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!DEA ci racconta il suo nuovo singolo “GERDA” : “La sensibilità è un valore fondamentale”

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È disponibile dal 18 ottobre su tutti i digital stores “Gerda”(Mitriade Records) il nuovo singolo di !DEA che spalanca le porte ad un nuovo inizio della sua carriera musicale.

All’interno del singolo Matteo Spadavecchia, questo il nome all’anagrafe dell’artista, si immedesima in Robert Capa, compagno di Gerda Taro, raccontando così l’amore per la sua amata, anche in un periodo intriso di difficoltà come quello della guerra. Gerda infatti, è una fotografa di guerra, divenuta simbolo di speranza, pace e tenacia.

Chi meglio di !DEA poteva raccontarci questo brano? Noi di Honiro Journal lo abbiamo intervistato!

Sappiamo che “Gerda”, il tuo nuovo singolo, inaugura un nuovo capitolo della tua carriera musicale, con l’inizio di un percorso solista. Volevo quindi chiederti quali saranno i fondamentali, le parole chiave di questo nuovo viaggio.
Sicuramente ciò che non potrà mancare è la ricerca del suono e anche di uno stile che dovrà diventare la mia identità, penso che anche l’ascolto sia fondamentale, entrare in contatto con diversi generi, anche se di mondi apparentemente lontani dal nostro, lasciarsi contaminare e ispirare da input esterni.

Come si legge nel comunicato stampa, tramite questo pezzo hai voluto raccontare la storia di Gerda, fotografa di guerra. Mi piaceva quindi chiederti quali emozioni in particolare hai voluto fotografare in musica con questo brano.
Penso che Gerda e anche il suo amato Robert siano simbolo della rinascita, del continuare a scorgere il bene anche nei momenti difficili, di desolazione e distruzione, anche nei periodi in cui non riusciamo a comprendere in che direzione stia andando il mondo. Spero quindi che con questo brano venga recepita l’importanza di un sentimento importante come l’amore.

“Un altra foto sul muro”
Le foto catturano un istante della vita, un solo momento, eppure ci accompagnano per anni, magari appese alla parete della nostra camera, magari incorniciate e poggiate sopra un mobile in salotto. Cosa vorresti che gli ascoltatori si ricordassero della tua musica? Quale spereresti fosse la foto che, metaforicamente, sia sul comodino dei tuoi ascoltatori?
Sicuramente il fatto che chi fa musica e arte in generale ha una grande responsabilità. Mi piacerebbe dare vita a canzoni destinate a rimanere nel tempo, che, proprio come le fotografie, possano durare negli anni. Mi piacerebbe che gli ascoltatori avessero un’immagine di me come un artista che cerca sempre di spingersi oltre creativamente parlando e come qualcuno che non si limita a scrivere ma approfondisce sempre il topic del brano prima di dargli vita, c’è quindi sempre una grande ricerca sotto questo punto di vista, per questo spererei che avessero la foto di un artista poliedrico che sia in grado di restituire degli input esterni o delle ispirazioni rivisitate attraverso la sua struttura, identità e genuinità.

Nel comunicato stampa si legge inoltre come la tua musica si contraddistingua per una grande sensibilità. Che valore è per te la sensibilità e quanto è importante soprattutto al giorno d’oggi?
Penso che la sensibilità si acquisisca e si sviluppi con il tempo, io ho avuto la fortuna di essermi sempre confrontato molto rispetto diverse tematiche con le persone, a partire da mio papà che per primo mi ha avvicinato alla riflessione e al concetto di lasciare un segno positivo alle persone che incontriamo. La sensibilità è quindi un valore fondamentale perché senza di essa molte cose risulterebbero sterili, invece essere se stessi, interpretare avvenimenti tramite la propria espressione ci spinge sempre verso un modo di essere ancor più sensibile.

Il singolo racconta di un avvenimento accaduto quasi cento anni fa eppure ha un sound incredibilmente attuale, ti andrebbe di raccontarci come è nata la produzione di questo brano?
Fin da subito ho creduto molto in Mero, abbiamo fatto amicizia e iniziato a lavorare in brevissimo tempo. Ci accomunava la voglia di sperimentare un suono diverso, se dovessi parlare onestamente queste sonorità si allontanano un po’ da quella che solitamente era la mia confort zone a livello di produzione ma poi, dopo diversi ascolti, mi è piaciuto immergermi in questa sfumatura meno rap e più pop-urban.

Ti va di anticiparci liberamente i tuoi obiettivi per il futuro, questo singolo farà parte di un progetto più ampio?
Personalmente credo che il punto di partenza di questo percorso non possa essere un disco, voglio prima imparare a scoprire la mia identità con dei singoli, quindi ci saranno molti nuovi brani e ricalcheranno il sound di questo pezzo.

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“BIANCO E NERO”, il nuovo singolo di nudda in collaborazione con ASTERIA, in uscita venerdì 18 aprile

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C’è una generazione che convive ogni giorno con l’ansia, con le insicurezze, con quella sensazione di non essere mai abbastanza. Ed è proprio da lì, da quelle ombre silenziose e spesso inascoltate, che nasce BIANCO E NERO”, il nuovo singolo di nudda in collaborazione con ASTERIA, in uscita venerdì 18 aprile per talentoliquido e distribuito da Believe.

Un brano che è uno specchio emotivo, una confessione sussurrata sopra beat elettronici, dove la deep house incontra un pop essenziale e modernissimo. Le due artiste, tra le voci più autentiche e delicate della nuova scena musicale italiana, si uniscono in una sinergia tutta al femminile per dar voce a qualcosa che spesso rimane sepolto: la fragilità emotiva.

“BIANCO E NERO – https://bfan.link/nudda-asteria – parla all’ansia come fosse una persona. Le chiede “come stai?”, le dice “ti sento”, la osserva e la accoglie. In un’epoca in cui si è sempre più connessi e sempre più soli, questo brano è un abbraccio per chi si sente perso.

nudda, classe 2000, ha fatto il suo primo passo sotto i riflettori a X Factor 2021, ma è nel tempo che ha costruito un’identità forte e riconoscibile: dal primo singolo “nonusciraidaqui” fino all’album “Vedo il mondo un po’ sfocato”, con oltre un milione di stream.

Con “BIANCO E NERO”, l’artista apre un nuovo capitolo, il primo passo verso il suo secondo album, e lo fa tenendoci per mano, ricordandoci che le emozioni non vanno nascoste: vanno ascoltate, comprese, vissute.

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BRIGA fa il suo ritorno con “Nun Piagne” insieme a GEMITAIZ

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Il 18 aprileBRIGA fa il suo ritorno con “Nun Piagne”, un singolo che promette di lasciare il segno, soprattutto per chi ha vissuto l’intensità e la complessità dell’amore. Questa volta, il cantautore romano si accompagna a GEMITAIZ, l’icona dell’hip hop italiano, per un brano che esplora le emozioni contrastanti che nascono quando il cuore si fa imprevedibile.

Il nuovo pezzo arriva in un anno speciale per BRIGA, che celebra il decimo anniversario del suo album multiplatino “Never Again”, ma non c’è nostalgia in questo nuovo capitolo. “Nun Piagne” è l’equivalente musicale di una confessione a cuore aperto, dove l’amore è tanto intenso quanto destabilizzante. La particolarità del brano? BRIGA si abbandona al dialetto romanesco per la prima volta nel ritornello, regalando un’atmosfera che ricorda gli stornelli della sua città. E, con una melodia che scivola come un bacio rubato, il pezzo è un viaggio tra emozioni autentiche e paure quotidiane.

A dare ulteriore spessore al brano è GEMITAIZ, che, con il suo rap incisivo, aggiunge una dimensione di contrasto e verità che si fonde perfettamente con il tono romantico del brano. Il featuring è un dialogo tra due mondi musicali, che si incrociano per dar vita a qualcosa di originale e potente.

“Nun Piagne” è una riflessione sulla fragilità dei legami, quella sensazione di “perdersi” e “ritrovarsi” tra conflitti e dolori non detti. La scrittura dei due artisti si intreccia per raccontare un amore che si fa strada tra i dubbi e la paura di un tradimento imminente. “Core bastardo che scappa da te, ma nun confonde l’amore co’ n’ gioco de scaje” è solo una delle frasi che descrivono la lotta tra il desiderio di restare e l’incertezza del domani.

La produzione, firmata dai talentuosi Tom Beaver e Mixer-T, dona al brano un sound ricco, impreziosito dalla chitarra acustica di Mario Romano (Monakos), che arricchisce ulteriormente l’atmosfera.

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Il 18 aprile arriva “Tabarin”, il primo EP di FABIE’

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Il 18 aprile arriva “Tabarin”, il primo EP di FABIE’, un artista che da Roma porta alla luce un mondo musicale ricco di emozioni, contraddizioni e intensità. Pubblicato da Indaco Records e distribuito da Virgin Music Group, “Tabarin” è una fusione di nostalgialibertà creativa e arte sonora ispirata ai leggendari “Tabarin” parigini della Belle Époque, quei luoghi in cui il confine tra spettacolo e vita diventava sfocato.

L’EP è un viaggio profondo nell’animo di FABIE’, un’esperienza che invita l’ascoltatore a entrare nell’universo personale dell’artista, dove le emozioni si mescolano come in una danza surreale. Ogni brano è un riflesso di un’anima in cerca di sé stessa, in bilico tra il peso della quotidianità e il desiderio di libertà. Il primo singolo, “Fottuta nostalgia”, uscito lo scorso 21 marzo, è un’anticipazione perfetta di questa esplorazione, un inizio che affonda nelle radici di chi vive con passione e consapevolezza.

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