Intervista
Jaemes Dean racconta il suo nuovo singolo “Il Guerriero” a Honiro Journal

Jaemes Dean, artista del nuovo singolo “Il Guerriero”, precedentemente MC Deux e originario di Zurigo (Svizzera), cominciata la sua carriera rap nel 2005 col singolo “Caro Diario”. Nel 2006 “Caro Diario” viene nominata come miglior canzone newcomer del genere Urban al Diesel-U-Music Awards a Londra, organizzato dal brand di moda Diesel e sponsorizzato da Sony Music e Billboard.
Oggi, dopo circa 15 anni di pausa, Jaemes Dean ritorna con “Il Guerriero”, un pezzo dedicato ad un amico liceale deceduto nel 2008.
Jeames ha raccontato a noi di Honiro Journal cosa abbia significato questo brano per lui, accompagnandoci in un viaggio attraverso la sua musica.

Ciao Jeames Dean, prima di parlare del tuo nuovo singolo “Il Guerriero”, cosa ti piacerebbe che i nostri lettori conoscessero della tua musica e di te grazie a questa intervista, sia come artista sia come persona?
Sulla mia musica, non saprei, perchè penso che non sia abbastanza matura e autentica da poterla racchiudere in una definizione, penso che ci sarà una grande evoluzione nei prossimi release, ma posso dirti cosa mi piace fare e chi sono.
Mi piace scrivere. Mi piace parlare, mi piace raccontare storie, mi piace lasciare un segno che non sia superficiale. Vorrei che le persone riflettessero dopo quello che dico, e vorrei che la riflessione fosse positiva e portasse outcome positivi. Per cui non mi sentirai mai promuovere violenza ne parlare di pistole. Anche perchè non ne so nulla; non ho avuto la sfortuna di doverne sapere qualcosa.
Io invece sono Sebastian Loris Gubser Bellofiore. O anche solo Sebastian Bellofiore. Ho 35 anni e sono nato a Zurigo (Svizzera) da padre italiano e madre dominicana. Sono cresciuto nella parte tedesca della Svizzera, ho vissuto a Milano e ho vissuto a Santo Domingo. Suono la chitarra, produco, e smanetto tanto col computer. Parlo 4 lingue e so rappare in 3. Ho cominciato a studiare ma non mi sono mai laureato. Vivo a New York e quando non rappo faccio il product designer per Google.
Come persona? Bo sono un tipo che fa sempre casini e sta sempre a litigare con tutti, però sono una testa di c… quindi che cavolo ci posso fare zio?
Come ti sei avvicinato al mondo musica e in particolare al rap? C’è stato un evento che ti ha portato ad appassionarti? Da che età hai iniziato a pensare di intraprendere questa strada?
La verità è che faccio musica da quando ho memoria, ma ci sono stati 3 momenti che hanno definito il mio percorso musicale.
Il primo è stato Michael Jackson. La prima volta che ho ascoltato la sua musica avevo circa 6 anni ed era attorno al 1992 (si, lo so, sono più vecchio di quello che sembro). Da li capii che non ci sarebbe mai stato modo di tenermi lontano dalla musica. Ricordo che quando mi domandavano cosa volessi fare da grande la mia risposta era fisso “Michael Jackson”. Quindi cominciai subito a scrivere e a comporre, ma siccome non capivo un c… di quello che dicesse Michael, chiesi a mia madre di iscrivermi ad una scuola di inglese. Non ti dico le schifezze che producevo, ma penso tu te le possa immaginare. Anche perchè non sapevo ancora suonare nessuno strumento. Poco dopo cominciai a suonare il piano, e tutto cominciò ad avere più senso.
Il secondo momento è stato quando scoprì i Megadeth (gruppo thrash metal dei 90) nel 1997. Da li cambiai direzione e cominciai ad ascoltare un sacco di metal e tutti i sottogeneri (thrash, doom, heavy, death, black, death core, ecc.). Per la prima volta quello che prima erano solo band che urlavano a squarciagola, ora aveva il suo senso e la sua logica. Sono subito passato dal piano alla chitarra e li ho veramente cominciato ad imprare a comporre perchè col piano ero abbastanza scarso. Con la chitarra invece ero più bravo perchè mi piaceva di più, e quindi la studiavo di più. Poi ho anche formato diversi gruppi metal e nel 2000 ho registrato un demo con uno degli ultimi gruppi che ho avuto (Infernal Requiem).
Il terzo, ed ultimo momento fu quando scoprì “Cose preziose” di Kaos nel 2003. Eminem, DMX, Snoop Dogg, e tutta sta gente la conoscevo già da quando Eminem fece il super botto col suo debutto nel 97 (The Slim Shady LP), ma non diedi mai tutta quella importanza a nessuno perchè sostanzialmente, venendo dal metal, mi sembravano tutti troppo commerciali. Kaos però era diverso. Kaos era profondo. Kaos era cattivo, underground, sincero. Questo al mio orecchio metallaro suonava molto più familiare e quindi più digeribile. Da lì sono passato al rap e non ho mai smesso di ascoltarlo.
Oggi ascolto tutto. Dal pop, al rap, al metal, al reggaeton, all’elettronica. Non ho barriere. Se suona bene lo ascolto, perchè sono più grande. Da piccolo avevo tante barriere mentali che mi condizionavano. Del tipo che se sei metallaro mica ti puoi ascoltare Justin Bieber, per dire.

Sappiamo che “Il Guerriero” è il tuo nuovo singolo, come mai proprio questo titolo? A chi è dedicato questo brano?
Questo brano è dedicato a Giuseppe Tozzi, che era un mio compagno di scuola e di “gang”. Guerriero era il soprannome che gli aveva dato il padre.
Ti va di raccontarci qualcosa di questo brano? Da dove nasce la necessità di raccontare questa storia? Quali sono le emozioni che speri che questo brano trasmetta a chi lo ascolta? Cosa ha significato questo singolo per te?
Certamente. Ho scritto questo brano nel 2008, subito dopo la sua morte. In quel momento ho sentito la necessità di scrivere; era un periodo della mia vita in cui scrivevo tanto e la perdita di Tozzi (così lo chiamavamo noi) era qualcosa sulla quale non potevo non scrivere.
Era la prima volta che un amico che conoscevo così bene veniva a mancare tutto ad un tratto. È una sensazione parecchio strana; ti fa capire quanto le nostre vite in realtà siano fragili. Per cui le parole mi vennero a getto, e la scrissi in circa un’ora, cosa che per me è molto rara. Spesso la scritture dei miei testi si estende per diversi giorni e settimane. Dopodiché rimase chiusa in un cassetto per 12 anni.
“E quando guardo nel passato, Dio sembra ieri” questa una frase di “Il Guerriero”, Jaemes Dean, cosa rappresenta la nostalgia per te?
Questa frase, a distanza di 12 anni, è ancora attuale. Caspita, sembra veramente solo ieri. E anche oggi Tozzi ci manca.
La nostalgia è stata per tanto tempo una componente molto grande della mia vita. Ho vissuto per diversi anni nella Repubblica Dominicana, e quando sono tornato in Svizzera avevo un vuoto pazzesco. È stata un’esperienza quasi traumatica tornare ed essere lontano da tutti i miei amici, per cui per molto tempo vivevo praticamente nel mio passato.
Ho imparato a guardare nel futuro, e oggi la cosa che mi emoziona più di tutte è proprio il futuro; tutto quello che può ancora succedere. La nostalgia è una lama a doppio taglio perchè ti toglie il focus su quello che dovresti fare e su quello che viene dopo. Che magari sono anche cose migliori. I ricordi sono belli, ed è giusto non dimenticarli, soprattutto le persone, ma è importante riuscire a guardare avanti. “The show must [always] go on!”.

Jaemes Dean, ci sono due frasi nel testo si “Il Guerriero” che colpiscono in modo particolare, “Nel mestiere della vita io mi licenzio” e “Ormai è stanco della guerra, non si afferra, chiude gli occhi e cerca altrove quel che non trova qui in terra”, ti andrebbe di spiegarci queste parole?
Stai sezionando i miei testi, hehehe.
La prima parte è preceduta da “E ora sai a cosa penso? Quale cazzo sarà il senso di lottare se domani sarà peggio?”, per cui “Nel mestiere della vita io mi licenzio” sta a significare che se alla fine tutto quello che facciamo non porta a niente perchè moriremo, perchè continuare a lottare e non arrendersi? Se la vita fosse un mestiere, allora io mi licenzierei, e quindi mi arrenderei. Queste però sono le parole di un me più giovane incazzato col mondo perchè ha appena perso un amico.
Parlando della seconda parte invece, racconta del fatto che nell’ultimo incontro con Tozzi, lui mi disse che pensava che non avrebbe vissuto a lungo. Che sarebbe morto giovane. Quindi in questo passaggio, il guerriero che è lui, è stanco di combattere qualunque lotta personale lui stesse combattendo all’epoca, chiude gli occhi e “cerca altrove quel che non trova qui in terra”, ovvero forse la felicità? Forse qualcos’altro. Non lo so, ma qualcosa che sicuramente non era riuscito più a trovare qua.
Hai un punto di riferimento nel tuo genere musicale? Un artista che stimi, al quale ti ispiri o ti senti maggiormente vicino?
Michael Jackson era, è e sarà sempre la mia più grande ispirazione musicale.
20’000 posizioni più in basso ci sono diversi artisti che mi ispirano, che ascolto, apprezzo e seguo. In In Italia ammiro Ghemon (purtroppo deceduto nel rap), Mezzosangue, Kaos, Izi, Salmo. Parlando della Germania Kool Savas, Sido, Fabian Römer, Curse. Per quando riguarda l’America invece, J Cole, Joyner Lucas, Phonte. La Svezia Petter, Ison & Fille, Sebastian Stakset. In Spagna Nach, Falsalarma, ToteKing. In Francia IAM, Faf Larage, Hocus Pocus, Shurik’n.
Ultimamente mi sento parecchio vicino al rap tedesco.
Jaemes Dean, Dopo questo singolo “Il Guerriero” cosa ti aspetta? Vuoi anticipare ai lettori di Honiro Journal i tuoi progetti futuri?
Dopo questo singolo viene il prossimo. E poi il prossimo. E il prossimo ancora.
Vediamo come vanno i pezzi uno alla volta, ma principalmente voglio sulla mia identità musicale, e soprattutto maturare. Lavorare con produttori sui quali ho puntato l’occhio. Poi vorrei tornare ad esperimentare le lingue. Altro non voglio dirti, hehe =)
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