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PeNSO CHE SI (POssA FARE), parola di Clied
All’apparenza un brano leggero è in verità accompagnato da una malinconia costante. L’incertezza di un amore finito che non riesce a scomparire del tutto, ritorna e tormenta. Ecco gli ingredienti del nuovo singolo di Clied, PeNSO CHE SI (POssA FARE).
Il testo è un continuo constatare la realtà dei fatti, una realtà tormentata dopo la disgraziata promessa di continuare a soffrire facendo finta di sorridere (ci risentiamo presto).
La sonorità del pezzo è ragionata in tre momenti diversi:
Il primo si rifà ad un’impulsività ingenua, quella del ritornare sui propri passi, con il sogno di poter rivivere un amore che però è ormai finito (questa ingenuità la troviamo all’interno delle strofe).
La seconda invece rappresenta il conflitto tra la realtà e il sogno, carico di aspettative (raccontato nei pre ritornelli)
L’ultima fase è quella della presa di coscienza, della realtà, sovrastata poi dalla promessa di ripetere tutto quando l’impressione è che non esista una vera e propria fine (questa parte la troviamo nel ritornello)
L’artwork è composto solo da un’anemone epatica da sola appoggiata su uno sfondo bianco a significare l’ingenuità e la purezza dei sentimenti, piacevoli e spiacevoli e delle relazioni che di sentimenti si nutrono.
Nonostante questo l’anemone é un fiore leggermente tossico che rappresenta l’effimero, l’abbandono, una speranza mal riposta e il senso di trascuratezza ,
Nella mitologia greca è un fiore condannato a perdere I suoi petali prima della primavera e dello sbocciare degli altri fiori.
Il testo è scritto e interpretato da Alessandro Franchi in arte CLIED, la composizione e l’arrangiamento anche insieme ad un team di musicisti che vede: Matteo Gullo al basso, Gianmarco Pandolfi alla chitarra, Alex Natalini alla batteria.
Niagara ha operato in fase di pre-produzione e arrangiamento del brano regalandogli un vestito su misura.
Per l’artista “questo brano rappresenta l’inizio di una nuova fase della mia vita, per ora non voglio sbilanciarmi, voglio solamente dire che la vera anima di questo nuovo me la vedrete sul palco, spero possiate far parte del mio stesso viaggio, se siete con me allora questo é il primo passo. Ho tante sorprese e tantissima voglia di fare e raccontare. Voglio cantare perchè è quello che so fare.
Ci risentiamo presto,
Clied.”
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Quando la penna è tagliente come i denti di ”Nosferatu”, il nuovo brano di Lamia
Quando la penna è tagliente come i denti di Nosferatu, il nuovo brano di Lamia, in uscita il 17 gennaio per Honiro Label.
Il suono inconfondibile, tra G-Funk e rap contemporaneo, che contraddistingue la giovane promessa, arricchisce un racconto fatto di tecnica quanto di volontà di dare un senso ‘’controculturale’’ alla direzione dell’industria musicale italiana. Non mancano lo spirito critico e l’ironia, come non manca un’idea alternativa al sistema attuale: cercare di fare la differenza attraverso il proprio racconto e le proprie capacità, oltre la logica e la strategia, che è pur sempre fondamentale, e, soprattutto, oltre al fabbisogno di sopravvivere nell’apparenza e nella percezione degli altri.““Nosferatu”, il vampiro, la massima espressione della mia identità e del mio personaggio. Il fulcro del pezzo è racchiuso nella frase “mi sento nosferatu”, cioè solo, distante dalla realtà in cui l’artista deve sopravvivere, in disaccordo con ciò che accade’’ – ci racconta l’artista.
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Il racconto dei rimpianti che riflettono come luci strobo nel nuovo brano di Seltsam, Tutti i rimpianti che hai”
Il racconto dei rimpianti che riflettono come luci strobo nel nuovo brano di Seltsam, Tutti i rimpianti che hai, in uscita il 17 gennaio per Honiro Label.
Un’atmosfera sonora da club crea il perfetto contrasto con la difficoltà di sentirsi adatti all’interno di un contesto sociale, dove l’apparenza diventa come un analgesico per le nostre paure di mostrarci sinceramente per quello che siamo. Forse il vero atto rivoluzionario è proprio questo: riuscire ad andare oltre la percezione e gli occhi degli altri, vivendo la vita e la quotidianità per quello che sono.
‘’La ragazza della storia è in discoteca, indossa determinati vestiti e si atteggia in un determinato modo. Ma, nel momento in cui balla, mostra se stessa, come se fosse ‘’nuda’’. Il mood club pop del sound funge da ‘’luci strobo’’ ai rimpianti dentro cui facciamo finta di niente’’ – racconta l’artista.
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CUSPIDE fuori il 17 gennaio con ”Anima Fantasma”, il singolo che inaugura un viaggio tra fusion, R&B, elettropop e funk
Esce il 17 gennaio su tutte le piattaforme digitali “Anima Fantasma”, il singolo che inaugura il progetto musicale di CUSPIDE, artista che fonde sonorità R&B, elettropop e funk in un viaggio musicale unico. Realizzato in collaborazione con il produttore Angelo Netti, in arte ITTEN, il brano è il frutto di un lavoro condiviso di composizione, produzione e arrangiamento, che mescola influenze urban, new wave napoletana e ritmi afro-funk.
Il progettoracconta storie di donne che hanno attraversato la vita dell’artista: amiche, relazioni, coinquiline e conoscenze occasionali, figure che hanno lasciato segni profondi, a volte ferite, altre ispirazioni per narrazioni intime. Sono viaggiatrici di un’epoca barocca, protagoniste di storie fatte di dettagli nascosti, di retroscena che appaiono insignificanti, ma che in realtà rivelano molto.
“Anima Fantama” crea un ossimoro emotivo che si traduce nel concetto di “divertirsi malinconicamente”, affrontando temi universali e complessi come la tossicità delle relazioni, il disagio di vivere in un luogo percepito come estraneo e la fuga dalle proprie prigioni mentali, spesso attraverso scelte estreme come l’uso di droghe.
Musicalmente, il singolo si sviluppa attraverso un’ampia gamma di sonorità che mescolano elementi acustici ed elettronici, creando un’atmosfera emotiva e dinamica. L’intimità iniziale, scandita dalle chitarre acustiche, si trasforma gradualmente in un groove trascinante, caratterizzato da influenze funky e dance, arricchito da ritmi afro-funk come djembe e percussioni. La scrittura si muove tra l’urban e la new wave napoletana, dando vita a un linguaggio musicale contemporaneo e ricco di contaminazioni.
Il testo esplora la complessità delle relazioni e delle dinamiche emotive, raccontando la storia di una donna intrappolata in contraddizioni e schemi tossici. Tra la ricerca di evasione e l’incapacità di lasciarsi alle spalle ciò che la ferisce, emergono fragilità, insicurezze e una continua lotta tra l’essere e l’apparire.
Il brano invita a una presa di coscienza, affrontando temi universali come il disagio di sentirsi fuori posto, l’autoinganno e il bisogno di libertà emotiva. In chiusura, un omaggio a Fabrizio De André richiama il potente quesito: “Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?”.
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