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ALE: il suo nuovo singolo è un “PEZZO LATINO”

Arriva l’estate e le canzoni si tingono di spensieratezza. Ma ALE va oltre gli stereotipi e con tutta la grinta partenopea che la contraddistingue ci presenta un brano dalle sonorità leggere ma dal testo profondo. Esce oggi, venerdì 24 giugno, “PEZZO LATINO”, il nuovo singolo di ALE a firma Latarma Records, in collaborazione con BMG.
Una canzone leggera, scritta mentre arriva l’estate. Un ritornello che entra in testa, che descrive immagini del quotidiano. La tradizione si mescola alla modernità, negli occhi di una ragazza napoletana di diciotto anni che crede nell’amore più che nelle leggi fisiche, che rimane ottimista, “anche quando la rabbia ormai ti ha consumato, ma ti ci sei abituata e non la senti più”. Perché anche quando va tutto storto nasce nuova musica. Un testo sfacciato che si alterna all’introspezione. ALE è sole, è Napoli, è grinta, ma anche grande sensibilità.
“PEZZO LATINO – commenta ALE – è un brano leggero a primo impatto, ma che poi, se ascoltato bene, svela significati nascosti e profondi, creando un cortocircuito tra testo e sonorità. Ho scritto questa canzone in un periodo in cui ero giù di morale, mi sentivo distaccata da tutto, come se non provassi più niente per nulla. L’unica cosa che riesco a fare in questi momenti è scrivere. Farli diventare musica è la mia cura.”

Alessandra Ciccariello, cantautrice napoletana di diciotto anni, vive a Portici (NA). Scrive canzoni che nascono tra i suoni della sua chitarra, che suona da quando ha 12 anni, i type beat di YouTube e Garage Band. I suoi brani assorbono i suoni della sua terra e si trasformano in musica contemporanea che parte da Napoli e parla a tutta la penisola, mescolando l’urban al pop.
Il sogno di vivere di musica parte nel 2020 mentre è in coda ai provini di X Factor. Proprio questi la portano alle fasi finali della selezione. Il suo brano “LV” supera i 600 mila stream su Spotify, così come il singolo “2minuti” che l’anno successivo presenta all’interno del programma Amici di Maria De Filippi. Nei testi c’è la sua quotidianità, dalla scuola (l’anno della maturità al liceo scientifico), alle prime relazioni, tra delusioni, sogni. Il ritmo scorre nelle sue tracce che la avvicinano all’altra sua grande passione, la danza.
Il suo sguardo fresco e spontaneo si rispecchia nei pezzi uptempo ma non solo. Si trasforma infatti in malinconia nelle ballad sincere che raccontano il mondo di tanti diciottenni finalmente pronti a spiccare il volo. ALE non ha mostri da svelare ma gioia da trasmettere.
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L’11 luglio arriva “Undercover”, nuovo singolo di Djomi con la partecipazione di CLAVER GOLD

Se il rap ha dimenticato il suo dovere civile, ci pensano loro a ricordarglielo.
L’11 luglio arriva “Undercover”, nuovo singolo di Djomi con la partecipazione di CLAVER GOLD, distribuito da Ada Music Italy e Isola degli Artisti.
Un brano che non chiede il permesso, ma occupa spazio. Politico, poetico, necessario.
Nel cuore del beat firmato da Gian Flores — teso, stratificato, senza fronzoli — “Undercover” è un manifesto mimetico: un testo che agisce “sotto copertura”, tra le pieghe dell’indifferenza quotidiana, per dare voce a chi la voce non ce l’ha.
Ma niente retorica da slogan: questo è rap militante per cervelli pensanti, non fast food da playlist.
DJOMI, classe 2002, viene da Pinarella di Cervia ma sembra uscito da un’officina lirica berlinese: scrive con la fame di chi sa che la parola può salvare, e che a volte deve ferire. Musicista, autore, performer — ha vinto Castrocaro, Area Sanremo, Critical Flow, ha studiato al CET di Mogol e al Berklee College of Music.
Ma soprattutto, ha scelto di non addomesticarsi. E “Undercover” lo dimostra riga dopo riga: “Non mi venire a parlare del vero / se scrivi sotto dettatura”.
Accanto a lui CLAVER GOLD, tra i pochi rapper italiani capaci di fare denuncia senza perdere profondità. In questo brano non fa ospitate, fa presenza scenica. Porta il suo bagaglio: lirismo, lotta, coerenza. E lo trasforma in dinamite.
Il pezzo attraversa immagini forti, riferimenti colti, dolori scomodi: dall’Iran a La Haine, da Robin Hood a Burzum, da Mogol a Abdel.
Perché sì, la musica può ancora dire qualcosa di importante — se a parlare sono voci che bruciano.
Con Undercover, Djomi e Claver Gold cercano coscienze sveglie.
Chi non si sente chiamato in causa, probabilmente fa già parte del problema.

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E, alla fine, viviamo sempre lo stesso uroboro d’amore ”comevolevasidimostrare”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita l’11 luglio

E, alla fine, viviamo sempre lo stesso uroboro d’amore comevolevasidimostrare, il nuovo singolo di Parrelle in uscita l’11 luglio per Luppolo Dischi e Honiro Label.
E, alla fine, viviamo sempre lo stesso uroboro d’amore comevolevasidimostrare, il nuovo singolo di Parrelle in uscita l’11 luglio per Luppolo Dischi e Honiro Label.
Chi dice ‘’si chiude una porta e si apre un portone’’ forse non ha un’idea chiara di chi c’è dall’altra parte, al di là proprio di quella porta, fatta di ricordi, sensazioni ed esperienze vissute che non riusciamo a toglierci di dosso. Giusto o no, sano o non sano, finché le emozioni diventano lo storytelling della nostra persona, rimaniamo fedeli a ciò che siamo senza veli, senza sotterfugi sociali. L’amore, in un certo senso, è l’antidoto dell’apparenza.
“comevolevasidimostrare” è una canzone che racconta l’altalena emotiva di un amore turbolento, tra malinconia, ironia e frasi che sembrano rubate da una chat mai cancellata. Un viaggio notturno tra skyline negli occhi, foto nei bagni e divani che diventano rifugi, dove il dialetto e la poesia urbana si intrecciano con naturalezza. Tra sonorità classiche, delicate e un pop fresco ed estivo, il brano cerca di dare ad un ritmo spensierato una visione nostalgica dell’amore che va, ma non se ne va mai davvero’’ – ci racconta l’artista.
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Cifra stilistica pronta ad eruttare come ”Yellowstone”, il nuovo singolo di Metho in uscita l’11 luglio per Honiro Label

Cifra stilistica pronta ad eruttare come Yellowstone, il nuovo singolo di Metho in uscita l’11 luglio per Honiro Label.
Hi hat sovrapposti e barre destinate a lasciare il segno: questi sono gli ingredienti principali di un vero e proprio training metrico dove non solo l’artista si conferma, ma ha anche modo evolvere i suoi contenuti, il suo canovaccio artistico tra urgenza espressiva e bisogno di dimostrare come si riesce a prendere il proprio spazio. Senza abusare di ego trip, che diventa metaforicamente una vera e propria droga, Yellowstone è self confidence, ma anche consapevolezza di dove si vuole e si può arrivare.‘’Yellowstone’’, che prende il nome dall’omonimo parco comunale americano dove si registra un’alta concentrazione vulcanica, non è solo un esercizio stilistico nato in studio con la produzione di Tenshi, tra sonorità south, ma anche un racconto di quello che sono le sostanze e di cosa possono portarci a fare, portarci ad essere, in un certo senso. Cerco di unire in chiave leggere tecnica e consapevolezza in un mix che mi soddisfa’’ – ci racconta l’artista.
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