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Intervista

Kaima racconta il suo singolo “MAI” a Honiro Journal

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Dopo la partecipazione all’ultima edizione di X-Factor e la pubblicazione di “Se Non Mi Trovi Pt.2”, torna Kaima grazie a “Mai” il suo nuovo singolo che racconta una relazione a distanza vissuta ai tempi del lockdown.

Gabriel Covino, in arte Kaima, ha deciso di raccontare a noi di Honiro Journal qualcosa di sé, della sua storia e del suo vissuto, svelandoci il significato di questo suo nuovo brano, uscito l’11 dicembre. Ci ha raccontato il suo rapporto con la musica, la sua esperienza ad X-Factor e come sia nata, cosa voglia trasmettere e delle curiosità riguardo “Mai”.

Ciao Kaima, il tuo nome d’arte è davvero particolare, ti va di raccontarci qual è il pensiero che ti ha portato a sceglierlo e il suo significato?
Il mio nome d’arte non è studiato. E’ nato tutto per caso, da una persona con cui avevo un amico in comune. Questo ragazzo, di nome Youssef, invece di dirmi semplicemente “Ciao”, mi diceva “Ciao Kaimano”. Così, dopo un paio di volte, è diventata un’abitudine vera e propria. Ormai questo soprannome è diventato universale tra noi, i miei amici li chiamo “Kaima” perché è diventata una cosa di gruppo.

Come ti sei avvicinato alla musica? C’è stato un evento che ti ha portato ad appassionarti?
Credo di non essere stato io a scegliere la musica, ma lei a scegliere me. Faccio questo genere, orientato verso il rap/pop perché è ciò che penso mi si addica maggiormente però io ascolto da sempre ogni tipologia di musica. Mi sono appassionato perché c’erano un paio di miei amici che facevano freestyle, io all’inizio non sapevo nemmeno cosa fosse. Hanno cominciato a coinvolgermi in questo mondo ed è nata così. Il primo disco che ho ascoltato è stato di Fifty Cent e quello è stato anche l’unico album che io abbia mai comprato in vita mia. Da quando ho ascoltato quell’artista, nel 2003, mi sono detto di voler intraprendere questa strada anche io. Non sapevo che tipo di musica ma percepivo ci fosse il desiderio di farlo. Ero proprio affascinato.

Pochi giorni fa, precisamente l’11 dicembre, è uscito “MAI” il tuo nuovo singolo. Ci racconti qualcosa di questo brano? Come è nato? Cosa vuole trasmettere?
Questa canzone è nata come tutte le altre. Io ho un metodo ben preciso, mi metto davanti al pc, ascolto il beat, prendo un foglio di carta e inizio a scrivere tutto ciò che sento. Così, tutto ciò che il beat mi fa provare si trasforma in una canzone, la mano spesso si muove da sola seguendo i pensieri e le idee, è davvero tutto naturale e spontaneo. Anche lo stesso titolo “MAI” è nato da solo, non c’è stata una vera e propria spiegazione. Non ho nemmeno mai modificato una sola parola del testo. Solitamente scrivo e poi cambio qualcosa, invece in questo brano no, non ho toccato nulla.

Quando si indossano le cuffiette e si preme play su “MAI” si percepisce una velata nostalgia. Cos’è la nostalgia per te? Solitamente vivi questo sentimento in modo positivo o negativo?
La nostalgia per me rappresenta un sentimento positivo perché io sono una persona particolarmente legata ai ricordi. Amo ricordare anche attraverso la musica tutto ciò che è successo, ciò che fa parte della mia storia.

Una strofa che colpisce particolarmente di questo tuo nuovo singolo è sicuramente “E vedo solo il male se mi guardo dentro, ma non ne parlo mai, tu dimmi come fai se senti quel che sento”. Quanto è importante per un artista guardarsi dentro per poi riuscire a dar voce a ciò che sente? Per te, oltre che una passione, la musica è una forma di comunicazione per esprimere i tuoi sentimenti?
Tutte le canzoni che scrivo mi vengono spontanee, questo proprio perché mi guardo dentro. Ogni tanto scrivo perché ispirato da qualcosa in particolare, come la scena di un film ad esempio, ma la maggior parte delle volte nella mia musica parlo di me, della mia storia, di ciò che io ho da raccontare, di quello che ho vissuto.

Quindi parte tutto sempre dal cuore, non scriverò mai una canzone solo perché la devo scrivere o perché le persone la devono ascoltare, devo sentire io la necessità di farlo. La musica mi fa stare davvero bene. Grazie a lei mi esprimo, io non sono uno che parla tanto, con la musica invece riesco veramente a dire tutto ciò che non riesco a dire a parole.

Un’altra frase che rimane impressa è senza subbio “Darmi speranza quando non ci credo” quanto bisogna credere in ciò che si fa soprattutto quando si è un artista?
Bisogna crederci davvero tantissimo. Il ruolo dell’artista non è facile. Io sono così, io ci credo sempre, so quanto valgo e alla fine scrivo musica da un po’. Scrivo canzoni da tempo, non sono ancora arrivato dove voglio arrivare, questo è solo l’inizio, però io ci credo molto. A volte ci sono dei giorni in cui mi chiedo se sia la strada giusta, se sia la cosa per me. Ogni tanto mi faccio qualche domanda, pensa che “Se non mi trovi”, che è ora il mio pezzo più forte, non volevo nemmeno farlo uscire. Ora siamo circa ad un milione e 650mila.

Io ero molto titubante, mi chiedevo se potesse piacere. Poi l’ho fatta uscire ed ha avuto un riscontro davvero molto positivo, con “Mai” è successa la stessa identica cosa. Il mio manager mi aveva consigliato di farla uscire, ripetendomi che la gente la doveva ascoltare. A me piaceva molto però prima l’ho mandata alle persone che mi sono vicine e qualche mio amico. I miei amici sono anche loro abbastanza selettivi, per fortuna ho degli amici sinceri. Quando qualcosa gli piace o non gli piace me lo dicono. Anche a me piaceva il pezzo, però “MAI” è un brano che ha un anno quindi lo ascolto da molto. Poi Janax ha reso la canzone davvero molto bella e alla fine è uscita.

Volendo rimanere fedeli a “MAI” il titolo di questo tuo nuovo brano, ti chiedo cosa, in ambito musicale, non hai MAI fatto ma sogni di fare, e cosa invece non faresti MAI.
Una cosa che non ho mai fatto, purtroppo, è suonare dal vivo. L’ho fatto quando ero piccolo ma non ora. Ora sarebbe molto bello perchè anche la gente che mi segue mi chiede se farò meet and greet o se comunque ci sarà la possibilità di vederci faccia a faccia. Vedere le persone che mi seguono dal vivo sarebbe un’emozione, un’emozione proprio vera. Al momento loro mi mandano molti messaggi e c’è il feedback attraverso Instagram o comunque i social. Grazie a Spotify e i numeri capisci che la gente sta ascoltando e apprezzando il tuo pezzo, però non c’è la persona davanti a me.

Il riscontro dal vivo è tutta un’altra cosa. Questo l’ho provato con X-Factor e mi è piaciuto molto, io comunque alla fine uscivo dalla mia cameretta. Ho fatto X-Factor che non avevo mai cantato live, è stato davvero bellissimo.

Una cosa che invece non farei mai è un featuring con un artista che non mi piace. Proprio come nei testi, anche nelle collaborazioni faccio ciò che mi sento di fare, senza essere forzato. Sono un ragazzo molto trasparente, chiaro, quindi se una cosa non mi sento di farla la lascio stare.

Come ben sappiamo, hai partecipato ad X-Factor. Qual è il tuo ricordo più bello legato a questa esperienza? Qual è un istante indimenticabile che porterai con te per molto tempo?
La prima esibizione, senza dubbio. Ricordo che ero molto agitato perché appunto non avevo mai cantanto live e avevo davanti artisti come Mika, Emma, Hell Raton e Manuel Agnelli. Sono passato con quattro si, quindi il massimo dei voti e quella è una cosa che ricorderò sicuramente. Anche sul palco, comunque, è tutto molto naturale. Durante l’esibizione non si pensa più a ciò che si deve fare o come lo si deve fare, ci si lascia andare e lo si fa e basta.

Cosa ti ha lasciato la partecipazione a X-Factor? Come speri che questa esperienza possa esserti d’aiuto nella tua carriera?
Sinceramente mi saranno d’aiuto i no che ho ricevuto. I no sono motivazionali perché senza riceverli non si avrebbe mai nemmeno la voglia di impegnarsi ancor di più. Proprio come un giocatore che appena entra in partita sa che deve fare goal, e io con questi singoli tenterò in tutti i modi e ce la metterò tutta per andare a segno.

Nel 2020 X-Factor, dal 2021 cosa ti aspetti? Vuoi anticipare a noi di Honiro Journal quali sono i tuoi obiettivi e progetti futuri?  
Spero un album per il 2021, un EP sicuramente. Io ho già tutte le canzoni da qui ad Aprile perché mi porto sempre avanti. Ci sono artisti che lavorano traccia per traccia, io preferisco chiudere la traccia e iniziarne subito un’altra. Ho in programma circa un singolo al mese. Sono molto contento, ho il mio team alle spalle che mi motiva tutti i giorni.

Kaima, noi di Honiro Journal ti ringraziamo e ricordiamo inoltre che ieri è uscito il videoclip di “MAI”. Questo, come protagonisti ha decine di Tik Tokers da centinaia di migliaia di followers che hanno accettato di partecipare all’iniziativa e alcuni dei tuoi fan più stretti che hanno avuto il privilegio di ascoltare il brano anteprima. 

Se prima c’era l’sms per sentirsi con la propria dolce metà nel 2020 la tecnologia ci viene incontro con le videochiamate che soprattutto in questo periodo danno la possibilità di restare uniti, per questo nasce la scelta di girare il video come se fosse una “Video chiamata” tra Kaima e tutti i protagonisti del video.

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Intervista

PAOLA PIZZINO CI RACCONTA IL SUO SINGOLO “LOGICO”: “A VOLTE LASCIARE ANDARE SIGNIFICA AMARE DAVVERO”

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Dopo aver aperto concerti di artisti come Diodato e Max Gazzè e dopo un intenso percorso di performance live, è disponibile dal 14 dicembre su tutti i digital stores “LOGICO”(Macro Beats/distribuito da Artist First) il singolo d’esordio di PAOLA PIZZINO.

Disponibile anche in versione unplugged, “LOGICO” è un brano che si disegna tra la consapevolezza di voler abbandonare ciò che non è più razionale e la speranza di trovare riparo nel futuro.

Chi meglio di PAOLA PIZZINO poteva raccontarci questo brano? Noi di Honiro Journal l’abbiamo intervistata!

Essendo il tuo primo brano, non posso non chiederti da dove abbia preso vita l’ispirazione per questo titolo

La canzone si chiama “Logico” ma, in realtà, nel ritornello io dico “non c’è niente di logico” e forse è proprio in questo che risiede l’intero senso del brano. Infatti, se da sempre, nella vita, cerco di mantenermi più logica possibile, estremamente razionale nelle mie relazioni interpersonali, poi nella realtà esiste anche una mia parte irrazionale, illogica. Questo ossimoro nel titolo quindi, ripensandoci, è nato proprio spontaneamente.

Questo singolo rappresenta il tuo esordio ma sappiamo che, in realtà, tu hai alle spalle già molte performance dal vivo. Essendo reduci da un periodo in cui, purtroppo, durante la pandemia gli artisti emergenti hanno potuto esordire solo in digitale, cosa differenzia invece l’esordio di chi ha potuto prima esibirsi live? Che bagaglio di emozioni ha chi esordisce direttamente dal vivo?

È una domanda importante. Spesso mi è stato chiesto “come ti senti ora che è uscito il singolo?” e la mia risposta a questa domanda è che sono veramente felice, soprattutto perché finalmente tutte le persone che durante i live mi chiedevano dove potessero ascoltare i pezzi ora li potranno trovare anche in digitale. Il mio esordio quindi, per me, ha significato rispondere a questa domanda del mio pubblico. Onestamente però, allo stesso tempo, quando si parla di stream, di digital stores, avverto quanto mi manchi un po’ quella concretezza, quell’aspetto a cui i live mi avevano abituata maggiormente. Spero quindi vivamente che questi numeri si trasformino in un’esperienza dal vivo sempre più importante e sempre più bella.

Mi è piaciuto molto “LOGICO” versione unplugged perché, metaforicamente, oltre che un brano in acustico, mi è proprio sembrata la ricerca di un’autenticità particolare. Quanto è importante per te, nella musica ma anche nella vita in generale, avere il coraggio di mostrare la propria vera essenza?

Sono una persona a cui, da sempre, è piaciuto impegnarsi in tantissime cose, allo stesso tempo cerco sempre di essere credibile in tutto ciò che faccio. Credo che il segreto per essere autentici, paradossalmente, sia proprio non pensarci, non costruire nulla. Anche nel mondo musicale, ho sempre detto che per me tutto ciò che ruota attorno ai singoli ha un’importanza minore, è la concretezza che mi importa, esattamente come credo che, nella vita di tutti i giorni, sia la personalità ad essere il fulcro. Credo sia inutile costruire qualcosa che nella realtà non esiste, piuttosto conviene essere sinceri fin dall’inizio, imparando anche a spogliarsi dei filtri per essere credibili.

Dopodiché’ riprendo la vita che dico di volere, di meritare, così mi lascio andare, così ti lascio andare”. In che modo credi si possa comprendere, come racconti tu in questo brano, che amare una persona, a volte significhi proprio lasciarla andare?

Penso che logico racconti una storia che non era destinata a sopravvivere al tempo. Ancora oggi voglio bene a questa persona, siamo ancora in contatto e credo che sia stata proprio la nostra sincerità a portarci a compiere la scelta di lasciarci, la nostra decisione di guardarci negli occhi e raccontarci cosa, secondo noi, non funzionasse più. Lui ha dato le sue ragioni, io le mie, e credo che logico sia esattamente la narrazione della mia versione: io con lui ho avuto difficoltà a sentirmi me stessa, e quindi anche a lasciarmi andare. In questo singolo credo si possa anche scorgere una sfumatura di rabbia, ma anche il desiderio di essere felici e di andare avanti. Rispetto e fiducia credo siano stati gli elementi chiave per comprendere che lasciarsi andare fosse la soluzione migliore per dimostrare di volersi bene davvero.

Riempie un album di foto che mi dice chi sono io”. Quanto secondo te è difficile al giorno d’oggi trovare la propria identità, sia nel mondo musicale sia nella vita di tutti i giorni?

L’album che cito all’interno del singolo, effettivamente esisteva davvero. Avevo iniziato a raccogliere le fotografie di tutto ciò che consideravo un mio difetto e avevo intitolato questo album “accettati”. A distanza di anni, sempre come racconto nel brano, l’ho eliminato. Solo però dopo questo processo, solo dopo l’aver accettato i miei difetti, ho iniziato a trovare una mia identità, ad essere semplicemente me stessa, ho quindi iniziato a pensare che in qualsiasi occasione, sia nel mondo musicale, sia nella vita di tutti i giorni, non avrei mai voluto costruirmi un personaggio.

Nella cover del brano possiamo notare questa bruciatura, la carta quasi mangiata dal fuoco. Ti va di raccontarci come è nata l’idea dell’artwork?

Ci siamo mantenuti il più possibile minimal, sia io sia Macro Marco sia Alberto DeSeta che è il creatore dell’artwork. Siamo persone con questa determinata impronta anche nella vita, siamo fan della semplicità, “less is more”, come si dice. Quando mi hanno proposto questa cover ho detto subito di sì, con questa particolarità della sigaretta spenta sul titolo del brano che io ho interpretato come quel dettaglio che forse rende meno perfetto il tutto ma sicuramente più autentico.

Essendo questo singolo solo il primo passo di un viaggio appena cominciato, ti va di anticiparci qualcosa sui tuoi progetti futuri, sui tuoi obiettivi?

Non vedo l’ora di quello che sarà, siamo in fase di trasformazione, abbiamo già altri progetti pronti e sicuramente farò uscire alcuni degli altri brani che ho sempre suonato live. Spero di arrivare a tanti!

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Intervista

Gianni Bismark racconta il nuovo album “ANDATA E RITORNO”. Tra i feat Noyz Narcos.

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Gianni Bismark torna sulla scena con il suo quarto album, “ANDATA E RITORNO”, disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali.

L’album è suddiviso in due parti: “ANDATA” e “RITORNO“. La sezione “ANDATA” presenta tracce come “Vita Mignotta” e “Parliamo delle stesse cose” con BRESH, mentre la sezione “RITORNO” include brani come “Te famo scuola” con NOYZ NARCOS e “Er Magico”. Il percorso musicale di Gianni Bismark si completa con la title track “Andata e Ritorno”. Una partecipazione straordinaria ha arricchito il progetto, quella di Alex Britti alla chitarra nel brano “Panni di un altro”.

“ANDATA E RITORNO” è il suo modo di trasportare i fan verso qualcosa di inedito, senza dimenticare le radici e abbracciando nuovi orizzonti. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere sulle tracce, lo stile ed i feat presenti nel nuovo progetto.

Il titolo “ANDATA E RITORNO” suggerisce un viaggio musicale attraverso due mondi, un ritorno in grande stile. L’album rappresenta il tuo presente, come ti senti ora come artista?
Non è mai facile auto-definirsi, sicuramente i miei fan e chi mi ascolta riescono a farlo meglio di me! In ogni caso avevo delle tracce pronte, tante. Il modo migliore per valorizzarle era dedicarmi ad un progetto in più parti. Volevo creare un mix tra la mia vena rap e quella del genere cantautoriale, senza cadere nel banale. Mi ero prefissato degli obiettivi un po’ più ambiziosi.

Hai scelto featuring molto interessanti per questo album, tra cui NOYZ NARCOS, BRESH, TIROMANCINO e NOEMI. Tutti artisti che hanno un vissuto musicale diverso tra loro. In cosa hanno arricchito te come artista?
Il bello di questi feat è che hanno lasciato tanto a me e al disco, spero che ascoltando le tracce passi questo messaggio. Da sempre la scelta dei miei featuring non è né casuale ne figlia di logiche di mercato. Dietro c’è stato un lavoro immenso, tanti momenti di confronto tra me e tutti gli artisti presenti. Un’empatia pazzesca, che ha raggiunto poi un bel livello di stima reciproca. Questo credo arricchisca pienamente un artista in generale.

Parlando del nuovo album hai dichiarato: “Non mi piace essere etichettato. A me piace fare musica e se un giorno mi esce una canzone diversa da quello che faccio la metto ugualmente nel disco.
Assolutamente e le confermo. Le etichette sono la cosa che meno sopporto. Sperimentare, cambiare, confrontarsi sono alla base della mia idea di fare musica. A maggior ragione, faccio fatica ad auto-definirmi.

“VITA MIGNOTTA” è il primo brano dell’album, perchè la scelta di uscire con questo singolo per dare il via al progetto?
Non capivo perchè, ma alcuni si aspettavano che tornassi con un album più pop e dalla vena esclusivamente cantautoriale. Questo singolo rappresenta in pieno il cantautorato-rap che dicevamo prima in tema di suono, perchè c’è sia quel richiamo al rap sia il mood cantautoriale. Volevo far capire da subito che sarebbe stato diverso dalle aspettative, che ero pronto a sorprendere con qualcosa di inedito, ma che nello stesso momento ricalcava tutte le sfaccettature del mio percorso come artista. Quindi si, “VITA MIGNOTTA” era il biglietto da visita perfetto.

Il brano “Panni di un altro” vede la partecipazione di ALEX BRITTI alla chitarra. Come è nata questa collaborazione e qual è stata l’esperienza di lavorare con un musicista del calibro di Britti?
Per me Alex è il miglior chitarrista di tutto il panorama musicale, sicuro al 100% di quello italiano. Non lo so, ha un modo di suonare che ti strega, qualcosa che secondo me non puoi definire del tutto. L’ho conosciuto per caso una sera insieme a Federico Zampaglione, mentre guardavamo Sanremo. Pare una cosa un po’ comica lo so [ride], però da li si è sviluppata una bella amicizia sfociata in una stima artistica. Quando ci sono tutti questi spunti, viene quasi naturale dare vita ad un pezzo insieme.

La tua musica ha spesso una forte connessione con Roma, tra l’altro con me giochi giochi in casa. Come la tua città natale continua a influenzare la tua musica?
Roma è tutto, ma questo lo sapete già e a quanto pare tu riesci a capirmi bene Fede [ride]. Roma mi accompagna passo passo, è la mia città, la mia compagna, la mia amica e sono fiero di averle dedicato una canzone in “ANDATA E RITORNO”. Perchè in questo album? Adesso era il momento giusto, la maturità giusta, le corse giuste per raccontare un amore diverso dal comune. Diciamo che il singolo per Roma, intitolato “La mia città”, è una punta di felicità che segna i due mondi presenti in tutto l’album.

E Noyz Narcos?
Un feat che credo sognavo da una vita. Un obiettivo ambizioso e una traccia che dovevo anche ai miei fan. Sono soddisfatto, ma anche felice di aver potuto lavorare con uno dei miei idoli. Per me è tra in singoli più significativi sia per una questione di affetto verso i miei ascolti, sia per la mia crescita come artista.

Questo è il tuo quarto album in carriera. Come descriveresti l’evoluzione del tuo stile e della tua musica da quando hai iniziato nel 2015 fino a oggi?
Sono sempre io, ma sono maturato e con me anche i temi, i suoni. Sono dell’idea che quando fai musica è giusto anche adeguarsi alle novità che si vivono. Le ispirazioni di oggi non possono essere quelle di ieri, ma obiettivamente pure per un fattore anche anagrafico [ride]. Diciamo che è un’evoluzione molto naturale. Questo album è più “suonato”, c’è qualche cura in più nei dettagli. Ho mixato tutto con il mio stile classico in chiave rap-urban. Ti dirò, credo che l’evoluzione sia stata proprio questa: non cancellare niente, ma unire più aspetti inediti con le mie caratteristiche di artista rap.

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Intervista

FRANCESCO KAIRÒS CI RACCONTA “IERI, OGGI, DOMANI”: “Questo singolo vuole essere un ritorno all’essenza della mia musica”

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Tutti noi abbiamo un passato che spesso ci torna in mente, quei ricordi che non siamo disposti a dimenticare, quella persona che ora vive nel nostro “ieri” ma che speriamo, prima o poi, di rincontrare, magari anche per caso, attraversando la strada o camminando su un marciapiede in un pomeriggio apparentemente come gli altri. 

Allo stesso tempo, tutti noi siamo quotidianamente accompagnati dai sogni, dall’immagine di quello che sarà il nostro futuro, e tutti siamo impegnati, ogni giorno, nel vivere il nostro presente. Arricchito da una sfumatura più sentimentale, e raccontato tramite la metafora di una storia d’amore, potremmo dire che sia questo il concept da cui prende vita “Ieri, Oggi, Domani” il nuovo singolo di Francesco Kairòs disponibile su tutti i ditigal stores per Similax Records e Believe Italia.

Francesco Kairòs, già co-autore di brani di Annalisa, Arisa, Ludwig, Anna Tatangelo e altri, torna con un brano avvolto di speranza e consapevolezza che ci trascina alla scoperta della cifra stilistica del suo universo musicale.

Chi meglio di lui poteva raccontarci “ieri, oggi, domani”? Noi di Honiro Journal lo abbiamo intervistato!

Spesso ci ritroviamo immersi nei ricordi o negli obiettivi che vogliamo raggiungere nel futuro, a volte, paradossalmente, dimenticandoci di vivere il presente. Come pensi potremmo imparare a capire quanto sia prezioso l’oggi?

Sicuramente ciò che è stato ieri, quindi metaforicamente il passato, delinea una traccia. Sapere da dove veniamo e dove vogliamo arrivare, quindi il futuro, è un concetto che ho sviscerato non solo in questo singolo, ma anche nei miei progetti precedenti. Personalmente rifletto spesso sul passato per riuscire a captare dalle esperienze trascorse degli strumenti o degli insegnamenti da poter utilizzare per migliorare il presente e il futuro, credo infatti che quest’ultimo non sempre si possa prevedere, ma di sicuro si possa costruire. Il brano è caratterizzato proprio dal concetto appena citato, raccontato con un taglio molto più relazionale e sentimentale.

All’interno del brano si possono scorgere molte sfumature di vita quotidiana, come il rivolgere un semplice “ciao” a qualcuno a cui vogliamo bene. Quanto la quotidianità, il tuo vissuto e in generale le esperienze che hai sperimentato in prima persona influenzano la tua musica?

La quota autobiografica è sempre molto presente nei miei brani, la quotidianità e il mio vissuto sono senza dubbio tra le principali fonti d’ispirazione per i miei progetti artistici. Credo che la musica non debba avere l’arroganza di voler spiegare agli altri cosa sia la vita o come dovrebbero viverla. Preferisco possieda quella sensibilità che permetta, tramite quest’arte, di raccontare esperienze vissute in prima persona. I piccoli gesti quotidiani, che possono essere un semplice saluto o il percorrere un tratto di strada insieme, nascondono un significato molto più ampio, molto spesso infatti utilizzo queste immagini nei miei brani in modo metaforico, per suscitare emozioni specifiche.

Tra le strofe di “Ieri, Oggi, Domani” si può anche ascoltare un “come stai?”. Anche questo probabilmente rappresenta un piccolo gesto che però, in periodi frenetici come il giorno d’oggi in cui si è un po’ persa l’abitudine di interessarsi agli altri, risulta un’accortezza preziosa. Come stai in questo momento della tua carriera?

Sto bene, grazie. Questo mio progetto arriva dopo tanti anni di dietro le quinte, di autorato e di scrittura per terzi. Il desiderio che mi ha portato a dar vita ad una dimensione musicale completamente mia deriva dalla necessità di stare bene, di essere felice ed emotivamente coinvolto nei messaggi che voglio trasmettere. Questo singolo è quindi a tutti gli effetti un ritorno all’essenza della musica, volevo metaforicamente tornare a quella passione, spontaneità e urgenza espressiva di quando ho cominciato a scrivere. Credo che le canzoni siano come delle fotografie, magari sono un perfetto ritratto di un periodo della propria vita ma dopo anni ci si accorge che attualmente quel racconto non ci non ci rappresenti più, nonostante questo però, rimane pur sempre un tassello fondamentale di quel rullino che è la propria vita.

Questo singolo trasmette proprio l’idea del tempo che passa, del susseguirsi di giorni e forse anche dell’imprevedibilità e le sorprese della vita. In tutto questo mutamento e in tutti questi cambiamenti, c’è una caratteristica, un fondamentale o un aspetto della tua musica che sai che, nonostante trascorrano gli anni, rimarrà per sempre simbolo della tua identità artistica?

Bella domanda, credo di riuscire a distinguere perfettamente le varie fasi che hanno attraversato la mia carriera musicale e i miei relativi cambiamenti personali o periodi di vita. Onestamente però, non mi sono mai soffermato sul pensare se, tutti questi passaggi emotivi e artistici, potessero essere legati da un fil rouge. Sicuramente tra il Francesco che anni fa ha iniziato rappando e muovendo i primi passi nel panorama musicale e il Francesco di ora, possiamo identificare come comune denominatore l’impronta riflessiva. Penso di non aver mai scritto testi particolarmente leggeri quindi, nonostante il mio approccio alla scrittura sia cambiato nel corso degli anni, credo che la quota conscious rimarrà sempre parte della mia personalità musicale.

Ti va di anticiparci qualcosa riguardo il tuo domani? Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro?

Sto già lavorando al nuovo brano, che vedrà la sua pubblicazione con l’inizio del nuovo anno. Sicuramente c’è anche la volontà di dedicarmi ed iniziare a lavorare anche ad un progetto artistico più grande. Per ora sono felicissimo di comunicare tramite la musica, credo sia questo l’aspetto più importante.

Solitamente prima di concludere le interviste domando sempre se c’è qualcosa che non ti ho chiesto che ci tieni particolarmente che i nostri lettori sappiamo su di te, sulla tua musica, sui tuoi progetti… 

Anticipo che da Roma arriveranno presto molti nuovi progetti, sia da parte mia sia da parte degli artisti, producer e team con cui collaboro e con cui condivido la stessa visione stilistica.

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