YoungGucci si racconta tra controversie ed il nuovo singolo “Mezzococco”

“Mezzococco” è il nuovo singolo di YoungGucci, dopo aver ottenuto la certificazione di Disco d’Oro per il brano “Money Rain” in collaborazione con Boro Boro.

Ex componente del collettivo FSK, il rapper si esprime senza freni, con uno stile vocale personale urlato e aggressivo, raccontando i suoi viaggi mentali con le droghe, le proprie esperienze di sesso e la sua dipendenza da farmaci. L’artista rompe le convenzioni e stravolge la morale comune, facendo discutere. Quella di YOUNGGUCCI è una rabbia generazionale che, partendo dall’autodistruzione, trova sfogo attraverso la musica.

Si sa, per gli amanti del genere la curiosità non è mai troppa! Quindi abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con lui, tra aspettative, progetti e critiche.

“Mezzococco” è il nuovo singolo che apre le danze del 2021, ma prima di parlarne ho una domanda in particolare. Sicuramente sei tra le figure più discusse della scena, come vivi quest’etichetta?
Per me è affascinante, questo essere così controverso. Non sai mai cosa aspettarti da me, c’è quel tocco di mistero in più che rende tutto più intenso. Non la vivo assolutamente male, perché dovrei?

Questo è uno dei tuoi primi progetti da solista. Come mai hai scelto di presentarti con “Mezzococco”?
Ultimamente sono più produttivo di quanto lo sia mai stato in tutta la mia vita. Non avevo ancora collaborato con Sedd e Ric, una coppia pazzesca, mi sono trovato talmente bene che in due ore il pezzo era pronto. Sentivo che “Mezzococco” doveva subito uscire esattamente com’era arrivato. Il modo migliore/peggiore per iniziare [ride]

Mi viene spontaneo, a questo punto, domandarti dove finisce l’artista e inizia la persona!
Vuoi la verità? Onestamente le due cose si sono intrecciate perfettamente, forse perché non c’è molta differenza. Cambiano un po’ gli atteggiamenti magari, ma credo che la mia personalità artistica non sia molto lontana dal mio modo di vivere.

Beh, allora più che di volgarità, credo sia corretto parlare di sfogo. Pensi di rappresentare un po’ il pensiero comune di una generazione?
Non penso di rappresentare una generazione, perché dipende dove sei nato, dove sei vissuto. Nella mia musica parlo a nome mio, poi chi mi ascolta ha tutta la libertà di potersi adattare certo. Ripeto, il mio è uno sfogo libero. Le stesse volgarità sono frutto dei miei impulsi, senza il pezzo sarebbe vuoto, non sarebbe la vera rappresentazione del mio flusso artistico.

Come nasce una canzone di YoungGucci, soprattutto a livello di beat, sound, sperimentazione?
Ci sono momenti dove per due settimane ci sta che non scrivo, non produco. Vado in studio solo per ascoltare una varietà di pezzi, soprattutto di stampo americano. Poi capita quel giorno che in 10 minuti mi carico e con il mio team produco anche due pezzi bomba. Nasce un’idea, loro si occupano del sound e il lavoro è fatto.

Alla luce del periodo che stiamo vivendo, a prescindere dall’impossibilità dei live, come andrà avanti il tuo progetto solista?
Non ho nessuna intenzione di piagnucolarmi addosso riguardo i live. Riunirò la mia crew e ci sposteremo isolati in montagna a produrre quanto più possibile. Voglio essere dieci passi avanti a tutti quando si potrà realmente tornare sui palchi.

Se c’è una cosa che il rap e la trap insegnano è proprio: “mai giudicare un artista da quello che ti aspetti.” Ok, un detto decisamente rivisitato, ma che rappresenta totalmente il mood di chi ama relazionarsi a questo genere.
E voi cosa pensate del fenomeno YoungGucci? Avete già ascoltato “Mezzococco”?