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Mambolosco annuncia l’uscita del suo primo disco

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Dopo aver “resettato” il suo profilo Instagram, il trapper Mambolosco ha sganciato la bomba: il prossimo 13 Settembre uscirà “Arte”, il suo primo album ufficiale.

Il trapper italoamericano arriva a pubblicare il suo primo album dopo due anni di singoli e collaborazioni. Un lungo elenco che comprende il suo maggiore successo “GUARDA COME FLEXO”, che ha ottenuto il disco di PLATINO raggiungendo la quota di 26 milioni di stream su Spotify dove è rimasto stabile nella Top50 per 10 mesi consecutivi, e il follow up “GUARDA COME FLEXO 2”, disco d’oro con 22 milioni di riproduzioni. 
MAMBOLOSCO, in questi due anni, ha dimostrato di essere un fattore di successo anche per i brani degli altri come dimostra la collaborazione con YUNG FELIX in “LOCO” e quella con BORO BORO in “LENTO”, successo quest’ultimo in Top 15 su Spotify con oltre 13 milioni di stream e già un disco d’Oro nel cassetto.

“ARTE”pubblicato da Virgin Records (Universal Music Italia), segna un traguardo importante per MAMBOLOSCO e raccoglierà pensieri, ricordi, racconti non solo di questi due anni ma di tutta la sua vita passata tra Italia (dove è nato) e Stati Uniti (dove è cresciuto e torna spesso per ritrovare la sua famiglia paterna). 

“ARTE” sarà la prima occasione per MAMBOLOSCO per riflettere non solo sulla sua vita personale ma anche su quella artistica, un lavoro cresciuto negli anni anche grazie al collettivo che si è formato a Vicenza (la sua città natale) e con il quale Mambolosco ha non solo scritto, registrato e prodotto questo disco ma anche tutto quello che riguarda il contorno di un album (foto, grafiche ecc..). 

Mambolosco ha iniziato la sua carriera postando video su YouTube (tra gli altri “Mama I did It Again”, in collaborazione con Luscià e “Come se fosse normale” realizzato con Nashley), l’artista vicentino di padre americano e mamma italiana ha utilizzato questa sua unica imperfetta capacità di parlare sia l’italiano che l’inglese a suo vantaggio, costruendo un linguaggio musicale peculiare e distintivo (come nel singolo “Giovanotti”) che unisce la trap italiana alla wave americana.
Parte del collettivo SUGO GANG, tra gli altri brani pubblicati da Mambolosco troviamo “Cristiano Romambo parte 1” realizzato con Lama, e “Mille Giri” in collaborazione con Lil Lagio. La notorietà arriva però con i singoli “Me lo sento” feat. Nashley (https://youtu.be/4ctHFGye3l4) e “Guarda come flexo” (https://youtu.be/80eN3WOO5yc) feat. Edo Fendy.

L’enorme successo di queste ultime canzoni ha consentito a Mambolosco di farsi conoscere nell’ambiente rap diventando uno dei NEXT BIG THING della scena trap, talento confermato anche da brani come “420”“Piano piano Way” (oltre 7 milioni e mezzo di stream su Spotify e un video con oltre 2 milioni di views su YouTube)  e “Soldi e vestiti di marca”.
Grazie al suo talento e al suo unico modo di comunicare, Mambolosco ha trovato un posto all’interno della 777 Entertainment (l’etichetta della Dark Polo Gang, management di Mambolosco) e dopo “Guarda Come Flexo 2”“Bingo” (ad oggi oltre 8,5 milioni di stream), “Loco”, il remix italiano del successo del DJ e produttore n.1 olandese YUNG FELIX e “Arcobaleno” è ora pronto per presentarsi al suo pubblico con un vero e proprio progetto discografico.

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Ho sempre voluto fare musica. Ho sempre voluto esibirmi davanti a persone. Ho raggiunto così tanti traguardi e mi avete dato cosí tante soddisfazioni che se me lo fossero venuti a raccontare anni fa, non avrei creduto a mezza parola, neanche per un secondo. Ho fatto live in tutto il paese e in ogni città sono stato sempre accolto con affetto e mi avete fatto sentire a casa. Ringrazio tutti i miei fan per avermi supportato da sempre e aver creduto in me. Da troppo tempo mi sentivo chiedere “Mambo hai fatto hit a destra e sinitra, ma un album quando lo fai?” Dopo due anni che butto fuori singoli, oggi voglio dirvi una cosa STO CHIUDENDO IL MIO PRIMO ALBUM! CE L’HO SCRITTO IN FACCIA “ARTE” FUORI IL 13/09/2019 AHHHHH OKEYYY BITCH ???

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“Funk You”, il nuovo EP di PIETRO FALCO, in uscita il 9 maggio

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Ci sono momenti in cui la musica non è più solo intrattenimento, ma una necessità emotiva. È in questo contesto che nasce “Funk You”, il nuovo EP di PIETRO FALCO, in uscita il 9 maggio. Un progetto che prende forma sotto il calore siciliano, in un periodo in cui il mondo sembra andare troppo veloce, mentre la musica diventa l’unico rifugio per fermare il tempo e ritrovare la propria autenticità.

“Funk You” – https://shorturl.at/bdW2K –  è la risposta ad un mondo che si muove frenetico. PIETRO FALCO esplora l’urgenza di rimanere fedeli a sé stessi in un’epoca che ci spinge a correre senza fermarci, proponendo un disco che invita a rallentare, a riflettere, a vivere senza fretta. Il titolo, che unisce il funk a un ironico “vaffa”, è un manifesto di ribellione, una proposta di libertà che però non rinuncia mai al ritmo.

Al centro di “Funk You” c’è la mano di PIETRO FALCO: voce, cori, chitarra, basso, batteria e synth sono tutti suonati dall’artista che fonde il cantautorato più profondo ad un groove più energico, portando il corpo a muoversi senza rinunciare alla riflessione. Ogni traccia si costruisce come una pura esperienza, capace di stimolare la mente e al contempo far vibrare l’anima.

A supporto del progetto, troviamo le collaborazioni con artisti del calibro di Martina Aloisio (cori), Daniele Filoso (batteria in “L’effetto che mi fai”), Matteo Morini (batteria in “Il caso”), e i fiati coinvolgenti di Dario Fagiolo e Marcello Sanzó. Ogni singolo contributo aggiunge una nuova dimensione, arricchendo ulteriormente la proposta musicale di “Funk You”.

Mix & master sono affidati a Lorenzo Celata e Alessio Torregiani, che, con precisione e professionalità, conferiscono a ogni traccia il giusto equilibrio tra profondità e leggerezza, creando un suono che non lascia nulla al caso.

“Funk You” rappresenta un vero e proprio manifesto contro l’omologazione, un invito a ritrovare sé stessi in un mondo che sembra non concedere più pause. Un disco pensato per chi cerca una via di fuga, un’uscita dal rumore e dalla frenesia quotidiana, per riconnettersi con la propria essenza.

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La cruda legge della ‘’trappola’’ secondo la Gotti Mafia, il primo producer album di Youngotti, in uscita il 9 maggio

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La cruda legge della ‘’trappola’’ secondo la Gotti Mafia, il primo producer album di Youngotti, in uscita il 9 maggio per Honiro Label.

Trap culture, sonorità distintive e la ‘’fame’’ di un mondo musicale che ha qualcosa da raccontare, tra lati di vita estrema e necessità di non perdere la propria attitudine. Questi sono i comandamenti cardini del disco di Youngotti, produttore eclettico e ben navigato in atmosfere dark, cupe, dove non esiste una legge morale, un giusto e sbagliato che governano la realtà, ma la realness della vita di tutti i giorni, nel bene o nel male.

E a dar voce alla narrazione corale troviamo nomi che riescono a ben rappresentare non solo il suo leitmotiv, ma che hanno lasciato e stanno lasciando anche un segno indelebile nell’avvenire dell’urban sempre più rinnovato e complesso

Tracklist:

1 – Gucci Mane ft. Zep Dembo

2 – Wuh Wuh ft. Raspyy, Flaco G, KFresco

3 – Moltiplicarli ft. Side Baby, Vaz Tè

4 – Attico ft. Disme

5 – Skeleton ft. Rayan, Intifaya

6 – Gorilla ft. Baby Kirua

7 – Total 90 ft. Zep Dembo, Ne*ro

8 – Mafia ft. Raspyy

9 – Oxy ft. Scaccia

10 – Schiacciaratti ft. ODT

11 – Coast To Coast ft. Enzo Benz

12 – Zombie ft. Gizy, BabyRich

13 – Panette ft. Chicoria

Come ci racconta l’artista: ‘’In ”Gotti Mafia” ho cercato di unire identità differenti, figure istituzionali e nuove leve del mondo trap, portando il mio punto di vista sulla scena e creando un vero e proprio incontro generazionale nella musica. Non è stato semplice mettere d’accordo più artisti con stili diversi, ma il risultato finale mi rende orgoglioso e consapevole che il futuro del genere è in mano a persone talentuose che possono portarsi sulle spalle un’urgenza espressiva e un linguaggio in continuo cambiamento’’. 

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Cajo, il ritorno. “Redivivo” all’Hiroshima Mon Amour (22 maggio)

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Cajo, controverso rapper di Torino della classe ’75, torna dopo quasi 15 anni di assenza presentando il suo nuovo disco, “Redivivo”, sul palco dell’Hiroshima Mon Amour il 22 maggio 2025.

La storia di Cajo è segnata anche dal legame profondo con DJ Fabo, amico fraterno e compagno di visioni musicali con cui condivideva una promessa: non rimandare mai i propri sogni. 

In questa intervista, Cajo, ci racconta del suo passato, del suo ritorno e ci spiega qualcosa in più sul disco e sull’evento previsto per il 22 maggio a Torino. I biglietti per l’evento si possono acquistare qui: https://www.mailticket.it/evento/46655/cajo 

Cajo. Ti andrebbe di dire brevemente ai nostri lettori chi sei?

Sono Fantozzi e Charlie Brown. Un debole che ha scoperto di avere una gran forza. Un ex timido al quale sono cadute tutte le maschere. Uno sciocco autolesionista che per una volta ha deciso di volersi bene. Quello che sembrava tempo perso, talento sprecato, sconfitta, frustrazione… sono diventati il motore più potente di Redivivo. Se è vero che l’imbarazzo e la fretta sono due tra i nemici maggiori di chi tenti di proporre una qualunque forma di arte… ho dovuto e voluto fare pace con quei due mostri prima di lasciarmi in pace e scoprire io per primo che cosa davvero avevo da dire.

Come mai ad un certo punto hai smesso di fare rap. O meglio: di pubblicarlo?

La mia vita extra musicale mi ha man mano risucchiato, l’amore per gli altri ha anticipato quello per me stesso e mi sono dimenticato di me. Mi sono nascosto così bene che non mi trovavo più. Ma una certa ispirazione non ha mai smesso di venire a trovare lei me e così scrivevo anche sul ponteggio di un cantiere. Di notte con gli occhi su un sequencer e di giorno con le occhiaie. Ho lasciato che la quotidianità mi imponesse la razionalità e quella si è mangiata la magia. Ma poi la magia ha trovato il modo di farsi rivomitare.

Fino ad oggi che sei tornato con Redivivo. Che fra l’altro credo sia il tuo primo disco ufficiale. A cosa è dovuto il tuo ritorno?

Alle mie viscere, è dovuto alle mie viscere. Lo devo a loro e oggi le ringrazio. Ho sempre sentito questa spinta dentro che ripeteva “non ci credere, non ti spegnere”. “Io no” tipo Vasco. Non voglio diventare “un uomo da bruciare” come canta Zero. Non voglio farmi mettere “in fila per tre” come dice Bennato. Avevo promesso a me stesso prima, molto tempo fa, e a Fabiano poi che avrei canalizzato tutta quella enorme energia. Ma ho dovuto ritrovarmi ad un passo dalla fine in un reparto oncologia per accorgermi che non era più tempo di rimandare. “ho pianto fino a morire e sono morto, è morto tutto… tranne il corpo”.

 Il 22 maggio presenterai il disco all’Hiroshima Mon Amour. Come si svolgerà la serata? Quali saranno gli artisti presenti e gli ospiti?

Artisti e ospiti sono già presentati nella line up del Live ma non vogliamo svelare tutte le sorprese. Sarà il racconto di una storia carico di autoironia. Di chi prende sul serio quello che fa e meno sul serio sé stesso. Sento l’entusiasmo e la responsabilità di “incarnare” in qualche modo Redivivo. Non è un abito che si indossi: è proprio carne, pelle, sangue, vita.  Sono io a farlo esistere a e farlo succedere. E questo mi sorprende. Più avanzo e meno so, meno so e più mi piace. Oggi, mi piace.

Tu come ti senti a riguardo? Che emozioni provi ad andare all’Hiroshima di nuovo?

Mi ripeto, sono entusiasta. Non vedo l’ora. È la chiusura di un grande cerchio. Storicamente ho sempre vissuto emotivamente bene ciò che precede i live e poi i live stessi. I veri problemi li avevo dopo, quando calava l’adrenalina. Questa volta so che mi godrò l’intera esperienza.

Sei stato assente un bel po’. Perdonami il termine. Quali sono i cambiamenti in positivo e in negativo nella scena Hip Hop Italiana rispetto a quando hai iniziato?

Quella che oggi chiamiamo scena ha perso i connotati della comunità. È più l’assieme di tante iniziative individuali. Oggi è più facile fare musica e non ci sono più i taboo di una volta. È bello che ognuno si senta libero di proporre le proprie intuizioni nella maniera più personale e originale possibile. Quello che per me non è cambiato e non cambierà mai è il rispetto: per sé stessi, per gli altri, per il proprio genere musicale e per la musica in generale. “Rispetto” è una delle parole chiave dell’HipHop,

Ultima domanda, questa volta sul disco. Quali sono le tematiche che troviamo al suo interno?

Si tratta davvero un album vario, variopinto e variegato. Nelle scelte musicali quanto nei testi. Si parla di rinascita, di cadere e rialzarsi, di perdere la rotta e ritrovarla. Ma anche di adolescenza, d’amore, di come usiamo il cervello o di come torturiamo l’italiano. Ed è un tripudio di scatole cinesi, dietro ad ogni leggerezza c’è qualcosa di più profondo. Profondo come… la leggerezza.

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