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Intervista

Young Slash: “La mia musica è vera e vorrei che parlasse da sola.”

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Young Slash è il primo artista a portare la propria musica alla Sony tramite l’accordo con Dogozilla Empire. L’album “Popular” arriva dopo un silenzio di un anno, un progetto ricco di riflessioni, intimo e personale che segna la crescita di Young Slash. Il progetto racchiude storie molto personali raccontate con sincerità e con spirito critico nei confronti delle difficoltà che il giovane rapper ha dovuto incontrare.

“Popular” si distingue anche dal punto di vista delle sonorità varie e innovative prodotte da Demo, Joe Vain, Ryanairz e Nebbia. Tra i feat troviamo Vegas Jones, Bresh e Vaz Tè, colleghi e amici con cui Young Slash condivide il messaggio di cui si fa portavoce.

E’ stato decisamente interessante scambiare quattro chiacchiere, d’altronde chi meglio dell’artista stesso può coinvolgerci nella sua musica?

Quali sono i temi salienti del tuo nuovo album “Popular”?
Tutto parte dal concetto di rivalsa e speranza. Parlo della mia strada, quella che ho dovuto percorrere da Milano a Genova, tra sacrifici e “fame” di farcela nonostante la salita. Nell’album c’è mia madre, i miei amici, ma anche i miei ricordi e quello che ambisco ad essere. Potrebbe essere scontato definirli semplicemente “temi”, bensì credo siano pezzi introspettivi di quello che ero, sono e vorrò essere. A testimonianza di ciò, ho scelto di terminare l’album al meglio inserendo il coro della Chiesa che mi ha ospitato, quando sarei dovuto finire per strada.

Quale messaggio vorresti mandare a chi ti ascolta tramite la tua musica?
Vi consiglio di ascoltare tutti i pezzi, ogni canzone trasmette messaggi differenti. Sia a Genova che a Parigi ci sono tantissimi ragazzi che vivono situazioni in cui mi rispecchio, voglio che la gente capisca che la mia musica è vera, e vorrei che parlasse da sola.

Attualmente la scena rap/trap è popolata di artisti e produttori che stanno rivoluzionando il modo di fare musica. Quali sono i tuoi ascolti? Quali consiglieresti a chi vorrebbe intraprendere una carriera simile alla tua?
Per i contenuti e per il flow direi Vegas Jones, Tedua, Vaz e Bresh, forse perché capisco i loro testi a pieno. Ammetto di sentirmi molto vicino a Tedua, siamo buoni amici e mi dà spesso dei consigli. Per me incarna lo spirito della Drill. 

Se non sbaglio “Dove si va” è il brano che ha fatto da apripista all’album. Come mai hai optato proprio per questa traccia?
Mi piaceva per il concetto, il ritornello è molto lento, si alza con un autotune forte. E’ un pezzo molto pulito, ma allo stesso tempo contiene tematiche di un certo peso. Ho scelto io questa traccia come estratto del disco e sono soddisfatto dei risultati.

Quanto è stata importante per te la tua città? Ti sei sentito in qualche modo “appoggiato”?
Quando ho iniziato a Genova eravamo fortissimi, ci chiamavano tutti e c’era un grande hype sulla scuola genovese. Genova sembrava essere  più sulla mappa di Milan.

La quarantena ha in qualche modo influenzato l’uscita del progetto?
Sì, mi ha dato il tempo di aggiungere altre due canzoni nel disco, come per esempio il feat. con Bresh. Sono stato contento di avere avuto questo tempo in più, nonostante il ritardo dell’uscita. Ho fatto anche il Popular freestyle, uscito su IGTV e soprattutto ho scritto tantissimo per il mio nuovo progetto. 

In conclusione, oltre che farti un grande in bocca al lupo, vorrei che tu stesso ti facessi in un augurio per il futuro: 
Spero sicuramente di arrivare a tanta gente, di crescere, di girare, di migliorare i miei testi e i miei contenuti. Vorrei arrivasse a tutti: famiglie, giovani ragazze, madri, adulti. Voglio spaccare tutto!

Young Slash sembra avere un’idea precisa riguardo la sua musica e noi di Honiro Journal gli auguriamo il meglio.


E voi avete già ascoltato “Popular”?

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