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MANDARK ci racconta “FORTE”, il singolo è il primo tassello del suo nuovo percorso artistico

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E’ disponibile dal 31 ottobre su tutti i digital stores “FORTE” il singolo con cui MANDARK ha voluto inaugurare una nuova evoluzione del suo universo musicale, cambiamento che assumerà ancor più carattere e si concretizzerà ancor di più con la pubblicazione dei suoi prossimi singoli.

Noi di Honiro Journal abbiamo intervistato MANDARK. L’artista ci ha raccontato il suo universo musicale, delle curiosità su questo suo nuovo singolo e anche sui suoi prossimi progetti!

“FORTE” è il singolo che, come racconti tu stesso, apre la tua nuova era artistica e musicale. Quali saranno i fondamentali di questo tuo nuovo percorso?

Sono stato fermo un anno, ho scritto molto, scartato molti pezzi e ne ho selezionati invece altri. Sicuramente questo nuovo percorso artistico è caratterizzato dal desiderio di canalizzare la mia rabbia grazie alla musica, una musica più cinematografica rispetto ai miei brani passati. All’interno di “FORTE” infatti, abbiamo voluto aggiungere molti elementi provenienti del mondo dei film, all’inizio del brano ad esempio, si può sentire il rumore dei tacchi sul legno, chiaro riferimento a “Thriller” di Michael Jackson. I progetti a cui sto lavorando sono più complessi da ogni punto di vista, in questo periodo di stop ho voluto perfezionare il tutto il più possibile.

Come riportato all’interno del comunicato stampa, questo singolo è caratterizzato da “parole dirette e sincere grazie alle quali riesci ad esprimere la tua rabbia usando la musica come valvola di sfogo”. Cosa rappresenta per te la sincerità e quanto per te è importante al giorno d’oggi essere autentici, sinceri, in particolare nel mondo della musica?

Probabilmente e paradossalmente, nella vita in generale, essere sinceri non sempre porta a riscontri positivi, credo però che essere autentici in questo lavoro venga apprezzato, soprattutto a lungo termine. Ciò che per me è stato fondamentale è stato trovare la mia chiave per esprimermi, riuscire a dar vita a delle canzoni che suonassero veramente mie, a trovare la mia dimensione.

Come tu stesso dichiari, con questo brano hai trovato il modo di canalizzare la tua rabbia. Come possiamo capire in che modo canalizzare questo nostro sentimento al fine di renderlo costruttivo?

A parer mio l’importante è non sfociare nella violenza, non farsi travolgere dall’emotività ma aggrapparsi a quel barlume di razionalità che ti fa canalizzare questa emozione in qualcosa di costruttivo, che sia scrivere, ballare, andare a correre o qualsiasi altra cosa. La rabbia è un carburante incredibile.

All’interno del testo del singolo spicca sicuramente la frase “chiedi cosa mi ha reso apatico”. Secondo te come potremmo ritrovare le emozioni in un mondo che spesso ci rende apatici?

Bella e grandissima domanda, purtroppo la musica non ha lo stesso effetto su chiunque però sono dell’idea che concedere la possibilità a tutti i generi musicali di dare una mano dove possono sicuramente potrebbe aiutare. A parer mio un’artista dovrebbe poter creare il tipo di musica che preferisce e poterlo fare liberamente. Questo è un concetto che spesso si dice ma che si mette in pratica molto poco. Allo stesso modo penso sia fondamentale che il pubblico ascolti ciò che si sente di ascoltare, in fondo una canzone risulta ancor più bella quando sembra parlare di noi, un consiglio quindi è di avvicinarsi sempre al tipo di genere musicale che si percepisce più in linea con la nostra emotività.

Questo singolo sarà il primo tassello di un progetto? Ti va di anticiparci liberamente cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

È il primo singolo di un progetto più ampio, prossimamente usciranno altri brani che anticiperanno questo nuovo lavoro che sarà molto glam rock. Il mio desiderio sarebbe quello di catturare, senza alcun tipo di presunzione, l’immaginario di Tim Burton, aggiungendo riferimenti cinematografici ma anche tanti altri dettagli.

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Quando la penna è tagliente come i denti di ”Nosferatu”, il nuovo brano di Lamia

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Quando la penna è tagliente come i denti di Nosferatu, il nuovo brano di Lamia, in uscita il 17 gennaio per Honiro Label.

Il suono inconfondibile, tra G-Funk e rap contemporaneo, che contraddistingue la giovane promessa, arricchisce un racconto fatto di tecnica quanto di volontà di dare un senso ‘’controculturale’’ alla direzione dell’industria musicale italiana. Non mancano lo spirito critico e l’ironia, come non manca un’idea alternativa al sistema attuale: cercare di fare la differenza attraverso il proprio racconto e le proprie capacità, oltre la logica e la strategia, che è pur sempre fondamentale, e, soprattutto, oltre al fabbisogno di sopravvivere nell’apparenza e nella percezione degli altri.“Nosferatu”, il vampiro, la massima espressione della mia identità e del mio personaggio. Il fulcro del pezzo è racchiuso nella frase “mi sento nosferatu”, cioè solo, distante dalla realtà in cui l’artista deve sopravvivere, in disaccordo con ciò che accade’’ – ci racconta l’artista.

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Il racconto dei rimpianti che riflettono come luci strobo nel nuovo brano di Seltsam, Tutti i rimpianti che hai”

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Il racconto dei rimpianti che riflettono come luci strobo nel nuovo brano di Seltsam, Tutti i rimpianti che hai, in uscita il 17 gennaio per Honiro Label.

Un’atmosfera sonora da club crea il perfetto contrasto con la difficoltà di sentirsi adatti all’interno di un contesto sociale, dove l’apparenza diventa come un analgesico per le nostre paure di mostrarci sinceramente per quello che siamo. Forse il vero atto rivoluzionario è proprio questo: riuscire ad andare oltre la percezione e gli occhi degli altri, vivendo la vita e la quotidianità per quello che sono.

‘’La ragazza della storia è in discoteca, indossa determinati vestiti e si atteggia in un determinato modo. Ma, nel momento in cui balla, mostra se stessa, come se fosse ‘’nuda’’. Il mood club pop del sound funge da ‘’luci strobo’’ ai rimpianti dentro cui facciamo finta di niente’’ – racconta l’artista.

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CUSPIDE fuori il 17 gennaio con ”Anima Fantasma”, il singolo che inaugura un viaggio tra fusion, R&B, elettropop e funk

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Esce il 17 gennaio su tutte le piattaforme digitali “Anima Fantasma”, il singolo che inaugura il progetto musicale di CUSPIDE, artista che fonde sonorità R&B, elettropop e funk in un viaggio musicale unico. Realizzato in collaborazione con il produttore Angelo Netti, in arte ITTEN, il brano è il frutto di un lavoro condiviso di composizione, produzione e arrangiamento, che mescola influenze urban, new wave napoletana e ritmi afro-funk.

Il progettoracconta storie di donne che hanno attraversato la vita dell’artista: amiche, relazioni, coinquiline e conoscenze occasionali, figure che hanno lasciato segni profondi, a volte ferite, altre ispirazioni per narrazioni intime. Sono viaggiatrici di un’epoca barocca, protagoniste di storie fatte di dettagli nascosti, di retroscena che appaiono insignificanti, ma che in realtà rivelano molto.

“Anima Fantama” crea un ossimoro emotivo che si traduce nel concetto di “divertirsi malinconicamente”, affrontando temi universali e complessi come la tossicità delle relazioni, il disagio di vivere in un luogo percepito come estraneo e la fuga dalle proprie prigioni mentali, spesso attraverso scelte estreme come l’uso di droghe.

Musicalmente, il singolo si sviluppa attraverso un’ampia gamma di sonorità che mescolano elementi acustici ed elettronici, creando un’atmosfera emotiva e dinamica. L’intimità iniziale, scandita dalle chitarre acustiche, si trasforma gradualmente in un groove trascinante, caratterizzato da influenze funky e dance, arricchito da ritmi afro-funk come djembe e percussioni. La scrittura si muove tra l’urban e la new wave napoletana, dando vita a un linguaggio musicale contemporaneo e ricco di contaminazioni.

Il testo esplora la complessità delle relazioni e delle dinamiche emotive, raccontando la storia di una donna intrappolata in contraddizioni e schemi tossici. Tra la ricerca di evasione e l’incapacità di lasciarsi alle spalle ciò che la ferisce, emergono fragilità, insicurezze e una continua lotta tra l’essere e l’apparire.

Il brano invita a una presa di coscienza, affrontando temi universali come il disagio di sentirsi fuori posto, l’autoinganno e il bisogno di libertà emotiva. In chiusura, un omaggio a Fabrizio De André richiama il potente quesito: “Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?”.

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