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“BACK IN TOWN” IL NUOVO SINGOLO DI TREKSO feat META e prod KASP
Dal 10 novembre è disponibile “Back In Town”(Honiro Label) il nuovo singolo di TREKSO feat. META e KASP. Il brano vede quindi la presenza di tre artisti di OLLARAUND, collettivo di giovani nuove promesse che si stanno facendo strada nel panorama musicale romano e non solo, dando vita ad un insieme ci cifre e identità stilistiche reciprocamente molto diverse che, unite in un unico progetto, vanno a comporre un quadro simbolo della loro generazione.
Con “Back in Town” TREKSO vuole immergere l’ascoltatore nel racconto della quotidianità di un adolescente come lui. Il brano, a livello di topic rimane fedele a quelle che sono le tematiche che TREKSO affronta solitamente nei suoi pezzi, distanziandosi invece totalmente a livello di sound da quelli che saranno i suoi nuovi progetti, caratterizzati da mood sempre differenti tra loro, testimoniando la volontà dell’artista di sperimentare sempre di più tramite la sua musica.
Il singolo arriva dopo la pubblicazione di “Situazioni”, brano (pubblicato il 29 giugno) che voleva essere un incontro di esperienze vissute e idee. Con il pezzo infatti, TREKSO ha desiderato descrivere alcune “Situazioni” in cui, adolescenti che hanno avuto vissuti simili al suo o hanno attraversato esperienze analoghe, potrebbero ritrovarsi
TREKSO, all’anagrafe Massimo Casaccia, è un giovanissimo artista di 17 anni nato in Veneto e cresciuto a Roma, città dove tuttora vive. Fin da subito, singoli urban e video di freestyle catturano la sua attenzione, portandolo così, all’età di soli 11 anni, a sentirsi molto vicino all’universo rap. A distanza di sei anni da quel momento, il desiderio di dare vita alle sue idee tramite un progetto artistico non è mai scomparso, nella stesura dei brani riesce infatti a far incontrare la sua urgenza espressiva con la gioia di condividere assieme ai suoi amici, che da sempre lo sostengono, la passione per la musica. Negli anni, ha compreso di voler intraprendere un percorso stilistico che gli permettesse di spaziare dalla trap alla drill, dal rap all’universo più ampio dell’hip hop. Dal 29 giugno è disponibile su tutti i digital stores “Situazioni” il suo singolo prodotto da Kasp. Il 10 novembre torna con “Back in Town” feat. Meta e prod. Kasp.
Nato a Roma e classe 2002, META, all’anagrafe Marcello Flamini, si appassiona alla musica pop fin dai primi anni di vita e, contemporaneamente, si avvicina al mondo del rap grazie alla passione della madre nei confronti del genere urban. L’ascolto della radio e i viaggi accompagnato dalle inseparabili cuffiette, è proprio così che lo stesso artista descrive la scoperta di questa sua passione. A quindici anni decide di muovere i primi passi nell’universo creativo della musica, durante la prima liceo comincia quindi a realizzare i primi beat, spinto dall’ascolto delle strumentali di Sick Luke che, come racconta META “hanno suscitato in me qualcosa di particolare, quasi inspiegabile, mi affascinavano ma soprattutto mi facevano rivivere le emozioni e l’autenticità di quello che era stato il mio primo approccio spontaneo con la musica”.
Continua il suo percorso da autodidatta fino al compimento dei suoi diciotto anni, momento in cui decide di iniziare a posare su carta anche i suoi pensieri, facendo così culminare la sua passione per la produzione a quella per la scrittura nella stesura di veri e propri brani. In seguito, incontra il producer KASP, diventando così membro di OLLARAUND, collettivo di giovani artisti che si stanno facendo strada nel panorama musicale romano e non solo, dando vita ad un insieme ci cifre e identità stilistiche reciprocamente molto diverse che, unite in un unico progetto, vanno a comporre un quadro simbolo della loro generazione. La musica di META si dipinge principalmente nell’universo pop, senza voler rinunciare a influenze rap e non solo.
Originario di Roma e classe 2004, Adriano Tullio, in arte Kasp, si appassiona alla musica per tradizione familiare. Studia pianoforte dall’età di sei anni fino al suo sedicesimo compleanno, momento in cui inizia ad appassionarsi alla musica elettronica. Poco dopo questo amore a prima vista, inizia a strutturare e lavorare al suo primo progetto artistico, al suo primo producer album. È così che prende vita “Fotogrammi”, disponibile dal 31 marzo 2023 su tutti i digital stores.
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FUTURO, i consigli della settimana di Honiro – week #25
Un tuffo nel passato che sa di FUTURO, tra visione ed eloquenza. Protagonista della cover digitale Lumiero.
IL PRIMO GRANDE DISCO DI LUMIERO – LUMIERO
Un tuffo nel passato che sa di futuro, tra visione ed eloquenza, tra musicalità e parole incise nel cuore di chi ascolta. Uno dei progetti più rivoluzionari completa una raccolta di immagini che richiamano un mondo che non c’è più, ma di cui vorremmo ancora la sua linfa; il tutto condito dalle sfumature più sincere.
ASTRONAVE – OTTOBRE
Una diatriba con se stessi, ma anche con l’altro, tra sentimenti che spengono e sentimenti che riportano, in un modo o nell’altro, al calore che tanto si brama e che non sempre si riesce ad afferrare, tenere con sé. Sonorità dinamiche e d’impatto fanno da sfondo al vortice motivo dove l’unica arma è surfare.
FACCIAMO A META’ – EUGENIO IN VIA DI GIOIA
Ci sono cose che non si possono comprendere per intero. A volte bisogna proprio vederle ‘’a metà’’. Allo stesso modo, ciò che compone la nostra serenità non lo si vive nella sua interezza, ma un pezzo alla volta, nella sua semplice scansione quotidiana. Un inno a guardare con spontaneità ciò che ci circonda.
MI MANIFESTO – PAN DAN
Un mondo a cui si accede non con formalità o giri di parole, ma facendosi trasportare dalle vibrazioni di un’anima creativa, spontanea, che sperimenta ogni sfaccettatura della vita. Suoni eterei e parole come ‘’vox clamantis in deserto’’ presentano l’interezza dei luoghi interiori più reconditi.
7 MINUTI – KUZU, MONTAG, WISM (MENZIONE SPECIALE)
Sperimentazione e poesia si fondono per un flusso di coscienza fatto di immagini lucide, nitide, che illuminano quei tratti d’umanità di cui siamo fatti e che il sistema cerca di nasconderci. ‘’7 minuti’’ che diventano una colonna sonora di una vita intera, senza ripetizioni, senza ripensamenti.
NESSUNA – ALTEA
Uno dei progetti più freschi del panorama attuale ritorna con un manifesto intimo, profondo, speciale, dove raccontarsi e raccontare il ramificarsi della propria storia. Musica d’oltreoceano e poesie ‘’a cielo aperto’’ sono gli elementi di una realtà vista con occhi sensibili e maturi, senza veli e con una poetica umana.
VOCE – MADA
Quando si esprime con la propria ‘’voce’’ ciò che si cela nella nostra storia e nel nostro essere, non solo c’è una riscoperta, ma anche un unico flusso sonoro: la propria verità. Per quanto il mondo sovrasta la voce, c’è qualcosa di più nel volume della nostra vita. Imparare ad equilibrarlo rende tutto più semplice.
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In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di ”canditi”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre
In un mondo che ha perso la sua bussola basterebbero un po’ di canditi, il nuovo singolo di Parrelle in uscita il 5 dicembre per Luppolo Dischi e Honiro Label.
Tutto scorre ad una velocità sempre più incalzante e perdersi nel frastuono è un attimo; perdere il senso di umanità, in una realtà che è svuotata di tutto ciò che è umano. Tuttavia, tra le false righe di un tempo incerto, ci rimane un’unica scelta possibile: provare a stupirci di nuovo, far ritornare la semplicità delle parole e delle azioni una sana abitudine. L’amore è amore, un abbraccio è un abbraccio, e il resto è solo un insieme di dettagli.
“L’amore è in via d’estinzione, un po’ come quei dinosauri che studiavamo a scuola e che un po’ mettevano paura. Sarebbe bello, però, non aver paura di resistere e custodire ancora la pazienza dei piccoli gesti, delle piccole cose: togliere ad uno ad uno dei ‘canditi’ da un panettone, pur di rendere felice chi si ama. Ecco, questo è il senso più intimo e dolce della canzone: per quanto il mondo giri nello stesso verso, e non possiamo cambiarlo, ad ogni modo, direzioniamo la nostra serenità’’ – ci racconta l’artista.
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Banshee: il primo disco insieme di Giovane Feddini e Flesha
Con BANSHEE, Giovane Feddini e Flesha firmano il loro primo disco insieme, un progetto che nasce dall’urgenza di trasformare un periodo difficile in un linguaggio nuovo. Il titolo richiama la figura della Banshee, creatura mitologica che annuncia un cambiamento drastico con il suo grido: perfetta metafora per un disco che vibra di transizione, rottura e rinascita.
BANSHEE è il secondo capitolo della trilogia iniziata da Feddini con SIRENE, ma qui accade qualcosa di fondamentale: per la prima volta, al suo immaginario si intreccia quello di Flesha.
Se SIRENE era uno spazio personale, più luminoso e disteso, costruito su un’estetica intima e solitaria, BANSHEE ne rappresenta la controparte scura. L’ingresso di Flesha cambia la prospettiva, porta un altro respiro, un’altra energia, una densità diversa. Il risultato è un disco che non somma due mondi: li fa collidere, e da quella collisione nasce una terza identità.
Anche la copertina segue questo cambio di paradigma: una figura femminile che emerge dal bosco, sospesa tra visione e realtà, un’immagine che introduce immediatamente un tono più istintivo, inquieto, corporeo. È il primo passo dentro un territorio più notturno rispetto al capitolo precedente.
Il cuore di BANSHEE è la sua sincerità. Sette brani in cui i due rapper affrontano famiglia, rapporti che vacillano, difficoltà nel trovare una propria posizione nel mondo, e quell’autocelebrazione che non è vanità ma necessità: un promemoria di valore personale nei momenti in cui tutto sembra sgonfiarsi. È un disco che non vuole mostrarsi forte: vuole mostrarsi vero.
Sul piano sonoro, il progetto guarda con precisione alla New York dei primi 2000: trombe sporche, beat ruvidi, quell’atmosfera a metà tra marciapiede e soul che ha definito un’epoca. Tutto il disco è prodotto da Flesha, con arrangiamenti di Dok The Beatmaker, in un equilibrio perfettamente calibrato fra nostalgia e identità contemporanea.
BANSHEE : suoni ruvidi, parole vere, nessuna maschera
Se SIRENE era un respiro lungo, BANSHEE è quel momento in cui il respiro ti manca ma finalmente capisci perché: stai cambiando pelle. È un disco che nasce nel buio ma non ci rimane nemmeno un secondo di troppo. Feddini e Flesha costruiscono una narrazione che non si accontenta di raccontare una risalita: la pretende, la esige, la impone.
Dentro questo disco convivono due percorsi che arrivano da lontano. Flesha — che ha attraversato più di vent’anni di scena, mutazioni, generazioni, stili — porta qui tutto ciò che ha imparato senza mai diventare nostalgico. È solido, consapevole, senza bisogno di dimostrare niente. Le sue produzioni danno a BANSHEE una struttura che non cede, un peso specifico che senti fin da subito.
Feddini è il contraltare perfetto: impulsivo, diretto, viscerale. Tutta la sua storia — dalle battle alla parentesi in major, dal ritorno all’indipendenza fino all’ingresso nei Graveyard Duppies — arriva qui distillata, affinata, priva di fronzoli. Il suo modo di scrivere è immagini, istinto, immediatezza. Il suo modo di stare nel beat è riconoscibile dal primo secondo.
Il punto d’incontro tra i due non è un compromesso: è un terreno nuovo, che non esisteva prima di questo disco. BANSHEE non chiede il permesso di essere ascoltato. Ti viene addosso, ti scuote, e quando finisce ti accorgi che qualcosa si è spostato.

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