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Intervista

Samir Zouhair è il “rapparo” del momento

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Samir Zouhair si tuffa nell’estate 2020 con l’inedito “CHE VITA!” e lo fa con stile, diventa così uno degli artisti emergenti del momento.

La musica comincia a far parte della sua vita prima che l’hip-hop gliela facesse creare, ma è ai tempi delle superiori che trova la sua principale espressione nel rap, comincia così a definirsi come “rapparo”.

A 13 anni comincia a scrivere musica e a 17 sale per la prima volta su un palco. Gli studi lo portano a trasferirsi nella periferia parigina, ma la voglia di rap italiano lo riporta nella penisola a girare gare di brani rap del Paese. Dopo quasi 10 anni, Samir Zouhair ne ha fatta di gavetta e ce lo dimostra con il suo primo inedito “CHE VITA!”, disponibile dal 28 agosto.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con l’artista, che ci ha chiarito alcuni punti focali della sua musica.

So che ti definisci come “rapparo”, da cosa è nato questo termine? Sì io mi definisco “rapparo”, che non è altro che “rapper” tradotto in italiano.
La traduzione l’ho coniata io, precisamente il 2 agosto 2019 alle ore 05:23 (sì me l’ero segnata..).
Non è “ancora” ufficiale ecco, il bisogno nasce da un orgoglio hip-hop abbastanza patriottico se vogliamo: nel nostro paese facciamo rap in italiano, a modo nostro e con le nostre realtà. Vero è il fatto che il mestiere lo abbiamo importato, ma l’arte che nasce è italiana, ed in quanto tale mi sembrava doveroso definire gli artisti con la lingua che li rappresenta. Come non la chiamano “television” ma “televisione”, come non li chiamiamo “footballers” ma “calciatori”, così anche il rap si merita il suo posto nel dizionario italiano, in italiano!
In altri paesi europei, per esempio, questo già accade: i francofoni usano “rappeur” e gli ispanofoni “rapero”, quindi ho voluto fare lo stesso, ma aggiungendo un suffisso italiano.
Ovviamente (spiego per evitare fraintendimenti) non mi sognerei mai di dover trovare traduzione a termini tipo hip-hop o rap o addirittura ai nomi dei “rappari” stranieri, quelli sono nomi propri che nascono e che continueranno a vivere immutati.

Nell’hip-hop, così nella tradizione cantautorale italiana, ci sono le “scuole” legate spesso a delle città. So che hai vissuto per un periodo a Parigi, questo ha avuto un impatto sulla tua musica? Il fatto di aver avuto una parentesi francese mi fa fatto quasi cambiare “scuola di pensiero”, veramente! Io vengo dal bolognese, dove nella prima metà degli anni 2010 c’era una forte impronta antagonista (underground in italiano), molto spesso guardinga su tutto quello che usciva dai classicismi, ma forse un po’ in tutta Italia. Nel parigino invece la nuova ondata trap era oramai già affermata, ed io mi son sentito quasi a disagio all’inizio, ma poi ho capito anch’io quello che andava capito prima o poi, nella giusta misura.

Attualmente la scena musicale in Italia è satura di artisti con l’ambizione di emergere, tanto che è difficile affiorare tra i molti. L’industria musicale dell’ambiente parigino riesce a offrire più possibilità di distinguersi nel settore? Non sono un gran esperto della scena emergente francese, non concorrevo tra di loro io, ho sempre avuto il pallino del rap italiano ed è per questo che poi son riatterrato a Bologna due anni dopo. Nel trascorso, però ho conosciuto giovani emergenti, un paio di questi sono anche diventati nomi da copertina. L’unica differenza che ho notato in quegli anni, é quella che mentre in Italia il sottogenere trap era ancora la novità da digerire, e forse l’unico “genere alternativo”, lì si erano già proiettati verso altri orizzonti tutti loro: l’afrotrap, il rai-rap, una specie di hip-house alla francese… Con la nascita di nuovi stili son nate anche nuove figure di spicco.

Il tuo primo singolo “CHE VITA!” è stato rilasciato il giorno del tuo 24esimo compleanno, c’è una motivazione particolare dietro a questa scelta discografica? L’inedito sta a significare la “nascita” di un nuovo percorso nella tua carriera musicale? Il mio singolo “CHE VITA!” è stato pubblicato il 28 agosto 2020, giorno del mio compleanno, ed il videoclip il 05 settembre invece. Diciamo che è stato il regalo che desideravo da tutta la vita: quello di avere finalmente una pubblicazione ufficiale, per poter dire: “io faccio rap, ecco qua”.
Un anno prima lasciavo il lavoro e la vecchia vita per concentrare le energie nella musica rap, ho fatto tutte le gare di brani che trovavo, ma proprio tutte quelle della penisola, non importava il luogo né la data. Portavo i miei brani su tutti i palchetti d’Italia ma nulla era di pubblico dominio, nulla era ancora professionale ed adeguato.
Con “CHE VITA!” sono uscito allo scoperto dopo quasi 10 anni di cameretta e freestyle, con un prodotto di qualità come volevo che fosse, ed in questo caso specifico: un brano per toccare l’estate, anche oltre l’estate, sano, stiloso e che faccia volare.
“CHE VITA!” segna l’inizio del Samir Zouhair pronto al mondo ed ai nuovi progetti.

Tra cinque anni dove ti vedi? La cosa sicura è che fra 5 anni avrò 29 anni, se Dio vuole, spero che questi piccoli e grandi sacrifici possano ripagare nel modo giusto. Ad oggi direi, essere una voce utile ed importante nel rap sarebbe un buon traguardo, diventare sempre più utile e sempre più importante, dopotutto sto lavorando per arrivare a ciò, il prodotto è commisurato alle ambizioni e gli obiettivi.

Samir Zouhair, con “CHE VITA!”, ci conferma aver iniziato un nuovo capito della sua carriera: dopo sacrifici e duro lavoro, sembra avere le idee chiare su chi vuole diventare. Noi di Honiro Journal speriamo che continui a cavalcare l’onda aspettando con ansia il suo prossimo singolo.

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