriale, senza cadere nel banale. Mi ero prefissato degli obiettivi un po’ più ambiziosi.
Hai scelto featuring molto interessanti per questo album, tra cui NOYZ NARCOS, BRESH, TIROMANCINO e NOEMI. Tutti artisti che hanno un vissuto musicale diverso tra loro. In cosa hanno arricchito te come artista?
Il bello di questi feat è che hanno lasciato tanto a me e al disco, spero che ascoltando le tracce passi questo messaggio. Da sempre la scelta dei miei featuring non è né casuale ne figlia di logiche di mercato. Dietro c’è stato un lavoro immenso, tanti momenti di confronto tra me e tutti gli artisti presenti. Un’empatia pazzesca, che ha raggiunto poi un bel livello di stima reciproca. Questo credo arricchisca pienamente un artista in generale.
Parlando del nuovo album hai dichiarato: “Non mi piace essere etichettato. A me piace fare musica e se un giorno mi esce una canzone diversa da quello che faccio la metto ugualmente nel disco.“
Assolutamente e le confermo. Le etichette sono la cosa che meno sopporto. Sperimentare, cambiare, confrontarsi sono alla base della mia idea di fare musica. A maggior ragione, faccio fatica ad auto-definirmi.
“VITA MIGNOTTA” è il primo brano dell’album, perchè la scelta di uscire con questo singolo per dare il via al progetto?
Non capivo perchè, ma alcuni si aspettavano che tornassi con un album più pop e dalla vena esclusivamente cantautoriale. Questo singolo rappresenta in pieno il cantautorato-rap che dicevamo prima in tema di suono, perchè c’è sia quel richiamo al rap sia il mood cantautoriale. Volevo far capire da subito che sarebbe stato diverso dalle aspettative, che ero pronto a sorprendere con qualcosa di inedito, ma che nello stesso momento ricalcava tutte le sfaccettature del mio percorso come artista. Quindi si, “VITA MIGNOTTA” era il biglietto da visita perfetto.
Il brano “Panni di un altro” vede la partecipazione di ALEX BRITTI alla chitarra. Come è nata questa collaborazione e qual è stata l’esperienza di lavorare con un musicista del calibro di Britti?
Per me Alex è il miglior chitarrista di tutto il panorama musicale, sicuro al 100% di quello italiano. Non lo so, ha un modo di suonare che ti strega, qualcosa che secondo me non puoi definire del tutto. L’ho conosciuto per caso una sera insieme a Federico Zampaglione, mentre guardavamo Sanremo. Pare una cosa un po’ comica lo so [ride], però da li si è sviluppata una bella amicizia sfociata in una stima artistica. Quando ci sono tutti questi spunti, viene quasi naturale dare vita ad un pezzo insieme.
La tua musica ha spesso una forte connessione con Roma, tra l’altro con me giochi giochi in casa. Come la tua città natale continua a influenzare la tua musica?
Roma è tutto, ma questo lo sapete già e a quanto pare tu riesci a capirmi bene Fede [ride]. Roma mi accompagna passo passo, è la mia città, la mia compagna, la mia amica e sono fiero di averle dedicato una canzone in “ANDATA E RITORNO”. Perchè in questo album? Adesso era il momento giusto, la maturità giusta, le corse giuste per raccontare un amore diverso dal comune. Diciamo che il singolo per Roma, intitolato “La mia città”, è una punta di felicità che segna i due mondi presenti in tutto l’album.
E Noyz Narcos?
Un feat che credo sognavo da una vita. Un obiettivo ambizioso e una traccia che dovevo anche ai miei fan. Sono soddisfatto, ma anche felice di aver potuto lavorare con uno dei miei idoli. Per me è tra in singoli più significativi sia per una questione di affetto verso i miei ascolti, sia per la mia crescita come artista.
Questo è il tuo quarto album in carriera. Come descriveresti l’evoluzione del tuo stile e della tua musica da quando hai iniziato nel 2015 fino a oggi?
Sono sempre io, ma sono maturato e con me anche i temi, i suoni. Sono dell’idea che quando fai musica è giusto anche adeguarsi alle novità che si vivono. Le ispirazioni di oggi non possono essere quelle di ieri, ma obiettivamente pure per un fattore anche anagrafico [ride]. Diciamo che è un’evoluzione molto naturale. Questo album è più “suonato”, c’è qualche cura in più nei dettagli. Ho mixato tutto con il mio stile classico in chiave rap-urban. Ti dirò, credo che l’evoluzione sia stata proprio questa: non cancellare niente, ma unire più aspetti inediti con le mie caratteristiche di artista rap.
Intervista
FRANCESCO KAIRÒS CI RACCONTA “IERI, OGGI, DOMANI”: “Questo singolo vuole essere un ritorno all’essenza della mia musica”
Tutti noi abbiamo un passato che spesso ci torna in mente, quei ricordi che non siamo disposti a dimenticare, quella persona che ora vive nel nostro “ieri” ma che speriamo, prima o poi, di rincontrare, magari anche per caso, attraversando la strada o camminando su un marciapiede in un pomeriggio apparentemente come gli altri.
Allo stesso tempo, tutti noi siamo quotidianamente accompagnati dai sogni, dall’immagine di quello che sarà il nostro futuro, e tutti siamo impegnati, ogni giorno, nel vivere il nostro presente. Arricchito da una sfumatura più sentimentale, e raccontato tramite la metafora di una storia d’amore, potremmo dire che sia questo il concept da cui prende vita “Ieri, Oggi, Domani” il nuovo singolo di Francesco Kairòs disponibile su tutti i ditigal stores per Similax Records e Believe Italia.
Francesco Kairòs, già co-autore di brani di Annalisa, Arisa, Ludwig, Anna Tatangelo e altri, torna con un brano avvolto di speranza e consapevolezza che ci trascina alla scoperta della cifra stilistica del suo universo musicale.
Chi meglio di lui poteva raccontarci “ieri, oggi, domani”? Noi di Honiro Journal lo abbiamo intervistato!
Spesso ci ritroviamo immersi nei ricordi o negli obiettivi che vogliamo raggiungere nel futuro, a volte, paradossalmente, dimenticandoci di vivere il presente. Come pensi potremmo imparare a capire quanto sia prezioso l’oggi?
Sicuramente ciò che è stato ieri, quindi metaforicamente il passato, delinea una traccia. Sapere da dove veniamo e dove vogliamo arrivare, quindi il futuro, è un concetto che ho sviscerato non solo in questo singolo, ma anche nei miei progetti precedenti. Personalmente rifletto spesso sul passato per riuscire a captare dalle esperienze trascorse degli strumenti o degli insegnamenti da poter utilizzare per migliorare il presente e il futuro, credo infatti che quest’ultimo non sempre si possa prevedere, ma di sicuro si possa costruire. Il brano è caratterizzato proprio dal concetto appena citato, raccontato con un taglio molto più relazionale e sentimentale.
All’interno del brano si possono scorgere molte sfumature di vita quotidiana, come il rivolgere un semplice “ciao” a qualcuno a cui vogliamo bene. Quanto la quotidianità, il tuo vissuto e in generale le esperienze che hai sperimentato in prima persona influenzano la tua musica?
La quota autobiografica è sempre molto presente nei miei brani, la quotidianità e il mio vissuto sono senza dubbio tra le principali fonti d’ispirazione per i miei progetti artistici. Credo che la musica non debba avere l’arroganza di voler spiegare agli altri cosa sia la vita o come dovrebbero viverla. Preferisco possieda quella sensibilità che permetta, tramite quest’arte, di raccontare esperienze vissute in prima persona. I piccoli gesti quotidiani, che possono essere un semplice saluto o il percorrere un tratto di strada insieme, nascondono un significato molto più ampio, molto spesso infatti utilizzo queste immagini nei miei brani in modo metaforico, per suscitare emozioni specifiche.
Tra le strofe di “Ieri, Oggi, Domani” si può anche ascoltare un “come stai?”. Anche questo probabilmente rappresenta un piccolo gesto che però, in periodi frenetici come il giorno d’oggi in cui si è un po’ persa l’abitudine di interessarsi agli altri, risulta un’accortezza preziosa. Come stai in questo momento della tua carriera?
Sto bene, grazie. Questo mio progetto arriva dopo tanti anni di dietro le quinte, di autorato e di scrittura per terzi. Il desiderio che mi ha portato a dar vita ad una dimensione musicale completamente mia deriva dalla necessità di stare bene, di essere felice ed emotivamente coinvolto nei messaggi che voglio trasmettere. Questo singolo è quindi a tutti gli effetti un ritorno all’essenza della musica, volevo metaforicamente tornare a quella passione, spontaneità e urgenza espressiva di quando ho cominciato a scrivere. Credo che le canzoni siano come delle fotografie, magari sono un perfetto ritratto di un periodo della propria vita ma dopo anni ci si accorge che attualmente quel racconto non ci non ci rappresenti più, nonostante questo però, rimane pur sempre un tassello fondamentale di quel rullino che è la propria vita.
Questo singolo trasmette proprio l’idea del tempo che passa, del susseguirsi di giorni e forse anche dell’imprevedibilità e le sorprese della vita. In tutto questo mutamento e in tutti questi cambiamenti, c’è una caratteristica, un fondamentale o un aspetto della tua musica che sai che, nonostante trascorrano gli anni, rimarrà per sempre simbolo della tua identità artistica?
Bella domanda, credo di riuscire a distinguere perfettamente le varie fasi che hanno attraversato la mia carriera musicale e i miei relativi cambiamenti personali o periodi di vita. Onestamente però, non mi sono mai soffermato sul pensare se, tutti questi passaggi emotivi e artistici, potessero essere legati da un fil rouge. Sicuramente tra il Francesco che anni fa ha iniziato rappando e muovendo i primi passi nel panorama musicale e il Francesco di ora, possiamo identificare come comune denominatore l’impronta riflessiva. Penso di non aver mai scritto testi particolarmente leggeri quindi, nonostante il mio approccio alla scrittura sia cambiato nel corso degli anni, credo che la quota conscious rimarrà sempre parte della mia personalità musicale.
Ti va di anticiparci qualcosa riguardo il tuo domani? Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro?
Sto già lavorando al nuovo brano, che vedrà la sua pubblicazione con l’inizio del nuovo anno. Sicuramente c’è anche la volontà di dedicarmi ed iniziare a lavorare anche ad un progetto artistico più grande. Per ora sono felicissimo di comunicare tramite la musica, credo sia questo l’aspetto più importante.
Solitamente prima di concludere le interviste domando sempre se c’è qualcosa che non ti ho chiesto che ci tieni particolarmente che i nostri lettori sappiamo su di te, sulla tua musica, sui tuoi progetti…
Anticipo che da Roma arriveranno presto molti nuovi progetti, sia da parte mia sia da parte degli artisti, producer e team con cui collaboro e con cui condivido la stessa visione stilistica.
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