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ACHILLE LAURO: arriva il nuovo videoart dedicato al singolo “LATTE+”
Domenica 11 luglio, giorno del suo compleanno, Achille Lauro pubblicherà su Youtube il nuovo videoart da lui diretto, dedicato al singolo LATTE+.
“Non è un videoclip, è vita vera.
Nessuno shooting, nessuna finzione.
Niente scenografie, no copioni costruiti, zero comparse.
Solo la vita spericolata a riflettori spenti”
Racconta Achille Lauro
Il brano, terzo estratto dal suo ultimo album LAURO per Elektra Records/Warner Music Italia disponibile in Audio Spaziale con Dolby Atmos su Apple Music, risuona di anni ‘70 omaggiando il cult cinematografico di Kubrick, Arancia Meccanica, del quale riporta l’estetica e non la morale.
LATTE+ di Achille Lauro è l’inno di una generazione che ha voglia di osare. Una generazione che trova risposte nell’irrequietezza. La fame dell’eccesso, la necessità di agire, la volontà di volersi superare per raggiungere i propri obiettivi velocemente. Adrenalina e tensione costante. Una dedica a quell’incoscienza salvifica che ci spinge a cogliere l’attimo e che accompagna il momento di tensione prima di ogni grande salto.
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Tusco & Dj Ghost per la prima volta insieme su ”Some Steal Some Kill”
Tusco e Dj Ghost, per la prima volta insieme su un disco ufficiale, pubblicano il 31 ottobre ”Some Steal Some Kill” per l’etichetta tedesca Vinyl Digital. L’album, concretizzazione della collaborazione musicale tra Tusco e Dj Ghost ormai solidificata negli anni grazie a numerose esperienze e palchi calcati insieme in tutta Italia e in Europa, è 100% hip hop boom bap. Un viaggio nel mondo del sampling, del turntablism e delle metriche intricate.
“Violenza e prevaricazione sembrano fare parte della natura umana dagli albori della sua storia. Ma l’arte e la musica sono in grado di trascendere questi aspetti portandoci ad uno stato superiore: dalle armi all’armonia” – ci racconta Tusco.
”Some Steal Some Kill” parla di disparità, di isolamento sociale, di vita ai margini e nelle periferie di città. Nel disco si assaporano le dipendenze, la ricerca dell’effimero, il tentativo disperato di colmare i vuoti. Il disco proposto da Tusco e Dj Ghost simboleggia la ricerca interiore, la spiritualità, resilienza e la passione nonostante tutte le difficoltà della vita. È un disco realista che dissente e si fa sentire.
La copertina, realizzata da Korvo art, raffigura un groviglio caotico di braccia e mani che brandiscono armi, soldi, droghe dal quale fa capolino una mano che stringe un microfono. Curata nel dettaglio e in linea con il concept del disco, è una metafora delle insidie e scelte sbagliate che si possono fare nella giungla urbana e di come la musica in questo caso il rap rappresenta un’alternativa sana, una sorta di via d’uscita dal labirinto.
Interamente prodotto, mixato e masterizzato da DJ Ghost al Milledue Room, Downtown studios di Pavia, ”Some Steal Some Kill” esce accompagnato dal secondo estratto All Day, che vede la collaborazione internazionale con Readyrockdee da New York e Don Enzo da Toronto, con i quali lo scorso maggio gli artisti hanno fatto un tour in italia e in europa. Il singolo, accompagnato da un video girato fra New York e Toronto e diretto da 18 carati, sarà disponibile in rotazione radiofonica in Italia e all’estero.
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!DEA ci racconta il suo nuovo singolo “GERDA” : “La sensibilità è un valore fondamentale”
È disponibile dal 18 ottobre su tutti i digital stores “Gerda”(Mitriade Records) il nuovo singolo di !DEA che spalanca le porte ad un nuovo inizio della sua carriera musicale.
All’interno del singolo Matteo Spadavecchia, questo il nome all’anagrafe dell’artista, si immedesima in Robert Capa, compagno di Gerda Taro, raccontando così l’amore per la sua amata, anche in un periodo intriso di difficoltà come quello della guerra. Gerda infatti, è una fotografa di guerra, divenuta simbolo di speranza, pace e tenacia.
Chi meglio di !DEA poteva raccontarci questo brano? Noi di Honiro Journal lo abbiamo intervistato!
Sappiamo che “Gerda”, il tuo nuovo singolo, inaugura un nuovo capitolo della tua carriera musicale, con l’inizio di un percorso solista. Volevo quindi chiederti quali saranno i fondamentali, le parole chiave di questo nuovo viaggio.
Sicuramente ciò che non potrà mancare è la ricerca del suono e anche di uno stile che dovrà diventare la mia identità, penso che anche l’ascolto sia fondamentale, entrare in contatto con diversi generi, anche se di mondi apparentemente lontani dal nostro, lasciarsi contaminare e ispirare da input esterni.
Come si legge nel comunicato stampa, tramite questo pezzo hai voluto raccontare la storia di Gerda, fotografa di guerra. Mi piaceva quindi chiederti quali emozioni in particolare hai voluto fotografare in musica con questo brano.
Penso che Gerda e anche il suo amato Robert siano simbolo della rinascita, del continuare a scorgere il bene anche nei momenti difficili, di desolazione e distruzione, anche nei periodi in cui non riusciamo a comprendere in che direzione stia andando il mondo. Spero quindi che con questo brano venga recepita l’importanza di un sentimento importante come l’amore.
“Un altra foto sul muro”
Le foto catturano un istante della vita, un solo momento, eppure ci accompagnano per anni, magari appese alla parete della nostra camera, magari incorniciate e poggiate sopra un mobile in salotto. Cosa vorresti che gli ascoltatori si ricordassero della tua musica? Quale spereresti fosse la foto che, metaforicamente, sia sul comodino dei tuoi ascoltatori?
Sicuramente il fatto che chi fa musica e arte in generale ha una grande responsabilità. Mi piacerebbe dare vita a canzoni destinate a rimanere nel tempo, che, proprio come le fotografie, possano durare negli anni. Mi piacerebbe che gli ascoltatori avessero un’immagine di me come un artista che cerca sempre di spingersi oltre creativamente parlando e come qualcuno che non si limita a scrivere ma approfondisce sempre il topic del brano prima di dargli vita, c’è quindi sempre una grande ricerca sotto questo punto di vista, per questo spererei che avessero la foto di un artista poliedrico che sia in grado di restituire degli input esterni o delle ispirazioni rivisitate attraverso la sua struttura, identità e genuinità.
Nel comunicato stampa si legge inoltre come la tua musica si contraddistingua per una grande sensibilità. Che valore è per te la sensibilità e quanto è importante soprattutto al giorno d’oggi?
Penso che la sensibilità si acquisisca e si sviluppi con il tempo, io ho avuto la fortuna di essermi sempre confrontato molto rispetto diverse tematiche con le persone, a partire da mio papà che per primo mi ha avvicinato alla riflessione e al concetto di lasciare un segno positivo alle persone che incontriamo. La sensibilità è quindi un valore fondamentale perché senza di essa molte cose risulterebbero sterili, invece essere se stessi, interpretare avvenimenti tramite la propria espressione ci spinge sempre verso un modo di essere ancor più sensibile.
Il singolo racconta di un avvenimento accaduto quasi cento anni fa eppure ha un sound incredibilmente attuale, ti andrebbe di raccontarci come è nata la produzione di questo brano?
Fin da subito ho creduto molto in Mero, abbiamo fatto amicizia e iniziato a lavorare in brevissimo tempo. Ci accomunava la voglia di sperimentare un suono diverso, se dovessi parlare onestamente queste sonorità si allontanano un po’ da quella che solitamente era la mia confort zone a livello di produzione ma poi, dopo diversi ascolti, mi è piaciuto immergermi in questa sfumatura meno rap e più pop-urban.
Ti va di anticiparci liberamente i tuoi obiettivi per il futuro, questo singolo farà parte di un progetto più ampio?
Personalmente credo che il punto di partenza di questo percorso non possa essere un disco, voglio prima imparare a scoprire la mia identità con dei singoli, quindi ci saranno molti nuovi brani e ricalcheranno il sound di questo pezzo.
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NOT GOOD ci racconta il suo nuovo EP “BELLA FESTA BRUTTA GENTE”: “Spero che ascoltando questo progetto ci si senta compresi”
Not Good è tornato venerdì 18 ottobre con il suo nuovo Mixtape “Bella festa Brutta gente”(Epic/Sony Music Italy)
Ascoltando il progetto emerge come il concept del disco si disegni interamente attorno ad una particolare parola chiave: consapevolezza. Una presa di coscienza che però non si priva d’essere camaleontica e poliedrica, esprimendosi al meglio nell’intrecciare diversi fili tematici tra loro, dalla leggerezza alla riflessione, dalla disillusione all’amore, dal timore del futuro all’aver abbracciato il passato, da un viaggio introspettivo al racconto dell’attuale direzione e impronta del mondo che ci circonda.
Premendo play sull’EP l’artista classe ’97 prende letteralmente per mano l’ascoltatore trascinandolo in un progetto con cui sentirsi compresi e soprattutto meno soli forse ripensando, come racconta lo stesso Not Good all’interno di “Lucido”, ad ormai “quanta differenza ci sia tra apparire ed esistere”.
Chi meglio di Not Good poteva raccontarci “Bella Festa Brutta Gente”? Noi di Honiro Journal lo abbiamo intervistato!
Siccome penso che il titolo sia proprio ciò che racchiude l’intero immaginario di un progetto, mi piaceva iniziare questa intervista chiedendoti semplicemente come mai la scelta di “Bella festa Brutta gente”
Il titolo riflette l’idea che avvolge l’intero progetto. Il concept di “Bella festa Brutta gente” vuole essere una metafora di vita e raccontare come venga sempre detto che la festa, quindi simbolicamente il mondo, non era niente di speciale, ma per fortuna lì con noi c’erano i nostri amici ed è stato proprio grazie a loro se abbiamo comunque passato una bella serata, nonostante l’ambiente non fosse dei migliori. È stata presa questa abitudine di scansarsi da ogni tipo di responsabilità, di ritenersi quasi estranei a qualsiasi evento della vita, con un titolo come questo volevo invece sottolineare come, spesso, in realtà siamo noi stessi i primi coautori della buona riuscita (o meno) di qualcosa.
Nella prima traccia dell’ep racconti “E a cosa servirà scrivere canzoni se alla fine è tutto finto”. Forse affermerei che scrivere canzoni serva(e scaturisca) proprio dal fatto che purtroppo ultimamente il mondo abbia spesso intrapreso quella della finzione come strada maestra. Quanto è importante per te invece l’autenticità? Sia nella musica ma anche se vuoi nella vita in generale? E in che aspetto dell’EP credi che questo emerga di più?
Credo che emerga molto dai testi, questo aspetto inoltre è la costante dell’intero disco e in realtà anche il filo conduttore della mia vita. Penso che il fatto che io mi domandi a cosa servirà scrivere canzoni se alla fine la finzione a volte sembra prevalere e soprattutto che io me lo chieda in un brano che poi pubblico sia una presa di coscienza, una dichiarazione ad alta voce di come ci troviamo tutti immersi nella stessa situazione, quindi ancor più dell’autenticità sottolineerei l’essere consapevoli della finzione che spesso ci circonda. Indipendentemente dal voler o no cambiare la narrazione, l’importante è essere consapevoli in primo luogo che questa narrazione esista.
Sempre in “Tutto Finto” dici “Non siamo capaci ma ho una testa per sbagliare assieme a te” e poi, anche all’interno della traccia “Lucido” accenni al fatto che “abbiamo giusto 20 anni”. Ricollegandoci al concetto di prima, in questo mondo che è ormai sempre più alla ricerca della perfezione, quanto credi sia invece importante vivere in modo libero il poter sbagliare? Soprattutto a quest’età, in cui abbiamo giusto 20 anni.
Per me sbagliare è importantissimo a livello umano, penso che l’errore sia il metro di paragone con il quale possiamo misurare effettivamente la ricchezza di una persona. Se una persona è davvero ricca a livello interiore si permette di sbagliare, di avere degli incidenti di percorso perché sa che se anche si rende conto di aver intrapreso una strada che si rivela fallimentare o senza meta potrà reinventarsi infinite volte grazie alla sua passione e alla sua creatività, concedendosi sempre più opportunità diverse tra loro. Anche i rapporti si basano proprio su quanto si riesca a ricostruire la relazione quando uno dei componenti sbaglia, c’è quindi una ricerca dell’interpretazione dell’errore che non mira a demonizzarlo ma anzi, al ripeterci che fortunatamente possiamo sbagliare e che non dobbiamo privarci di questa opportunità.
Sempre in Lucido racconti “So che ti sembrerà stupido, ma stavo bene anche se il male era come portarlo dentro 24h e certe volte ci ho fatto anche l’amore”. Ho interpretato questa frase come la volontà (ovviamente in modo positivo) di abbracciare la sofferenza come una parte di noi. È proprio, paradossalmente, “amando il dolore”, “volendo bene anche al male” che scaturisce la musica? La necessità di esprimersi?
Per rispondere a questa domanda la premessa che mi sento di fare è quella di dire che personalmente credo che le canzoni che lasciano un segno siano quelle che raccontano spaccati di vita, quelle che ti fanno piangere, emozionare, che raccontano anche la tristezza e la malinconia. In una società dove è sempre richiesto mostrarsi al top, mostrarsi al meglio e iper performanti credo sia importante raccontare come molto spesso si riesca ad estrapolare il bene e la felicità anche dalle situazioni difficili e il come, una volta affrontate, spesso poi ci troviamo a ripeterci che, a posteriori, ora non vorremmo essere persone diverse.
“Lo so che sei di fretta e corri, senza sogni” Questa frase con la mente mi ha ricordato la frenesia in cui, soprattutto ultimamente, è immerso il mondo e come molte volte ci ritroviamo quasi a correre senza sosta mentre il tempo scorre, per poi accorgerci come in quei momenti, ormai volatilizzati, non ci siamo dedicati a ciò che amavamo davvero, ai nostri sogni. Volevo quindi chiederti quanto per te sia importante azzerare il brusio, la frenesia del mondo e decidere di concentrarti su ciò che ami?
Il mio sogno è proprio quello di percepire il mondo, in ogni sua sfumatura, quindi paradossalmente io in realtà mi nutro di questo brusio, mi piace dargli una spiegazione o attribuirgli nuove forme, e vedere anche in che modo le altre persone lo interpretino. All’interno della tracklist infatti la posizione di “Senza Sogni” non è di certo casuale, arriva dopo un brano passionale come “Lucido”, un banger come “LEAKS”, proprio perché anche la timeline dei pezzi vuole metaforicamente rappresentare le tipiche fasi di una festa, inizialmente c’è la felicità, l’euforia, poi invece, a tarda serata, subito dopo aver varcato la porta di casa si viene spesso avvolti da mille domande e ci si ritrova a riflettere.
Raccontando i brani dell’EP, sul tuo profilo Instagram, riguardo proprio a “Senza Sogni” affermi “non ho scritto questo pezzo pensando a dove potesse finire, ho solo cercato di dire quello che volevo come lo volevo”. Quando si parla di sogni, di aspettative, di ambizioni, spesso la nostra generazione incontra sentimenti come la rassegnazione o la delusione. Mi piaceva quindi chiederti se e come speri che magari questo brano in particolare possa aiutare chi lo ascolta sotto questo punto di vista.
Con questo brano non ho avuto la pretesa di riavvicinare qualcuno a sognare, credo che questa sia una traccia in cui chi ha una certa sensibilità, una certa fragilità, una certa emotività di sicuro potrà rivedersi e scorgere tasselli anche del proprio vissuto. In un momento nel quale siamo letteralmente sommersi da questa continua gara per dimostrarsi i migliori, credo che non sentirsi soli nell’aver sperimentato sentimenti come la disillusione sia ancor più importante che tornare a sognare. Spero che chi ascolta il progetto possa sentirsi compreso, che, ascoltando un brano, dica “è lo stesso sentimento che avrei raccontato io”.
“E non dovremmo dirlo a nessuno che ci spaventa il futuro”
Prima o poi il futuro diventa presente e magari quando arriva, in realtà, non spaventa più… ti volevo quindi chiedere se ti andasse ti anticiparci liberamente cosa dobbiamo aspettarci dal futuro di Not Good
Avevo veramente bisogno di pubblicare questo progetto, di raccontarmi con queste tracce e di farlo con una chiave stilistica diversa con la quale io potessi trovare un ventaglio di contaminazioni che unissero il rap a nuove sonorità per me. Io spero di continuare sempre a giocare con me stesso, facendo musica sempre migliore, prendendomi liberamente tutto il tempo che mi serve per realizzarla. Posso anticiparvi solo che sto lavorando a tanti nuovi progetti!
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