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Esce oggi “Floridiana” il nuovo album di Coco. All’interno Luchè, Rkomi, Geolier, Lil Jolie, Vale LP e Giaime

La grazia e l’acrobazia del canto convivono in FLORIDIANA, il nuovo progetto di CoCo disponibile da quest’oggi in digitale.
La capacità melodica e le doti di trapezista dei versi fanno di Corrado Migliaro, alias CoCo, una eccezione preziosa del panorama soul-urban-pop italiano.
Nato a Napoli, vissuto a lungo a London, l’artista del roster BFM Music [l’etichetta creata a ridosso del Vesuvio dal rapper Luchè] ritorna con questa collezione di canzoni composte e interpretate in lingua italiana senza mai rinunciare al gusto della prosodia e del ritmo. Un team di producer – Fedele, Geeno, D-Ross e Startuffo, Dat Boi Dee – e di autori – Davide Petrella, Fabio Caterino – gli è stato accanto per realizzare trame e traiettorie di quest’opera che si pone quale ponte scintillante fra la tradizione black e la forma-canzone.
“Floridiana” è arricchito dalle partecipazioni di Luchè, Rkomi, Geolier, Lil Jolie, Vale LP e Giaime.
“Questo progetto è una metafora musicale – racconta CoCo – una frattura spazio/temporale che mi riporta nel mio luogo incantato al centro della metropoli. A suo modo è un concetto che illumina il mio modo di intendere/vivere la musica. Molto malinconico, va’. La Floridiana è stato il parco della mia gioventù a Napoli: un luogo pacifico, protetto, ma altrettanto dark. Mistico e misterioso. Se vogliamo, inquietante. Era la parola perfetta per il titolo. La radice di tutte le canzoni è l’autobiografia però la matrice è l’amore. Questa volta ho lavorato al progetto con maggiore serenità e leggerezza perché ho maggiore consapevolezza del mio mestiere e delle mie intenzioni. Nel linguaggio, rispetto ad Acquario, FLORIDIANA è più urban. E c’è più rap. Emergono tante sfumature di me e del mio ultimo anno e mezzo di vita”.
La stessa narrazione fotografica che accompagna le canzoni – gli scatti in analogico con uno spirito rétro ambientati in una villa di Marechiaro sono un’idea di Eleonora D’Angelo sotto la direzione artistica di Vincenzo Paccone – sposa un immaginario di sospensioni. Pagine di un romanzo che si dipana di petalo in petalo. FLORIDIANA esce in vinile, digitale e cd.
1 FLORIDIANA
Volevo semplicemente spalancare le porte del mio immaginario riassumendo quello che i fiori rappresentano metaforicamente. I fiori sono fragili ma allo stesso tempo hanno una forte identità nonché un ruolo molto importante. I fiori per me racchiudono bellezza ma anche tristezza e malinconia. Rappresentano la mia identità artistica e di persona, fatta di insicurezze e allo stesso tempo consapevolezze.
La musica resta il mio posto incantato dove Corrado si rifugia pur non sentendosi sempre al sicuro. La musica mi protegge ma allo stesso tempo mi spoglia e mi mette sotto gli occhi di tutti, però so che finché ci sarà lei sarò libero di essere chi voglio.
2 LAS VEGAS
Nasce in una notte in macchina in giro per Napoli. Parlavo con un’amica tormentata da una relazione tossica da cui non riusciva a divincolarsi. Spesso veniamo risucchiati dalle nostre abitudini ignorando che altrove ci sono tantissime altre cose da vivere.
3 SBAGLIARE
Parlo di una mia esperienza con una ragazza. Una relazione che non è mai andata da nessuna parte perché entrambi troppo impauriti e insicuri di vivere qualcosa di nuovo. Nonostante questo c’è una voglia perenne di fuggire dalle nostre realtà non rendendoci conto di sbagliare due volte verso noi stessi e verso chi faceva parte della nostra vita. Ma forse un po’ tutti noi siamo “più bravi solo a sbagliare”.
4 NESSUNO SA
Qui c’è il mio passato e il sacrificio che ho fatto per imporre le mie idee e la mia personalità. La vita di chi decide di voler fare l’artista spesso attraversa diverse fasi, sopratutto nei rapporti personali. Al primo giro vieni visto come un sognatore, uno che non sa realmente cosa vuole. E sì qualche volta anche come un “poco di buono”. Poi si passa alla fase “ok lo stai facendo però non crederci troppo che potresti rimanerne deluso. Anzi al 100% rimarrai deluso, quindi trovati un piano B”. Dopodiché si passa alla fase che io chiamo insoddisfazione nella soddisfazione altrui. Si comincia a farti pesare il fatto che tu abbia creduto in qualcosa che adesso è il tuo lavoro mentre invece l’altro comincia a soffrire dei propri piani e “progetti” che magari non sono stati dettati da una passione ma semplicemente da un’esigenza e dagli schemi di vita pre-impostati. Tutto questo mentre invece tu, artista agli occhi degli altri, sei solo un fortunato che fa una bella vita ma che comunque un “poco di buono” resta. Mi sono trovato spesso in certe situazioni dove alla domanda “che fai nella vita?” alla mia risposta ci sono state facce spesso compassionevoli. Questo per dire che in fin dei conti ovunque arriverai molto spesso il tuo sacrificio non verrà mai realmente preso in considerazione e, cosa ancora più triste, è che le persone a noi vicine molto spesso sembrano quelle che più fanno fatica a congratularsi e ad essere realmente felici per noi.
5 EREDITÀ feat. LUCHÈ
Sono molto legato a questa canzone che da parte mia è un’analisi di questo mio ultimo anno e dei miei primi passi nel mondo della musica che conta. Il ritornello di Luchè mi ha emozionato molto perché l’ho preso come una dedica nei miei confronti e le parole che un vero fratello maggiore direbbe. In questo caso un fratello maggiore sia nella musica che nella vita.
6 DAMMI UN MOTIVO
Racconta – ancora una volta – un’esigenza di lasciarmi indietro un passato e trovare la forza per un nuovo inizio. Una verginità che però spesso non so se realmente voglio: in fin dei conti, contraddizione e confusione.
7 FERRARI BLU feat. RKOMI
Ogni tanto prendo un po’ in giro la mia eterna inquietudine, il non essere mai coscientemente felice delle cose che ottengo. Il voler sempre di più. Un di più che non esiste.
8 AEROPORTO
Più che un pezzo è un viaggio. Da qui, il titolo Aeroporto. Ci sono immagini e riflessioni, e un flusso finale di pensieri sul mio rapporto con il mondo della musica e tutte le diverse personalità che incontro in questo universo.
9 DEJA VU
Anche questo è una sorta di viaggio nei meandri della mia vita attuale. Penso si sia capito che c’è una relazione che va via e sempre ritorna e io continuo a cercare di capire il motivo di questo andirivieni. Finora non l’ho trovato.
10 TROPPI SOLDI feat. GEOLIER
È nato in studio con Emanuele (Geolier). Analizzavamo cosa non ci fa stare bene di questa carriera: è il sentimento principale sul quale entrambi ci siamo soffermati e ci siamo resi conto di condividere nonostante i nostri mondi musicali un po’ diversi. È quello di non riuscire mai a goderci realmente quel che accade. Perché più passi in avanti si fanno più aumentano le difficoltà, a differenza di quello che invece si potrebbe comodamente pensare.
11 COMPLEANNO
È una dedica a mio figlio che, per vari motivi, su tutti la distanza, non riesco più a vedere tanto. Lui vive a Londra. Compleanno è il mio esame di coscienza.
12 NON MI CAPIRAI MAI feat. LIL JOLIE e VALE LP
Risale a galla il tema del sentirsi incompresi da coloro che ci sono attorno. Ho scelto LIL JOLIE e VALE LP perché rappresentano un po’ il me di quando ho iniziato. Mi piace la loro purezza e la passione che hanno nel vivere la musica.
Non mi capirai mai vuole essere più una presa di posizione che una posa vittimista. Quando ero piccolo mi piaceva non essere compreso, mi dava la forza e la grinta. Quando cresci, le cose cambiano. Anche se non dovrebbero.
13 CHE ORE SONO (LATE NIGHT MIX) feat. GIAIME
Ecco un remix di un pezzo già uscito durante il lockdown di primavera. Anche qui l’argomento principale è quello di una relazione sempre incatenata dalle insicurezze. Spesso pensiamo troppo a lungo alle cose dimenticandoci di viverle. Ho scelto la compagnia di Giaime perché lo rispetto molto artisticamente e sapevo che avrebbe dato quello che mancava a questa traccia.
14 SPERLONGA VECCHIA (FREESTYLE)
Quest’ultimo episodio è appunto un freestyle, cioè un flusso di pensieri e giochi di parole. Il titolo nasce da una notte dell’agosto 2019, quando io e tre miei amici decidemmo di punto in bianco di metterci in macchina, partendo da Napoli, e farci un giro a Sperlonga. Era la meta delle mie vacanze quando ero bambino. Quella notte non abbiamo pensato a nulla. Ci siamo goduti una semplice serata a guardare il panorama. Cosa che spesso mi manca.
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Lord J racconta Su Sennori – intervista

Qualche giorno fa è uscito il disco di un rapper Sardo davvero interessante: Lord J. Per l’occasione, che è stata esattamente nel “giorno della sardegna”, abbiamo pensato di fare qualche domanda su “Su Sennori”.
Su Sennori, con un tappeto sonoro tipicamente rap, miscela il boom bap classico a drill, trap e contaminazioni folk dando vita a un prodotto cross over moderno e originale.
Tutti i brani sono eseguiti completamente in lingua Sarda (per lo più nella variante Campidanese), una delle caratteristiche principali di Lord J, e tutti i brani, oltre a essere stati mixati da Squarta (Cor Veleno) al Rugbeats Studio, sono stati arricchiti da strumenti Sardi suonati dal vivo.
Partiamo da te: come ti sei avvicinato alla musica e al rap? Come hai iniziato a scrivere?
Mi sono avvicinato al rap da bambino nei primi anni 2000 riscoprendo grazie ai miei cugini più grandi rappers come 2Pac e tanti altri big americani rimanendone rapito.
Ho iniziato a scrivere per caso, per divertimento ma ho capito che era una delle maniere più efficaci che avevo per esprimermi non essendo una persona esageratamente loquace ma con tante cose da dire.
Su Sennori è il tuo primo Ep o hai già pubblicato altro in passato?
Ho pubblicato un po’ di brani negli ultimi 10 anni, ma sempre di rado e con sonorità spesso diverse, quello che un po’ li legava è che spesso c’era qualche riferimento alla Sardegna, ma quando ho capito che mi piaceva particolarmente fare rap in Sardo ho sbloccato totalmente la vena creativa.
Tempo fa hai pubblicato il singolo Su Sennori e Faulas. Come mai proprio questi due brani per anticipare il disco?
Rispettivamente uno è il primo brano dell’ep e uno è il brano di chiusura.
Con Su Sennori mi presento e parlo di cosa ho fatto con la musica negli ultimi due anni, riprendendo le sonorità che mi si addicono di più.
Con Faulas chiudo il disco con i cori Sardi e questo brano che è una dedica d’amore alla Sardegna.
Mi dici qualcosa in più sul titolo del disco? Cosa vuol dire e cosa dice del disco stesso?
“Su Sennori” sarei io, il mio nome d’arte in Sardo.
Ma come dico nel brano omonimo, sono quel signore che vuole parlare dell’isola e che gli antenati hanno creato per fare la guerra/rivoluzione per questa terra.
Considerata la qualità del prodotto, come mai la scelta di pubblicare un ep e non un vero disco?
Ti ringrazio innanzitutto. Preferisco fare piccoli step, vorrei che la gente capisse il più possibile quello che abbiamo realizzato e il perché soffermandosi bene sul motivo e le sonorità di questi brani.
Hai in programma qualche data per la presentazione di Su Sennori?
Sì per ora abbiamo 4 date confermate:
02/05 a Mogoro (OR)
03/05 a Pula
05/05 a Sant’Antioco (dove sarò accompagnato da strumentisti)
30/08 a Porto Ferro (SS)
Quali credi che siano i punti di forza di un disco come questo?
Sicuramente il fatto che si distingue da molti prodotti che escono oggi.
È un lavoro coraggioso, ma molto differente da quello che c’è in giro.
Oltre il fatto che è curato sotto molti punti di vista, a livello di suono, avendo una buona qualità e avendo tanti strumenti suonati dal vivo oltre che dei featuring prestanti, e a livello di immaginario perché si lascia poco spazio alla fantasia mostrando tanto della nostra cultura.

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“Scelti”, il nuovo singolo di SOLOSOPHIA, disponibile dal prossimo venerdì 25 aprile

Ci sono brani che si ascoltano e altri che si sentono sulla pelle, come un brivido improvviso nella notte. “Scelti”, il nuovo singolo di SOLOSOPHIA – disponibile dal prossimo venerdì 25 aprile e distribuito da Ada Music Italy – è uno di questi.
Un graffio di blues, il battito incessante del rock e una voce che scivola tra le fiamme della passione, bruciando ogni esitazione. Un urlo nel silenzio, un viaggio in bilico tra il desiderio e l’orgoglio, tra fari spenti e anime accese.
Nel buio della distanza, mentre “gli altri sono spenti”, SOLOSOPHIA accende una scintilla: le chitarre di Tatiana Monteriù tagliano l’aria come lampi elettrici, la batteria di Rocco Pontillo pulsa come un cuore in fuga, mentre Gaetano Mazzitelli tesse le fondamenta con il basso e una produzione che fa vibrare ogni emozione. Il tocco di Sergio Buraggi completa questo quadro sonoro potente e senza filtri.
“Scelti” è un vero e proprio urlo nel silenzio: “ci siamo ritrovati e poi ripersi, nascosti dall’orgoglio dietro alle canzoni”. Il brano parla di connessioni che sfidano il tempo, di fiamme che non si spengono, di amori e sogni che restano anche quando tutto il resto si dissolve. SOLOSOPHIA canta con una voce che non chiede permesso, che travolge e lascia il segno.
Già protagonista di esperienze internazionali, dall’Isle of Wight Festival al palco con Elisa, SOLOSOPHIA ha costruito un percorso in cui ogni nota è vissuta fino in fondo. Nel 2019 ha conquistato il pubblico di The Voice of Italy, portando sul palco la sua personalità unica e il suo timbro inconfondibile. Nel settembre 2024, la sua voce ha risuonato ancora più forte aprendo i concerti dei Tiromancino a Cagliari e Calangianus, dove ha duettato con Federico Zampaglione, confermando la sua capacità di emozionare e coinvolgere. Dopo il suo primo album “Anima Viola”, nel 2025 torna nuovamente a scolpire la sua identità musicale con un mix di energia cruda e profondità emotiva.

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Dj Exy racconta Cronache De Roma – Intervista

Dj Exy, producer e dj romano attivo da anni nella scena e nei locali capitolini, pubblica il suo primo producer album ufficiale e lo fa unendo la nuova e la vecchia scena ma in un progetto ambizioso che vedrà un disco e un documentario raccontare la Roma Hip Hop.
“Cronache De Roma” è un progetto visionario che punta a celebrare l’identità musicale della capitale.
Fra le voci del disco troviamo DJ Stile e DJ Baro, leggende dei Colle der Fomento, Danno (Colle der Fomento), Suarez (Gente di Borgata), Fetz Darko (Giuda Fellas), Mystic One (TruceKlan), Grezzo Esselover, Metal Carter (TruceBoys), il promettente Numi, Zinghero (TruceKlan), Benetti DC, figura storica della scena romana, Spampy, Sgravo e Wiser (Dead Poets), Lord Madness, Denay (Scimmie del Deserto), Er Drago, William Pascal (Do Your Thang) e i fratelli emergenti Yamba e Black Damo. Insieme a questi artisti sono presenti anche le preziose collaborazioni agli scratch di DJ Ceffo (Brokenspeakers), DJ Kimo (TruceBoys) e DJ Snifta (Roma Underground).
Questo album è un omaggio alla cultura hip hop e rappresenta un viaggio che punta a raccontare il “vero suono di Roma”, restituendo autenticità e potenza alle diverse anime dell’hip-hop locale.
Cronache De Roma. Partiamo dal perché hai deciso di pubblicare un disco come questo?
L’idea era di far sentire a tutta Italia la sonorità del Rap Romano e per fare questo dovevo cercare un sound che racchiudesse almeno un po’ di storia di Roma.
Il rap romano ha una storia bella lunga e credo che un qualcosa del genere mancasse da un bel po’ di anni.
Volevo racchiudere a modo mio un pezzo di storia da far sentire alle generazioni di oggi, per far capire da dove siamo partiti, e cos’è Roma.
Ho cercato di racchiudere come in una fotografia un determinato tipo di artisti e di beat. Per lasciare quel velo anni 90 e trasmettere quello che quegli anni hanno trasmesso a me.
Tutto questo è nata anche grazie all’aiuto del mio amico Fetz Darko, che mi ha aiutato a creare e riprendere legami con molti artisti della scena che non vedevo da molti anni.
A proposito di questo … del riprendere i legami. Se non sbaglio sei sparito per un periodo. Cosa ti ha spinto a tornare?
Mi sono sempre chiesto, fin da piccolo, quale sarebbe stato il mio futuro. Ho sempre fatto tanti lavori, fin da quando avevo 13 anni. Ho percorso molte strade, sia giuste che sbagliate. E come tanti, ho fatto errori e cose belle che non mi dimenticherò mai. Ma quando penso a cosa vorrei fare, a cosa mi rende felice, penso che l’unica cosa che mi faccia svegliare la mattina con il sorriso, e la voglia di fare musica. Sono tornato per questo.
Tornando al disco, quali sono le sonorità che possiamo trovare?
Il disco è classico, ma con occhio di riguardo alle sonorità più attuali. Sono cresciuto con la musica Rock e per me ha molta influenza sul fattore produttivo.
Ma nello stesso tempo la musica di Dj Premier, Lord of Underground, Vinnie Paz e molti alti hanno davvero influito.
Infatti, si possono notare questo tipo di influenze. Ho cercato di mescolare un pò tutto il mio bagaglio artistico cercando di dare molta grinta sulle batterie e renderle molto aggressive, proprio come negli anni ’90.
Al disco come hai lavorato?
Ho inviato ai vari artisti i beat e poi abbiamo registrato le voci al Fat Studio di Matteo, un grandissimo amico che mi ha aiutato molto nel lavoro di questo disco. Una volta finita la registrazione della voce, abbiamo fatto un arrangiamento del beat e delle varie modifiche per far mescolare meglio il tutto.
Nell’intro e nel pezzo Cronache de Roma, ho collaborato nell’arrangiamento insieme a Fabio Garzia, in arte Mustrow, che ha fatto un lavoro eccezionale sulle chitarre e sulla parte di basso.
Poi una volta finito, si passava alla parte finale dove lo studio missava e masterizzava il tutto ad hoc.
Questa è stata la parte artistica del disco, ma oltre a questo il lavoro più grosso, è stato anche rendere a proprio agio ogni rapper e cercare di avere il massimo da ogni singolo pezzo.
Una grande mano mi è stata data dalla SelfMade che ha creduto fin dall’inizio al progetto e che mi ha aiutato sia nelle realizzazioni delle registrazioni, sia nella parte organizzativa dei brani.
Ci sono dei pezzi a cui sei particolarmente legato in Cronache De Roma?
Pezzi a cui sono più legato, a dire la verità, non ci sono. Li reputo tutti e 12 dei capolavori.
Potrei dirti che sognavo un intro così da non si sa quanti anni e sapere che è stato realizzato da due dj che ammiro e con cui sono cresciuto mi fa venire i brividi.
Dj Stile e Dj Baro hanno realizzato un intro spettacolare, hanno usato molte voci dei miglior rapper di Roma, facendo degli scratch spettacolari. Senza parlare di Dj Snifra, Dj Ceffo e Dj Kimo, tre pilastri del Djing Romano.
La capacità di tutti i rapper a incastrare rime e rendere ogni traccia unica, mi ha fatto innamorare di tutto il disco, senza nessuna traccia a cui sono particolarmente legato. Sono legato semplicemente a tutto il disco.
Quale differenza pensi possa fare un disco come questo nell’Hip Hop Italiano?
Io spero sempre che un disco del genere possa far avvicinare le nuove generazioni ad un tipo di Hip Hop Underground. La mia speranza è di creare una specie di saga, dove il nuovo si mette a confronto con il più vecchio, facendo vedere le varie sfaccettature di diverse generazioni.
Spoiler. Mi hanno detto che uscirà anche un documentario … mi dici qualcosa in più?
Si abbiamo girato un documentario curato da Alessio Coltella un ragazzo che mi ha dato una grande mano e mi ha aiutato in tutto questo progetto intervistando tutti gli artisti del disco, facendoli parlare di se e di come si sono avvicinati all’Hip Hop.
Volevo dare un volto al disco e non solo la musica. Questi artisti hanno tanto da insegnarci. Era doveroso farli scrivere attraverso le rime, ma anche farli parlare.

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