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Esce oggi FEAT (Stato Di Natura), il nuovo album di Francesca Michielin

Si intitola FEAT (STATO DI
NATURA) il nuovo progetto discografico di Francesca Michielin, disponibile su tutte le piattaforme digitali e
negli store da venerdì 13 marzo per Sony Music. Anticipato dal singolo Cheyenne feat. Charlie Charles uscito lo
scorso novembre, e dai tre brani Gange
feat. Shiva, Riserva Naturale feat. Coma_Cose e Monolocale feat. Fabri Fibra, FEAT (STATO DI
NATURA) è un progetto unico nel suo genere: è composto da 11
tracce, 11 featuring, frutto delle collaborazioni della cantautrice con i nomi
più importanti e interessanti del panorama musicale attuale. Tanti sono,
infatti, gli artisti che Francesca ha deciso di coinvolgere in questo album
dalle sonorità molto diverse, in grado di rappresentare le tante anime musicali
che l’artista ha in sé e che ha scelto di raccontare.
“Incontrarsi è difficile. Risulta sempre più semplice scontrarsi, elencare le differenze, usarle per allontanarsi. Credo, però, non ci sia specchio migliore se non nell’Altro. Credo ancora che le differenze siano belle perché non tolgono nulla, anzi, riempiono davvero – racconta Francesca – Questo progetto è stato un lavoro impegnativo ed ambizioso, fatto di incontri e paralleli, tesi a creare qualcosa che non avevo mai fatto prima, una storia di contrasto e unione, tra quei due mondi, Natura e Urban, che mi lasciano da sempre divisa e in bilico ma che mai come oggi mi appartengono. Il confronto è il mio Stato di Natura”.
FEAT (STATO DI NATURA) nasce dalla voglia di incontrarsi e di far incontrare due mondi che all’apparenza sono molto distanti: il mondo urban e quello più analogico, che corrispondono alla dimensione cittadina e a quella della natura. Le 11 tracce permettono all’ascoltatore di scoprire una Francesca Michielin inedita, che attraverso la curiosità e il confronto con gli altri artisti ha scelto di rivelare il suo Stato di Natura, che sono l’incontro e la contaminazione. In questo progetto infatti l’artista ha adottato colori e suoni nuovi, dati proprio dal dualismo tra analogico ed elettronico, enfatizzato ancora di più dalla diversa personalità e dai diversi stili di produttori e artisti differenti.
“Questo disco ha come caratteristica il fatto di essere eterogeneo, la sua ricchezza è la sua varietà. Ho voluto omaggiare gli artisti che ho sempre ascoltato da piccola, come i Rage Against The Machine, Annie Lennox, Run D.M.C. e Red Hot Chili Peppers. È stata per me anche una sperimentazione vocale: ci sono parti cantate in growl, che è tipico del rock, passando per il gospel fino allo scat jazzistico. È un disco tutto suonato, c’è meno elettronica digitale, ci sono suoni nudi e crudi, tastiere analogiche, body percussion.”
Il brano che apre l’album è Stato di Natura feat. Måneskin, il nuovo singolo in radio e su tutte le piattaforme digitali dal 13 marzo. È un manifesto con cui l’artista ha voluto comunicare l’importanza del dare un peso alle parole, lanciando un messaggio contro la violenza gratuita tipica dei nostri tempi. L’album prosegue poi con Monolocale, nel quale Francesca Michielin, insieme a Fabri Fibra, ci spiega in modo ironico e divertente com’è la “vita sintetica” in una stanza. Sposerò un albero è il brano con Gemitaiz ed è un inno alla vita libera, che passa anche attraverso il ricongiungimento con la natura: un contrasto con la vita “da monolocale” tipica della città. La continuità di Gange con il brano precedente riguarda sempre la natura ma in maniera meno positiva e più figurata, poiché nel featuring con Shiva Francesca ha invece voluto raccontare la complessità di una relazione giocando con il parallelismo del celebre fiume indiano, luogo di purificazione ma oggi terribilmente inquinato. Yo No Tengo Nada è la quinta traccia, nella quale alla cantautrice si uniscono la potente voce di Elisa e la brillante produzione di Dardust, a raccontare l’attitudine tipica del nord-est, luogo di persone viste spesso come fredde e schive ma che in realtà sanno essere passionali ed emotive. Si prosegue poi con Riserva Naturale feat. Coma_Cose, nella quale Francesca e il duo milanese che mixa rap e cantautorato descrivono l’importanza di avere un luogo sicuro, nel quale rifugiarsi, nella frenesia della città. È poco dopo la metà dell’album che troviamo Acqua e Sapone, un brano dal mood vintage e nostalgico. Nel doppio feat. con Takagi&Ketra e Fred de Palma gli artisti cantano una storia d’amore sublime, genuina e “pazza”. La vie ensemble, con Max Gazzè, è un brano in francese nel quale, con spensierata malinconia, i due raccontano i momenti in cui si assume la consapevolezza che una storia non possa più andare avanti.
Segue poi Star Trek, il featuring con Carl Brave, nel quale Francesca chiede di essere lasciata in pace a sognare. Sul finale ritroviamo i contrasti di Cheyenne feat. Charlie Charles, per arrivare infine a Leoni, il brano che chiude l’album con cui insieme a Giorgio Poi ci accompagna verso la spensieratezza tipica del periodo estivo. Il brano fa parte della colonna sonora della nuova serie originale italiana Netflix Summertime, prodotta da Cattleya e in arrivo il 29 aprile in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.
Il confronto natura-urban attorno a cui si sviluppa questo progetto, si riflette anche nell’artwork delle copertine dei brani usciti fino ad oggi: la contaminazione con il mondo manga incarna proprio lo scontro tra la dimensione cittadina e quella naturale ed è frutto del lavoro del comic designer Marco Locati.
Per presentare l’album sono stati realizzati a Milano tre set live unici, prodotti da Vivo Concerti, durante i quali Francesca Michielin ha cantato in anteprima GANGE feat. Shiva, RISERVA NATURALE feat. Coma_Cose e MONOLOCALE feat. Fabri Fibra. Il primo dei tre è stato il Vintage Electro Set, dove Francesca Michielin ha infiammato il Rocket accompagnata da Bruno Belissimo al basso. Con il secondo, l’Urban Orchestral Set, l’artista è riuscita a raggiungere i suoi fan attraverso lo streaming sulla sua pagina Facebook, in un emozionante live dalle Officine Meccaniche, accompagnata sul finale dai Coma_Cose. Il terzo ed ultimo appuntamento è stato il Milano Multietnica Set, trasmesso dagli spazi di Triennale Milano sulla piattaforma digitale Raiplay, con la partecipazione dei Selton, della multietnica Orchestra di Piazza Vittorio e del rapper Fabri Fibra.
Proseguono le vendite per il grande evento live del 20 settembre 2020 al Carroponte di Milano. Biglietti disponibili sul sito di TicketOne (www.ticketone.it).
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Lord J racconta Su Sennori – intervista

Qualche giorno fa è uscito il disco di un rapper Sardo davvero interessante: Lord J. Per l’occasione, che è stata esattamente nel “giorno della sardegna”, abbiamo pensato di fare qualche domanda su “Su Sennori”.
Su Sennori, con un tappeto sonoro tipicamente rap, miscela il boom bap classico a drill, trap e contaminazioni folk dando vita a un prodotto cross over moderno e originale.
Tutti i brani sono eseguiti completamente in lingua Sarda (per lo più nella variante Campidanese), una delle caratteristiche principali di Lord J, e tutti i brani, oltre a essere stati mixati da Squarta (Cor Veleno) al Rugbeats Studio, sono stati arricchiti da strumenti Sardi suonati dal vivo.
Partiamo da te: come ti sei avvicinato alla musica e al rap? Come hai iniziato a scrivere?
Mi sono avvicinato al rap da bambino nei primi anni 2000 riscoprendo grazie ai miei cugini più grandi rappers come 2Pac e tanti altri big americani rimanendone rapito.
Ho iniziato a scrivere per caso, per divertimento ma ho capito che era una delle maniere più efficaci che avevo per esprimermi non essendo una persona esageratamente loquace ma con tante cose da dire.
Su Sennori è il tuo primo Ep o hai già pubblicato altro in passato?
Ho pubblicato un po’ di brani negli ultimi 10 anni, ma sempre di rado e con sonorità spesso diverse, quello che un po’ li legava è che spesso c’era qualche riferimento alla Sardegna, ma quando ho capito che mi piaceva particolarmente fare rap in Sardo ho sbloccato totalmente la vena creativa.
Tempo fa hai pubblicato il singolo Su Sennori e Faulas. Come mai proprio questi due brani per anticipare il disco?
Rispettivamente uno è il primo brano dell’ep e uno è il brano di chiusura.
Con Su Sennori mi presento e parlo di cosa ho fatto con la musica negli ultimi due anni, riprendendo le sonorità che mi si addicono di più.
Con Faulas chiudo il disco con i cori Sardi e questo brano che è una dedica d’amore alla Sardegna.
Mi dici qualcosa in più sul titolo del disco? Cosa vuol dire e cosa dice del disco stesso?
“Su Sennori” sarei io, il mio nome d’arte in Sardo.
Ma come dico nel brano omonimo, sono quel signore che vuole parlare dell’isola e che gli antenati hanno creato per fare la guerra/rivoluzione per questa terra.
Considerata la qualità del prodotto, come mai la scelta di pubblicare un ep e non un vero disco?
Ti ringrazio innanzitutto. Preferisco fare piccoli step, vorrei che la gente capisse il più possibile quello che abbiamo realizzato e il perché soffermandosi bene sul motivo e le sonorità di questi brani.
Hai in programma qualche data per la presentazione di Su Sennori?
Sì per ora abbiamo 4 date confermate:
02/05 a Mogoro (OR)
03/05 a Pula
05/05 a Sant’Antioco (dove sarò accompagnato da strumentisti)
30/08 a Porto Ferro (SS)
Quali credi che siano i punti di forza di un disco come questo?
Sicuramente il fatto che si distingue da molti prodotti che escono oggi.
È un lavoro coraggioso, ma molto differente da quello che c’è in giro.
Oltre il fatto che è curato sotto molti punti di vista, a livello di suono, avendo una buona qualità e avendo tanti strumenti suonati dal vivo oltre che dei featuring prestanti, e a livello di immaginario perché si lascia poco spazio alla fantasia mostrando tanto della nostra cultura.

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“Scelti”, il nuovo singolo di SOLOSOPHIA, disponibile dal prossimo venerdì 25 aprile

Ci sono brani che si ascoltano e altri che si sentono sulla pelle, come un brivido improvviso nella notte. “Scelti”, il nuovo singolo di SOLOSOPHIA – disponibile dal prossimo venerdì 25 aprile e distribuito da Ada Music Italy – è uno di questi.
Un graffio di blues, il battito incessante del rock e una voce che scivola tra le fiamme della passione, bruciando ogni esitazione. Un urlo nel silenzio, un viaggio in bilico tra il desiderio e l’orgoglio, tra fari spenti e anime accese.
Nel buio della distanza, mentre “gli altri sono spenti”, SOLOSOPHIA accende una scintilla: le chitarre di Tatiana Monteriù tagliano l’aria come lampi elettrici, la batteria di Rocco Pontillo pulsa come un cuore in fuga, mentre Gaetano Mazzitelli tesse le fondamenta con il basso e una produzione che fa vibrare ogni emozione. Il tocco di Sergio Buraggi completa questo quadro sonoro potente e senza filtri.
“Scelti” è un vero e proprio urlo nel silenzio: “ci siamo ritrovati e poi ripersi, nascosti dall’orgoglio dietro alle canzoni”. Il brano parla di connessioni che sfidano il tempo, di fiamme che non si spengono, di amori e sogni che restano anche quando tutto il resto si dissolve. SOLOSOPHIA canta con una voce che non chiede permesso, che travolge e lascia il segno.
Già protagonista di esperienze internazionali, dall’Isle of Wight Festival al palco con Elisa, SOLOSOPHIA ha costruito un percorso in cui ogni nota è vissuta fino in fondo. Nel 2019 ha conquistato il pubblico di The Voice of Italy, portando sul palco la sua personalità unica e il suo timbro inconfondibile. Nel settembre 2024, la sua voce ha risuonato ancora più forte aprendo i concerti dei Tiromancino a Cagliari e Calangianus, dove ha duettato con Federico Zampaglione, confermando la sua capacità di emozionare e coinvolgere. Dopo il suo primo album “Anima Viola”, nel 2025 torna nuovamente a scolpire la sua identità musicale con un mix di energia cruda e profondità emotiva.

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Dj Exy racconta Cronache De Roma – Intervista

Dj Exy, producer e dj romano attivo da anni nella scena e nei locali capitolini, pubblica il suo primo producer album ufficiale e lo fa unendo la nuova e la vecchia scena ma in un progetto ambizioso che vedrà un disco e un documentario raccontare la Roma Hip Hop.
“Cronache De Roma” è un progetto visionario che punta a celebrare l’identità musicale della capitale.
Fra le voci del disco troviamo DJ Stile e DJ Baro, leggende dei Colle der Fomento, Danno (Colle der Fomento), Suarez (Gente di Borgata), Fetz Darko (Giuda Fellas), Mystic One (TruceKlan), Grezzo Esselover, Metal Carter (TruceBoys), il promettente Numi, Zinghero (TruceKlan), Benetti DC, figura storica della scena romana, Spampy, Sgravo e Wiser (Dead Poets), Lord Madness, Denay (Scimmie del Deserto), Er Drago, William Pascal (Do Your Thang) e i fratelli emergenti Yamba e Black Damo. Insieme a questi artisti sono presenti anche le preziose collaborazioni agli scratch di DJ Ceffo (Brokenspeakers), DJ Kimo (TruceBoys) e DJ Snifta (Roma Underground).
Questo album è un omaggio alla cultura hip hop e rappresenta un viaggio che punta a raccontare il “vero suono di Roma”, restituendo autenticità e potenza alle diverse anime dell’hip-hop locale.
Cronache De Roma. Partiamo dal perché hai deciso di pubblicare un disco come questo?
L’idea era di far sentire a tutta Italia la sonorità del Rap Romano e per fare questo dovevo cercare un sound che racchiudesse almeno un po’ di storia di Roma.
Il rap romano ha una storia bella lunga e credo che un qualcosa del genere mancasse da un bel po’ di anni.
Volevo racchiudere a modo mio un pezzo di storia da far sentire alle generazioni di oggi, per far capire da dove siamo partiti, e cos’è Roma.
Ho cercato di racchiudere come in una fotografia un determinato tipo di artisti e di beat. Per lasciare quel velo anni 90 e trasmettere quello che quegli anni hanno trasmesso a me.
Tutto questo è nata anche grazie all’aiuto del mio amico Fetz Darko, che mi ha aiutato a creare e riprendere legami con molti artisti della scena che non vedevo da molti anni.
A proposito di questo … del riprendere i legami. Se non sbaglio sei sparito per un periodo. Cosa ti ha spinto a tornare?
Mi sono sempre chiesto, fin da piccolo, quale sarebbe stato il mio futuro. Ho sempre fatto tanti lavori, fin da quando avevo 13 anni. Ho percorso molte strade, sia giuste che sbagliate. E come tanti, ho fatto errori e cose belle che non mi dimenticherò mai. Ma quando penso a cosa vorrei fare, a cosa mi rende felice, penso che l’unica cosa che mi faccia svegliare la mattina con il sorriso, e la voglia di fare musica. Sono tornato per questo.
Tornando al disco, quali sono le sonorità che possiamo trovare?
Il disco è classico, ma con occhio di riguardo alle sonorità più attuali. Sono cresciuto con la musica Rock e per me ha molta influenza sul fattore produttivo.
Ma nello stesso tempo la musica di Dj Premier, Lord of Underground, Vinnie Paz e molti alti hanno davvero influito.
Infatti, si possono notare questo tipo di influenze. Ho cercato di mescolare un pò tutto il mio bagaglio artistico cercando di dare molta grinta sulle batterie e renderle molto aggressive, proprio come negli anni ’90.
Al disco come hai lavorato?
Ho inviato ai vari artisti i beat e poi abbiamo registrato le voci al Fat Studio di Matteo, un grandissimo amico che mi ha aiutato molto nel lavoro di questo disco. Una volta finita la registrazione della voce, abbiamo fatto un arrangiamento del beat e delle varie modifiche per far mescolare meglio il tutto.
Nell’intro e nel pezzo Cronache de Roma, ho collaborato nell’arrangiamento insieme a Fabio Garzia, in arte Mustrow, che ha fatto un lavoro eccezionale sulle chitarre e sulla parte di basso.
Poi una volta finito, si passava alla parte finale dove lo studio missava e masterizzava il tutto ad hoc.
Questa è stata la parte artistica del disco, ma oltre a questo il lavoro più grosso, è stato anche rendere a proprio agio ogni rapper e cercare di avere il massimo da ogni singolo pezzo.
Una grande mano mi è stata data dalla SelfMade che ha creduto fin dall’inizio al progetto e che mi ha aiutato sia nelle realizzazioni delle registrazioni, sia nella parte organizzativa dei brani.
Ci sono dei pezzi a cui sei particolarmente legato in Cronache De Roma?
Pezzi a cui sono più legato, a dire la verità, non ci sono. Li reputo tutti e 12 dei capolavori.
Potrei dirti che sognavo un intro così da non si sa quanti anni e sapere che è stato realizzato da due dj che ammiro e con cui sono cresciuto mi fa venire i brividi.
Dj Stile e Dj Baro hanno realizzato un intro spettacolare, hanno usato molte voci dei miglior rapper di Roma, facendo degli scratch spettacolari. Senza parlare di Dj Snifra, Dj Ceffo e Dj Kimo, tre pilastri del Djing Romano.
La capacità di tutti i rapper a incastrare rime e rendere ogni traccia unica, mi ha fatto innamorare di tutto il disco, senza nessuna traccia a cui sono particolarmente legato. Sono legato semplicemente a tutto il disco.
Quale differenza pensi possa fare un disco come questo nell’Hip Hop Italiano?
Io spero sempre che un disco del genere possa far avvicinare le nuove generazioni ad un tipo di Hip Hop Underground. La mia speranza è di creare una specie di saga, dove il nuovo si mette a confronto con il più vecchio, facendo vedere le varie sfaccettature di diverse generazioni.
Spoiler. Mi hanno detto che uscirà anche un documentario … mi dici qualcosa in più?
Si abbiamo girato un documentario curato da Alessio Coltella un ragazzo che mi ha dato una grande mano e mi ha aiutato in tutto questo progetto intervistando tutti gli artisti del disco, facendoli parlare di se e di come si sono avvicinati all’Hip Hop.
Volevo dare un volto al disco e non solo la musica. Questi artisti hanno tanto da insegnarci. Era doveroso farli scrivere attraverso le rime, ma anche farli parlare.

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