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VOLT RAR ci racconta il suo singolo “ZAZA”: “LA MUSICA CI RICORDA QUANTO SIAMO EMOTIVI”

Dal primo dicembre è disponibile su tutti i digital stores “ZAZA”, il singolo di VOLT RAR per Piuma Dischi/The Orchard.
VOLT RAR ha raccontato a noi di Honiro Journal questo primo estratto del suo EP in uscita prossimamente, svelandoci il processo creativo che ha portato alla creazione di questo brano e alcune curiosità su di lui e sulla sua musica.
Essendo la tua prima intervista per Honiro Journal, inizierei chiedendo di presentarti e domandandoti da dove nasca l’idea del tuo nome d’arte
Il nome Volt nasce dai banchi di scuola e si riferisce al voltaggio, in generale l’elemento “elettrico” mi ha sempre affascinato. Ero infatti il classico bambino che, anziché aver paura del temporale, si affacciava a fissarlo per ore. Prendere la pioggia mi ricorda inoltre, metaforicamente, anni dove mi sentivo indistruttibile, dove dormivo spesso fuori casa senza avere preoccupazioni o ansie, solo per vivermi la città, ed inevitabilmente, essendo a Milano, spesso finivo per restare sotto colonnati in mezzo al diluvio.
Sappiamo che questo singolo sia solo il primo tassello del tuo progetto. Come mai la volontà di pubblicare proprio questo brano come primo estratto del tuo EP?
Vorrei portare un suono nuovo, alternativo. Non nego, soprattutto in piccola età, di essere stato attratto dalle “strade sbagliate”, che mi hanno portato a vivere situazioni sgradevoli.
Allo stesso tempo, ho vissuto periodi di forte depressione che sono stati colmati dallo studio, e da internet, facendomi conoscere persone con modi di vivere e pensare totalmente diversi. Anche se apparentemente possa sembrare vicino al concetto di “villain”, in realtà ho una personalità buona.
All’interno del comunicato stampa si legge anche della tua passione per le arti figurative e per la letteratura. Come ti sei appassionato a due mondi così, solo apparentemente, distanti come la letteratura e il panorama urban? Hai mai avuto l’idea o la volontà di far incontrare queste due dimensioni? Magari in un progetto?
Credo sia un po’ una conseguenza, ognuno di noi ha una parte del cervello che predilige ciò per cui siamo portati, io un po’ per influenza familiare, un po’ per semplice inclinazione, ho trovato interesse nelle arti figurative e letterali, forse perché le trovo personalmente le maniera più dirette e pure per esprimere pensieri personali profondi.

Racconti inoltre che questo pezzo dia voce ai tuoi pensieri e le tue paranoie. Come pensi potremmo, in un mondo dove ormai viviamo quasi costantemente accompagnati da pensieri, paranoie, impegni, dubbi, ritrovare degli attimi di spensieratezza? Come la musica potrebbe aiutare?
Rendendoci conto che non siamo gli unici a vivere tutte queste problematiche, la parola è uno strumento forte, e spesso in questi tempi di apparenza, ci dimentichiamo di quanto tutti, in realtà, siamo fragili ed emotivi. Esprimere concetti nel modo corretto attraverso la musica credo possa creare un senso comune, che dev’essere d’esempio per affrontare le problematiche di tutti i giorni.
Come abbiamo detto poco fa, questo brano sarà seguito da un EP. Ti va di anticiparci qualcosa rispetto questa pubblicazione o, più in generale, rispetto i tuoi obiettivi futuri?
Zaza è la porta per il mio primo progetto indipendente chiamato “sfoghi”, un ep che uscirà in brevissima data, dove ho cercato di unire momenti vissuti, alcuni caratterizzati da rabbia, altri da tristezza, altri da altri sentimenti ancora. Io ed il mio team ci stiamo lavorando da quasi un anno, cercando di rendere l’immagine ed il suono più coerenti possibili, credo sarà questo progetto a raccontare più chiaramente chi sono.
Prima di concludere un’intervista, solitamente domando sempre se c’è qualcosa che non ti ho chiesto(su questo brano, sulla tua musica, su di te…) che però vorresti che i nostri lettori sapessero.
Il prossimo singolo è uno dei lavori di qui sono più soddisfatto da quando ho iniziato questo percorso, ci siamo impegnati molto per implementare cose nuove all’interno del progetto. Non vedo l’ora di poterlo condividere con il pubblico
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L’11 luglio arriva “Undercover”, nuovo singolo di Djomi con la partecipazione di CLAVER GOLD

Se il rap ha dimenticato il suo dovere civile, ci pensano loro a ricordarglielo.
L’11 luglio arriva “Undercover”, nuovo singolo di Djomi con la partecipazione di CLAVER GOLD, distribuito da Ada Music Italy e Isola degli Artisti.
Un brano che non chiede il permesso, ma occupa spazio. Politico, poetico, necessario.
Nel cuore del beat firmato da Gian Flores — teso, stratificato, senza fronzoli — “Undercover” è un manifesto mimetico: un testo che agisce “sotto copertura”, tra le pieghe dell’indifferenza quotidiana, per dare voce a chi la voce non ce l’ha.
Ma niente retorica da slogan: questo è rap militante per cervelli pensanti, non fast food da playlist.
DJOMI, classe 2002, viene da Pinarella di Cervia ma sembra uscito da un’officina lirica berlinese: scrive con la fame di chi sa che la parola può salvare, e che a volte deve ferire. Musicista, autore, performer — ha vinto Castrocaro, Area Sanremo, Critical Flow, ha studiato al CET di Mogol e al Berklee College of Music.
Ma soprattutto, ha scelto di non addomesticarsi. E “Undercover” lo dimostra riga dopo riga: “Non mi venire a parlare del vero / se scrivi sotto dettatura”.
Accanto a lui CLAVER GOLD, tra i pochi rapper italiani capaci di fare denuncia senza perdere profondità. In questo brano non fa ospitate, fa presenza scenica. Porta il suo bagaglio: lirismo, lotta, coerenza. E lo trasforma in dinamite.
Il pezzo attraversa immagini forti, riferimenti colti, dolori scomodi: dall’Iran a La Haine, da Robin Hood a Burzum, da Mogol a Abdel.
Perché sì, la musica può ancora dire qualcosa di importante — se a parlare sono voci che bruciano.
Con Undercover, Djomi e Claver Gold cercano coscienze sveglie.
Chi non si sente chiamato in causa, probabilmente fa già parte del problema.

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E, alla fine, viviamo sempre lo stesso uroboro d’amore ”comevolevasidimostrare”, il nuovo singolo di Parrelle in uscita l’11 luglio

E, alla fine, viviamo sempre lo stesso uroboro d’amore comevolevasidimostrare, il nuovo singolo di Parrelle in uscita l’11 luglio per Luppolo Dischi e Honiro Label.
E, alla fine, viviamo sempre lo stesso uroboro d’amore comevolevasidimostrare, il nuovo singolo di Parrelle in uscita l’11 luglio per Luppolo Dischi e Honiro Label.
Chi dice ‘’si chiude una porta e si apre un portone’’ forse non ha un’idea chiara di chi c’è dall’altra parte, al di là proprio di quella porta, fatta di ricordi, sensazioni ed esperienze vissute che non riusciamo a toglierci di dosso. Giusto o no, sano o non sano, finché le emozioni diventano lo storytelling della nostra persona, rimaniamo fedeli a ciò che siamo senza veli, senza sotterfugi sociali. L’amore, in un certo senso, è l’antidoto dell’apparenza.
“comevolevasidimostrare” è una canzone che racconta l’altalena emotiva di un amore turbolento, tra malinconia, ironia e frasi che sembrano rubate da una chat mai cancellata. Un viaggio notturno tra skyline negli occhi, foto nei bagni e divani che diventano rifugi, dove il dialetto e la poesia urbana si intrecciano con naturalezza. Tra sonorità classiche, delicate e un pop fresco ed estivo, il brano cerca di dare ad un ritmo spensierato una visione nostalgica dell’amore che va, ma non se ne va mai davvero’’ – ci racconta l’artista.
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Cifra stilistica pronta ad eruttare come ”Yellowstone”, il nuovo singolo di Metho in uscita l’11 luglio per Honiro Label

Cifra stilistica pronta ad eruttare come Yellowstone, il nuovo singolo di Metho in uscita l’11 luglio per Honiro Label.
Hi hat sovrapposti e barre destinate a lasciare il segno: questi sono gli ingredienti principali di un vero e proprio training metrico dove non solo l’artista si conferma, ma ha anche modo evolvere i suoi contenuti, il suo canovaccio artistico tra urgenza espressiva e bisogno di dimostrare come si riesce a prendere il proprio spazio. Senza abusare di ego trip, che diventa metaforicamente una vera e propria droga, Yellowstone è self confidence, ma anche consapevolezza di dove si vuole e si può arrivare.‘’Yellowstone’’, che prende il nome dall’omonimo parco comunale americano dove si registra un’alta concentrazione vulcanica, non è solo un esercizio stilistico nato in studio con la produzione di Tenshi, tra sonorità south, ma anche un racconto di quello che sono le sostanze e di cosa possono portarci a fare, portarci ad essere, in un certo senso. Cerco di unire in chiave leggere tecnica e consapevolezza in un mix che mi soddisfa’’ – ci racconta l’artista.
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