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Esce oggi ‘Pianeti’, il nuovo album di Ultimo!

E’ uscito, ‘Pianeti’, l’album d’esordio di Ultimo! Il disco è disponibile nei digital stores (distr. Believe Digital) e in copia fisica ordinabile nello store honiro.bigcartel.com
«In questo disco ci sono più cose che avrei voluto vivere che cose che ho vissuto ed il bello è proprio qui: la musica è amica della fantasia, ed io le porto sempre in tasca con me. Non credere a niente che non sia fantasia. Il mondo è un posto misero se lo guardi con gli occhi di tutti. Distinguiti, vola alto – continua Ultimo- Ognuno di noi ha passato, passa e passerà momenti in cui guardandosi allo specchio non vedrà altro che una persona, ed è in quel momento che tu devi prendere in mano un sasso e trasformarlo con la fantasia in un pianeta».
Ultimo è un giovane musicista appartenente alla nostra scuderia Honiro Rookies, una delle label indipendente più attive nel panorama hip hop italiano, che ha nel suo cast artisti quali Briga, Mostro, Sercho, Shiva.
Così Ultimo, racconta, traccia dopo traccia, le canzoni del suo album d’esordio:
“CHIAVE”
La prima è sempre la prima. Non è una scelta casuale che il disco inizi con lei. Ricordo ancora quando entrai per la prima volta in studio da Yoshimitsu e Manusso e dissi “voglio esordire con questa”.
Mi piace pensarla più come un inno che come un brano…
La chiave è un simbolo magico: apre e chiude ogni cosa. Quando ho iniziato questo percorso mi sono detto “con questa devo aprirmi il destino. Ho sempre appesa al collo una chiave, apre la testa ad ogni rivale…”
“IL CAPOLAVORO”
Nasce in uno stupido pomeriggio di agosto. È l’unico brano del disco in cui la musica l’ho scritta insieme ad un altro musicista.. Un giorno Yoshi mi inviò una nota vocale su whatsapp e dopo 15 minuti gli rinviai il brano finito. Il titolo può ingannare, può far pensare alla canzone perfetta… invece è tutt’altro; nel testo io ammetto che lei era la sola nota che riusciva a far uscire da me il capolavoro che ho dentro, e che ora sembra non appartenermi più. È una nostalgia che mi porto dentro di quello che ero, che eravamo insieme… quando tutto sembrava troppo più facile di ora.
“PIANETI”
Il singolo dell’album. Il titolo dell’album. Molti di voi mi hanno chiesto il perchè di questa scelta… Io sono un sognatore, da sempre… e non ho mai voluto perdere la mia voglia di evadere. Mi spiego meglio. A me il mondo sta stretto, è un posto pieno di convinzioni inutili che la maggior parte della gente indossa. Io no, o almeno utopisticamente parlando, cerco di convincermi che sono il più lontano possibile dalla realtà. Non c’è stato giorno che Dio ha creato in cui non mi sono perso nella fantasia. L’amore si sa, c’è chi non lo dice, ma si sa, è il motore di tutto… e quando mi sono ritrovato a non riuscire a mostrarlo come volevo, e che non veniva recepito come io volevo, ho deciso di scrivere una canzone sull’attesa (come anche il video stupendo di Emanuele Pisano può confermare). Ho scelto di non scegliere. Sapendo che almeno nella fantasia, quello che nel mondo è un semplice sasso, io posso trasformarlo in un pianeta.
“MILLE UNIVERSI”
Incomprensione e rabbia. E’ la canzone più “cruda” del disco. Un viaggio nella consapevolezza di non riuscire più a controllare le cose. Lo scrissi un anno fa dopo aver terminato un discorso con uno dei tanti giullari che si spacciano per artisti e poi passa le giornate a capire come rimorchiare qualche ragazzina sui social. Ricordo che mi diede un fastidio tale da volergli spaccare la birra in testa. Si vantava di stronzate come i seguaci su Instagram, modi infimi su come arrivare ad essere più popolare, come rubare idee di qua e di la, e tutto con l’aria da superiore di chi pensa di essere davvero convinto di esistere. Tornai a casa e come prima frase mi uscì spontanea “a me serve di più di un telefono nuovo”… doveva essere chiaro quello che NON volevo. Maledette le persone.
“SABBIA”
Nella track-list è subito dopo “mille universi” e non è un caso. Hanno molto in comune. In entrambi i pezzi esterno una difficoltà ad associarmi alle cose e alle persone; con la differenza che in Sabbia mi esprimo al futuro sperando che le cose cambino (“voglio che un giorno si sappia…”) Mi piace pensarla come una canzone contro la resa. Perché tutti noi infondo siamo granelli che riempiono una spiaggia… e tutti noi abbiamo la possibilità di essere distinguerci, ognuno di noi resta unico se lo vuole.
“RACCONTERO’ DI TE”
Questo brano insieme a “Giusy” sono gli unici che ho scritto quando avevo 16 anni. Ero appena tornato da Cracovia e anche ora il solo ripensare a quel viaggio mi sta provocando una nostalgia incolmabile. Vivevo la mia prima relazione con una ragazza e quando tornai mi accorsi che per sempre qualcosa sarebbe cambiato… ma l’amore in quel caso fu solo un odore da inseguire per arrivare ad altro; infatti iniziai a scrivere d’amore per poi arrivare a parlare di qualsiasi cosa in quel momento mi faceva sentire vuoto. Avevo solo voglia di immaginare la mia vita tra vent’anni, e sapere quali fossero le cose che avrei voluto raccontare. Un concetto fondamentale che ripeto spesso anche parlando tutti i giorni lo esprime nella parte in cui scrivo : “Le volte che ho respinto e dicevano “sei un viziato” perché ho sempre avuto tutto e ho amato ciò che mi è mancato…vai a spiegarglielo a chi predica soltanto che è proprio chi ha avuto il pane che desidera qualcos’altro”; ovvero che non è vero che chi ha avuto tutto dalla vita non ha un motivo per lamentarsi semplicemente perché ha un piatto caldo a tavola, anzi, è proprio chi ha il pane assicurato, che cerca altro, ed è chi ha altro che cercherà altro ancora.
“GIUSY”
Un manifesto sulla fragilità femminile, che da sempre mi affascina. La cosa assurda che mi succede con questo pezzo è che l’ho scritto a 16 anni ma ogni volta che lo ascolto scopro in quello che dico nuove sfaccettature, ed è l’unico brano in cui trovo forza. Tante volte mi viene chiesto: “ma cosa provi quando ascolti i tuoi brani?” Io rispondo che se li ascolto è per aggiustare dettagli tecnici o perchè voglio cambiare qualcosa… con Giusy no, lei mi da forza nella vita quando sono giù, trovo nelle mie parole forza per me, e non c’è cosa più intima musicalmente parlando… che anche se le cose vanno male e se la vita si ribella, io posso sempre ribellarmi più di lei.
“OVUNQUE TU SIA”
Voglia di evadere che si ripresenta. E’ il mio “mal di mondo” che si ripresenta. Nel brano racconto i postumi di una storia d’amore finita, cercando di saturare i dettagli che più mi hanno colpito. Ho cercato di richiudere nelle strofe quello che materialmente mi mancava, (“è rimasta la collana che ti avevo regalato…”), sfociando nel ritornello con un urlo di speranza e di richiesta: “portami via, dove il mondo è un’idea…dove ancora sei mia…” E’ una canzone uscita a Maggio come mio secondo singolo, e secondo me ha un filo musicale coerente.
“LA STORIA DI UN UOMO”
Questa è la storia di un uomo pieno di speranze che è partito in cerca d’amore. Oggi guardandosi intorno tra i ragazzi che scelgono l’amore sembra trovare solo ovvietà. Qui invece c’è una persona pronta a scavalcare il mare che lo divide dalla donna che vuole, soltanto per averla accanto. Nel brano ci sono “botta e risposta” tra i due protagonisti, con l’uomo che forse quando capisce di aver viaggiato per la donna sbagliata, torna nella sua città, ed un pomeriggio sovrastato dalla nostalgia chiama la ragazza disperato e vomita al telefono tutto l’amore che prova per lei, e lei non sa fare altro che chiedergli se è ubriaco… Lui confessa di aver avuto forse un comportamento infantile, ma almeno pieno di purezza e sincerità. “L’amore è lacuna, si ama ciò che non si ha, come il giorno ama la luna”; questa è la frase che racchiude questo pezzo perché forse, saremo sempre tutti quanti affascinati dall’impossibile e sarà sempre il passo da compiere quello che riteniamo giusto.
“WENDY”
E’ davvero possibile fantasticare su una persona che neanche si conosce fino ad averla con se tutti i giorni? Si. Senza veli confesso di farlo da sempre. Wendy è la donna che sogno mentre torno dallo studio a casa, è lo spazio di luce tra la siepe, è la bellezza rassicurante che mi culla ogni notte, è il sogno che non si deve mai avverare. Il blu nei suoi occhi mi conosce come nessuno. Io non mi ritengo un ragazzo romantico, ma mi ritengo abbastanza fragile da poter capire che solo immaginando l’amore lo si può vivere in modo perfetto. Mai e poi mai vorrei Wendy vicino a me, oppure parlare di cose stupide con lei di cui parlano tutti perchèélei è perfetta così: tra il sogno e la speranza. “Ti prego Wendy non finire come loro, con il cuore sotto terra e con il sogno di un lavoro!” Questa è l’unica cosa che ti chiedo.
“L’UNICA FORZA CHE HO”
Questo brano arriva dopo “Wendy”, la traccia precedente, perché è la coscienza che ogni tanto riemerge. Quando ti accorgi che l’unica forza che hai rimane nel sogno e tu devi tornare alla realtà delle cose quotidiane, della burocrazia, dei caffè, della macchina che si rompe, ti senti piccolo da far schifo… e questo succede a me molte volte lasciandomi un amaro in bocca. C’è l’amarezza di aver voluto esternare un amore e non averlo tenuto dentro: “vedi quanto costa poi parlarne? Dirti che ti voglio veramente? Che non ho visto mai occhi più grandi? Blu come il cielo che avevo davanti…” e si torna al discorso di Wendy…ovvero che, almeno per me, vale la pena vivere dentro le cose, compreso l’amore, che tanto una volta urlato, non ne rimane altro che parole su parole.
“SOGNI APPESI”
La canzone più bella che abbia mai scritto. “Dalla parte degli ultimi per sentirmi primo”. Non penso serva aggiungere altro.
“L’ELEGANZA DELLE STELLE”
Arrangiamento sublime di Yoshimitsu e Manusso che mi ha lasciato senza parole. Anche qui è la solita storia… Mi sta stretto il mondo e immagino una parte di quello che vorrei cambiare se solo ne avessi la possibilità. In questo brano riesco a percepire quanto il mio maestro Lucio Dalla mi abbia influenzato. Il suo modo di elaborare i testi mi ha condizionato per sempre (senza voler assolutamente paragonarmi ad un Dio della musica come lui).
“Saresti la risorsa per ogni sorriso, sarebbe la tua vita il tuo film preferito; e poi se mi credessi ti porterei in salvo dallo smog, dagli spari di un mondo violento…” E’ di nuovo il mio ribrezzo per certe sfumature del mondo che mi spingono a volerlo vivere senza farne parte… utopia? Si.
“STASERA”
Il brano più intimo del disco. Non a casa l’outro. L’ho scritto immaginando come vorrei che fosse la persona che voglio vicino. Analizzo i particolari di lei, è un pezzo che illumina le sfumature che amo della donna. “Tutto quello che chiedo è avere te che detesti litigarci il cuscino, mentre di notte calpesti.” Non c’è cosa più bella di vedere una donna dormire, e vedere finalmente le sue mille angosce spegnersi sul viso… vederla chiusa in se stessa e sentirla respirare piano; sdraiarsi vicino a lei rivolendo il tuo cuscino che nel sonno lei sta abbracciando, e mentre lo riprendi lei si oppone tenendoselo stretto ma cedendo alla fine… “lamentandosi” con un tenero capriccio calpestando le lenzuola per aver sfiorato il suo sonno. Tutto questo dopo averle chiesto a fine cena “Resti stasera? Fuori piove e non ho voglia di altro…”
Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, nasce a Roma il 27 Gennaio 1996. Studia pianoforte dall’età di 8 anni presso il conservatorio di musica S.Cecilia di Roma. Inizia a scrivere le sue prime canzoni dai 14 anni: il suo stile nel corso degli anni si evolve in un connubio fra la musica cantautoriale e quella hip hop. Nel 2016 vince il contest più importante per gruppi e solisti emergenti di musica hip hop italiana promosso dalla Honiro, vince e inizia, nel marzo 2017, la sua collaborazione con la Honiro con il singolo d’esordio intitolato “Chiave”
A maggio 2017, Ultimo, ha aperto, con grande successo di pubblico e critica, il concerto di Fabrizio Moro al Palalottomatica di Roma, mentre a settembre si è esibito al MACRO – Museo di Arte Contemporanea di Roma – nel corso dell’ Honiro Label Party.
Di seguito trovate il videoclip ufficiale della title track del disco, ‘Pianeti’, diretto da Emanuele Pisano per Honiro Factory. Buona visione!
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Dal 4 luglio è disponibile su tutte le piattaforme “Bambino Cattivo”, l’EP d’esordio di CALI!

Dal 4 luglio è disponibile su tutte le piattaforme “Bambino Cattivo”, l’EP d’esordio di CALI!, una delle voci più dirompenti del nuovo pop italiano. Cinque brani che alternano energia e introspezione, ironia e rabbia, con una scrittura diretta, visiva, senza filtri. Un progetto personale e immediato, capace di parlare ad una generazione senza passare dalle scorciatoie del mercato.
Gli inediti – “Bambino Cattivo”, “Trallallerolallà”, “Caldo Cane” – si affiancano ai singoli già pubblicati come “VITAMINE” e “NON È DOMENICA”, creando un racconto coerente e cangiante: c’è la tensione emotiva nel brano che dà il titolo all’EP, un racconto viscerale di crescita e fuga da una realtà soffocante. C’è il lato più spensierato e cantautorale in “Trallallerolallà”, perfetta da urlare in auto con i finestrini abbassati, e poi “Caldo Cane”, uptempo pop punk che ironizza sull’estate italiana tra sudore, ombrelloni e cliché di provincia.
Il mood è chiaro sin da subito: “Let’s Fuck” afferma CALI!. Ma non è uno slogan provocatorio fine a sé stesso, bensì un invito ad essere radicalmente onesti, a vivere fuori dagli schemi, a rivendicare libertà anche nelle proprie contraddizioni.
CALI! non cerca etichette, né la perfezione: preferisce l’istinto, l’urgenza, la verità, quella che ti prende alla gola o ti fa ballare senza pensarci due volte.
Il vero cuore del progetto, però, è il live.
CALI! funziona dal vivo, e si sente: i suoi concerti sono fisici, sinceri, imprevedibili. Dopo aver aperto i live di Finley e NASKA, proseguirà per l’estate 2025 dividendo il palco con Sethu, Fasma e Simone Panetti, portando in tour un’energia capace di accendere qualsiasi contesto.
L’artista torinese ha già conquistato le playlist editoriali più celebri, come “New Music Friday“, “sanguegiovane” – di cui ha ottenuto due copertine -, “Nuovo Pop“, “GENERAZIONE Z“, “Fresh Finds Italia“, “Pop italiano: video” e “Novità Pop“.
Ora CALI! è pronto a prendersi il suo spazio: “Bambino Cattivo”, progetto totalmente indipendente, è l’inizio di qualcosa che promette di crescere senza andare alla ricerca di consensi.
TRACKLIST “BAMBINO CATTIVO”
- VITAMINE
- NON È DOMENICA
- BAMBINO CATTIVO
- AIUTO AIUTO!
- FOREVER
- CALDO CANE
- TRALLALLEROLALLÀ

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“SPA o SPALLA”, il nuovo singolo dell’artista umbro Minimal

Disponibile il 4 luglio su tutte le piattaforme digitali e in radio “SPA o SPALLA”, il nuovo singolo dell’artista umbro Minimal. Il brano nasce in studio partendo da un sample di batteria e un riff di chitarra, con l’obiettivo di creare una traccia pop punk con un ritornello incisivo. La produzione è ispirata alla musica punk rock e pop punk dei primi anni Duemila, con elementi di innovazione per creare un ponte tra il passato ed il presente.
ASCOLTA IL BRANO: https://song.link/SPAoSPALLA
“SPA o SPALLA è semplicemente il giusto sostegno che si ricerca in un qualsiasi tipo di rapporto: una spalla su cui appoggiarsi, una spa in cui rilassarsi”. – Minimal.
CREDITS
Testo: Giulio Rossi
Produzione Artistica: Diego Ruco
Cori: Giulia Santacroce
Mix & Master: Alessandro Buraga – One More Dub
Label: Maionese Project
Distribuzione: Artist First
Artwork e foto: Costanza Romualdi
CHI È MINIMAL?
“Ho una visione semplice e minimalista della musica, quasi come se fosse un grande strumento astratto componibile e modellabile, che con piccoli schemi di gioco può far conquistare una partita intera”. Minimal è un cantautore di 27 anni che viene dal Centro Italia, dalla provincia di Terni. Conosce la musica quando è piccolissimo: da bambino inizia a studiarla dall’origine, dalla tradizione classica, e poi a scuola si appassiona al canto. Nel 2021 l’incontro con il produttore Diego Ruco segna un’importante svolta nel suo percorso: i due allestiscono uno studio di produzione e registrazione e si circondano di altre figure a loro complementari. Nasce il progetto “Minimal”. Nel 2023 escono i primi due brani, arrivando all’attenzione dell’etichetta Gotham Dischi/Orangle Records stipulando la prima distribuzione ufficiale. Con il brano “CASUAL” apre un format tutto nuovo – identitario – proponendosi come cantautore pop dalla penna vivace ma anche in grado di aprire e scomporre l’intimità del quotidiano. Seguono nel 2024 i brani “MERIDIANA” (sempre con Gotham Dischi), “GROOVE” e “CONTAGOCCE” (usciti con l’etichetta Rosoliera Records e distribuzione Altafonte) e intanto Minimal si sposta per l’Italia e partecipa a contest, suona un po’ ovunque: MEI di Faenza, Massive Art Studios di Milano, Teatro Nuovo di Pisa, Galleria delle Arti di Roma, Salotto Tevere, Piano Zero, Pierrot Le Fou; arriva in semifinale ai Next Music Awards e in finale al Festival di Gaggiano; la scorsa estate si ritrova a suonare in giro per Roma e per Bologna, partecipa ad open mic più svariati e apre anche ad artisti del calibro dei Nobraino e Dub FX. Con le sue ultime uscite, “AL MIO POSTO”, “LAYOUT” e “MOSAICI”, collabora con l’etichetta Maionese Project – Matilde Dischi (distribuzione Artist First) assumendo come manager la collega Miele e aprendo un nuovo grande ciclo che vedrà la luce nel 2025. Infatti, l’anno inizia nel migliore dei modi, Minimal oltre ai suoi giri di copertura fra open mic e date, riesce a portarsi a casa dei primi posti nella scena underground romana: Critical Flow, Zoobar (1° Classificato), Hidden Hits, Doom SoundClub (2° Classificato), Full Champion, Teatro lo Spazio (1° Classificato), BigUp, Hit Discoteca Viterbo (1° Classificato). Infine, la recentissima partecipazione alla prima giornata del Chroma Festival di Bastia Umbra (PG), dove si esibisce sullo stesso palco di Franco126, a cui apre il concerto.

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Spesso è il nostro buio interiore ad essere il riflesso della ”Luce del sole”, il nuovo singolo di Hoomor in uscita il 4 luglio

Spesso è il nostro buio interiore ad essere il riflesso della Luce del sole, il nuovo singolo di Hoomor in uscita il 4 luglio per Honiro Label.
Tra sonorità emo revival e post punk, un messaggio di speranza che trapela nei disagi quotidiani, nelle ombre che fanno parte di noi e che spesso vogliamo nascondere. Ma, ad un certo punto, metterci a nudo diventa più forte di noi: l’inconscio prende aspetto, si trasforma in racconto; negatività e positività iniziano a parlare uno stesso linguaggio che non sempre riusciamo a comprendere. Tuttavia, dipanando la confusione, tra paure e bisogno di andare oltre, si apre lo spiraglio per ritrovare se stessi.“Luce del sole” descrive ciò che accade negli incubi, lo sfogo distorto dei propri pensieri e ricordi. Il brano si sofferma sul parallelismo tra eventi realmente accaduti nella nostra vita riversati nel sonno, dove tutto è più surreale e romanzato, privo di senso logico, dove i nostri sentimenti e le nostre sensazioni prendono una forma, concreta o astratta. Nello specifico fa riferimento ad un periodo difficile in cui mi succedeva spesso di fare incubi collegati alle mie sensazioni negative’’. – ci racconta l’artista.
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