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Intervista

Cicco Sanchez ci racconta il suo EP “Nostalgia Liquida”: “Sono una persona che ama vivere le emozioni fino in fondo”

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E’ uscito venerdì 3 dicembre, “Nostalgia Liquida” il primo EP di Cicco Sanchez (Columbia Records Italy/Sony Music Italy).

L’EP è stato anticipato dai singoli “poster”, prodotto da Michelangelo, e “ora o mai più”, nato dalla collaborazione inedita tra Cicco Sanchez e Casadilego e prodotto da JVLI. Oltre al brano con Casadilego, nel progetto troviamo anche la partecipazione di Axos nella traccia “Pensieri Brutti”.

Diversi fili narrativi e musicali si intrecciano in questo Ep di Cicco Sanchez, da quello della nostalgia a quello dell’amore, da quello della solitudine a quello dei sogni, ricamando un lavoro unico nel suo genere.

Chi meglio di Cicco Sanchez poteva raccontarci “Nostalgia Liquida”? Noi di Honiro Journal lo abbiamo intervistato!

Cicco Sanchez, Questo nuovo progetto si intitola “Nostalgia Liquida”, cos’è per te la nostalgia? Come la vivi? Come mai l’esigenza e il desiderio di raccontarla in un EP?
Ho iniziato a scrivere e a lavorare a questo nuovo progetto nella prima fase di lockdown. Fino a quel momento pensavo che la nostalgia si dividesse principalmente in due parti: nei ricordi che avrei voluto rivivere e in quelli che invece avrei solo voluto dimenticare. Con il passare del tempo mi sono accorto che un’altra sfumatura importante di questo sentimento è la nostalgia delle cose che non hai mai vissuto. Ho avvertito molto questa sensazione durante il lockdown. La nostalgia quindi, per me, ad oggi ha queste tre sfaccettature.

“Qui non c’è un’anima viva ma è pieno di gente
come fiori appassiti nei campi a settembre”

Secondo te si sta un po’ trascurando una parte importantissima delle persone ovvero l’anima? Le emozioni stanno passando in secondo piano?
Penso che l’essere umano venga molto influenzato da ciò che lo circonda. Negli ultimi anni la società ha reso tutto molto fast, non solo il cibo. Tutto è diventato veloce, immediato e temporaneo, di conseguenza anche i sentimenti. Si sono spente molte emozioni. Personalmente sono una persona che attribuisce molto valore alle piccole cose. In una persona, ad esempio, il fatto che abbia passione per la vita e per le piccole cose mi affascina ancor di più di chi ha passione per qualcosa in particolare.

“a un fiore serve la pioggia ma senza sole non sboccia” .
Quanto sono stati importanti i momenti di pioggia, di sconforto nella tua vita, e quanto i momenti di sole per la creazione di questo EP?

La pioggia ha avuto un ruolo fondamentale, senza di lei non avrei mai avvertito lo stimolo e la necessità di scrivere ciò che ho scritto. Avvertivo il travolgente bisogno di posare su carta ciò che mi faceva stare male. Allo stesso tempo però, personalmente non riesco a scrivere di qualcosa che
mi fa stare male nel momento stesso in cui provo quel sentimento, proprio per questo ho bisogno anche del sole, perché dà una luce diversa a ciò che sto dipingendo in musica. Grazie al sole riesco a comprendere meglio i miei pensieri e, di conseguenza, anche a scrivere del mio dolore a mente lucida.

“quei pensieri del cazzo che faccio la notte mi tengono sveglio”
Il brano infatti si intitola proprio “Pensieri Brutti”. Come si può riuscire a lasciarsi alle spalle qualche pensiero brutto? A ritrovare un po’ di leggerezza e serenità quando sembra non essercene?

Sicuramente rivolgendosi ad uno psicologo o alle figure di riferimento, penso ci sia poca cultura a riguardo, come se la salute mentale non fosse importante quanto quella fisica. Credo non ci sia nulla di cui vergognarsi se una persona ha bisogno di confrontarsi con un professionista, in fondo, come si cura il corpo si cura anche la mente. Io non sono un esperto per poter dire cosa si possa fare, però posso dire a chi rivolgersi, soprattutto dopo quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo.

A volte un pensiero brutto è anche la stessa paura “lo so che hai paura ma ognuno ha la sua”. Oggi la paura è un sentimento che, spesso, tanti negano. A volte invece la paura è importante perché aiuta a fare le scelte giuste e a riflettere sulle cose. Tu come la vivi? Che significato le dai?
La paura alcune volte può essere un grande limite, allo stesso tempo però, può essere anche una spinta per tuffarsi in situazioni nuove. Se non so cosa mi aspetta, a maggior ragione mi ci tuffo. Quando si tenta, non si ha nulla da perdere.

Penso che la sensazione peggiore che si possa avvertire nella vita sia avere paura di avere paura. È la cosa peggiore che possa capitare perché, alla fine, è sinonimo di non vivere, è come non rifare il letto perché tanto sai che poi lo dovrai disfare. Ricordiamoci sempre che, molte volte, la paura contribuisce a farci crescere e a renderci più forti.

“e tu che mi hai insegnato a stare controcorrente”
Quanto è importante andare controcorrente? A volte dire “no io non ci sto, scelgo un’altra strada” a costo anche di rimanere spesso da soli in queste scelte? E soprattutto, dove si trova il coraggio di andare controcorrente e differenziarsi dalla massa?
Ho passato tutta la mia adolescenza andando controcorrente. Mi sono approcciato al mondo della musica grazie al rap. In quel periodo questo genere non andava di moda e non garantiva nemmeno la fama. Al tempo quindi, non ci si avvicinava al rap per guadagno o per qualsiasi secondo fine, perché non c’era. Per me era una passione, una passione che andava controcorrente. Anche nelle cose più quotidiane mi sono sempre staccato dalla massa, e questo non mi ha mai fatto paura.

“ma ora piove solo su di me, raggi di sole e solitudine”
Che valore ha per te la solitudine? Oggi spesso viene considerata come qualcosa di negativo, si può risignificare la solitudine e trovarne anche un lato positivo?
Spesso mi piace paragonare la solitudine ad un brutto quartiere. L’unica cosa che rimane da fare è imparare a conviverci. Perché nella tua città, e quindi anche nella tua vita, ci sarà sempre un quartiere del genere. La solitudine, magari vissuta in modi diversi, penso sia presente nella vita di
chiunque. Quando si impara a conviverci può migliorarti e farti imparare tanto, altrimenti purtroppo questo sentimento può affondarti se non sai gestirlo. La tematica è ricorrente in questo progetto perché, essendo stato scritto in quarantena, raccontare questa sfumatura è stato qualcosa di spontaneo.

“Noi con i sogni in tasca e nient’altro”
Quanto è importante al giorno d’oggi avere un sogno e soprattutto avere la voglia di inseguirlo? Che consiglio daresti a quei ragazzi che non riescono più a sognare?

Partendo dal presupposto che gli incubi erano sogni, secondo me, ancor più importante di avere un sogno nella vita, è fondamentale capire davvero ciò che vuoi. Comunque vada, ciò che ha valore, è sapere che hai fatto di tutto per raggiungere quello che volevi. Non per fare contenti gli altri ma per
fare felice te stesso perché siamo noi la persona più importante della nostra vita.

Il consiglio che mi sento di dare è quello di scoprire, senza foga, senza ansia, ma essere costantemente alla ricerca. Nella vita, una cosa ancor più importante di scoprire, è scoprirsi, e soprattutto farlo il prima possibile. In questo modo sarà più facile capire subito ciò che si vuole fare in futuro, la strada che si vuole intraprendere.

A proposito di sogni, quando si parla di sogni, spesso si parla anche di rimorsi ma, come dici tu stesso “A vivere di “forse” muori di rimorsi”.
Quanto è importante ogni tanto saper rischiare nella vita, pur di non avere rimorsi? È meglio avere il rimorso di aver sbagliato strada o il rimpianto di non aver mai nemmeno provato a percorrerla?

Sicuramente ritengo sia molto meglio sbagliare strada che non percorrerla proprio. Penso che ognuno nel proprio tragitto possa sbagliare, credo sia normale. A volte intraprendere la strada sbagliata ti suggerisce qual è quella giusta per te. Sicuramente il primo passo è alzarsi e incominciare a camminare!

“Mi insegnavi a vivere, io a sentirti viva”
Che differenza c’è tra il vivere e il sentirsi vivi? Qual è una cosa che ti fa sentire veramente vivo?

Secondo me c’è una bella differenza. Sono cresciuto molto in solitudine, in compagnia di mio fratello. Non ho mai avuto la classica vita normale, però sono una persona che ama vivere le emozioni fino in fondo. Nel bene o nel male assaporo qualsiasi situazione all’ennesima potenza quindi ho insegnato a Lei ad avere meno paura nel vivere a pieno le emozioni. D’altra parte, lei ha insegnato a me a stare al mondo meglio di come io lo facessi prima.

“ti eri innamorata di me delle mie idee
ma sei finita ad amare soltanto l’idea che avevi di me”

L’amore è qualcosa di reale o spesso ci si innamora della fantasia, dell’idea che ci si fa dell’altro?
Ad oggi, nel 2021, siamo figli di Netflix, quindi penso che la maggior parte delle cose che viviamo siano idealizzate nella nostra testa! A volte risulta addirittura difficile, quando hai idealizzato troppo qualcuno o qualcosa, conoscerla realmente per quello che è. Spesso cadiamo in questo errore, siamo talmente tanto influenzati dal cinema e dalle pubblicità che rappresentano una vita perfetta, da non comprendere che, quella vita incredibile, non l’ha mai vissuta nessuno.

Cicco Sanchez, in “Nostalgia Liquida” troviamo una collaborazione con Axos e una con Casadilego, ti va di raccontarci come sono nati questi brani? Come mai proprio loro?
Stimo molto Axos a livello artistico, era da molto che desideravo una collaborazione con lui. È riuscito a dare quel tocco di poesia urban che serviva al pezzo. “Pensieri Brutti” è, molto probabilmente, il brano più arrabbiato e cupo dell’intero Ep. Sono stato davvero molto contento di questa collaborazione perché ritengo che Axos abbia una penna delicatissima e uno stile molto tetro e unico.

Per quanto riguarda Casadilego invece, “Ora o mai più” era quasi completo, ma sentivo che al pezzo mancasse qualcosa. Proprio in quel periodo JVLI stava lavorando in studio con lei per altri progetti, così ha deciso di farle ascoltare il brano. A lei è subito piaciuto ed è nata quindi questa collaborazione, sono molto felice perché con la sua voce a mio avviso celeste ha svoltato il pezzo!

“come una promessa fatta ma mai mantenuta”
Quali sono le promesse che vuoi fare a te stesso e che speri di mantenere? Cosa ti aspetti dal tuo futuro e cosa dobbiamo aspettarci noi?

La promessa che mi faccio è quella di essere il più possibile leale e coerente con me stesso a livello artistico. Vorrei fare per sempre ciò che desidero fare, non mi piace che la mia arte venga influenzata da altri, non lascerò mai che questo accada. Un’altra speranza che ho nel futuro è senza dubbio quella dei live, non vedo l’ora di calcare il palco e portare dal vivo questo EP!

Cicco Sanchez, desideri che i nostri lettori sappiano qualcosa in particolare di te, della tua musica o di “Nostalgia Liquida”?
Voglio dire di ascoltare l’Ep nella sequenza in cui l’ho pubblicato perché è importante che sia così. Forse questa tradizione si è un po’ persa negli ultimi anni, mi rendo conto che spesso, ascoltando un progetto, non si attribuisce più valore all’ordine delle tracce che invece, a mio parere, è
fondamentale. Non siamo più abituati ad ascoltare un progetto in scaletta, ma c’è un motivo se è stata fatta. Quindi, a chiunque abbia il piacere di ascoltare l’Ep, chiedo di farlo in ordine, come fosse una storia!

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Intervista

PAOLA PIZZINO CI RACCONTA IL SUO SINGOLO “LOGICO”: “A VOLTE LASCIARE ANDARE SIGNIFICA AMARE DAVVERO”

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Dopo aver aperto concerti di artisti come Diodato e Max Gazzè e dopo un intenso percorso di performance live, è disponibile dal 14 dicembre su tutti i digital stores “LOGICO”(Macro Beats/distribuito da Artist First) il singolo d’esordio di PAOLA PIZZINO.

Disponibile anche in versione unplugged, “LOGICO” è un brano che si disegna tra la consapevolezza di voler abbandonare ciò che non è più razionale e la speranza di trovare riparo nel futuro.

Chi meglio di PAOLA PIZZINO poteva raccontarci questo brano? Noi di Honiro Journal l’abbiamo intervistata!

Essendo il tuo primo brano, non posso non chiederti da dove abbia preso vita l’ispirazione per questo titolo

La canzone si chiama “Logico” ma, in realtà, nel ritornello io dico “non c’è niente di logico” e forse è proprio in questo che risiede l’intero senso del brano. Infatti, se da sempre, nella vita, cerco di mantenermi più logica possibile, estremamente razionale nelle mie relazioni interpersonali, poi nella realtà esiste anche una mia parte irrazionale, illogica. Questo ossimoro nel titolo quindi, ripensandoci, è nato proprio spontaneamente.

Questo singolo rappresenta il tuo esordio ma sappiamo che, in realtà, tu hai alle spalle già molte performance dal vivo. Essendo reduci da un periodo in cui, purtroppo, durante la pandemia gli artisti emergenti hanno potuto esordire solo in digitale, cosa differenzia invece l’esordio di chi ha potuto prima esibirsi live? Che bagaglio di emozioni ha chi esordisce direttamente dal vivo?

È una domanda importante. Spesso mi è stato chiesto “come ti senti ora che è uscito il singolo?” e la mia risposta a questa domanda è che sono veramente felice, soprattutto perché finalmente tutte le persone che durante i live mi chiedevano dove potessero ascoltare i pezzi ora li potranno trovare anche in digitale. Il mio esordio quindi, per me, ha significato rispondere a questa domanda del mio pubblico. Onestamente però, allo stesso tempo, quando si parla di stream, di digital stores, avverto quanto mi manchi un po’ quella concretezza, quell’aspetto a cui i live mi avevano abituata maggiormente. Spero quindi vivamente che questi numeri si trasformino in un’esperienza dal vivo sempre più importante e sempre più bella.

Mi è piaciuto molto “LOGICO” versione unplugged perché, metaforicamente, oltre che un brano in acustico, mi è proprio sembrata la ricerca di un’autenticità particolare. Quanto è importante per te, nella musica ma anche nella vita in generale, avere il coraggio di mostrare la propria vera essenza?

Sono una persona a cui, da sempre, è piaciuto impegnarsi in tantissime cose, allo stesso tempo cerco sempre di essere credibile in tutto ciò che faccio. Credo che il segreto per essere autentici, paradossalmente, sia proprio non pensarci, non costruire nulla. Anche nel mondo musicale, ho sempre detto che per me tutto ciò che ruota attorno ai singoli ha un’importanza minore, è la concretezza che mi importa, esattamente come credo che, nella vita di tutti i giorni, sia la personalità ad essere il fulcro. Credo sia inutile costruire qualcosa che nella realtà non esiste, piuttosto conviene essere sinceri fin dall’inizio, imparando anche a spogliarsi dei filtri per essere credibili.

Dopodiché’ riprendo la vita che dico di volere, di meritare, così mi lascio andare, così ti lascio andare”. In che modo credi si possa comprendere, come racconti tu in questo brano, che amare una persona, a volte significhi proprio lasciarla andare?

Penso che logico racconti una storia che non era destinata a sopravvivere al tempo. Ancora oggi voglio bene a questa persona, siamo ancora in contatto e credo che sia stata proprio la nostra sincerità a portarci a compiere la scelta di lasciarci, la nostra decisione di guardarci negli occhi e raccontarci cosa, secondo noi, non funzionasse più. Lui ha dato le sue ragioni, io le mie, e credo che logico sia esattamente la narrazione della mia versione: io con lui ho avuto difficoltà a sentirmi me stessa, e quindi anche a lasciarmi andare. In questo singolo credo si possa anche scorgere una sfumatura di rabbia, ma anche il desiderio di essere felici e di andare avanti. Rispetto e fiducia credo siano stati gli elementi chiave per comprendere che lasciarsi andare fosse la soluzione migliore per dimostrare di volersi bene davvero.

Riempie un album di foto che mi dice chi sono io”. Quanto secondo te è difficile al giorno d’oggi trovare la propria identità, sia nel mondo musicale sia nella vita di tutti i giorni?

L’album che cito all’interno del singolo, effettivamente esisteva davvero. Avevo iniziato a raccogliere le fotografie di tutto ciò che consideravo un mio difetto e avevo intitolato questo album “accettati”. A distanza di anni, sempre come racconto nel brano, l’ho eliminato. Solo però dopo questo processo, solo dopo l’aver accettato i miei difetti, ho iniziato a trovare una mia identità, ad essere semplicemente me stessa, ho quindi iniziato a pensare che in qualsiasi occasione, sia nel mondo musicale, sia nella vita di tutti i giorni, non avrei mai voluto costruirmi un personaggio.

Nella cover del brano possiamo notare questa bruciatura, la carta quasi mangiata dal fuoco. Ti va di raccontarci come è nata l’idea dell’artwork?

Ci siamo mantenuti il più possibile minimal, sia io sia Macro Marco sia Alberto DeSeta che è il creatore dell’artwork. Siamo persone con questa determinata impronta anche nella vita, siamo fan della semplicità, “less is more”, come si dice. Quando mi hanno proposto questa cover ho detto subito di sì, con questa particolarità della sigaretta spenta sul titolo del brano che io ho interpretato come quel dettaglio che forse rende meno perfetto il tutto ma sicuramente più autentico.

Essendo questo singolo solo il primo passo di un viaggio appena cominciato, ti va di anticiparci qualcosa sui tuoi progetti futuri, sui tuoi obiettivi?

Non vedo l’ora di quello che sarà, siamo in fase di trasformazione, abbiamo già altri progetti pronti e sicuramente farò uscire alcuni degli altri brani che ho sempre suonato live. Spero di arrivare a tanti!

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Intervista

Gianni Bismark racconta il nuovo album “ANDATA E RITORNO”. Tra i feat Noyz Narcos.

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Gianni Bismark torna sulla scena con il suo quarto album, “ANDATA E RITORNO”, disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali.

L’album è suddiviso in due parti: “ANDATA” e “RITORNO“. La sezione “ANDATA” presenta tracce come “Vita Mignotta” e “Parliamo delle stesse cose” con BRESH, mentre la sezione “RITORNO” include brani come “Te famo scuola” con NOYZ NARCOS e “Er Magico”. Il percorso musicale di Gianni Bismark si completa con la title track “Andata e Ritorno”. Una partecipazione straordinaria ha arricchito il progetto, quella di Alex Britti alla chitarra nel brano “Panni di un altro”.

“ANDATA E RITORNO” è il suo modo di trasportare i fan verso qualcosa di inedito, senza dimenticare le radici e abbracciando nuovi orizzonti. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere sulle tracce, lo stile ed i feat presenti nel nuovo progetto.

Il titolo “ANDATA E RITORNO” suggerisce un viaggio musicale attraverso due mondi, un ritorno in grande stile. L’album rappresenta il tuo presente, come ti senti ora come artista?
Non è mai facile auto-definirsi, sicuramente i miei fan e chi mi ascolta riescono a farlo meglio di me! In ogni caso avevo delle tracce pronte, tante. Il modo migliore per valorizzarle era dedicarmi ad un progetto in più parti. Volevo creare un mix tra la mia vena rap e quella del genere cantautoriale, senza cadere nel banale. Mi ero prefissato degli obiettivi un po’ più ambiziosi.

Hai scelto featuring molto interessanti per questo album, tra cui NOYZ NARCOS, BRESH, TIROMANCINO e NOEMI. Tutti artisti che hanno un vissuto musicale diverso tra loro. In cosa hanno arricchito te come artista?
Il bello di questi feat è che hanno lasciato tanto a me e al disco, spero che ascoltando le tracce passi questo messaggio. Da sempre la scelta dei miei featuring non è né casuale ne figlia di logiche di mercato. Dietro c’è stato un lavoro immenso, tanti momenti di confronto tra me e tutti gli artisti presenti. Un’empatia pazzesca, che ha raggiunto poi un bel livello di stima reciproca. Questo credo arricchisca pienamente un artista in generale.

Parlando del nuovo album hai dichiarato: “Non mi piace essere etichettato. A me piace fare musica e se un giorno mi esce una canzone diversa da quello che faccio la metto ugualmente nel disco.
Assolutamente e le confermo. Le etichette sono la cosa che meno sopporto. Sperimentare, cambiare, confrontarsi sono alla base della mia idea di fare musica. A maggior ragione, faccio fatica ad auto-definirmi.

“VITA MIGNOTTA” è il primo brano dell’album, perchè la scelta di uscire con questo singolo per dare il via al progetto?
Non capivo perchè, ma alcuni si aspettavano che tornassi con un album più pop e dalla vena esclusivamente cantautoriale. Questo singolo rappresenta in pieno il cantautorato-rap che dicevamo prima in tema di suono, perchè c’è sia quel richiamo al rap sia il mood cantautoriale. Volevo far capire da subito che sarebbe stato diverso dalle aspettative, che ero pronto a sorprendere con qualcosa di inedito, ma che nello stesso momento ricalcava tutte le sfaccettature del mio percorso come artista. Quindi si, “VITA MIGNOTTA” era il biglietto da visita perfetto.

Il brano “Panni di un altro” vede la partecipazione di ALEX BRITTI alla chitarra. Come è nata questa collaborazione e qual è stata l’esperienza di lavorare con un musicista del calibro di Britti?
Per me Alex è il miglior chitarrista di tutto il panorama musicale, sicuro al 100% di quello italiano. Non lo so, ha un modo di suonare che ti strega, qualcosa che secondo me non puoi definire del tutto. L’ho conosciuto per caso una sera insieme a Federico Zampaglione, mentre guardavamo Sanremo. Pare una cosa un po’ comica lo so [ride], però da li si è sviluppata una bella amicizia sfociata in una stima artistica. Quando ci sono tutti questi spunti, viene quasi naturale dare vita ad un pezzo insieme.

La tua musica ha spesso una forte connessione con Roma, tra l’altro con me giochi giochi in casa. Come la tua città natale continua a influenzare la tua musica?
Roma è tutto, ma questo lo sapete già e a quanto pare tu riesci a capirmi bene Fede [ride]. Roma mi accompagna passo passo, è la mia città, la mia compagna, la mia amica e sono fiero di averle dedicato una canzone in “ANDATA E RITORNO”. Perchè in questo album? Adesso era il momento giusto, la maturità giusta, le corse giuste per raccontare un amore diverso dal comune. Diciamo che il singolo per Roma, intitolato “La mia città”, è una punta di felicità che segna i due mondi presenti in tutto l’album.

E Noyz Narcos?
Un feat che credo sognavo da una vita. Un obiettivo ambizioso e una traccia che dovevo anche ai miei fan. Sono soddisfatto, ma anche felice di aver potuto lavorare con uno dei miei idoli. Per me è tra in singoli più significativi sia per una questione di affetto verso i miei ascolti, sia per la mia crescita come artista.

Questo è il tuo quarto album in carriera. Come descriveresti l’evoluzione del tuo stile e della tua musica da quando hai iniziato nel 2015 fino a oggi?
Sono sempre io, ma sono maturato e con me anche i temi, i suoni. Sono dell’idea che quando fai musica è giusto anche adeguarsi alle novità che si vivono. Le ispirazioni di oggi non possono essere quelle di ieri, ma obiettivamente pure per un fattore anche anagrafico [ride]. Diciamo che è un’evoluzione molto naturale. Questo album è più “suonato”, c’è qualche cura in più nei dettagli. Ho mixato tutto con il mio stile classico in chiave rap-urban. Ti dirò, credo che l’evoluzione sia stata proprio questa: non cancellare niente, ma unire più aspetti inediti con le mie caratteristiche di artista rap.

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Intervista

FRANCESCO KAIRÒS CI RACCONTA “IERI, OGGI, DOMANI”: “Questo singolo vuole essere un ritorno all’essenza della mia musica”

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Tutti noi abbiamo un passato che spesso ci torna in mente, quei ricordi che non siamo disposti a dimenticare, quella persona che ora vive nel nostro “ieri” ma che speriamo, prima o poi, di rincontrare, magari anche per caso, attraversando la strada o camminando su un marciapiede in un pomeriggio apparentemente come gli altri. 

Allo stesso tempo, tutti noi siamo quotidianamente accompagnati dai sogni, dall’immagine di quello che sarà il nostro futuro, e tutti siamo impegnati, ogni giorno, nel vivere il nostro presente. Arricchito da una sfumatura più sentimentale, e raccontato tramite la metafora di una storia d’amore, potremmo dire che sia questo il concept da cui prende vita “Ieri, Oggi, Domani” il nuovo singolo di Francesco Kairòs disponibile su tutti i ditigal stores per Similax Records e Believe Italia.

Francesco Kairòs, già co-autore di brani di Annalisa, Arisa, Ludwig, Anna Tatangelo e altri, torna con un brano avvolto di speranza e consapevolezza che ci trascina alla scoperta della cifra stilistica del suo universo musicale.

Chi meglio di lui poteva raccontarci “ieri, oggi, domani”? Noi di Honiro Journal lo abbiamo intervistato!

Spesso ci ritroviamo immersi nei ricordi o negli obiettivi che vogliamo raggiungere nel futuro, a volte, paradossalmente, dimenticandoci di vivere il presente. Come pensi potremmo imparare a capire quanto sia prezioso l’oggi?

Sicuramente ciò che è stato ieri, quindi metaforicamente il passato, delinea una traccia. Sapere da dove veniamo e dove vogliamo arrivare, quindi il futuro, è un concetto che ho sviscerato non solo in questo singolo, ma anche nei miei progetti precedenti. Personalmente rifletto spesso sul passato per riuscire a captare dalle esperienze trascorse degli strumenti o degli insegnamenti da poter utilizzare per migliorare il presente e il futuro, credo infatti che quest’ultimo non sempre si possa prevedere, ma di sicuro si possa costruire. Il brano è caratterizzato proprio dal concetto appena citato, raccontato con un taglio molto più relazionale e sentimentale.

All’interno del brano si possono scorgere molte sfumature di vita quotidiana, come il rivolgere un semplice “ciao” a qualcuno a cui vogliamo bene. Quanto la quotidianità, il tuo vissuto e in generale le esperienze che hai sperimentato in prima persona influenzano la tua musica?

La quota autobiografica è sempre molto presente nei miei brani, la quotidianità e il mio vissuto sono senza dubbio tra le principali fonti d’ispirazione per i miei progetti artistici. Credo che la musica non debba avere l’arroganza di voler spiegare agli altri cosa sia la vita o come dovrebbero viverla. Preferisco possieda quella sensibilità che permetta, tramite quest’arte, di raccontare esperienze vissute in prima persona. I piccoli gesti quotidiani, che possono essere un semplice saluto o il percorrere un tratto di strada insieme, nascondono un significato molto più ampio, molto spesso infatti utilizzo queste immagini nei miei brani in modo metaforico, per suscitare emozioni specifiche.

Tra le strofe di “Ieri, Oggi, Domani” si può anche ascoltare un “come stai?”. Anche questo probabilmente rappresenta un piccolo gesto che però, in periodi frenetici come il giorno d’oggi in cui si è un po’ persa l’abitudine di interessarsi agli altri, risulta un’accortezza preziosa. Come stai in questo momento della tua carriera?

Sto bene, grazie. Questo mio progetto arriva dopo tanti anni di dietro le quinte, di autorato e di scrittura per terzi. Il desiderio che mi ha portato a dar vita ad una dimensione musicale completamente mia deriva dalla necessità di stare bene, di essere felice ed emotivamente coinvolto nei messaggi che voglio trasmettere. Questo singolo è quindi a tutti gli effetti un ritorno all’essenza della musica, volevo metaforicamente tornare a quella passione, spontaneità e urgenza espressiva di quando ho cominciato a scrivere. Credo che le canzoni siano come delle fotografie, magari sono un perfetto ritratto di un periodo della propria vita ma dopo anni ci si accorge che attualmente quel racconto non ci non ci rappresenti più, nonostante questo però, rimane pur sempre un tassello fondamentale di quel rullino che è la propria vita.

Questo singolo trasmette proprio l’idea del tempo che passa, del susseguirsi di giorni e forse anche dell’imprevedibilità e le sorprese della vita. In tutto questo mutamento e in tutti questi cambiamenti, c’è una caratteristica, un fondamentale o un aspetto della tua musica che sai che, nonostante trascorrano gli anni, rimarrà per sempre simbolo della tua identità artistica?

Bella domanda, credo di riuscire a distinguere perfettamente le varie fasi che hanno attraversato la mia carriera musicale e i miei relativi cambiamenti personali o periodi di vita. Onestamente però, non mi sono mai soffermato sul pensare se, tutti questi passaggi emotivi e artistici, potessero essere legati da un fil rouge. Sicuramente tra il Francesco che anni fa ha iniziato rappando e muovendo i primi passi nel panorama musicale e il Francesco di ora, possiamo identificare come comune denominatore l’impronta riflessiva. Penso di non aver mai scritto testi particolarmente leggeri quindi, nonostante il mio approccio alla scrittura sia cambiato nel corso degli anni, credo che la quota conscious rimarrà sempre parte della mia personalità musicale.

Ti va di anticiparci qualcosa riguardo il tuo domani? Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro?

Sto già lavorando al nuovo brano, che vedrà la sua pubblicazione con l’inizio del nuovo anno. Sicuramente c’è anche la volontà di dedicarmi ed iniziare a lavorare anche ad un progetto artistico più grande. Per ora sono felicissimo di comunicare tramite la musica, credo sia questo l’aspetto più importante.

Solitamente prima di concludere le interviste domando sempre se c’è qualcosa che non ti ho chiesto che ci tieni particolarmente che i nostri lettori sappiamo su di te, sulla tua musica, sui tuoi progetti… 

Anticipo che da Roma arriveranno presto molti nuovi progetti, sia da parte mia sia da parte degli artisti, producer e team con cui collaboro e con cui condivido la stessa visione stilistica.

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