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Intervista

AKA 7EVEN ci racconta “PERFETTA COSÌ” e la sua esperienza al Festival di Sanremo

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AKA 7EVEN ha debuttato tra i BIG della 72^ edizione del Festival di Sanremo con PERFETTA COSÌ” (Columbia Records Italy/Sony Music Italy), brano disponibile ovunque, in radio, in streaming e in digitale.

Il pezzo, una power ballad dalle tonalità rock, è stato scritto di getto durante una giornata in studio, a partire da un giro di chitarra.

Aka 7even ha calcato il palco più ambito della musica italiana dopo aver pubblicato nel 2021 il suo omonimo album d’esordio (certificato disco di platino), aver vinto agli MTV EMAs 2021 come Best Italian Act e aver scritto la sua prima autobiografia dal titolo “7 vite” a soli 21 anni.

Noi di Honiro Journal siamo stati alla conferenza stampa di presentazione di “Perfetta Così” dove Aka 7even ha raccontato questo brano e la sua esperienza alla 72esima edizione del Festival di Sanremo.

Aka 7even, il messaggio che hai voluto comunicare con “Perfetta Così”, brano con cui sei stato in gara alla 72esima edizione del Festival di Sanremo, è davvero molto forte. Spesso, uno dei problemi dei giovani è quello di rincorrere la perfezione assoluta. Tu invece, grazie a questo pezzo, racconti che si può avere una propria bellezza e una propria unicità anche nei propri difetti e nelle proprie imperfezioni, questo significa imparare ad amarsi veramente. Come si fa ad amarsi veramente? Che consiglio daresti a tutti i giovani, in particolare quelli che ascoltano la tua musica, per imparare ad amarsi?

Penso che amarsi veramente sia difficile, è un percorso che bisogna intraprendere consapevoli del fatto che sarà molto lungo. Ci ho messo veramente anni per amarmi, ma penso che basti anche un secondo per imparare ad amarsi veramente, credo che possa bastare anche un singolo istante per accendere la consapevolezza, per alzarsi una mattina, guardarsi allo specchio e affermare che stiamo bene con noi stessi, così come siamo. Per dirci che non ci interessa di cosa pensano o dicono gli altri. Questo per me è accettarsi, questo per me è sentirsi bene con noi stessi. Solo nel momento in cui noi stessi inizieremo a stare bene con la nostra persona gli altri staranno bene con noi.

L’intero brano è autobiografico. Ho avuto un periodo in cui è stato difficile accettare alcune sfaccettature della mia personalità, ma con l’aiuto delle persone giuste al mio fianco l’ho superato. Questa fase di auto-accettazione è iniziata da poco, precisamente durante il mio percorso ad “Amici”.

La musica, a parer mio, è davvero uno strumento terapeutico. E quindi mi sono detto che, come era stato un grande aiuto per me trascrivere la mia esperienza in musica, conoscere questa storia poteva esserlo anche per altre persone. Nel brano però, non volevo parlare di me. Avevo bisogno di interfacciarmi con qualcun altro. E così, ho scelto che fosse un’altra persona protagonista del singolo. Questa persona è per me la donna più importante della mia vita, ovvero mia madre. Ho immaginato di parlare con lei, di dirle che è perfetta così com’è.

Amarsi non è mai una cosa semplice. Vorrei dire ai ragazzi di trarre il meglio da tutto ciò che viene detto. Anche nelle critiche o nelle opinioni negative c’è sempre qualcosa di buono da cui imparare. Poi bisogna avere la capacità di passare oltre al resto, a tutto ciò che è solo distruttivo e offensivo.

Ti va di raccontarci come hai vissuto il tuo primo Sanremo, la tua prima partecipazione al Festival?
Sul palco dell’Ariston sono stato me stesso, ho dato il massimo e sono molto felice del mio percorso a Sanremo. È stata la mia prima volta al Festival quindi, per me, la partecipazione è stata già una vittoria. Ero incredibilmente emozionato, l’adrenalina prima di salire sul palco era tantissima, non vedevo l’ora di esibirmi. Ho portato un pezzo che ha un grande significato per me, e poter trasmettere il messaggio del brano su un palco così importante, davanti ad un pubblico così vasto, è stato qualcosa di inspiegabile. Sanremo è un’esperienza indimenticabile, soprattutto se vissuta in questo particolare periodo dove, data la situazione, esibirsi live è ed è stato difficile.

Porto con me molti ricordi di questo Festival, dal backstage alle prove, dal mio team alle esibizioni. Ho portato via con me in valigia tutte le emozioni di quella fantastica settimana, assieme alla speranza di poterle, in futuro, rivivere su quel palco.

Durante le serate sanremesi siamo stati animati e coinvolti anche dal Fantasanremo, è stata più importante questa classifica o quella ufficiale?
Assolutamente quella del Fantasanremo! A parte gli scherzi, il Fantasanremo è stata una bellissima occasione per divertirmi e smorzare l’ansia, non sono una persona che dà troppo peso alla classifica.

Non mi ero posto aspettative per questo Festival, l’unica promessa che mi ero fatto era quella di divertirmi e posso dire di esserci riuscito! Il mio intento era quello che la mia musica arrivasse al pubblico, che io mi portassi a casa un bel ricordo di questa esperienza e che, una volta finito il festival, ne fossi uscito arricchito.

Sappiamo che, durante la serata del Festival dedicata alle cover, ti sei esibito assieme ad una delle più eleganti voci del panorama musicale italiano: Arisa. Insieme avete cantato “Cambiare” di Alex Baroni, cosa ti lega particolarmente a questo brano?
“Cambiare” di Alex Baroni è una canzone che mi ha accompagnato fin dall’infanzia. E’ un pezzo a cui tengo tantissimo, è stato uno dei primi brani che ho cantato e portarlo sul palco dell’Ariston, durante la mia prima partecipazione al Festival, è stato per me un onore incredibile!

Sono molto contento di aver condiviso il palco con Arisa, mai avrei pensato di cantare con lei, figuriamoci a Sanremo! Abbiamo lavorato molto bene assieme, il Festival è stata l’occasione per instaurare uno splendido rapporto tra di noi, durante la settimana sanremese posso dire di aver avuto il piacere di conoscere, più che Arisa, Rosalba. Ha una sensibilità incredibile, una voce straordinaria e un cuore immenso. È stato un piacere enorme lavorare con lei, a prescindere dal lato artistico.

Aka 7even, oltre ad essere stato in gara al Festival con “Perfetta Così”, nei mesi appena trascorsi ti sei dedicato anche a “7 Vite”, il tuo primo libro. Cosa ti ha portato a raccontare la tua storia anche tra le pagine oltre che in musica?
La stesura di questo libro è stata per me un’esperienza incredibile che paragonerei ad una vera e propria seduta psicologica. Ho dovuto ripercorrere il mio passato a mente lucida e mi sono messo a nudo tra le pagine. L’esigenza e l’idea di raccontarmi grazie alla scrittura sono nate quando, casualmente, ho iniziato a parlare della mia vita ad alcuni amici. Loro si sono emozionati ascoltando il mio vissuto e mi hanno chiesto perché non scrivessi un libro, così da poterlo raccontare anche a tante altre persone.

Ho capito che sarebbe stato importante lanciare un messaggio a tanti ragazzi e, magari, anche dar loro un esempio, poterli aiutare e farli sentire meno soli se stavano passando un momento di difficoltà come la situazione che ho vissuto io.

Aka 7even, il 2021 è stato un anno ricco di traguardi tra cui la vittoria come best italian act agli MTV EMAs. Che emozione hai provato in quel momento?
Sono davvero onorato di aver condiviso il palco degli MTV EMAs con artisti semplicemente fenomenali come i Maneskin o Maluma. È stata un’emozione indecifrabile, mai avrei pensato nella mia vita di vivere un’esperienza simile!

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