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FRANCESCA MICHIELIN: fuori ora FEAT (Fuori dagli spazi)

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FEAT (Fuori dagli spazi) 
è il titolo del nuovo progetto di Francesca Michielinuscito il 5 marzo per Sony Musicin tutti gli store e su tutte le piattaforme digitali. Un disco che è cresciuto e si è arricchito per raccontare la bellezza dell’incontro, attraverso l’unione di artisti e amici di generi diversi in un progetto collettivo, anticipato dalle collaborazioni con Vasco Brondi e Fedez, quest’ultimo al fianco di Francesca anche sul palco di Sanremo con il singolo “Chiamami per Nome”.

“Da piccola non ho mai colorato dentro agli spazi. Usavo pennarelli di qualsiasi sfumatura, anche quelli che stavano finendo, perché davano un’idea “vissuta” all’insieme. A undici anni ho iniziato a disegnare manga, e un po’ anche a sentirmi un manga, precisamente una ninja, era per me un modo per affrontare la realtà che spesso mi sembrava difficilissima. La forza me l’hanno data sempre la fantasia e gli incontri, incontri di persone diversissime da me. Mi hanno ispirata a cercare dentro di me punti di contatto ma anche di scontro. Perché la diversità è sorpresa, è ricchezza, è confronto. E la diversità accende, appunto, la fantasia.

Volevo celebrare la collettività, che è eterogenea per definizione, una collettività “fuori dagli spazi”, perché ora che la musica sta riprendendo lentamente i suoi spazi sonori, questo titolo di unioni, di feat, vuole essere un augurio a uscire dalla comfort zone, dai muri di casa, a ritrovarci e abbracciarci presto” – commenta la cantautrice.

Anche la cover del disco, realizzata da Corrado “Mecna” Grilli, contribuisce all’operazione di sconfinamento degli spazi, volta ad unire tutti gli artisti coinvolti nel progetto FEAT sotto un unico stile grafico.

FEAT (Fuori dagli spazi) include, oltre agli 11 brani presenti nell’album FEAT – Stato di natura, il brano Chiamami per nome con Fedez, già primo in tutte le classifiche, Cattive Stelle feat. Vasco Brondi, e due inedite collaborazioni: Se Fossi feat. Mecna, ritmato desiderio di poter essere tutto ciò che riesce a rendere felice chi ci è accanto, e Pole Position feat. Colapesce, viaggio nei ricordi dalle sonorità moderne e attuali, racconto di quanto a volte sia necessario e allo stesso tempo difficile voltare pagina. Mecna e Colapesce si aggiungono ai tanti artisti con cui Francesca ha già lavorato per questo progetto: Carl Brave, Charlie Charles, Coma_Cose, Elisa e Dardust, Fabri Fibra, Gemitaiz, Giorgio Poi, Måneskin, Takagi & Ketra con Fred de Palma, Max Gazzè, Shiva. Un nuovo capitolo per il progetto discografico FEAT, disponibile in tre diversi formati: CD, DOPPIO VINILE E DOPPIO VINILE AUTOGRAFATO.

QUESTA LA TRACKLIST DI “FEAT (FUORI DAGLI SPAZI) IL NUOVO PROGETTO DI FRANCESCA MICHIELIN:

1. CHIAMAMI PER NOME feat. Fedez
2. CATTIVE STELLE feat. Vasco Brondi
3. MONOLOCALE feat. Fabri Fibra
4. YO NO TENGO NADA feat. Elisa e Dardust
5. SE FOSSI feat. Mecna
6. STAR TREK feat. Carl Brave
7. CHEYENNE feat. Charlie Charles
8. POLE POSITION feat. Colapesce
9. SPOSERÒ UN ALBERO feat. Gemitaiz
10. LA VIE ENSAMBLE feat. Max Gazzè
11. ACQUA E SAPONE feat. Takagi & Ketra e Fred De Palma
12. LEONI feat. Giorgio Poi
13. GANGE feat. Shiva
14. RISERVA NATURALE feat. Coma_Cose
15. STATO DI NATURA feat. Måneskin

CHIAMAMI PER NOME, il nuovo singolo di Francesca Michielin e Fedez in gara alla 71esima edizione del Festival di Sanremo, ha già raggiunto importanti risultati:

2,1 MILIONI DI VIEWS PER IL VIDEO UFFICIALE
1,9 MILIONI DI VIEWS PER IL VIDEO DELLA PERFORMANCE
#1 NELLA CHART DI SPOTIFY
#1 NELLA CHART DI AMAZON
PRIMO NELLA CHARTS ITUNES

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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25

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Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.

IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO

Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.

ASTRONAVE – OTTOBRE

Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.

FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA

Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.

MI MANIFESTO – PAN DAN

Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.

7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)

Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.

NESSUNA – ALTEA

Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.

VOCE – MADA

Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre

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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.

Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.

“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.

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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha

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Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.


BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.

BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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