Intervista
“So Take Me Away”, gli Exempla raccontano il loro grido di speranza
“So Take Me Away” è l’ultimo singolo degli Exempla, il gruppo formato dalla cantante Marta Melis, il batterista Carlo Piernovelli, il chitarrista Marco Damu, il tastierista Luciano d’Ortenzio e infine il bassista Daniele Baldani.
La band ha deciso di raccontarci il significato di questo loro recente brano, uscito il 23 Settembre scorso. Ci hanno inoltre svelato il messaggio che vogliono lanciare grazie alla loro musica, come e da dove sia nata l’ispirazione per scrivere questo testo, citando l’importanza della speranza, tema fondamentale di questa loro canzone, fino ad arrivare a parlare di amore e autenticità.
Ciao ragazzi, presentatevi ai lettori di Honiro Journal
Ciao, sono Marta Melis, voce leader degli Exempla. Ringrazio Honiro Journal per questo spazio dedicato a noi.
Partiamo con le domande
1) Iniziamo a conoscere questo brano di voi Exempla partendo proprio dal titolo “So Take Me Away”, ovvero “Portami via”. La domanda che sorge spontanea è portami via da cosa? Da dove? Da chi?
Quando ho scritto questo pezzo, ho pensato che la reclusione, più che uno stato, è una mentalità. Certe persone non sono libere. Non hanno acquisito la mentalità di uomini liberi. Sono reclusi e prigionieri della propria mente. Le gabbie le hanno in testa. Le sbarre le hanno nel cervello. Credono di essere forti e liberi, ma sono personalità vuote, alienate, deboli e superficiali. Sbagliato che sia, si lasciano influenzare dalle opinioni. Ma le opinioni non sono sinonimo di verità, piuttosto di adeguamento, di conformismo. Non sanno andare oltre le proprie prigioni, oltre le proprie paure, oltre il proprio isolamento fobico, per questo hanno bisogno di manipolare e controllare l’altro. Se fossimo attenti osservatori, saremmo capaci di riconoscere le personalità psicopatiche bisognose di manipolare, di controllare, di provvedere all’isolamento del popolo. Ciò avviene sotto i nostri occhi ad opera di soggetti persecutori. Apro gli occhi e vedo che nulla sfugge alla piovra della politicizzazione e del potere. Si capisce il senso del grido “portami via”. Portami via dalle prigioni, quelle immaginarie imposte alla mente. Ma non solo. Portami via da questo mondo ridotto ad una prigione dal vizio mentale dei dominatori di questo mondo.
2) Alla fine del videoclip che accompagna la vostra canzone, le ultime parole che si leggono sono “The real mad destroying the world are beyond the walls” volendo tradurlo in italiano “I veri pazzi che distruggono il mondo sono oltre le mura”. Che significato ha questa frase per voi?
Non avete mai sentito il suono falso di queste parole: L’uomo è forte, l’uomo è autosufficiente, l’uomo è dio? C’è chi va in delirio per la conclamata grandezza e potenza umana. Tutto fa prevedere al trionfo assoluto dell’uomo. E’ il solito ridicolo atteggiamento del superuomo. L’idea del superuomo è il germe della super-razza. Basta ricordare le esaltazioni ridicole di Hitler e Stalin. Assoggettarono le masse alla loro volontà. Dove sono i potenti dittatori di ieri? Sono in mezzo a noi. Quelli attuali sono diventati soltanto più astuti. Hanno la possibilità di dominare il mondo e incenerirlo. Proprio la scienza che dà all’uomo la possibilità di costruire, dà anche la possibilità di distruggere. I “veri pazzi” sono oltre le mura e stanno costruendo il nuovo mondo sui cadaveri dei deboli, degli infermi. Ma che cosa può nascere da questi semi di auto esaltazione esasperata?
3) Per voi Exempla, come è nata l’idea di “So Take Me Away”? C’è stata una particolare fonte d’ispirazione o un evento che vi ha spinto a scriverlo?
Amare diventa sempre più difficile, perché gli uomini vogliono solo calcolare. Non si crede più in nulla, neppure nell’amore. “So take me away” è nato da una storia vera: quella di una giovane ragazza finita in manicomio dopo una grande delusione d’amore. Dopo l’instabilità di tutto quello che la circondava e l’insicurezza della condizione umana, è impazzita. Ma il suo desiderio rimaneva vivo nell’intimo: amare ed essere portata via di là. Credete possa bastare la psicanalisi a guarire questo mondo malato? E’ l’amore che salverà la mente dalla follia. Ma gli uomini comprendono sempre meno l’amore. La cultura non basta, perché finisce per diventare una forma di mania, un egocentrismo intellettuale. L’arte senza l’anima non basta, perché è abbandonata a se stessa. Neppure la politica basta, perché senza un amore superiore diventa tirannia o anarchia.
4) Tra le parole che accompagnano questo vostro singolo ci si imbatte in una frase che stupisce e, allo stesso tempo, fa riflettere “L’ideologia è solo una maschera”. Perché secondo voi, la società di oggi aderisce ad una ideologia che porta a finzione, allontanando le persone dall’autenticità?
Al di sopra delle ideologie c’è l’uomo, la sua vita, la sua anima, la sua dignità. L’essere umano non è un apparecchio inventato da noi. Ma l’ideologia ha la presunzione di reinventarlo. I pensatori e i filosofi furono i plasmatori di mentalità così aberrate, e neanche i genocidi spaventosi e tutta la serie di orrori inauditi del passato ci convincono. Le scene di violenze e di orrori non bastano a convincere che le ideologie sono una maschera. Una conquista scientifica non dimostra la superiorità di una ideologia. Non ne usciremo fino a quando non verrà riaffermata la superiorità dello spirito sulla materia. Come si può capire l’amore senza l’anima? Tutti si occupano delle cose, nessuno dell’uomo stesso. Tutti accrescono la propria potenza, ma nessuno il valore spirituale dell’uomo. Il valore dell’uomo non si misura dal suo peso corporeo, dalla sua vanità, ma dalla sua bontà, dalla sua saggezza.
5) Volendo citare una frase con cui avete raccontato il singolo “È un brano che si distingue per sonorità ma anche per poeticità”. Oggi giorno, spesso, sembra che la poeticità sia diventata una debolezza. Come, secondo voi, si potrebbe trasformare in un punto di forza?
L’amore è la poesia suprema. L’amore è la forza più grande dell’universo. L’amore è la realtà più piena, più perfetta. Le ideologie materialiste si troveranno sempre in svantaggio rispetto all’amore dei mistici, dei santi. Bisognerebbe che tutti tornassimo ad innamorarci dell’amore. La scienza non va al di là dell’oggetto, non va oltre le cose esterne. E’ una limitazione insita nel metodo stesso. La filosofia non va oltre il soggettivo, oltre le idee. E’ un’operazione mentale. L’amore è la verità profonda che va al di là dell’oggettivo e del soggettivo.
6) “È un grido di speranza dentro una società malata, nella quale la cultura stessa è malata. I messaggi che persino gli artisti veicolano parlando alla parte malata di noi. La invitano, la sollecitano, la provocano.” Con queste parole descrivete “So Take me Away”, il vostro ultimo singolo. Con questo brano, quali messaggi volete proporre che si differenzino da quelli degli altri artisti? Quale concetto volete far arrivare al vostro pubblico?
La musica è l’arte più spirituale. Non la tocchi come si tocca una scultura. Non la vedi come si vede un quadro. Essa raggiunge come nessun’arte le profondità dell’animo umano. Vuol dire che c’è maggiore connessione spirituale con la musica. L’amore lo senti profondamente. Ma chi ha mai visto l’amore in sé? Portiamo una dimensione spirituale reale quanto quella corporea, che si estende dentro. È ciò che chiamo “anima”. Noi, con la nostra musica, vogliamo parlare alla parte più profonda dell’essere umano. Questo ci differenzia certamente. E’ come vedere con l’anima, non solo con gli occhi. E’ come sentire con l’anima, non solo con le mani. Pochi artisti parlano all’anima. Per parlare all’anima dovrebbero ritrovarla. Il loro sentimentalismo si riduce tutt’al più a qualcosa di corporeo, assai deludente e superficiale. Parlano alla natura biologica, non all’anima. Se si percepiscono solo come materia, come possono parlare all’anima? E’ facile unire i corpi, più difficile è unire le proprie anime. E’ bruttissimo un abbraccio senza trasmissione dell’anima. L’amore dell’anima è la musica più grande che esista. Amare è raggiungere una grande sensibilità spirituale.
7) Siccome “So Take Me Away” rappresenta, appunto, un grido di speranza, chiedo a voi Exempla quali siano le vostre speranze per il futuro, i vostri obiettivi e se volete anticiparci qualcosa riguardo i vostri prossimi progetti musicali.
Le nostre speranze per il futuro non sono pretenziose. Sappiamo accontentarci. Abbiamo dovuto, purtroppo, annullare i concerti ad Arezzo, Bologna, Perugia e Milano. Ma dopo questo triste periodo, permettendo, ci rifaremo, suonando a Luglio 2021 sui monti Tancia, a 1300 metri, in un evento rock straordinario che durerà tre giorni, totalmente immersi nella natura. A breve ne daremo notizia sui nostri Social. Intanto lavoriamo in sala per un nuovo Album e per quanto riguarda un futuro più a lungo termine, continueremo a scrivere per non lasciare questo mondo senza aver contribuito a renderlo un po’ migliore.
Un saluto dagli Exempla e da Marta a tutti gli amici di Honiro Journal.
Di seguito i profili social e i link ai quali potete visualizzare i contenuti degli Exempla, la band di “So Take Me Away”
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Intervista
PAOLA PIZZINO CI RACCONTA IL SUO SINGOLO “LOGICO”: “A VOLTE LASCIARE ANDARE SIGNIFICA AMARE DAVVERO”
Dopo aver aperto concerti di artisti come Diodato e Max Gazzè e dopo un intenso percorso di performance live, è disponibile dal 14 dicembre su tutti i digital stores “LOGICO”(Macro Beats/distribuito da Artist First) il singolo d’esordio di PAOLA PIZZINO.
Disponibile anche in versione unplugged, “LOGICO” è un brano che si disegna tra la consapevolezza di voler abbandonare ciò che non è più razionale e la speranza di trovare riparo nel futuro.
Chi meglio di PAOLA PIZZINO poteva raccontarci questo brano? Noi di Honiro Journal l’abbiamo intervistata!
Essendo il tuo primo brano, non posso non chiederti da dove abbia preso vita l’ispirazione per questo titolo
La canzone si chiama “Logico” ma, in realtà, nel ritornello io dico “non c’è niente di logico” e forse è proprio in questo che risiede l’intero senso del brano. Infatti, se da sempre, nella vita, cerco di mantenermi più logica possibile, estremamente razionale nelle mie relazioni interpersonali, poi nella realtà esiste anche una mia parte irrazionale, illogica. Questo ossimoro nel titolo quindi, ripensandoci, è nato proprio spontaneamente.
Questo singolo rappresenta il tuo esordio ma sappiamo che, in realtà, tu hai alle spalle già molte performance dal vivo. Essendo reduci da un periodo in cui, purtroppo, durante la pandemia gli artisti emergenti hanno potuto esordire solo in digitale, cosa differenzia invece l’esordio di chi ha potuto prima esibirsi live? Che bagaglio di emozioni ha chi esordisce direttamente dal vivo?
È una domanda importante. Spesso mi è stato chiesto “come ti senti ora che è uscito il singolo?” e la mia risposta a questa domanda è che sono veramente felice, soprattutto perché finalmente tutte le persone che durante i live mi chiedevano dove potessero ascoltare i pezzi ora li potranno trovare anche in digitale. Il mio esordio quindi, per me, ha significato rispondere a questa domanda del mio pubblico. Onestamente però, allo stesso tempo, quando si parla di stream, di digital stores, avverto quanto mi manchi un po’ quella concretezza, quell’aspetto a cui i live mi avevano abituata maggiormente. Spero quindi vivamente che questi numeri si trasformino in un’esperienza dal vivo sempre più importante e sempre più bella.
Mi è piaciuto molto “LOGICO” versione unplugged perché, metaforicamente, oltre che un brano in acustico, mi è proprio sembrata la ricerca di un’autenticità particolare. Quanto è importante per te, nella musica ma anche nella vita in generale, avere il coraggio di mostrare la propria vera essenza?
Sono una persona a cui, da sempre, è piaciuto impegnarsi in tantissime cose, allo stesso tempo cerco sempre di essere credibile in tutto ciò che faccio. Credo che il segreto per essere autentici, paradossalmente, sia proprio non pensarci, non costruire nulla. Anche nel mondo musicale, ho sempre detto che per me tutto ciò che ruota attorno ai singoli ha un’importanza minore, è la concretezza che mi importa, esattamente come credo che, nella vita di tutti i giorni, sia la personalità ad essere il fulcro. Credo sia inutile costruire qualcosa che nella realtà non esiste, piuttosto conviene essere sinceri fin dall’inizio, imparando anche a spogliarsi dei filtri per essere credibili.
“Dopodiché’ riprendo la vita che dico di volere, di meritare, così mi lascio andare, così ti lascio andare”. In che modo credi si possa comprendere, come racconti tu in questo brano, che amare una persona, a volte significhi proprio lasciarla andare?
Penso che logico racconti una storia che non era destinata a sopravvivere al tempo. Ancora oggi voglio bene a questa persona, siamo ancora in contatto e credo che sia stata proprio la nostra sincerità a portarci a compiere la scelta di lasciarci, la nostra decisione di guardarci negli occhi e raccontarci cosa, secondo noi, non funzionasse più. Lui ha dato le sue ragioni, io le mie, e credo che logico sia esattamente la narrazione della mia versione: io con lui ho avuto difficoltà a sentirmi me stessa, e quindi anche a lasciarmi andare. In questo singolo credo si possa anche scorgere una sfumatura di rabbia, ma anche il desiderio di essere felici e di andare avanti. Rispetto e fiducia credo siano stati gli elementi chiave per comprendere che lasciarsi andare fosse la soluzione migliore per dimostrare di volersi bene davvero.
“Riempie un album di foto che mi dice chi sono io”. Quanto secondo te è difficile al giorno d’oggi trovare la propria identità, sia nel mondo musicale sia nella vita di tutti i giorni?
L’album che cito all’interno del singolo, effettivamente esisteva davvero. Avevo iniziato a raccogliere le fotografie di tutto ciò che consideravo un mio difetto e avevo intitolato questo album “accettati”. A distanza di anni, sempre come racconto nel brano, l’ho eliminato. Solo però dopo questo processo, solo dopo l’aver accettato i miei difetti, ho iniziato a trovare una mia identità, ad essere semplicemente me stessa, ho quindi iniziato a pensare che in qualsiasi occasione, sia nel mondo musicale, sia nella vita di tutti i giorni, non avrei mai voluto costruirmi un personaggio.
Nella cover del brano possiamo notare questa bruciatura, la carta quasi mangiata dal fuoco. Ti va di raccontarci come è nata l’idea dell’artwork?
Ci siamo mantenuti il più possibile minimal, sia io sia Macro Marco sia Alberto DeSeta che è il creatore dell’artwork. Siamo persone con questa determinata impronta anche nella vita, siamo fan della semplicità, “less is more”, come si dice. Quando mi hanno proposto questa cover ho detto subito di sì, con questa particolarità della sigaretta spenta sul titolo del brano che io ho interpretato come quel dettaglio che forse rende meno perfetto il tutto ma sicuramente più autentico.
Essendo questo singolo solo il primo passo di un viaggio appena cominciato, ti va di anticiparci qualcosa sui tuoi progetti futuri, sui tuoi obiettivi?
Non vedo l’ora di quello che sarà, siamo in fase di trasformazione, abbiamo già altri progetti pronti e sicuramente farò uscire alcuni degli altri brani che ho sempre suonato live. Spero di arrivare a tanti!
Intervista
Gianni Bismark racconta il nuovo album “ANDATA E RITORNO”. Tra i feat Noyz Narcos.
Gianni Bismark torna sulla scena con il suo quarto album, “ANDATA E RITORNO”, disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali.
L’album è suddiviso in due parti: “ANDATA” e “RITORNO“. La sezione “ANDATA” presenta tracce come “Vita Mignotta” e “Parliamo delle stesse cose” con BRESH, mentre la sezione “RITORNO” include brani come “Te famo scuola” con NOYZ NARCOS e “Er Magico”. Il percorso musicale di Gianni Bismark si completa con la title track “Andata e Ritorno”. Una partecipazione straordinaria ha arricchito il progetto, quella di Alex Britti alla chitarra nel brano “Panni di un altro”.
“ANDATA E RITORNO” è il suo modo di trasportare i fan verso qualcosa di inedito, senza dimenticare le radici e abbracciando nuovi orizzonti. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere sulle tracce, lo stile ed i feat presenti nel nuovo progetto.
Il titolo “ANDATA E RITORNO” suggerisce un viaggio musicale attraverso due mondi, un ritorno in grande stile. L’album rappresenta il tuo presente, come ti senti ora come artista?
Non è mai facile auto-definirsi, sicuramente i miei fan e chi mi ascolta riescono a farlo meglio di me! In ogni caso avevo delle tracce pronte, tante. Il modo migliore per valorizzarle era dedicarmi ad un progetto in più parti. Volevo creare un mix tra la mia vena rap e quella del genere cantautoriale, senza cadere nel banale. Mi ero prefissato degli obiettivi un po’ più ambiziosi.
Hai scelto featuring molto interessanti per questo album, tra cui NOYZ NARCOS, BRESH, TIROMANCINO e NOEMI. Tutti artisti che hanno un vissuto musicale diverso tra loro. In cosa hanno arricchito te come artista?
Il bello di questi feat è che hanno lasciato tanto a me e al disco, spero che ascoltando le tracce passi questo messaggio. Da sempre la scelta dei miei featuring non è né casuale ne figlia di logiche di mercato. Dietro c’è stato un lavoro immenso, tanti momenti di confronto tra me e tutti gli artisti presenti. Un’empatia pazzesca, che ha raggiunto poi un bel livello di stima reciproca. Questo credo arricchisca pienamente un artista in generale.
Parlando del nuovo album hai dichiarato: “Non mi piace essere etichettato. A me piace fare musica e se un giorno mi esce una canzone diversa da quello che faccio la metto ugualmente nel disco.“
Assolutamente e le confermo. Le etichette sono la cosa che meno sopporto. Sperimentare, cambiare, confrontarsi sono alla base della mia idea di fare musica. A maggior ragione, faccio fatica ad auto-definirmi.
“VITA MIGNOTTA” è il primo brano dell’album, perchè la scelta di uscire con questo singolo per dare il via al progetto?
Non capivo perchè, ma alcuni si aspettavano che tornassi con un album più pop e dalla vena esclusivamente cantautoriale. Questo singolo rappresenta in pieno il cantautorato-rap che dicevamo prima in tema di suono, perchè c’è sia quel richiamo al rap sia il mood cantautoriale. Volevo far capire da subito che sarebbe stato diverso dalle aspettative, che ero pronto a sorprendere con qualcosa di inedito, ma che nello stesso momento ricalcava tutte le sfaccettature del mio percorso come artista. Quindi si, “VITA MIGNOTTA” era il biglietto da visita perfetto.
Il brano “Panni di un altro” vede la partecipazione di ALEX BRITTI alla chitarra. Come è nata questa collaborazione e qual è stata l’esperienza di lavorare con un musicista del calibro di Britti?
Per me Alex è il miglior chitarrista di tutto il panorama musicale, sicuro al 100% di quello italiano. Non lo so, ha un modo di suonare che ti strega, qualcosa che secondo me non puoi definire del tutto. L’ho conosciuto per caso una sera insieme a Federico Zampaglione, mentre guardavamo Sanremo. Pare una cosa un po’ comica lo so [ride], però da li si è sviluppata una bella amicizia sfociata in una stima artistica. Quando ci sono tutti questi spunti, viene quasi naturale dare vita ad un pezzo insieme.
La tua musica ha spesso una forte connessione con Roma, tra l’altro con me giochi giochi in casa. Come la tua città natale continua a influenzare la tua musica?
Roma è tutto, ma questo lo sapete già e a quanto pare tu riesci a capirmi bene Fede [ride]. Roma mi accompagna passo passo, è la mia città, la mia compagna, la mia amica e sono fiero di averle dedicato una canzone in “ANDATA E RITORNO”. Perchè in questo album? Adesso era il momento giusto, la maturità giusta, le corse giuste per raccontare un amore diverso dal comune. Diciamo che il singolo per Roma, intitolato “La mia città”, è una punta di felicità che segna i due mondi presenti in tutto l’album.
E Noyz Narcos?
Un feat che credo sognavo da una vita. Un obiettivo ambizioso e una traccia che dovevo anche ai miei fan. Sono soddisfatto, ma anche felice di aver potuto lavorare con uno dei miei idoli. Per me è tra in singoli più significativi sia per una questione di affetto verso i miei ascolti, sia per la mia crescita come artista.
Questo è il tuo quarto album in carriera. Come descriveresti l’evoluzione del tuo stile e della tua musica da quando hai iniziato nel 2015 fino a oggi?
Sono sempre io, ma sono maturato e con me anche i temi, i suoni. Sono dell’idea che quando fai musica è giusto anche adeguarsi alle novità che si vivono. Le ispirazioni di oggi non possono essere quelle di ieri, ma obiettivamente pure per un fattore anche anagrafico [ride]. Diciamo che è un’evoluzione molto naturale. Questo album è più “suonato”, c’è qualche cura in più nei dettagli. Ho mixato tutto con il mio stile classico in chiave rap-urban. Ti dirò, credo che l’evoluzione sia stata proprio questa: non cancellare niente, ma unire più aspetti inediti con le mie caratteristiche di artista rap.
Intervista
FRANCESCO KAIRÒS CI RACCONTA “IERI, OGGI, DOMANI”: “Questo singolo vuole essere un ritorno all’essenza della mia musica”
Tutti noi abbiamo un passato che spesso ci torna in mente, quei ricordi che non siamo disposti a dimenticare, quella persona che ora vive nel nostro “ieri” ma che speriamo, prima o poi, di rincontrare, magari anche per caso, attraversando la strada o camminando su un marciapiede in un pomeriggio apparentemente come gli altri.
Allo stesso tempo, tutti noi siamo quotidianamente accompagnati dai sogni, dall’immagine di quello che sarà il nostro futuro, e tutti siamo impegnati, ogni giorno, nel vivere il nostro presente. Arricchito da una sfumatura più sentimentale, e raccontato tramite la metafora di una storia d’amore, potremmo dire che sia questo il concept da cui prende vita “Ieri, Oggi, Domani” il nuovo singolo di Francesco Kairòs disponibile su tutti i ditigal stores per Similax Records e Believe Italia.
Francesco Kairòs, già co-autore di brani di Annalisa, Arisa, Ludwig, Anna Tatangelo e altri, torna con un brano avvolto di speranza e consapevolezza che ci trascina alla scoperta della cifra stilistica del suo universo musicale.
Chi meglio di lui poteva raccontarci “ieri, oggi, domani”? Noi di Honiro Journal lo abbiamo intervistato!
Spesso ci ritroviamo immersi nei ricordi o negli obiettivi che vogliamo raggiungere nel futuro, a volte, paradossalmente, dimenticandoci di vivere il presente. Come pensi potremmo imparare a capire quanto sia prezioso l’oggi?
Sicuramente ciò che è stato ieri, quindi metaforicamente il passato, delinea una traccia. Sapere da dove veniamo e dove vogliamo arrivare, quindi il futuro, è un concetto che ho sviscerato non solo in questo singolo, ma anche nei miei progetti precedenti. Personalmente rifletto spesso sul passato per riuscire a captare dalle esperienze trascorse degli strumenti o degli insegnamenti da poter utilizzare per migliorare il presente e il futuro, credo infatti che quest’ultimo non sempre si possa prevedere, ma di sicuro si possa costruire. Il brano è caratterizzato proprio dal concetto appena citato, raccontato con un taglio molto più relazionale e sentimentale.
All’interno del brano si possono scorgere molte sfumature di vita quotidiana, come il rivolgere un semplice “ciao” a qualcuno a cui vogliamo bene. Quanto la quotidianità, il tuo vissuto e in generale le esperienze che hai sperimentato in prima persona influenzano la tua musica?
La quota autobiografica è sempre molto presente nei miei brani, la quotidianità e il mio vissuto sono senza dubbio tra le principali fonti d’ispirazione per i miei progetti artistici. Credo che la musica non debba avere l’arroganza di voler spiegare agli altri cosa sia la vita o come dovrebbero viverla. Preferisco possieda quella sensibilità che permetta, tramite quest’arte, di raccontare esperienze vissute in prima persona. I piccoli gesti quotidiani, che possono essere un semplice saluto o il percorrere un tratto di strada insieme, nascondono un significato molto più ampio, molto spesso infatti utilizzo queste immagini nei miei brani in modo metaforico, per suscitare emozioni specifiche.
Tra le strofe di “Ieri, Oggi, Domani” si può anche ascoltare un “come stai?”. Anche questo probabilmente rappresenta un piccolo gesto che però, in periodi frenetici come il giorno d’oggi in cui si è un po’ persa l’abitudine di interessarsi agli altri, risulta un’accortezza preziosa. Come stai in questo momento della tua carriera?
Sto bene, grazie. Questo mio progetto arriva dopo tanti anni di dietro le quinte, di autorato e di scrittura per terzi. Il desiderio che mi ha portato a dar vita ad una dimensione musicale completamente mia deriva dalla necessità di stare bene, di essere felice ed emotivamente coinvolto nei messaggi che voglio trasmettere. Questo singolo è quindi a tutti gli effetti un ritorno all’essenza della musica, volevo metaforicamente tornare a quella passione, spontaneità e urgenza espressiva di quando ho cominciato a scrivere. Credo che le canzoni siano come delle fotografie, magari sono un perfetto ritratto di un periodo della propria vita ma dopo anni ci si accorge che attualmente quel racconto non ci non ci rappresenti più, nonostante questo però, rimane pur sempre un tassello fondamentale di quel rullino che è la propria vita.
Questo singolo trasmette proprio l’idea del tempo che passa, del susseguirsi di giorni e forse anche dell’imprevedibilità e le sorprese della vita. In tutto questo mutamento e in tutti questi cambiamenti, c’è una caratteristica, un fondamentale o un aspetto della tua musica che sai che, nonostante trascorrano gli anni, rimarrà per sempre simbolo della tua identità artistica?
Bella domanda, credo di riuscire a distinguere perfettamente le varie fasi che hanno attraversato la mia carriera musicale e i miei relativi cambiamenti personali o periodi di vita. Onestamente però, non mi sono mai soffermato sul pensare se, tutti questi passaggi emotivi e artistici, potessero essere legati da un fil rouge. Sicuramente tra il Francesco che anni fa ha iniziato rappando e muovendo i primi passi nel panorama musicale e il Francesco di ora, possiamo identificare come comune denominatore l’impronta riflessiva. Penso di non aver mai scritto testi particolarmente leggeri quindi, nonostante il mio approccio alla scrittura sia cambiato nel corso degli anni, credo che la quota conscious rimarrà sempre parte della mia personalità musicale.
Ti va di anticiparci qualcosa riguardo il tuo domani? Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro?
Sto già lavorando al nuovo brano, che vedrà la sua pubblicazione con l’inizio del nuovo anno. Sicuramente c’è anche la volontà di dedicarmi ed iniziare a lavorare anche ad un progetto artistico più grande. Per ora sono felicissimo di comunicare tramite la musica, credo sia questo l’aspetto più importante.
Solitamente prima di concludere le interviste domando sempre se c’è qualcosa che non ti ho chiesto che ci tieni particolarmente che i nostri lettori sappiamo su di te, sulla tua musica, sui tuoi progetti…
Anticipo che da Roma arriveranno presto molti nuovi progetti, sia da parte mia sia da parte degli artisti, producer e team con cui collaboro e con cui condivido la stessa visione stilistica.
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