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“Chiamami per nome” il brano sanremese di Fedez e Francesca Michielin da oggi in radio

Da oggi in radio e su tutte le piattaforme digitali CHIAMAMI PER NOME, il nuovo singolo di FRANCESCA MICHIELIN E FEDEZ in gara alla 71° edizione del Festival di Sanremo nella categoria Campioni.
Il brano è scritto da Francesca Michielin, Federico Lucia, Jacopo D’Amico, Davide Simonetta, Alessandro Mahmoud, Alessandro Raina e prodotto da d.whale.
Chiamami per nome nasce dalla voglia di sancire un’amicizia e una fortunata collaborazione artistica e segna l’atteso ritorno dei due artisti.
«In “Chiamami per nome” raccontiamo entrambi una crescita stilistica e una consapevolezza maggiore, sia a livello testuale che musicale, rispetto alle collaborazioni fatte in passato. Questa canzone mi emoziona molto, la vivo come un manifesto dell’anno appena passato, che ci ha messi tutti a dura prova. Esordire sul palco dell’Ariston dicendo “oggi ho una maglia che non mi dona / ma vorrei dirti non ho paura / vivere un sogno porta fortuna”, rappresenta la consapevolezza di essere in una situazione complessa ma voler comunque continuare a inseguire i propri sogni, credere nella musica, avere speranza. È un brano leggero e sognante ma filantropico, una luce nei momenti di buio, e molto trasversale: una canzone d’amore, sì, ma anche universale, che ognuno può declinare un po’ come vuole. Da un punto di vista musicale è stato inoltre un esercizio di sottrazione, è molto minimale, lascia spazio alle emozioni” – Francesca Michielin
Fuori anche il videoclip ufficiale
Il video di Chiamami per nome, nato da un’idea di Francesca e Federico e diretto da Antonio Usbergo e Niccolò Celaia per YouNuts! vuole richiamare l’attenzione sulla situazione dello spettacolo dal vivo in Italia, duramente provato da mesi di chiusura imposta dall’emergenza sanitaria. Francesca Michielin e Fedez cantano dai palchi dei teatri milanesi (Teatro degli Arcimboldi, Teatro Menotti, Teatro Gerolamo e Teatro alla Scala) ormai chiusi da più di un anno e sono protagonisti di un piano sequenza assieme agli addetti ai lavori che, in tutta sicurezza, lavorano per mettere in scena uno spettacolo di cui diventano l’unico pubblico ad ora possibile.
«“Chiamami per nome” affronta principalmente le tematiche dell’amore, ma riflette anche le insicurezze del momento attuale, in cui siamo fortunati a vivere il grande privilegio della speranza. Il testo è stato scritto insieme, in prima battuta da me e Francesca, per poi allargarsi a tutto il team di scrittura e composizione, con Davide Simonetta, Jacopo Dargen e Mahmood… è stato un lavoro di collettività, un viaggio che mi ha portato una vera boccata di ossigeno». – Fedez
Chiamami per nome è contenuto in FEAT (Fuori dagli spazi), il nuovo progetto discografico di Francesca Michielin, in uscita il 5 marzo.
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“Funk You”, il nuovo EP di PIETRO FALCO, in uscita il 9 maggio

Ci sono momenti in cui la musica non è più solo intrattenimento, ma una necessità emotiva. È in questo contesto che nasce “Funk You”, il nuovo EP di PIETRO FALCO, in uscita il 9 maggio. Un progetto che prende forma sotto il calore siciliano, in un periodo in cui il mondo sembra andare troppo veloce, mentre la musica diventa l’unico rifugio per fermare il tempo e ritrovare la propria autenticità.
“Funk You” – https://shorturl.at/bdW2K – è la risposta ad un mondo che si muove frenetico. PIETRO FALCO esplora l’urgenza di rimanere fedeli a sé stessi in un’epoca che ci spinge a correre senza fermarci, proponendo un disco che invita a rallentare, a riflettere, a vivere senza fretta. Il titolo, che unisce il funk a un ironico “vaffa”, è un manifesto di ribellione, una proposta di libertà che però non rinuncia mai al ritmo.
Al centro di “Funk You” c’è la mano di PIETRO FALCO: voce, cori, chitarra, basso, batteria e synth sono tutti suonati dall’artista che fonde il cantautorato più profondo ad un groove più energico, portando il corpo a muoversi senza rinunciare alla riflessione. Ogni traccia si costruisce come una pura esperienza, capace di stimolare la mente e al contempo far vibrare l’anima.
A supporto del progetto, troviamo le collaborazioni con artisti del calibro di Martina Aloisio (cori), Daniele Filoso (batteria in “L’effetto che mi fai”), Matteo Morini (batteria in “Il caso”), e i fiati coinvolgenti di Dario Fagiolo e Marcello Sanzó. Ogni singolo contributo aggiunge una nuova dimensione, arricchendo ulteriormente la proposta musicale di “Funk You”.
Mix & master sono affidati a Lorenzo Celata e Alessio Torregiani, che, con precisione e professionalità, conferiscono a ogni traccia il giusto equilibrio tra profondità e leggerezza, creando un suono che non lascia nulla al caso.
“Funk You” rappresenta un vero e proprio manifesto contro l’omologazione, un invito a ritrovare sé stessi in un mondo che sembra non concedere più pause. Un disco pensato per chi cerca una via di fuga, un’uscita dal rumore e dalla frenesia quotidiana, per riconnettersi con la propria essenza.

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La cruda legge della ‘’trappola’’ secondo la Gotti Mafia, il primo producer album di Youngotti, in uscita il 9 maggio

La cruda legge della ‘’trappola’’ secondo la Gotti Mafia, il primo producer album di Youngotti, in uscita il 9 maggio per Honiro Label.
Trap culture, sonorità distintive e la ‘’fame’’ di un mondo musicale che ha qualcosa da raccontare, tra lati di vita estrema e necessità di non perdere la propria attitudine. Questi sono i comandamenti cardini del disco di Youngotti, produttore eclettico e ben navigato in atmosfere dark, cupe, dove non esiste una legge morale, un giusto e sbagliato che governano la realtà, ma la realness della vita di tutti i giorni, nel bene o nel male.
E a dar voce alla narrazione corale troviamo nomi che riescono a ben rappresentare non solo il suo leitmotiv, ma che hanno lasciato e stanno lasciando anche un segno indelebile nell’avvenire dell’urban sempre più rinnovato e complesso.
Tracklist:
1 – Gucci Mane ft. Zep Dembo
2 – Wuh Wuh ft. Raspyy, Flaco G, KFresco
3 – Moltiplicarli ft. Side Baby, Vaz Tè
4 – Attico ft. Disme
5 – Skeleton ft. Rayan, Intifaya
6 – Gorilla ft. Baby Kirua
7 – Total 90 ft. Zep Dembo, Ne*ro
8 – Mafia ft. Raspyy
9 – Oxy ft. Scaccia
10 – Schiacciaratti ft. ODT
11 – Coast To Coast ft. Enzo Benz
12 – Zombie ft. Gizy, BabyRich
13 – Panette ft. Chicoria
Come ci racconta l’artista: ‘’In ”Gotti Mafia” ho cercato di unire identità differenti, figure istituzionali e nuove leve del mondo trap, portando il mio punto di vista sulla scena e creando un vero e proprio incontro generazionale nella musica. Non è stato semplice mettere d’accordo più artisti con stili diversi, ma il risultato finale mi rende orgoglioso e consapevole che il futuro del genere è in mano a persone talentuose che possono portarsi sulle spalle un’urgenza espressiva e un linguaggio in continuo cambiamento’’.
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Cajo, il ritorno. “Redivivo” all’Hiroshima Mon Amour (22 maggio)

Cajo, controverso rapper di Torino della classe ’75, torna dopo quasi 15 anni di assenza presentando il suo nuovo disco, “Redivivo”, sul palco dell’Hiroshima Mon Amour il 22 maggio 2025.
La storia di Cajo è segnata anche dal legame profondo con DJ Fabo, amico fraterno e compagno di visioni musicali con cui condivideva una promessa: non rimandare mai i propri sogni.
In questa intervista, Cajo, ci racconta del suo passato, del suo ritorno e ci spiega qualcosa in più sul disco e sull’evento previsto per il 22 maggio a Torino. I biglietti per l’evento si possono acquistare qui: https://www.mailticket.it/evento/46655/cajo
Cajo. Ti andrebbe di dire brevemente ai nostri lettori chi sei?
Sono Fantozzi e Charlie Brown. Un debole che ha scoperto di avere una gran forza. Un ex timido al quale sono cadute tutte le maschere. Uno sciocco autolesionista che per una volta ha deciso di volersi bene. Quello che sembrava tempo perso, talento sprecato, sconfitta, frustrazione… sono diventati il motore più potente di Redivivo. Se è vero che l’imbarazzo e la fretta sono due tra i nemici maggiori di chi tenti di proporre una qualunque forma di arte… ho dovuto e voluto fare pace con quei due mostri prima di lasciarmi in pace e scoprire io per primo che cosa davvero avevo da dire.
Come mai ad un certo punto hai smesso di fare rap. O meglio: di pubblicarlo?
La mia vita extra musicale mi ha man mano risucchiato, l’amore per gli altri ha anticipato quello per me stesso e mi sono dimenticato di me. Mi sono nascosto così bene che non mi trovavo più. Ma una certa ispirazione non ha mai smesso di venire a trovare lei me e così scrivevo anche sul ponteggio di un cantiere. Di notte con gli occhi su un sequencer e di giorno con le occhiaie. Ho lasciato che la quotidianità mi imponesse la razionalità e quella si è mangiata la magia. Ma poi la magia ha trovato il modo di farsi rivomitare.
Fino ad oggi che sei tornato con Redivivo. Che fra l’altro credo sia il tuo primo disco ufficiale. A cosa è dovuto il tuo ritorno?
Alle mie viscere, è dovuto alle mie viscere. Lo devo a loro e oggi le ringrazio. Ho sempre sentito questa spinta dentro che ripeteva “non ci credere, non ti spegnere”. “Io no” tipo Vasco. Non voglio diventare “un uomo da bruciare” come canta Zero. Non voglio farmi mettere “in fila per tre” come dice Bennato. Avevo promesso a me stesso prima, molto tempo fa, e a Fabiano poi che avrei canalizzato tutta quella enorme energia. Ma ho dovuto ritrovarmi ad un passo dalla fine in un reparto oncologia per accorgermi che non era più tempo di rimandare. “ho pianto fino a morire e sono morto, è morto tutto… tranne il corpo”.
Il 22 maggio presenterai il disco all’Hiroshima Mon Amour. Come si svolgerà la serata? Quali saranno gli artisti presenti e gli ospiti?
Artisti e ospiti sono già presentati nella line up del Live ma non vogliamo svelare tutte le sorprese. Sarà il racconto di una storia carico di autoironia. Di chi prende sul serio quello che fa e meno sul serio sé stesso. Sento l’entusiasmo e la responsabilità di “incarnare” in qualche modo Redivivo. Non è un abito che si indossi: è proprio carne, pelle, sangue, vita. Sono io a farlo esistere a e farlo succedere. E questo mi sorprende. Più avanzo e meno so, meno so e più mi piace. Oggi, mi piace.
Tu come ti senti a riguardo? Che emozioni provi ad andare all’Hiroshima di nuovo?
Mi ripeto, sono entusiasta. Non vedo l’ora. È la chiusura di un grande cerchio. Storicamente ho sempre vissuto emotivamente bene ciò che precede i live e poi i live stessi. I veri problemi li avevo dopo, quando calava l’adrenalina. Questa volta so che mi godrò l’intera esperienza.
Sei stato assente un bel po’. Perdonami il termine. Quali sono i cambiamenti in positivo e in negativo nella scena Hip Hop Italiana rispetto a quando hai iniziato?
Quella che oggi chiamiamo scena ha perso i connotati della comunità. È più l’assieme di tante iniziative individuali. Oggi è più facile fare musica e non ci sono più i taboo di una volta. È bello che ognuno si senta libero di proporre le proprie intuizioni nella maniera più personale e originale possibile. Quello che per me non è cambiato e non cambierà mai è il rispetto: per sé stessi, per gli altri, per il proprio genere musicale e per la musica in generale. “Rispetto” è una delle parole chiave dell’HipHop,
Ultima domanda, questa volta sul disco. Quali sono le tematiche che troviamo al suo interno?
Si tratta davvero un album vario, variopinto e variegato. Nelle scelte musicali quanto nei testi. Si parla di rinascita, di cadere e rialzarsi, di perdere la rotta e ritrovarla. Ma anche di adolescenza, d’amore, di come usiamo il cervello o di come torturiamo l’italiano. Ed è un tripudio di scatole cinesi, dietro ad ogni leggerezza c’è qualcosa di più profondo. Profondo come… la leggerezza.

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